Il Participio: Forme e Funzioni
Il participio latino ha tre forme principali: presente, perfetto e futuro. Si declina esattamente come un aggettivo, concordando in genere, numero e caso con il sostantivo cui si riferisce.
Il participio presente suffisso−nt segue gli aggettivi di 2ª classe. Possiamo tradurlo in vari modi: come gerundio ("chiamando"), come frase relativa ("che chiama") o sostantivato ("colui che chiama"). Si forma dalla prima parte del paradigma es:voco→voca−nt−s.
Il participio perfetto ha sempre significato passivo e segue gli aggettivi di 1ª classe. Si traduce come "chiamato", "che è stato chiamato" (mai "che ha chiamato"). Si forma dalla terza parte del paradigma (es: vocatum → vocatus, vocata, vocatum).
Il participio futuro si riconosce dal suffisso -ur (come in futURO), segue gli aggettivi di 1ª classe e ha sempre significato attivo. Indica azioni che avverranno in futuro: "che chiamerà", "che sta per chiamare".
💡 Attenzione! Ricorda che il participio perfetto ha sempre valore passivo, mentre il participio futuro ha sempre valore attivo. Questo ti aiuterà a evitare errori di traduzione.
I participi possono avere diverse funzioni nella frase:
- Funzione nominale: il participio sostantivato funziona come un nome ("gli assediati")
- Funzione attributiva: funziona come attributo di un nome ("la curia assediata")
- Funzione predicativa: funziona come parte nominale di un predicato ("voi che siete stati sconfitti")
- Funzione verbale: il participio congiunto si traduce con subordinate di diverso valore (temporale, causale, ecc.)