La fioritura letteraria sotto Nerone
Durante l'impero di Nerone assistiamo a una straordinaria fioritura letteraria: il poema epico di Lucano, le satire di Persio, il romanzo di Petronio, il trattato agricolo di Columella, le tragedie e le opere filosofiche di Seneca.
Questa rinascita culturale è dovuta alla politica culturale di Nerone, che seguendo l'esempio di Augusto raccoglie intorno a sé intellettuali e poeti, stimolando la loro attività anche per fini propagandistici. L'imperatore dimostra una vera passione per poesia, musica e spettacoli teatrali.
Nerone si cimenta personalmente in vari generi (lirica, tragedia, epica) e istituisce i Neronia - nuovi giochi di tipo greco con gare di musica, canto, eloquenza e poesia. Tuttavia questi eventi creano malcontento perché l'imperatore costringe i cittadini romani a esibirsi in pubblico (cosa considerata disdicevole).
Paradossalmente, proprio questa promozione della cultura porta alcuni intellettuali all'opposizione. Si radica lo stoicismo, filosofia che teorizza la libertà del saggio da ogni condizione esterna. Il simbolo di questi intellettuali diventa Catone Uticense, che si suicidò dopo la vittoria di Cesare piuttosto che sottomettersi.
Ironia della storia: Nerone, il più grande promotore di cultura dopo Augusto, finisce per essere odiato proprio dagli intellettuali che aveva favorito.