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Petronio

30/9/2022

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PETRONIO
Il Satyricon è una delle opere più affascinanti ed enigmatiche della letteratura
classica: è un "romanzo" anomalo rispetto agli alt

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PETRONIO Il Satyricon è una delle opere più affascinanti ed enigmatiche della letteratura classica: è un "romanzo" anomalo rispetto agli altri perché misto di prosa e di versi; deride imparzialmente l'ingenuità libresca dello studente vagabondo che funge da "io" narrante, la cinica disonesta degli intellettuali da strapazzo mc il cattivo gusto iperbolico dei liberi arricchiti. Narratore geniale per la caratterizzazione degli ambienti e la varietà virtuosistica della lingua e degli stili, Petronio si accosta a quel mondo degradato senza disprezzo e senza simpatia, con assoluto disincanto, con un distacco ironico e divertito proprio di un letterato raffinatissimo ed eccentrico. La questione dell'autore del Satyricon • Le testimonianze Una serie di codici ci ha tramandato degli estremi di un'opera narrativa, mista di prosa e di versi, intitolata Satyricon e attribuita a un autore chiamato Petronio Arbitro. Oggi la stragrande maggioranza degli studiosi concorsa nel collocare il Satyricon nel I secolo d.C e nel riconoscere nel suo autore il Petronio di cui parla Tacito, che nel 66 fu condannato a morte dal principe Nerone. Il ritratto di Petronio di Tacito" trascorreva le giornate dormendo, le notti dedicandosi alle occupazioni e ai piacere della vita. Le sue parole e le sue azioni risultata amo gradevoli. Tuttavia si dimostrò energico e all'altezza dei suoi compiti. In seguito, ricaduto nei vizi o...

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Didascalia alternativa:

forse fingendosi vizioso, fu accolto fra i pochi intimi di Nerone". Tacito prosegue affermando che questa posizione di favore e di privilegio suscitò la gelosia e l'odio di Tigellino, che lo accusò di essere amico di uno dei promotori della congiura pisoniana, stroncata nel sangue da Nerone nel 65: Petronio fu costretto a darsi la morte. • La morte di Petronio Secondo il rapporto tacitiano, egli diede prova fino all'ultimo di quel distacco, di quell'antico-conformismo e di quella disinvoltura un po' eccentrica che l'avevano sempre caratterizzato: "non sopportò di rimanere in sospeso tra speranza e timore. Fattesi tagliaste le vene, le fece poi legare e aprire di nuovo, a suo piacimento, conversando con gli amici senza alcuna gravità ne desiderio di conseguire fama d'intrepidezza. Si mise a tavola, poi si abbandonò al sonno, in modo che la morte, benché forzata, fosse simile a una fine fortuita". Tacito aggiunge che nel suo testamento Petronio descrisse per filo e per segno le turpitudine del principe, sigillo il testamento e lo invio a Nerone. • I dati e gli elementi ricollegabile all'età di Nerone L'identificazione dell'autore del Satyricon con il Petronio tacitiano appare molto probabile non solo perché il ritratto così efficacemente tracciato dallo storico sembra corrispondere sostanzialmente agli orientamenti e ai gusti dello scrittore. Alcuni contenuti dell'opera riportano all'età di Nerone: • i vari passi del Satyricon vengono citati noni di cantanti, attori e gladiatori celebri ai tempi di Caligola e Nerone • nell'opera un passaggio polemizza, in modo velato ma inequivocabile, con l'epos di Lucano, cui contrappone un suo Belim civile d'impianto più tradizionale • un inserto poetico è costituito da Troiae Halosis " la presa di Troia": Nerone aveva scritto un poemetto dallo stesso titolo • si colgono nel Satyricon analogie, di forme e di linguaggio, con l'Apokolokyntosis di Seneca e probabili riferimenti e allusioni parodistiche si temi e allo stile di Seneca filosofo. In generale si può dire che i tempi e i problemi culturali e letterari dibattuti nel Satyricon ripotando alle temperie culturali del I secolo d.C . Gli aspetti linguistici: la presenza dei volgarissimi Per quando riguarda l'aspetto linguistico, i numerosissimi volgarismi presenti in alcune parti del Satyricon trovano riscontro solo in testi molto più tardi. Petronio riproduce per la particolare ambientazione della sua opera e che non è documentata altrove bella produzione della prima età imperiale, appartenente a generi letterari da cui i volgarissimi erano esclusi. Il contenuto dell'opera Abbiamo già detto che il Satyricon ci è pervenuto in forma frammentaria e lacunosa. L'opera originariamente doveva essere molto estesa. La materia è stata ordinata dagli editori in 141 capitoli a cui si aggiungono alcuni frammenti minori. I contenuti e la struttura -> La vicenda è narrata in prima persona da un giovane di nome Encolpio, che rievoca le avventure e le peripezie di un viaggio compito in compagnia di un bellissimo giovane, Gitone, di cui è innamorato. Schematicamente il Satyricon si può suddividere in 5 blocchi narrativi. • Blocco narrativo -> Encolpio all'inizio del romanzo sta distendo con un retore, Agamennone, sulle cause della decadenza della eloquenza. Dopo questa dissertazione Encolpio torna alla sua locanda con Gitone, forse a Napoli o Pozzuoli li sarà dove conosceranno un terzo giovane, Ascilto, è rivale d'amore, perché anche Ascilto è innamorato di Gitone. Interviene una donna che si chiama Quartilla è una sacerdotessa di Priapo (dio della sensualità), la quale dice che questi giovani hanno violato i sacri misteri del Dio, li accusa di non aver seguito i suoi misteri, li obbliga a un'orgia. • Blocco narrativo II -> viene raccontata la vicenda della cena nella casa di Trimalchione (trimalcione), era un liberto che si era arricchito enormemente e usava dare cene invitando nella sua casa numerosissime persone, tra queste Encolpio e Gitone. Parla della questione della cena, abbiamo tutti e tre i personaggi che vengono invitati al banchetto di Trialchione, qui i 3 assistono al panchetto, dove succede che ce l'ostentazione più volgare pacchiana della ricchezza accumulata da parte di Trimalchione, è rimasto ignorante però. Questa scena del banchetto è stata interpretata da diversi attori, in diversi film, e proprio questo episodio della scena della cena. La questione del genere letterario Il Satyricon è un'opera un po' particolare che però ha dei legami con alcuni generi letterari: • il primo legame è con i romanzi antichi, la loro principale caratteristica è il viaggio; il viaggio vuole essere il racconto di avventure e disavventure di alcuni personaggi (di qualsiasi genere) che possono essere di qualsiasi tipo, imprevisti che accadano, non programmati. I romanzi hanno un altra caratteristica, cioè di narrare sempre di un amore ostacolato, ci sono personaggi che si inseriscono nella relazione iniziale e presentano gelosia è rivalità. La novità del Satyricon è che si tratta di un amore omosessuale e pederastico. Una caratteristica dominante è di contenere una forte parodia, il Satyricon vuole essere una parodia letteraria di un genere in cui il tema dell'amore in particolare veniva sublimato. . Abbiamo legami con la satira menippea, che è un punto di partenza da dove si ispira il Satiricon; nasce da menippo ed era caratterizzata dalla presenza di prosa e poesia (prosimetron), era una mescolanza di prosa e versi. Satura Lanx, concetto di mescolanza come un piatto di primizie. La satira come genere letterario è propriamente latino, nell'ambito della satira come genere portato alla perfezione, dobbiamo nominar Orazio. Anche Orazio aveva scritto una satira descrivendo una cene a casa di nasidieno., in tema hanno quindi il tema gastronomico, cosa mangiare e come, inoltre il tema gastronomico era presenta anche nella commedia e nel mito. Anche nella commedia, precedente alla satira, avevano affrontato la tematica gastronomica; il mito rappresenta la quotidianità della vita comunque romana, raccontava situazione quotidiane ed erano anche abbastanza volgari, di basso livello. È stato Boccaccio a riprendere questa tematica del vivo, dando anche quell'accento molto volgare e grossolano, diceva le cose come stavano. • L'ultimo antecedente è rappresentato dalle novelle Milesie, quindi un racconto breve, si chiamano Milesie perché chi le ha inventate arriva da Mileto ed era Aristide di Mileto avevano delle caratteristiche che vengono riprese da Petronio, ma distinte come se fossero dei racconti a se, vengono quindi inserite 5 novelle. Tre sono molto brevi e sono raccontate da alcuni partecipanti al banchetto nella casa di trimalcione, due sono più lunghe e sono raccolte da Eumolpo e hanno come tema l'amore ma nel senso proprio erotico e carnale, come per esempio la matrona di Efeso. Abbiamo il tema dell'amore ma raccontato in modo parodistico quindi sopratutto, in conclusione, tutti questi antecedenti ci portano a dire che il personaggio era molto colto e ha voluto realizzare una letteratura di intrattenimento, obbiettivo che si è posto Petronio; non vuole insegnare, non ha un intento moralistico cioè di trasmettere valori, Petronio ha l'unico obbiettivo di divertire, intrattenere e il pubblico che vuole divertire è sopratutto un pubblico colto. Il mondo del Satyricon : il realismo petroniano Petronio utilizza i modi di esprimersi delle classi sociali più basse utilizza la comicità che si esprime in tutte le sue forme e, inoltre, viene rappresentata la vita quotidiana; la vita quotidiana viene descritta in modo molto realistico tanto da essere grottesco, che suscita le risate. La quotidianità della vita viene descritta deformata in modo da far ridere, si parla di realismo comico. Non ci sono motivi moralistici, non si pone obbiettivi morali da far raggiungere ai suoi lettori, è come se lo stesso autore si divertisse a raccontare la realtà com'è (un autore che ha avuto le stesse caratteristiche è Boccaccio). Anche Petronio mantiene questo distacco dalla realtà e la vita che racconta è quella multiforme, dall'aspetto variegato, racconta appunto le avventure degli uomini, che vengono raccontati in modo da far divertire, sembra che sopra queste rocambolesche vite ci sia una destino che si pone allo stesso livello dell'autore, la fortuna PETRONIO ARBITRO SATYRICON MURSIA Naturalmente il linguaggio che utilizza è un linguaggio colloquiale, però Petronio è anche un uomo molto intelligente infatti in alcune parti del romanzo evidenzia la sua intelligenza. All'interno di questi testi fa un discorso che rappresenta le fasi iniziali del romanzo, dove c'è un dialogo tra Agamennone e Encolpio. la responsabile di ciò che accade all'uomo, la fortuna è quindi imprevedibile fa vivere all'uomo situazioni che lo mettevano in difficoltà e lo obbligano a trovare soluzioni Encolpio dialoga con Agamennone che è un retore e si confrontano sulle cause della decadenza dell'eloquenza; l'eloquenza era una delle due materie che veniva insegnata oltre alla filosofia, l'eloquenza aveva i maestri maggiori a Roma. Encolpio, il più maturo dei personaggi si confronta con Agamennone e il motivo della discussione è l'educazione dei giovani e le ragioni per cui l'eloquenza è in decadimento. T1 TRIMALCHIONE ENTRA IN SCENA L'episodio racconta la cena-spettacolo a casa del liberto Trimalchione, a cui partecipano i tre protagonisti dell'opera, Encolpio, Ascilto e Gitone. La scena della cena non determina alcun avanzamento nella storia di Encolpio e dei compagni, infatti costituisce una pausa, nella quale l'autore offre uno spaccato della società del tempo. Trimalchione fa il suo ingresso a cena iniziata. Sontuosità del banchetto -> cibi pregiati. Viene descritto il suo abbigliamento in modo caricaturale. Raffinata volgarità di T. -> stuzzicadenti d'argento. Discorso sostenuto in modo goffo e utilizzando un lessico volgare, mentre gioca sulla scacchiera con monete d'oro ed argento. T2 LA PRESENTAZIONE DEI PADRONI DI CASA Non potui amplius quicquam gustare, sed conversus ad eum, ut quam plurima exciperem, longe accersere fabulas coepi sciscitarique, quae esset mulier illa quae huc atque illuc discurreret. "Vxor, inquit, Trimalchionis, Fortunata appellatur, quae nummos modio metitur. Et modo, modo quid fuit? Ignoscet mihi genius tuus, noluisses de manu illius panem accipere. Nunc, nec quid nec quare, in caelum abiit et Trimalchionis topanta est. Ad summam, mero meridie si dixerit illi tenebras esse, credet. Ipse nescit quid habeat, adeo saplutus est; sed haec lupatria providet omnia, et ubi non putes. Est sicca, sobria, bonorum consiliorum: tantum auri vides. Est tamen malae linguae, pica pulvinaris. Quem amat, amat; quem non amat, non amat. Ipse Trimalchio fundos habet, quantum milvi volant, nummorum nummos. Argentum in ostiarii illius cella plus iacet, quam quisquam in fortunis T4 IL TESTAMENTO DI TRIMALCHIONE Non riuscivo più a gustare nulla, ma rivolto verso di lui per sapere più cose possibile ho iniziato a raccontare storie della lontana e a chiedere chi fosse quella donna la quale correva di qua e di la. T5 LA MATRONA DI EFESO Disse "La moglie di Trimalcione si chiama Fortunata, la quale misura il denaro a moggi. Chi era prima? Mi perdoni il tuo genio (angelo custode), tu non avresti voluto prendere il pane dalla sua mano (non era una affidabile). Ora, ne perché ne per come è salita in cielo (elevata di grado) ed è la tuttofare di Tromalcione. Insomma, se a mezzogiorno avrà detto a lui che è muoio lui crederà (Trimalchione). Egli stesso non sa quanto possiede, a gal punto è ricco sfondato; m questa meretrice provvede ad ogni cosa anche quando non pensi. É asciutta (non beve), è sobria, è di buoni consigli: vedi tanto oro (vale tanto oro). Tuttavia è pettegola e rapida come una gazza a letto. Ama chi la ama, non ama chi non la ama, egli stesso ha terre quanto i nibbi volano, (ha) soldi di soldi. Nella cassa della sua guardia c'è più argento di quando abbiamo un altro in tutto il suo patrimonio Trimalchione legge il proprio testamento durante la cena. Nella prima parte dice di voler liberare tutti gli schiavi in seguito alla sua morte. In seguito decide l'erede di tutto il suo patrimonio sarà la moglie Fortunata. Poi Trimalchione si rivolge all'amico Abinna, il quale sta curando la costruzione del suo monumento funebre -> descrizione della grandiosità del suo monumento, vuole esibire le sue ricchezze anche dopo la sua morte. Una matrona, ammirata da tutti per la sua virtù, rimane vedova. Nonostante i tentativi per dissuaderla, la donna, afflitta da un dolore inconsolabile, rimane nel sepolcro a vegliare il cadavere del marito. In compagnia della fedelissima ancella, continua per giorni a digiunare e piangere disperatamente, tanto da apparire a tutti un modello ineguagliabile di fedeltà e amore coniugale. Una notte un soldato di guardia ai cadaveri di alcuni ladri crocifissi, incuriosito dai lamenti, scende nella tomba e rimane colpito dal comportamento della bellissima donna. Cerca di consolarla e di persuaderla a vivere offrendole la sua cena, ma invano: la donna, sempre più disperata, sembra decisa a lasciarsi morire di fame. Il soldato, ostinato e premuroso, persevera comunque nel suo intento; l'ancella, incapace di resistere alle lusinghe del cibo, cade ben presto e alla fine riesce a convincere anche la sua padrona a interrompere il digiuno. Dopo questo successo, il soldato prova a sedurre, la vedova e, complice l'ancella, vince anche la sua virtù. Per alcune notti i due consumano il loro amore, chiudendosi nel sepolcro così da far pensare a eventuali visitatori che la donna sia ormai morta di dolore. Intanto, approfittando della mancata sorveglianza, i parenti di uno dei ladri crocifissi riescono a trafugare il cadavere. Quando il soldato si accorge della croce vuota, sicuro dell'inevitabile punizione, medita il suicidio e chiede alla vedova di essere sepolto accanto al marito. Ma la vedova, per non perdere oltre allo sposo anche il nuovo amore, convince il soldato ad appendere alla croce vuota il cadavere del marito. E così il giorno seguente tutti si domandano stupiti come il morto sia salito da solo sulla croce. Approfondimento della decadenza e dell'eloquenza (Encolpio e Agamennone) Encolpio accusa i rettori per la decadenza. I retori hanno dato più importanza alla forma che al contenuto, hanno insegnato più l'aspetto informale ma non hanno salvaguardato il contenuto. Agamennone risponde che la colpa non è dei retori ma dei genitori e dicono che cosa i loro figli devono imparare. L'ambizione dei genitori è il derisorio che diventi un bravo retore e un bravo uomo politico, e in secondo luogo i genitori buttano i loro figli nelle faccende politiche quando non sono in grado di affrontarle, sono ancora immaturi, sono appena nati. Secondo Agamennone è giusto che ci sia uno sviluppo graduale che modelli le proprie menti, la mente si modella sui precetti della filosofia, lo stile è importante ma secondariamente al ragionamento. Il bambino desidera giocare, quindi se io lo a contatto non ara in grado di affrontare difficoltà diverse, quindi anche se i bambini non vogliono, devono fare comunque questo percorso graduale. Encolpio e Agamennone concordano che l'eloquenza sia caduta, ma divergono su chi sia la colpa; peer Encolpio è cola de maestri che li fanno soffermare su contenuti che non hanno attinenza con la realtà mentre per Agamennone è colpa dei genitori. Gli studiosi dicono che Petronio si torvi in entrambe le situazione, in altri casi per nessuno dei due ma ha dimostrato di essere un attento conoscitori della situazione senza mettersi in mezzo. Petronio decide di aderire alla vita, l'obbiettivo è quello di presentare la vita cosi com'è. Da vespasiano ad Adriano Vespasiano • Tito • Domiziano • Nerva • Traiano • Adriano ORIENTARSI nei GENERI PRINCIPALI GENERI Y POESIA EPICA STORICA ED EROICA POESIA LIRICA POESIA EPIGRAMMATICA PROSA TECNICA PRINCIPALI AUTORI E OPERE ▶ Silio Italico: Punica • Valerio Flacco: Argonautica Stazio: Tebaide ed Achilleide ▶Stazio: Silvae Marziale (Unità 8) Plinio il Vecchior's Naturalis historia Quintiliano (→ Unità 9) way og ASPETTI CHIAVE ▼ Ripresa dell'Eneide virgiliana, combinata con altri modelli (come il il Bellum civile di Lucano e le Argonautiche di Apollonio Rodio) ed emulata con il gusto della variazione, piuttosto che imitata pedissequamente Poesia d'occasione, scritta su committenza Impostazione soggettiva Varietà tematica Trattazione dei diversi aspetti della natura Impostazione compilativa Interesse per i fenomeni straordinari e sorprendenti Moralismo nell'analisi dei fattori che stimolano il progresso scientificati con la ricerca del lusso e della r