La Scapigliatura rappresenta un importante movimento letterario e artistico sviluppatosi nell'Italia settentrionale tra il 1860 e il 1880, in particolare a Milano.
Gli Scapigliati italiani si opposero fermamente alla cultura tradizionale e borghese del loro tempo, caratterizzandosi per uno stile di vita bohémien e anticonformista. Le caratteristiche principali del movimento includono il rifiuto delle convenzioni sociali, l'interesse per gli aspetti più oscuri e macabri dell'esistenza, e una forte tensione tra ideale e reale. Tra gli esponenti più significativi troviamo Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti e Arrigo Boito, che nelle loro opere esplorarono temi come la malattia, la morte, il fantastico e il soprannaturale.
Il movimento si colloca in un periodo storico di grandi cambiamenti, tra il Naturalismo e il Decadentismo. Mentre il Naturalismo si concentrava sulla rappresentazione oggettiva della realtà, influenzato dal positivismo, la Scapigliatura anticipò molti temi che sarebbero stati poi sviluppati dal Decadentismo europeo. La differenza tra Naturalismo e Verismo si manifesta principalmente nell'approccio: il primo, di origine francese, si basava su un'osservazione scientifica della realtà, mentre il secondo, sviluppato in Italia principalmente da Verga, si concentrava sulla rappresentazione della realtà sociale italiana, specialmente meridionale. Il significato letterario della Scapigliatura risiede proprio nella sua funzione di ponte tra la tradizione romantica e le nuove tendenze letterarie europee, anticipando tematiche e stili che caratterizzeranno la letteratura di fine secolo.