La letteratura italiana del tardo Ottocento è caratterizzata da importanti movimenti culturali che hanno plasmato il panorama artistico nazionale.
La Scapigliatura rappresenta un movimento letterario sviluppatosi principalmente a Milano tra il 1860 e il 1880. Gli Scapigliati italiani si opposero alla cultura tradizionale borghese, esprimendo il loro disagio attraverso uno stile di vita bohémien e opere che mescolavano elementi romantici e realisti. Tra i principali esponenti troviamo Arrigo Boito, Iginio Ugo Tarchetti e Carlo Righetti. Il significato letterario della Scapigliatura si manifesta nella rottura con le convenzioni letterarie dell'epoca e nell'introduzione di tematiche macabre e fantastiche.
Il Naturalismo francese e il Verismo italiano emergono come correnti parallele ma distinte. Il Naturalismo, guidato da Emile Zola, si concentra sull'osservazione scientifica della realtà sociale, utilizzando un approccio determinista. Le caratteristiche del Naturalismo includono l'impersonalità dell'autore e l'attenzione ai dettagli della vita quotidiana. Il Verismo, rappresentato principalmente da Giovanni Verga, adatta questi principi alla realtà italiana, focalizzandosi sulla vita rurale siciliana. Verga sviluppa tecniche narrative innovative come l'eclissi dell'autore e il discorso indiretto libero. Giosue Carducci, invece, si distingue per il suo classicismo e la sua opposizione al romanticismo. Successivamente, autori come Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio sviluppano stili personali che anticipano il Decadentismo, mentre Pirandello si muove verso una letteratura più sperimentale e psicologica, caratterizzata dalla crisi dell'identità e dalla frammentazione della realtà.