La poesia italiana del Novecento trova tre grandi protagonisti in Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Umberto Saba, ciascuno con un proprio stile distintivo e una visione unica della letteratura.
Giuseppe Ungaretti emerge come figura centrale dell'ermetismo italiano. La sua vita in breve è segnata dall'esperienza della guerra, che influenza profondamente la sua poetica. Nato ad Alessandria d'Egitto, partecipa alla prima guerra mondiale come soldato, esperienza che plasma le sue opere più celebri. Le sue poesie si caratterizzano per l'essenzialità della parola e la ricerca della purezza espressiva. La sua produzione poetica riflette un percorso esistenziale profondo, dalla sofferenza della guerra alla ricerca di significato nella vita.
Eugenio Montale rappresenta invece la voce del "male di vivere". Il suo pensiero si concentra sull'impossibilità di trovare un senso compiuto nell'esistenza, tema che emerge nelle sue opere più significative. Le sue poesie d'amore rivelano una particolare attenzione alla figura femminile, spesso rappresentata come salvifica. La sua poetica si distingue per l'uso di un linguaggio aspro e dissonante, che riflette la difficoltà di comunicare in un mondo sempre più complesso. Umberto Saba, infine, si distingue per una poesia più immediata e legata alla vita quotidiana. Le sue poesie famose raccontano la realtà di Trieste e le esperienze personali con uno stile chiaro e diretto. La sua poetica si caratterizza per l'onestà espressiva e l'attenzione alla dimensione psicologica. Particolarmente interessante per i giovani lettori è Umberto Saba spiegato ai bambini, che evidenzia la sua capacità di parlare di temi profondi con semplicità e immediatezza.