Il periodo monarchico e i suoi poteri
I sette re di Roma governarono la città per quasi 250 anni, esercitando un potere assoluto. Comandavano l'esercito, amministravano la giustizia e guidavano la religione come capi dei sacerdoti.
Diversamente dalle monarchie moderne, il trono romano non era ereditario. Il Senato aveva il compito di nominare il nuovo re e di consigliarlo nelle decisioni più importanti per la città.
Gli storici dubitano che siano stati davvero solo sette i re a governare in un periodo così lungo. La storia dei re di Roma è probabilmente mescolata con elementi leggendari, anche perché la scrittura non era diffusa e molti racconti furono tramandati oralmente.
💡 Lo sapevi? Il numero sette ricorre spesso nelle leggende romane - oltre ai sette re, Roma era costruita su sette colli! Questo numero aveva un valore simbolico importante per gli antichi romani.
I primi quattro re di Roma
Romolo 753−716a.C., il fondatore leggendario, nacque secondo il mito insieme al gemello Remo da Rea Silvia e dal dio Marte. Fondò Roma il 21 aprile del 753 a.C. e scomparve misteriosamente durante un'eclissi.
Numa Pompilio 716−673a.C., di origine sabina, fu un re pacifico che unificò le popolazioni di latini e sabini creando leggi e culti religiosi comuni. Organizzò la società romana dando grande importanza alla religione.
Tullo Ostilio 673−642a.C. fu invece un re guerriero che secondo la leggenda morì colpito da un fulmine di Giove per non essere stato abbastanza devoto agli dei.
Anco Marzio 642−617a.C., nipote di Numa, venne scelto per placare l'ira degli dei. È ricordato come uno dei re più saggi per aver combinato conquiste territoriali con opere pubbliche importanti, come il ponte Sublicio sul Tevere.