La restaurazione morale e la propaganda
Augusto si presentò come il restauratore degli antiqui mores (antichi costumi), lanciando un programma di rinascita morale che puntava a riportare Roma ai valori tradizionali. Questa politica includeva il rafforzamento della religione tradizionale, leggi contro l'adulterio e il divorzio per proteggere la famiglia, e il rilancio dell'agricoltura italica devastata dalle guerre civili.
Per conquistare il favore della plebe urbana, Augusto adottò la politica del panem et circenses - distribuzione gratuita di pane e spettacoli circensi. Questa strategia mirava a far credere che si stesse tornando al "buon tempo antico", quando i cittadini romani si dedicavano alla patria, agli dei, alla famiglia e ai campi.
La propaganda augustea utilizzò tutti gli strumenti disponibili: arte figurativa, letteratura, monumenti pubblici e soprattutto le Res Gestae. Questo testo epigrafico in 35 capitoli dicuipossediamounacopiabilinguegreco−latinachiamataMonumentumAncyrarum presentava Augusto come un leader costretto ad assumere il potere dal "consenso universale", mai come un dittatore.
Per gestire la politica culturale, Augusto si affidò all'amico Gaio Cilnio Mecenate, nobile di origine etrusca con grandi doti di mediatore. Mecenate riuscì ad avvicinare al principe poeti come Virgilio e Orazio, creando un circolo culturale di eccezionale qualità.
💡 Geniale mossa politica: Le Res Gestae non esaltavano direttamente Augusto, ma celebravano i miti, le tradizioni e i valori di Roma - facendo apparire il principe come il naturale custode di questi ideali.