I protagonisti: Mario e Aderbale
Mario rappresenta l'homo novus che sfida la nobiltà. Si arricchì come pubblicano, poi si legò a Metello e lo seguì in Africa. Divenne tanto popolare da essere eletto console nel 107 a.C., sostituendo proprio Metello nella guerra contro Giugurta.
Nel discorso di Mario al popolo emerge il manifesto anti-nobiliare: la vera nobiltà deriva dall'esperienza, dalla fatica, dai risultati concreti, non dalla nascita. Mario si presenta come l'opposto dei nobili: per lui la vera sfida inizia quando entra in carica, perché i nemici aspettano solo un suo errore.
Aderbale, dopo l'uccisione del fratello Iempsale, fugge dalla Numidia e si rifugia a Roma. Nel suo appello al Senato denuncia la prepotenza di Giugurta e i suoi abusi, sottolineando l'ingiustizia di dover subire tali sciagure proprio dai legittimi eredi al trono.
Questi personaggi incarnano la lotta tra il vecchio e il nuovo: Mario rappresenta la meritocrazia che sfida i privilegi di nascita, mentre Aderbale simboleggia le vittime dell'ambizione senza scrupoli.
Lezione di Sallustio: I tempi stanno cambiando e Roma deve scegliere tra la corruzione della vecchia nobiltà e l'energia dei novi homines!