Le opere retoriche e il De Oratore
Cicerone si dedica alla retorica dal 55 a.C., scrivendo tre opere fondamentali: De Oratore, Brutus e Orator. La sua genialità sta nel non scrivere noiosi trattati, ma dialoghi vivaci ispirati a Platone, dove attraverso il confronto emerge la verità.
Il De Oratore è diviso in tre libri con protagonisti due grandi oratori del passato: Crasso e Marco Antonio. Cicerone ambienta il dialogo nel 91 a.C., in un'epoca felice della Repubblica, prima delle devastanti guerre civili.
Secondo Cicerone, il perfetto oratore deve essere molto più del "vir bonus dicendi peritus" di Catone. Deve essere sapiens e doctus (colto e saggio), conoscere la filosofia, avere ingenium (talento naturale) e saldi principi morali. Praticamente, l'oratore perfetto coincide con il politico perfetto!
Il secondo e terzo libro analizzano le cinque parti dell'oratoria: inventio (trovare gli argomenti), dispositio (ordinarli), memoria (ricordarli), elocutio (scegliere le parole giuste) e actio (esibirsi con voce e gesti appropriati).
💡 Ricorda: Per Cicerone non basta saper parlare bene - devi essere una persona colta, morale e intelligente!