Dall'esilio alla morte: gli anni difficili
Il primo triumvirato (Cesare, Pompeo e Crasso) non perdonò a Cicerone le sue scelte. Nel 58 a.C. fu costretto all'esilio per 16 mesi. Al ritorno scrisse importanti orazioni come la Pro Sestio e la Pro Caelio, e compose opere fondamentali come il De Oratore e il De Re Publica.
Quando scoppiò la guerra civile tra Cesare e Pompeo (49 a.C.), Cicerone si schierò con Pompeo, dalla parte della tradizione repubblicana. Ma Cesare vinse e si proclamò dittatore, segnando la fine della carriera politica attiva di Cicerone.
Gli ultimi anni furono segnati da tragedie personali: il divorzio da Terenzia e la morte della figlia Tullia nel 45 a.C. Dopo l'assassinio di Cesare (44 a.C.), Cicerone tentò un ultimo rilancio politico con le Filippiche, 14 orazioni contro Marco Antonio.
Il secondo triumvirato (Ottaviano, Antonio e Lepido) pose fine ai suoi sogni di restaurazione repubblicana. Il 7 dicembre del 43 a.C., i sicari di Antonio uccisero Cicerone, ponendo fine alla vita del più grande oratore romano.
💡 Curiosità: Le "Filippiche" presero il nome dalle orazioni di Demostene contro Filippo di Macedonia - Cicerone si ispirò al grande oratore greco per attaccare Antonio.