Verso la fine del 1800, gli Stati Europei iniziarono un nuovo periodo di espansione coloniale chiamato colonialismo. Questo accade per due motivi:
Motivi Economici
In Europa, tra il 1873 e il 1895, c’è una crisi di sovrapproduzione, cioè le fabbriche producono più rispetto a quello richiesto. Per questo si devono cercare negli altri continenti nuovi mercati dove vendere i prodotti in eccesso.
Motivi Culturali
Gli Europei pensano che la civiltà dei bianchi sia superiore e per questo vogliono portarla fuori dai confini dell'Europa. Nasce così l'imperialismo, un tipo di colonialismo che ha lo scopo di sfruttare economicamente le colonie e di controllare il territorio delle colonie.
Il colonialismo ha alcune conseguenze negative. Per esempio, in Africa gli Europei sterminarono la popolazione e in Cina gli Inglesi favoriscono il commercio dell'oppio (una droga vietata, derivata dal succo dei semi di papavero bianco).
Il colonialismo ha anche conseguenze positive. Per esempio, in India gli Inglesi costruirono le ferrovie e le linee dell'eletricità e organizzarono l'amministrazione statale.
In sintesi, il colonialismo ha rappresentato un periodo di espansione delle potenze europee verso altre parti del mondo, guidato da motivazioni economiche e culturali. Questo ha portato a conseguenze sia negative che positive per le popolazioni dei territori colonizzati.