La Morte di Mastro Don Gesualdo: Analisi dell'Opera Verista
Il capolavoro di Giovanni Verga, Mastro Don Gesualdo, rappresenta uno dei vertici del Naturalismo e Verismo italiano. L'opera, pubblicata inizialmente a puntate nel 1888 sulla "Nuova Antologia", si colloca nel periodo storico pre-unitario, tra il 1820 e il 1848, tra Catania e Palermo.
Definizione: Il romanzo appartiene al Ciclo dei Vinti e rappresenta l'emblematica parabola di ascesa e caduta sociale nella Sicilia dell'Ottocento.
La narrazione si concentra sulla figura di Gesualdo Motta, un personaggio che incarna perfettamente le caratteristiche del self-made man siciliano. La sua tragica parabola esistenziale si conclude con una morte solitaria nel palazzo dei Leyra a Palermo, simbolo della sua definitiva sconfitta sociale e umana. Il protagonista, nonostante abbia accumulato una considerevole ricchezza, rimane intrappolato in un limbo sociale: troppo elevato per la sua classe d'origine ma mai veramente accettato dall'aristocrazia.
L'ultimo capitolo del romanzo rappresenta il culmine del dramma esistenziale di Gesualdo. Il tentativo fallito di fare testamento, l'incomunicabilità con la figlia Isabella e l'isolamento finale evidenziano come il successo economico non sia sufficiente a garantire la vera integrazione sociale e la felicità personale.
Evidenziazione: La morte di Gesualdo rappresenta la definitiva condanna del materialismo e dell'ambizione sociale fine a se stessa.