Il rinnovamento culturale e urbanistico
Augusto rinnovò non solo le istituzioni politiche ma anche il volto di Roma stessa. Avviò un ambizioso programma edilizio e urbanistico che trasformò la città con acquedotti, ponti, archi di trionfo, terme e monumentali edifici pubblici. Il Campo Marzio, in particolare, venne riempito di maestose costruzioni che celebravano la sua gloria.
Sul piano sociale, Augusto ridistribuì sapientemente i poteri: restituì autorità e prestigio al Senato, coinvolse l'ordine equestre nell'amministrazione e attuò provvedimenti per controllare la plebe urbana. Questo equilibrio gli permise di governare con il consenso di tutte le classi sociali.
Un elemento fondamentale della sua politica fu il mecenatismo culturale. Attraverso Gaio Mecenate, suo fidato consigliere, formò un circolo di intellettuali e artisti che ricevevano protezione e sostegno economico. Virgilio, Orazio e Ovidio furono tra le figure più importanti di questo circolo, e le loro opere contribuirono a glorificare il principato.
Durante l'età augustea fiorirono anche le arti figurative e l'architettura, e vennero aperte le prime biblioteche pubbliche. Questo straordinario sviluppo culturale è passato alla storia come "secolo d'oro" della latinità, un periodo in cui la cultura romana raggiunse il suo massimo splendore.
Eredità culturale: Il famoso detto di Augusto "Ho trovato Roma di mattoni e la lascio di marmo" sintetizza perfettamente la sua rivoluzione urbanistica, che trasformò Roma nella magnifica capitale di un impero mondiale.