La Congiura di Catilina: anatomia di una crisi
La prima monografia di Sallustio analizza la congiura di Catilina, repressa nel 63 a.C. da Cicerone console. Catilina, dopo tre candidature fallite al consolato (65, 63, 62 a.C.), organizza una cospirazione per conquistare il potere con la forza, appoggiandosi alle classi più povere e ai veterani indebitati.
Sallustio identifica nella distruzione di Cartagine il punto di svolta della decadenza romana. Con la scomparsa dell'ultimo nemico viene meno il metus hostilis (timore del nemico esterno) che manteneva coesa la società. Questo è il cuore dell'archeologia sallustiana, l'analisi delle cause remote sul modello di Tucidide.
Un ruolo centrale è attribuito a Cornelio Silla, il cui esempio ispira Catilina. Le sue proscrizioni hanno mostrato come si possa conquistare il potere con la violenza. Sallustio condanna sia i populares che l'aristocrazia senatoria: entrambe le fazioni pensano solo ai propri interessi, non al bene della res publica.
Gli aristocratici si vantano di difendere il Senato ma agiscono per appropriarsi di privilegi, mentre i demagoghi illudono la plebe con promesse per il proprio tornaconto politico. Roma è così esposta a continue sovversioni sociali.
💡 Causa profonda: Quando manca un nemico esterno, i cittadini si dividono e si combattono tra loro.