Dall'Atomo di Bohr al Modello Quantistico
C'era un problema con il modello di Rutherford: secondo la fisica classica, gli elettroni dovrebbero "cadere" sul nucleo perdendo energia. Bohr nel 1913 ha risolto questo dilemma introducendo le orbite stazionarie.
L'idea geniale di Bohr è che gli elettroni possono muoversi solo in orbite specifiche, quantizzate, senza perdere energia. Quando un elettrone salta da un'orbita all'altra, l'atomo assorbe o emette energia secondo la formula E₂-E₁=hf.
Ma la rivoluzione vera è arrivata con Heisenberg e il principio di indeterminazione: non puoi conoscere contemporaneamente posizione e velocità di una particella. Questo ha cambiato tutto!
💡 Curiosità: Il principio di Heisenberg non è un limite della tecnologia, ma una legge fondamentale della natura!
Il modello moderno di Schrödinger descrive gli elettroni come onde che definiscono la probabilità di trovare l'elettrone in una certa regione di spazio. Queste regioni si chiamano orbitali e sono determinate da tre numeri quantici (n,l,m). Ogni orbitale può contenere massimo due elettroni.
Prima di proseguire, è importante capire la ionizzazione: gli atomi possono perdere elettroni diventando cationi (carichi positivamente) o acquistarne diventando anioni (carichi negativamente).