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8/10/2022
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Uno, nessuno, centomila Si tratta di un libro di narrativa classica italiana e venne pubblicato nel 1926. La copertina che venne scelta per una delle tante pubblicazioni racchiude in sè una curiosità, quella di essere un noto dipinto del pittore surrealista belga Magritte: L'uomo con la bombetta. Quest'opera raffigura il busto di un uomo, il quale indossa una bombetta sul capo ed il suo volto viene coperto da una colomba in volo. Egli esiste ma non si può realmente conoscere chi sia, l'identità viene celata ma nonostante ciò l'uomo continua ad esistere. Questa copertina racchiude in sè la rappresentazione della trama del capolavoro pirandelliano. Luigi Pirandello nacque nel 1867 ad Agrigento all'interno di una famiglia di agiata condizione borghese ed ebbe un'infanzia serena, si laureò in filosofia presso l'università di Bonn durante il 1891. Successivamente iniziò ad intraprendere un percorso che lo portò sulla strada dell'opera teatrale e letteraria, introducendosi all'interno del mondo culturale romano, egli infatti si trasferì a Roma nel 1892 dove conobbe Luigi Capuana il quale lo indirizzò proprio verso la strada appena citata. Nel 1894 Pirandello convolò a nozze, ma fu un matrimonio volto a soddisfare gli interessi economici della famiglia borghese dell'autore. Da questa unione Pirandello riuscì a trovare l'amore e ad avere tre figli. Nonostante ciò fu un matrimonio travagliato poiché la...
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moglie nel 1919 venne ricoverata all'interno di un ospedale psichiatrico e decedette all'interno di una struttura psichiatrica di Roma. Questi eventi portarono Luigi Pirandello ad avvicinarsi alle teorie della psicoanalisi di Sigmund Freud. Dal 1897 al 1922 si dedicò all'insegnamento e nel 1934 gli venne assegnato il premio Nobel per la letteratura. Il 10 dicembre del 1936 Pirandello morì all'età di 69 anni. Luigi Pirandello iniziò a lavorare a quest'opera nel 1909, non riuscì a completarla a causa dell'avvio della sua carriera teatrale, infatti venne pubblicata successivamente nel 1926. Il libro parla di Vitangelo Moscarda, soprannominato Gengè in modo amorevole dalla moglie. La sua vita cambia radicalmente quando sua moglie gli fa notare un difetto del suo naso, dicendogli che esso pendeva da un lato. Questa affermazione gli fece venire una vera e propria ossessione nei confronti degli specchi "cominciai a guardarmi davanti e dietro in tutti gli specchi di casa" e ciò lo portò ad indagare, parlando anche con altre persone, sui suoi difetti e dando l'impressione di aver perso il lume della ragione. Uno degli esperimenti che compì per scoprire chi realmente lui fosse, fu sfrattare una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa. Inoltre cercò di cambiare radicalmente il suo stile di vita nella speranza di riuscire a scoprire il suo vero io. Inizialmente fu appoggiato da Anna Rosa, un'amica di sua moglie, che finì con il tradirlo per riuscire a rinchiuderlo in un manicomio d'accordo con la moglie. L'unica persona in grado di portare un po' di pace a Vitangelo è il Monsignor Partanna, il quale lo porta a rinunciare ai suoi beni terreni e donarli ai meno abbienti. Il protagonista finisce con il rifugiarsi all'interno dell'ospizio che era stato da lui donato alla città, riuscendo così a trovare finalmente pace ed abbandonando tutte le maschere e decidendo così di non essere più nessuno. I personaggi del libro sono: Vitangelo Moscarda, il protagonista dell'opera pirandelliana; Gengè, l'alter ego di Vitangelo creato dalla moglie e diverse volte il protagonista afferma che la moglie sia solamente innamorata di Gengè e non di lui. Ad esempio racconta che la moglie fosse convinta che gli piacesse una determinata capigliatura che in realtà piaceva solamente al Gengè inventato da lei stessa; Dida è la moglie di Gengè e scatena i turbamenti del protagonista; Anna Rosa è un'amica di Dida; Monsignor Partanna è un vescovo che aiuta Vitangelo nel suo percorso. Quest'opera inizia in medias res con un dialogo tra Vitangelo e la moglie Dida. La narrazione prosegue attraverso un monologo costituito dalle riflessioni di Vitangelo che si rivolge direttamente al lettore con una serie di domande ed affermazioni. Nonostante le riflessioni e le tematiche complesse, il linguaggio risulta semplice e addirittura scorrevole. Il significato del titolo è suddiviso in tre parti principali: Uno: rappresenta l'idea che ognuno ha di se stesso; Nessuno: rappresenta ciò che il protagonista sceglie di essere alla fine del romanzo, eliminando la propria identità, i propri pensieri ed il proprio nome; Centomila: rappresenta l'insieme delle maschere che la società ci assegna a seconda della situazione che si deve affrontare. Una delle tematiche centrali di questo libro è la cosiddetta "teoria delle forme", la quale sostiene che ogni essere umano dona dapprima una forma a se stesso e successivamente alle altre persone. Ciò porterà ogni persona a ritrovarsi con molteplici identità. Il dramma del romanzo è, dunque, il fatto che l'essere umano non riesca a darsi una singola forma ed una identità univoca. La mia riflessione riguardante il libro e la tematica trattata all'interno di esso è che siamo noi stessi a crearci queste centomila maschere, passiamo la nostra vita a paragonarci, a cercare di assomigliare alle altre persone e a essere accettati dalla società, diventando così solamente delle fotocopie. Siamo noi stessi a creare i nostri stessi limiti, giudicandoci con eccessiva severità. La soluzione sarebbe, semplicemente, quella di osservare noi stessi dolcemente e senza alcun tipo di giudizio.