I Commentarii: quando il protagonista racconta se stesso
Cesare non si accontenta di vincere le guerre: vuole anche raccontarle. I suoi Commentarii sono opere uniche nel loro genere, diverse sia dalla storiografia tradizionale che dalle semplici cronache militari. Cicerone li descrive come "semplici, schietti, pieni di grazia".
Il termine "commentarii" indicava originariamente appunti preparatori per opere più elaborate, ma Cesare lo usa strategicamente per far sembrare i suoi scritti come normali rapporti militari inviati al Senato. In realtà sono molto di più: sono autobiografie mascherate da cronache oggettive.
La differenza principale con la storiografia? Mancano i proemi (le introduzioni che spiegano il tema dell'opera) e soprattutto l'autore è il protagonista degli eventi narrati. Cesare parla di sé in terza persona, creando un'illusione di obiettività che rende i suoi racconti incredibilmente persuasivi.
💡 Strategia comunicativa: Parlando di sé in terza persona, Cesare convince il lettore della veridicità dei suoi racconti, come se fosse un testimone imparziale anziché il protagonista interessato.
L'obiettivo è chiaro: esaltare e giustificare le proprie azioni, costruendo l'immagine del generale perfetto amato dai soldati e rispettato dai nemici.