La Generación del 98: il risveglio della coscienza nazionale
Il 1898 non segna solo la perdita delle colonie, ma anche la nascita di un gruppo di giovani intellettuali determinati a rigenerare la Spagna. La Generación del 98 nasce dalla vergogna nazionale e dal desiderio di cambiamento.
Nel 1901 il "Grupo de los Tres" (Azorín, Pío Baroja e Ramiro de Maetzu) pubblica un Manifesto che denuncia la situazione spagnola e propone soluzioni. Questi autori condividono formazione autodidatta, relazioni personali strette e soprattutto l'esperienza traumatica del "Desastre".
I criteri che definiscono questa generazione sono chiari: nascite ravvicinate, formazione simile, partecipazione agli stessi circoli letterari, rifiuto della generazione precedente e sviluppo di un linguaggio antiretorico comune.
Il precursore è Ángel Ganivet, mentre i rappresentanti principali sono Miguel de Unamuno, Azorín, Antonio Machado, Valle-Inclán e Pío Baroja. Alcuni critici preferiscono parlare di "generazione di fine secolo" che include anche i modernisti.
💡 Differenza chiave: Mentre i modernisti si concentrano sull'estetica, i noventayochistas si preoccupano del "Desastre" e della rigenerazione nazionale.
I temi centrali sono due: la Spagna (critica sociale, revisione storica, paesaggio castigliano come simbolo dell'anima nazionale) e il senso della vita (preoccupazioni esistenziali, religiose, destino dell'uomo).