La filosofia come consolazione e gli epistolari
Escluso dalla vita politica attiva, Cicerone si dedicò alla filosofia non come speculazione teorica, ma come guida pratica per la vita. Creò il primo vero linguaggio filosofico latino, utilizzando il metodo dossografico: confrontava diverse opinioni su ogni problema per verificare quale fosse più coerente.
Tra le opere filosofiche minori spiccano due gioielli: il Cato Maior de Senectute e il Laelius de Amicitia (entrambi del 44 a.C.). Il primo è un elogio della vecchiaia che dona saggezza e autorevolezza; il secondo definisce l'amicizia come comunione fondata sulla virtù.
Il De Officiis, dedicato al figlio Marco, tratta dei doveri morali (libro I), dell'utile pratico (libro II) e dei loro conflitti (libro III). È stato uno dei testi più letti e influenti della tradizione occidentale.
La produzione epistolare di Cicerone è un tesoro storico unico: oltre 900 lettere divise in quattro raccolte. Le Epistulae ad Atticum documentano il rapporto con l'amico di sempre, mentre le ad Familiares raccolgono la corrispondenza con familiari e conoscenti.
Queste lettere ci mostrano un Cicerone privato, spontaneo, a volte contraddittorio - molto diverso dall'oratore impeccabile delle opere pubbliche.
Fonte preziosa: Le lettere di Cicerone sono come gli SMS di 2000 anni fa - ci raccontano la vita quotidiana e i retroscena politici di Roma antica.