L'Evoluzione degli Archi nell'Arte Romana Repubblicana
L'architettura romana rappresenta uno dei più significativi progressi nell'arte romana, particolarmente per quanto riguarda l'utilizzo innovativo degli archi. I romani hanno rivoluzionato l'architettura antica sostituendo l'architrave greco con diverse tipologie di arco, permettendo la costruzione di strutture monumentali che ancora oggi testimoniano la grandezza dell'impero.
Definizione: L'arco romano è una struttura architettonica curvilinea che distribuisce il peso della costruzione sui piedritti laterali, permettendo la realizzazione di aperture più ampie rispetto all'architrave.
L'arco a tutto sesto, ereditato dagli Etruschi, rappresenta l'elemento più caratteristico dell'arte romana repubblicana. Questa tipologia di arco, perfettamente semicircolare, deve il suo nome al termine latino "sextus" (compasso) e viene impiegato in modo estensivo negli acquedotti, nei ponti e negli archi di trionfo. La sua robustezza e versatilità lo hanno reso l'elemento portante dell'architettura romana.
L'arco ribassato costituisce una variante più complessa, caratterizzata da un centro posto più in basso rispetto al piano d'imposta. Questa soluzione architettonica, principalmente realizzata in mattoni, viene utilizzata soprattutto per le porte e permette di ottenere aperture più basse mantenendo la stessa ampiezza. La piattabanda, invece, rappresenta un'evoluzione ancora più sofisticata: pur apparendo simile a un architrave, funziona come un arco estremamente ribassato, con mattoni disposti radialmente.
Evidenziazione: L'innovazione degli archi romani ha permesso la costruzione di edifici più alti e spaziosi, superando i limiti dell'architettura greca basata sul sistema trilitico.