Cavour e la Seconda Guerra di Indipendenza
Cavour non era come Mazzini o Garibaldi - lui credeva nella diplomazia, non nelle rivoluzioni. Come leader dei moderati, pensava che il Regno sabaudo dovesse diventare la guida di tutta l'Italia, ma con l'aiuto della Francia di Napoleone III.
La sua strategia era geniale: prima sviluppò l'economia del Piemonte per renderlo più forte, poi iniziò a tessere alleanze internazionali. Nel 1855 partecipò alla Guerra di Crimea al fianco di Francia e Gran Bretagna contro la Russia - non gli interessava quella guerra, ma voleva un posto al tavolo delle trattative.
Durante la conferenza di pace di Parigi, Cavour riuscì finalmente a far parlare l'Europa della "questione italiana". Nel 1858 firmò gli accordi segreti di Plombières con Napoleone III: la Francia avrebbe aiutato l'Italia contro l'Austria, ma solo se l'Austria avesse attaccato per prima.
Cavour provocò l'Austria fino a farla esplodere. Il 26 aprile 1859 l'Austria dichiarò guerra al Piemonte e scoppiò la Seconda Guerra di Indipendenza. Le vittorie francesi a Magenta, San Martino e Solferino sembravano aprire la strada al successo, mentre nell'Italia centrale scoppiavano rivolte che chiedevano l'annessione al Piemonte.
Attenzione: Napoleone III si ritirò improvvisamente firmando l'armistizio di Villafranca - aveva paura che l'Italia diventasse troppo forte! Cavour ottenne comunque la Lombardia e, con abili negoziati, anche Toscana ed Emilia.