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Cicerone: Vita, Opere e Morte - Riassunto Facile

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Cicerone: Vita, Opere e Morte - Riassunto Facile
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Martina Bruno

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Marco Tullio Cicerone fu uno dei più importanti oratori e filosofi dell'antica Roma, la cui influenza si estende fino ai giorni nostri.

Cicerone: vita iniziò nel 106 a.C. ad Arpino, dove vi nacque Marco Tullio Cicerone in una famiglia benestante dell'ordine equestre. La sua formazione fu eccezionale, studiando retorica e filosofia sia a Roma che in Grecia. Le sue opere più importanti includono trattati filosofici come "De Officiis", "De Re Publica" e "De Oratore", che rappresentano pilastri fondamentali del pensiero latino. Le opere filosofiche Cicerone si distinguono per la loro capacità di sintetizzare il pensiero greco con la pragmaticità romana.

La sua carriera politica fu notevole: divenne console nel 63 a.C. e sventò la congiura di Catilina, guadagnandosi il titolo di "Pater Patriae". Il suo stile oratorio, caratterizzato da eleganza e persuasione, divenne un modello per secoli. La Cicerone morte causa fu tragica: venne assassinato nel 43 a.C. per ordine di Marco Antonio, dopo essersi opposto al secondo triumvirato. Il suo lascito include non solo le opere retoriche di Cicerone, ma anche lettere private che offrono uno spaccato unico della vita romana. Il Cicerone significato del suo lavoro va oltre la letteratura: ha plasmato il modo in cui pensiamo alla politica, all'etica e all'eloquenza. Marco Tullio Cicerone figlio, Marco, non raggiunse mai la fama del padre ma mantenne viva la sua memoria. L'importanza di Cicerone nella storia della cultura occidentale è testimoniata dal fatto che le sue opere sono state studiate e ammirate ininterrottamente per oltre duemila anni, influenzando pensatori, politici e scrittori di ogni epoca.

26/11/2022

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CICERONE
Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpina il 3 gennaio 106 a.c. da un'agiata famiglia equestre
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educazione in campo
retorico e filoso

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La Vita di Marco Tullio Cicerone: Dalla Nascita al Consolato

Marco Tullio Cicerone, figura centrale della storia romana, nacque ad Arpino il 3 gennaio 106 a.C. da una famiglia equestre benestante. La sua formazione fu caratterizzata da intensi studi retorici e filosofici, perfezionati durante i suoi viaggi in Grecia e Asia Minore, dove frequentò l'prestigiosa Accademia platonica.

Definizione: Il termine homo novus indicava il primo membro di una famiglia ad accedere alle alte cariche politiche romane, come fu Cicerone.

La carriera politica di Cicerone fu straordinaria per un homo novus. Completò il cursus honorum senatorio ricoprendo tutte le cariche pubbliche: questura (75 a.C.), edilità (69 a.C.), pretura (66 a.C.) e infine il consolato (63 a.C.). Durante questo periodo, sviluppò il concetto di concordia ordinum, un'alleanza tra aristocrazia senatoria ed élite equestre.

La sua vita privata si intrecciò con quella pubblica: sposò Terenzia, da cui ebbe due figli, Tullio e Marco. Il suo consolato fu segnato dalla famosa congiura di Catilina, che sventò pronunciando le celebri Catilinarie. Questo evento, però, ebbe conseguenze drammatiche: la condanna a morte dei congiurati senza processo regolare portò al suo esilio in Grecia nel 58 a.C.

CICERONE
Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpina il 3 gennaio 106 a.c. da un'agiata famiglia equestre
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retorico e filoso

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Le Opere e il Pensiero Politico di Cicerone

Durante il periodo successivo al suo ritorno dall'esilio, Cicerone compose alcune delle sue opere più importanti. Il De Oratore e il De Republica rappresentano rispettivamente il suo pensiero sulla retorica e sulla politica.

Citazione: "La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell'antichità."

La sua produzione filosofica e retorica si intensificò durante il periodo della dittatura di Cesare. Le opere filosofiche di Cicerone riflettono una profonda riflessione sui valori della Repubblica romana e sulla natura del potere politico.

Nel 46 a.C., dopo il divorzio da Terenzia e la morte della figlia Tullia, Cicerone si dedicò all'otium letterario, producendo opere fondamentali per il pensiero romano. La sua morte, avvenuta il 7 dicembre del 43 a.C., fu tragica: i sicari del secondo triumvirato lo uccisero, esponendo la sua testa e le sue mani nel Foro Romano.

CICERONE
Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpina il 3 gennaio 106 a.c. da un'agiata famiglia equestre
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retorico e filoso

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L'Arte Oratoria di Cicerone

Le opere retoriche di Cicerone rappresentano il vertice dell'oratoria latina. Si distinguono in tre generi principali: giudiziarie, deliberative ed epidittiche.

Esempio: Le Verrine (70 a.C.) rappresentano un esempio perfetto di orazione giudiziaria, dove Cicerone denuncia la corruzione del governatore Verre in Sicilia.

La struttura delle orazioni ciceroniane seguiva cinque parti fondamentali:

  • Inventio (ricerca degli argomenti)
  • Dispositio (organizzazione del discorso)
  • Elocutio (scelta dello stile)
  • Memoria (memorizzazione)
  • Actio (esecuzione del discorso)
CICERONE
Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpina il 3 gennaio 106 a.c. da un'agiata famiglia equestre
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Le Catilinarie e l'Eredità di Cicerone

La Prima Catilinaria rappresenta il capolavoro oratorio di Cicerone. Il discorso, strutturato in cinque sezioni (exordium, narratio, propositio, argumentatio, peroratio), mostra la maestria retorica dell'oratore.

Evidenziazione: L'uso di figure retoriche come la prosopopea della patria e le interrogative retoriche rendono la Prima Catilinaria un capolavoro dell'oratoria antica.

Il significato dell'opera di Cicerone va oltre il suo tempo: le sue tecniche retoriche e il suo pensiero politico hanno influenzato profondamente la cultura occidentale. Le sue opere più importanti continuano a essere studiate nelle università di tutto il mondo, testimoniando l'universalità del suo pensiero.

La morte di Cicerone segnò la fine definitiva della Repubblica romana, ma il suo lascito culturale e politico sopravvive ancora oggi attraverso i suoi scritti e il suo esempio di dedizione alla res publica.

CICERONE
Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpina il 3 gennaio 106 a.c. da un'agiata famiglia equestre
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La Prima Catilinaria: L'Accusa di Cicerone

Marco Tullio Cicerone pronunciò questo celebre discorso nel 63 a.C., smascherando pubblicamente la congiura di Catilina. L'orazione si apre con una delle più famose invettive della letteratura latina, dove Cicerone affronta direttamente il suo nemico politico.

Citazione: "Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?" (Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?)

L'exordium della Prima Catilinaria rappresenta un capolavoro di retorica, dove Cicerone utilizza una serie di domande retoriche incalzanti per mettere alle strette Catilina. Il console denuncia l'audacia del cospiratore che, nonostante le prove schiaccianti contro di lui, continua a presentarsi in Senato come se nulla fosse.

Definizione: La Prima Catilinaria è un'orazione giudiziaria pronunciata da Cicerone contro Catilina, accusato di cospirare contro la Repubblica romana.

Nel corso del discorso, Cicerone evidenzia come le guardie del Palatino, le pattuglie in città, il timore del popolo e la presenza dei senatori non sembrino turbare minimamente Catilina. L'oratore rivela di conoscere nei minimi dettagli i movimenti e i piani dei congiurati, dimostrando di avere il pieno controllo della situazione.

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Il Confronto tra Passato e Presente

La seconda parte dell'orazione vede Cicerone confrontare la situazione presente con il glorioso passato di Roma. L'oratore ricorda come in passato i cittadini pericolosi venissero puniti con maggiore severità dei nemici esterni.

Esempio: Cicerone cita il caso di Publio Scipione che, pur essendo un privato cittadino, fece giustiziare Tiberio Gracco per aver solo minimamente minacciato la stabilità della Repubblica.

Il console evidenzia la gravità della situazione attuale, dove Catilina, che progetta di devastare Roma con stragi e incendi, viene ancora tollerato. Cicerone critica apertamente la debolezza delle istituzioni e soprattutto la propria esitazione nel prendere provvedimenti drastici.

Evidenziazione: "O tempora, o mores!" - questa celebre esclamazione sottolinea il deterioramento dei costumi romani rispetto al passato.

La contrapposizione tra presente e passato serve a Cicerone per giustificare la necessità di un'azione decisiva contro i congiurati, richiamandosi agli esempi degli antenati che non esitavano a difendere la Repubblica con ogni mezzo necessario.

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La Prosopopea della Patria

Nella parte più toccante dell'orazione, Cicerone fa parlare direttamente la Patria, che si rivolge a lui rimproverandogli la sua esitazione. Questo artificio retorico, noto come prosopopea, permette all'oratore di esprimere le preoccupazioni più profonde per le sorti di Roma.

Vocabolario: La prosopopea è una figura retorica che consiste nel far parlare un'entità astratta o inanimata, in questo caso la Patria personificata.

La Patria chiede a Marco Tullio Cicerone perché permetta a un nemico conclamato, capo di una congiura e istigatore di schiavi, di allontanarsi liberamente dalla città invece di arrestarlo e condannarlo a morte. Il rimprovero tocca le corde più profonde del senso del dovere e della responsabilità del console.

L'argomentazione si sviluppa attraverso una serie di domande incalzanti che affrontano tutti i possibili ostacoli all'azione: il rispetto della tradizione, le leggi sulla condanna dei cittadini romani, il timore dell'impopolarità presso i posteri.

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La Conclusione e il Monito Finale

Nell'ultima parte del discorso, Cicerone affronta il tema della gratitudine dovuta al popolo romano che lo ha elevato, lui homo novus, ai massimi gradi del cursus honorum. L'oratore sottolinea come sarebbe un tradimento della fiducia ricevuta se, per paura dell'impopolarità, trascurasse la salvezza dei cittadini.

Evidenziazione: Cicerone contrappone il timore dell'impopolarità derivante dalla severità a quello, ben più grave, che nascerebbe dall'inerzia e dalla debolezza.

Il discorso si conclude con un'immagine potente: quando l'Italia sarà devastata dalla guerra e le città saranno in fiamme, l'incendio dell'indignazione popolare non risparmierà chi avrebbe potuto impedire la catastrofe e non l'ha fatto. Cicerone dimostra così che l'unica scelta possibile è agire con fermezza contro i congiurati.

La Prima Catilinaria rappresenta uno dei momenti più alti dell'oratoria di Marco Tullio Cicerone, dove arte retorica e azione politica si fondono in difesa della Repubblica romana.

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Le Opere Retoriche di Marco Tullio Cicerone: Un'Analisi Approfondita

Marco Tullio Cicerone ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di opere retoriche che ancora oggi influenzano il pensiero e l'arte oratoria. Le sue opere più importanti nel campo della retorica rivelano una profonda comprensione dell'arte del parlare in pubblico e dell'argomentazione.

Il "De inventione", la prima delle opere retoriche di Cicerone, si concentra esclusivamente sulla fase iniziale dell'orazione. Quest'opera, scritta durante la giovinezza dell'autore, pone le basi per la sua successiva evoluzione teorica nel campo della retorica.

Il "De oratore", scritto dopo il suo ritorno dall'esilio e ambientato nel 91 a.C., rappresenta una svolta significativa. In questo dialogo, i personaggi principali Crasso e Antonio diventano portavoce del pensiero ciceroniano, enfatizzando l'importanza di una formazione completa dell'oratore.

Definizione: Il modello retorico ciceroniano si basa sullo stile rodiense, una via di mezzo ispirata a Demostene, che combina tecnica oratoria e vasta cultura generale.

Nel "Brutus", ambientato nella villa urbana di Cicerone, l'autore affronta la controversia tra asiani e atticisti attraverso un dialogo con Bruto e Attico. Quest'opera evidenzia due approcci contrastanti all'oratoria: lo stile asiano, ricco di figure retoriche, e quello atticista, più sobrio e essenziale.

CICERONE
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L'Orator e le Funzioni dell'Arte Oratoria

L'"Orator", indirizzato a Bruto nel 46 a.C., rappresenta il culmine del pensiero retorico di Marco Tullio Cicerone. In quest'opera, l'autore delinea il ritratto dell'oratore ideale e stabilisce le tre funzioni fondamentali dell'oratoria.

Evidenziazione: Le tre funzioni dell'oratoria secondo Cicerone sono:

  • Docere et probare (insegnare e dimostrare)
  • Delectare (dilettare)
  • Movere et flectere (commuovere e persuadere)

La struttura argomentativa proposta da Cicerone segue un'impostazione aristotelica, dove l'esposizione deve essere chiara e metodica. L'oratore ideale deve saper padroneggiare diversi stili retorici, adattandoli al contesto e all'obiettivo del discorso.

Esempio: Un oratore efficace, secondo Cicerone, deve saper alternare uno stile semplice e sobrio quando spiega (docere), uno più elegante quando vuole intrattenere (delectare), e uno più appassionato quando deve persuadere (movere).

Questa concezione dell'oratoria ha influenzato profondamente non solo la retorica antica ma anche la moderna teoria della comunicazione, dimostrando come le opere filosofiche Cicerone mantengano la loro rilevanza anche nel contesto contemporaneo.

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Marco Tullio Cicerone fu uno dei più importanti oratori e filosofi dell'antica Roma, la cui influenza si estende fino ai giorni nostri.

Cicerone: vita iniziò nel 106 a.C. ad Arpino, dove vi nacque Marco Tullio Cicerone in una famiglia benestante dell'ordine equestre. La sua formazione fu eccezionale, studiando retorica e filosofia sia a Roma che in Grecia. Le sue opere più importanti includono trattati filosofici come "De Officiis", "De Re Publica" e "De Oratore", che rappresentano pilastri fondamentali del pensiero latino. Le opere filosofiche Cicerone si distinguono per la loro capacità di sintetizzare il pensiero greco con la pragmaticità romana.

La sua carriera politica fu notevole: divenne console nel 63 a.C. e sventò la congiura di Catilina, guadagnandosi il titolo di "Pater Patriae". Il suo stile oratorio, caratterizzato da eleganza e persuasione, divenne un modello per secoli. La Cicerone morte causa fu tragica: venne assassinato nel 43 a.C. per ordine di Marco Antonio, dopo essersi opposto al secondo triumvirato. Il suo lascito include non solo le opere retoriche di Cicerone, ma anche lettere private che offrono uno spaccato unico della vita romana. Il Cicerone significato del suo lavoro va oltre la letteratura: ha plasmato il modo in cui pensiamo alla politica, all'etica e all'eloquenza. Marco Tullio Cicerone figlio, Marco, non raggiunse mai la fama del padre ma mantenne viva la sua memoria. L'importanza di Cicerone nella storia della cultura occidentale è testimoniata dal fatto che le sue opere sono state studiate e ammirate ininterrottamente per oltre duemila anni, influenzando pensatori, politici e scrittori di ogni epoca.

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La Vita di Marco Tullio Cicerone: Dalla Nascita al Consolato

Marco Tullio Cicerone, figura centrale della storia romana, nacque ad Arpino il 3 gennaio 106 a.C. da una famiglia equestre benestante. La sua formazione fu caratterizzata da intensi studi retorici e filosofici, perfezionati durante i suoi viaggi in Grecia e Asia Minore, dove frequentò l'prestigiosa Accademia platonica.

Definizione: Il termine homo novus indicava il primo membro di una famiglia ad accedere alle alte cariche politiche romane, come fu Cicerone.

La carriera politica di Cicerone fu straordinaria per un homo novus. Completò il cursus honorum senatorio ricoprendo tutte le cariche pubbliche: questura (75 a.C.), edilità (69 a.C.), pretura (66 a.C.) e infine il consolato (63 a.C.). Durante questo periodo, sviluppò il concetto di concordia ordinum, un'alleanza tra aristocrazia senatoria ed élite equestre.

La sua vita privata si intrecciò con quella pubblica: sposò Terenzia, da cui ebbe due figli, Tullio e Marco. Il suo consolato fu segnato dalla famosa congiura di Catilina, che sventò pronunciando le celebri Catilinarie. Questo evento, però, ebbe conseguenze drammatiche: la condanna a morte dei congiurati senza processo regolare portò al suo esilio in Grecia nel 58 a.C.

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Le Opere e il Pensiero Politico di Cicerone

Durante il periodo successivo al suo ritorno dall'esilio, Cicerone compose alcune delle sue opere più importanti. Il De Oratore e il De Republica rappresentano rispettivamente il suo pensiero sulla retorica e sulla politica.

Citazione: "La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell'antichità."

La sua produzione filosofica e retorica si intensificò durante il periodo della dittatura di Cesare. Le opere filosofiche di Cicerone riflettono una profonda riflessione sui valori della Repubblica romana e sulla natura del potere politico.

Nel 46 a.C., dopo il divorzio da Terenzia e la morte della figlia Tullia, Cicerone si dedicò all'otium letterario, producendo opere fondamentali per il pensiero romano. La sua morte, avvenuta il 7 dicembre del 43 a.C., fu tragica: i sicari del secondo triumvirato lo uccisero, esponendo la sua testa e le sue mani nel Foro Romano.

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L'Arte Oratoria di Cicerone

Le opere retoriche di Cicerone rappresentano il vertice dell'oratoria latina. Si distinguono in tre generi principali: giudiziarie, deliberative ed epidittiche.

Esempio: Le Verrine (70 a.C.) rappresentano un esempio perfetto di orazione giudiziaria, dove Cicerone denuncia la corruzione del governatore Verre in Sicilia.

La struttura delle orazioni ciceroniane seguiva cinque parti fondamentali:

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Le Catilinarie e l'Eredità di Cicerone

La Prima Catilinaria rappresenta il capolavoro oratorio di Cicerone. Il discorso, strutturato in cinque sezioni (exordium, narratio, propositio, argumentatio, peroratio), mostra la maestria retorica dell'oratore.

Evidenziazione: L'uso di figure retoriche come la prosopopea della patria e le interrogative retoriche rendono la Prima Catilinaria un capolavoro dell'oratoria antica.

Il significato dell'opera di Cicerone va oltre il suo tempo: le sue tecniche retoriche e il suo pensiero politico hanno influenzato profondamente la cultura occidentale. Le sue opere più importanti continuano a essere studiate nelle università di tutto il mondo, testimoniando l'universalità del suo pensiero.

La morte di Cicerone segnò la fine definitiva della Repubblica romana, ma il suo lascito culturale e politico sopravvive ancora oggi attraverso i suoi scritti e il suo esempio di dedizione alla res publica.

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La Prima Catilinaria: L'Accusa di Cicerone

Marco Tullio Cicerone pronunciò questo celebre discorso nel 63 a.C., smascherando pubblicamente la congiura di Catilina. L'orazione si apre con una delle più famose invettive della letteratura latina, dove Cicerone affronta direttamente il suo nemico politico.

Citazione: "Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?" (Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?)

L'exordium della Prima Catilinaria rappresenta un capolavoro di retorica, dove Cicerone utilizza una serie di domande retoriche incalzanti per mettere alle strette Catilina. Il console denuncia l'audacia del cospiratore che, nonostante le prove schiaccianti contro di lui, continua a presentarsi in Senato come se nulla fosse.

Definizione: La Prima Catilinaria è un'orazione giudiziaria pronunciata da Cicerone contro Catilina, accusato di cospirare contro la Repubblica romana.

Nel corso del discorso, Cicerone evidenzia come le guardie del Palatino, le pattuglie in città, il timore del popolo e la presenza dei senatori non sembrino turbare minimamente Catilina. L'oratore rivela di conoscere nei minimi dettagli i movimenti e i piani dei congiurati, dimostrando di avere il pieno controllo della situazione.

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Il Confronto tra Passato e Presente

La seconda parte dell'orazione vede Cicerone confrontare la situazione presente con il glorioso passato di Roma. L'oratore ricorda come in passato i cittadini pericolosi venissero puniti con maggiore severità dei nemici esterni.

Esempio: Cicerone cita il caso di Publio Scipione che, pur essendo un privato cittadino, fece giustiziare Tiberio Gracco per aver solo minimamente minacciato la stabilità della Repubblica.

Il console evidenzia la gravità della situazione attuale, dove Catilina, che progetta di devastare Roma con stragi e incendi, viene ancora tollerato. Cicerone critica apertamente la debolezza delle istituzioni e soprattutto la propria esitazione nel prendere provvedimenti drastici.

Evidenziazione: "O tempora, o mores!" - questa celebre esclamazione sottolinea il deterioramento dei costumi romani rispetto al passato.

La contrapposizione tra presente e passato serve a Cicerone per giustificare la necessità di un'azione decisiva contro i congiurati, richiamandosi agli esempi degli antenati che non esitavano a difendere la Repubblica con ogni mezzo necessario.

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La Prosopopea della Patria

Nella parte più toccante dell'orazione, Cicerone fa parlare direttamente la Patria, che si rivolge a lui rimproverandogli la sua esitazione. Questo artificio retorico, noto come prosopopea, permette all'oratore di esprimere le preoccupazioni più profonde per le sorti di Roma.

Vocabolario: La prosopopea è una figura retorica che consiste nel far parlare un'entità astratta o inanimata, in questo caso la Patria personificata.

La Patria chiede a Marco Tullio Cicerone perché permetta a un nemico conclamato, capo di una congiura e istigatore di schiavi, di allontanarsi liberamente dalla città invece di arrestarlo e condannarlo a morte. Il rimprovero tocca le corde più profonde del senso del dovere e della responsabilità del console.

L'argomentazione si sviluppa attraverso una serie di domande incalzanti che affrontano tutti i possibili ostacoli all'azione: il rispetto della tradizione, le leggi sulla condanna dei cittadini romani, il timore dell'impopolarità presso i posteri.

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Evidenziazione: Cicerone contrappone il timore dell'impopolarità derivante dalla severità a quello, ben più grave, che nascerebbe dall'inerzia e dalla debolezza.

Il discorso si conclude con un'immagine potente: quando l'Italia sarà devastata dalla guerra e le città saranno in fiamme, l'incendio dell'indignazione popolare non risparmierà chi avrebbe potuto impedire la catastrofe e non l'ha fatto. Cicerone dimostra così che l'unica scelta possibile è agire con fermezza contro i congiurati.

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Le Opere Retoriche di Marco Tullio Cicerone: Un'Analisi Approfondita

Marco Tullio Cicerone ci ha lasciato un patrimonio inestimabile di opere retoriche che ancora oggi influenzano il pensiero e l'arte oratoria. Le sue opere più importanti nel campo della retorica rivelano una profonda comprensione dell'arte del parlare in pubblico e dell'argomentazione.

Il "De inventione", la prima delle opere retoriche di Cicerone, si concentra esclusivamente sulla fase iniziale dell'orazione. Quest'opera, scritta durante la giovinezza dell'autore, pone le basi per la sua successiva evoluzione teorica nel campo della retorica.

Il "De oratore", scritto dopo il suo ritorno dall'esilio e ambientato nel 91 a.C., rappresenta una svolta significativa. In questo dialogo, i personaggi principali Crasso e Antonio diventano portavoce del pensiero ciceroniano, enfatizzando l'importanza di una formazione completa dell'oratore.

Definizione: Il modello retorico ciceroniano si basa sullo stile rodiense, una via di mezzo ispirata a Demostene, che combina tecnica oratoria e vasta cultura generale.

Nel "Brutus", ambientato nella villa urbana di Cicerone, l'autore affronta la controversia tra asiani e atticisti attraverso un dialogo con Bruto e Attico. Quest'opera evidenzia due approcci contrastanti all'oratoria: lo stile asiano, ricco di figure retoriche, e quello atticista, più sobrio e essenziale.

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L'"Orator", indirizzato a Bruto nel 46 a.C., rappresenta il culmine del pensiero retorico di Marco Tullio Cicerone. In quest'opera, l'autore delinea il ritratto dell'oratore ideale e stabilisce le tre funzioni fondamentali dell'oratoria.

Evidenziazione: Le tre funzioni dell'oratoria secondo Cicerone sono:

  • Docere et probare (insegnare e dimostrare)
  • Delectare (dilettare)
  • Movere et flectere (commuovere e persuadere)

La struttura argomentativa proposta da Cicerone segue un'impostazione aristotelica, dove l'esposizione deve essere chiara e metodica. L'oratore ideale deve saper padroneggiare diversi stili retorici, adattandoli al contesto e all'obiettivo del discorso.

Esempio: Un oratore efficace, secondo Cicerone, deve saper alternare uno stile semplice e sobrio quando spiega (docere), uno più elegante quando vuole intrattenere (delectare), e uno più appassionato quando deve persuadere (movere).

Questa concezione dell'oratoria ha influenzato profondamente non solo la retorica antica ma anche la moderna teoria della comunicazione, dimostrando come le opere filosofiche Cicerone mantengano la loro rilevanza anche nel contesto contemporaneo.

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Utente iOS

Adoro questa applicazione [...] consiglio Knowunity a tutti!!! Sono passato da un 5 a una 8 con questa app

Stefano S, utente iOS

L'applicazione è molto semplice e ben progettata. Finora ho sempre trovato quello che stavo cercando

Susanna, utente iOS

Adoro questa app ❤️, la uso praticamente sempre quando studio.