La visione della storia e lo stile
La concezione storica di Livio si basa su tre pilastri fondamentali. Ha una visione "nazionalistica" che celebra le conquiste del popolo romano, una prospettiva "etica" che esalta le virtù dei grandi personaggi, e un approccio "pedagogico" che usa la storia come scuola di vita.
Livio ha il talento unico di "convertire la leggenda in storia e la storia in leggenda", creando una drammatizzazione degli eventi che cattura il lettore. Ogni episodio è strutturato come un dramma teatrale con premessa, sviluppo e conclusione.
Il suo stile si caratterizza per la lactea ubertas (abbondanza dolce come il latte), come la definiva Quintiliano. È uno stile fluido, luminoso e accessibile, che evita le asperità e scorre con facilità naturale. Sa adattare il tono al contenuto: arcaizzante per gli eventi antichi, più classico per quelli recenti.
Caratteristica distintiva: Livio inserisce numerosi discorsi diretti e indiretti dei protagonisti, creando un effetto cinematografico che fa sentire il lettore testimone degli eventi.
La sua non è la fredda obiettività che pretendiamo oggi da uno storico, ma un coinvolgimento emotivo totale. Come scrisse dopo aver narrato la seconda guerra punica: "anche per me è un ristoro essere giunto alla fine, come ne avessi condiviso i travagli".