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promessi sposi

26/2/2023

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alessandro manzoni VITA ➜ Alessandro Manzoni nasce nel 1785 da Giulia Beccaria e Pietro Manzoni → riceve la sua educazione classica in alcuni collegi prestigiosi ( si appassiona di autori classici; si avvicina al pensiero di Foscolo, Alfieri → comincia a scrivere testi di stile democratco, vicino al Neoclassicismo; rifiuta la letteratura fine a se stessa →nel 1805 si trasferisce in Francia dalla madre, e incontra diversi illuministi → nel 1806 in Francia si sposa con Enrichetta Blondel, e grazie all'avvicinamento della moglie alla religione cristiana anche lui riscopre la sua fede →nel 1813 torna a Milano e decide di scrivere un romanzo per la letteratura italiana, poiché la letteratura italiana nel '700 perde la sua notorieta →inoltre si avvicina al movimento romantico → 1821 si mostra molto interessato agli avvenimenti politici → nel 1823 esce la prima edizione di Fermo e Lucia, che era molto diversa dal romanzo che conosciamo noi → nel 1827 pubblica la prima edizione dei Promessi Sposi, di cui il successo è clamoroso; nello stesso anno va in toscana con la famiglia per sciacquare i panni nell'Arno → ebbe un enorme successo e molti autori cominciarono a copiare la sua opera e a pubblicarla prendendo molti soldi ingiustamente → durante questa fase della sua vita subisce molti lutti, tra cui la moglie (1833) e alcuni figli → 1837 si...

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Didascalia alternativa:

risposa con Teresa Borri → esaurisce la sua fase creativa e si dedica a studi filosofici e storici → 1861 rimane nuovamente vedovo → 1870 muore IL PENSIERO → La caratteristica più evidente di Manzoni è senza dubbio l'intransigenza delle sue posizioni, che produce il rifiuto di una tradizione retorica focalizzata sulla dimensione estetica o, peggio ancora, finalizzata allo svago o all'evasione. Per l'autore "il vero solo è bello" (Del romanzo storico): la dimensione conoscitiva, soprattutto sul piano morale, deve prevalere su tutto; la letteratura è chiamata a generare una "riflessione sentita". → serve una nuova lingua meno raffinata di quella scritta e che conoscono tutti Dopo la conversione, si forma il lui una visione tragica del reale. La letteratura deve essere: → Vera- Deve trattare della realtà oggettiva; → Interessante → Deve attirare il lettore. Manzoni ha interesse per i vinti e per gli umili (pubblico più ampio); → Utile- Funzione educativa e morale. OPERE PRINCIPALI → Inni Sacri → 5 Inni (La Resurrezione, Il Natale, La Passione, Il nome di Maria, La Pentecoste). Poesia "popolare" → Le Odi civili → Maggio 1821 [Moti rivoluzionari in Italia] → 11 5 Maggio [Morte di Napoleone] Le tragedie II Conte di Carmagnola e Adelchi Rifiuta le unità aristocratiche. Le tragedie devono sempre rispettare il vero storico avere un valore morale e civile → I Promessi Sposi 1. 1821-1823 Fermo e Lucia 2. 1827 promessi sposi 3. 1840-1842 promessi sposi (la Quaranta) I PROMESSI SPOSI Tre redazioni: 1. "Fermo e Lucia" Sequenze narrative distribuite diversamente, personaggi diversi 2. "Gli Sposi Promessi" 1827 "La Ventisettana" 3. "I Promessi Sposi" 1840 "La Quarantana" Edizione definitiva→ Usa il fiorentino parlato dell'800 (Dopo il soggiorno a Firenze "Per risciacquare i panni in Arno" È il primo romanzo storico È un nuovo genere letterario che permette, allo scrittore di esprimersi in libertà Sceglie di rappresentare una realtà umile Ambienta la vicenda nella Lombardia del 1600 Non idealizzazione dei personaggi Dominazione spagnola ● Vuole avere la giusta distanza storica per esprimere giudizi su un'epoca dominata dalla violenza Crea un parallelismo con la situazione attuale: la Lombardia nel 1800 sotto la dominazione austriaca Per accentuare la finzione storica Manzoni finge di aver trovato un manoscritto da cui copia la storia In realtà la storia è inventata ma ci sono: Fatti realmente accaduto (Peste) Personaggi realmente vissuti Renzo e Lucia riescono a superare le difficoltà e a sposarsi grazie alla Divina Provvidenza Gli uomini devono accettare il progetto di Dio anche se infligge sofferenze ai giusti Nel regno dei cieli i buoni saranno premiati e i malvagi puniti I PERSONAGGI I personaggi e il «sistema narrativo>> → Il romanzo presenta un ampio ventaglio di caratteri e tipi umani: apparentemente semplici come Renzo e Lucia, complessi e drammatici come l'Innominato e la monaca di Monza, buoni ed evangelici come padre Cristoforo e Federigo Borromeo, malvagi come don Rodrigo, umoristici come don Abbondio, maliziosi e bonari come Agnese e Perpetua, ripugnanti come i bravi e i monatti. Tutta la società del Seicento vi è rappresentata (il ceto popolare, il mondo contadino e urbano, la nobiltà, il clero) con i suoi valori di onestà, moralità, giustizia, carità, religiosità, ma anche con le sue ingiustizie, prepotenze e vessazioni. Gli oppressori e gli oppressi → Visti in rapporto al loro modo agire o di reagire, i personaggi si dividono in quelli che compiono i soprusi e in quelli che li subiscono, ma senza semplicistiche schematizzazioni. La funzione di alcuni personaggi varia nel corso dell'intreccio, i rapporti di forza si modificano, la vicenda viene ulteriormente complicata da movimenti collettivi (tumulti, guerra) e da calamità naturali (carestia, peste), che travolgono oppressi e oppressori. Proprio la peste sconvolge il sistema dei personaggi e crea le condizioni per il raggiungimento della soluzione finale. PROTAGONISTI Renzo (Lorenzo) Tramaglino: è un giovane operaio tessile, filatore di seta, ingenuo e volenterosa anche se spesso troppo impulsivo. Promesso sposo di Lucia. ● Lucia Mondella: giovane che lavora in una filanda, religiosa, onesta e innocente. Promessa sposa di Renzo. L'ANTAGONISTA ● Don Rodrigo: è un nobile orgogliosa, potente e violento. Incapricciato di Lucia per puntiglio e per moroso desiderio. PERSONAGGI PRINCIPALI • Agnese: madre di Lucia. E' una semplice popolana ● Don Abbondio: è il parroco del paese di Renzo e Lucia. E' un uomo pauroso che ha scelto di diventare prete non per vocazione ma per condurre una vita tranquilla. Fra Cristoforo: è un padre cappuccino. Coraggioso e onesto, rappresenta la Chiesa capace di difendere gli umili. Monaca di Monza (Gertrude): è una suora di clausura. E' stata costretta a entrare in convento. Potente e ambigua ma molto infelice. Innominato: è un nobile e potente fuorilegge. Crudele e violento, viene però toccato dalle parole di Lucia, che ne provocano il rimorso. ● ● ● PERSONAGGI MINORI Federico Borromeo: arcivescovo di Milano. ● Perpetua: domestica di don Abbondio. Azzecca-garbugli: avvocato infido e meschino, al servizio dei potenti. ● Conte Attilio: giovane nobiluomo e cugino di don Rodrigo. Griso: capo dei bravi di don Rodrigo. Tonio: amico di Renzo. ● Antonio Ferrer: gran cancelliere di Milano. Bortolo: cugino di Renzo. Donna Prassede: bigotta nobildonna milanese. Don Ferrante: marito di donna Prassede. Capitoli e sistema dei personaggi I-VIII Don Rodrigo rappresenta l'oppressione, l'arroganza e la degenerazione del potere sociale. Padre Cristoforo è esponente della buona Chiesa e dell'autentico potere spirituale al servizio della società. Don Abbondio è esponente della cattiva Chiesa, perché inadeguata al servizio da svolgere. Renzo è l'eroe protagonista. Don Rodrigo è l'antagonista che contrasta l'azione di Renzo e abusa del proprio potere per soddisfare un capriccio. Lucia è l'oggetto dell'interesse sia di Renzo sia di don Rodrigo. Padre Cristoforo è aiutante del protagonista. Don Abbondio è aiutante dell'antagonista. IX-XXVII La monaca di Monza è esponente della cattiva Chiesa, moralmente corrotta. L'Innominato rappresenta l'oppressione del potere sociale ma, anche, la sua possibilità di riscatto. Il cardinale Federigo Borromeo è esponente della buona Chiesa e dell'autentico potere spirituale al servizio della società. La monaca di Monza si rivela una falsa aiutante, perché dà rifugio a Lucia ma poi ne favorisce il rapimento. L'Innominato da oppositore si trasforma in aiutante, perché si converte, libera Lucia e protegge i due giovani. Il cardinale Federigo Borromeo sostituisce padre Cristoforo, allontanato per opera dell'antagonista. XXVIII-XXXVIII La peste è simbolo della terribile e imperscrutabile giustizia divina. La pioggia è simbolo della rinascita morale e della salvezza (l'acqua è l'elemento purificatore per eccellenza). La carestia, la peste e la guerra coinvolgono direttamente i personaggi, ma il processo di peggioramento della situazione dei protagonisti si arresta e, anzi, si inverte: - Renzo nel territorio di Bergamo contrae la peste, ma una volta guarito, essendo immune dal contagio, potrà ritornare a Milano in cerca di Lucia; - la peste rende inoffensivo don Rodrigo e così viene meno la causa prima di tutte le peripezie; - Renzo ritrova Lucia; - una pioggia benefica spazza via il contagio, eliminando l'ostacolo della peste. Il tempo della storia e il tempo del racconto La vicenda dei Promessi sposi si svolge in un periodo di circa 18 mesi, dal novembre 1628 all'estate del 1630, e la narrazione procede secondo l'ordine cronologico conforme alla tradizione del romanzo realistico: nei primi otto capitoli si narrano gli avvenimenti di appena quattro giorni (7-10 novembre) e il ritmo del racconto è molto lento; dal capitolo IX al capitolo XXVII c'è una prima accelerazione (11 novembre 1628-autunno 1629), anche se, all'interno di questa parte, alcune giornate sono seguite minuziosamente (gli avvenimenti dell'11 novembre occupano più di quattro capitoli; il rapimento di Lucia e la notte della conversione dell'Innominato corrispondono a un paio di giorni, 21-22 novembre, e oc ano più di due capitoli); dal capitolo XXVIII al XXXII sono narrate le vicende di quasi due anni (compresa una retrocessione fino all'indomani del tumulto di San Martino) con una vistosa accelerazione del racconto; dal capitolo XXXIII al capitolo XXXVIII si registra un nuovo rallentamento, perché sono narrate le vicende di circa tre mesi; fanno eccezione le pagine conclusive che informano in sommario della vita matrimoniale dei due sposi e della nascita dei figli. In linea generale si può dire che il ritmo rallenta quando il racconto si incentra sulle storie individuali dei personaggi, mentre si condensa in potenti sintesi quando ripercorre le grandi calamità come la carestia, la guerra, la peste (fa eccezione l'episodio dei tumulti di San Martino dell'11 novembre, perché al centro della narrazione si colloca Renzo). Cronologia degli eventi e durata narrativa In un romanzo gli eventi narrati possono durare un'ora, un giorno, un mese, un anno, decenni, secoli, ma in ogni caso il narratore non riferisce tutti gli avvenimenti che occupano quella porzione di tempo; opera invece una selezione in base alle esigenze dell'intreccio e al risalto che intende dare ad alcuni fatti. Manzoni, per esempio, sintetizza in poche frasi o in poche righe gli avvenimenti del noviziato della monaca di Monza che durano un anno: «Dopo dodici mesi di noviziato, pieni di pentimenti e di ripentimenti, si trovò al momento della professione, al momento cioè in cui conveniva, o dire un no più strano, più inaspettato, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto; lo ripeté, e fu monaca per sempre»>. Chiamiamo <<tempo della storia»> l'arco di tempo che gli avvenimenti occupano; chiamiamo <<tempo del racconto» la sua rappresentazione narrativa, ossia lo spazio che l'autore attribuisce agli avvenimenti nel testo dedicando a ciascuno una certa quantità di parole, righe o pagine e determinando in questo modo il tempo che il lettore dedicherà loro. Il tempo della storia e il tempo del racconto difficilmente coincidono perché il narratore può riferire più o meno estesamente le vicende. Le modalità narrative cui può far ricorso l'autore per variare il rapporto fra tempo della storia e tempo del racconto sono le seguenti. ● Si possono creare dei salti temporali, cioè tacere fatti accaduti in un determinato arco cronologico creando un'ellissi; oppure è possibile sintetizzare una serie di avvenimenti con poche parole attraverso un sommario. È possibile interrompere la narrazione dei fatti e lasciare sospesa la vicenda mediante l'inserimento di flashback, pause e digressioni, passi che forniscono informazioni sui personaggi, sui luoghi o sul contesto storico; lo stesso effetto di "rallentamento" si ottiene introducendo commenti della voce narrante. Attraverso tali ● modalità si dilata il tempo del racconto, poiché mentre il testo continua a scorrere sotto l'occhio del lettore (e scorre il tempo della lettura), il tempo della vicenda è fermo, la storia non procede. Si stabilisce un sostanziale equilibrio fra tempo della storia e tempo del racconto nei dialoghi tra i personaggi, che, mediante il discorso diretto, danno al lettore l'impressione di assistere alla scena in presa diretta. MANOSCRITTO Il celebre romanzo di Alessandro Manzoni si apre con un'introduzione in cui il narratore spiega l'origine della storia che si accinge a raccontare. Egli sostiene di aver ritrovato una vicenda ricca di fatti tragici e terribili, ma anche di azioni virtuose. Una vicenda accaduta a persone umili. La storia è scritta in italiano seicentesco, cioè in una forma antiquata e non sempre corretta. La trama, tuttavia, gli sembra molto bella, tanto da decidere di trascrivere in un italiano più comprensibile, in modo da farla conoscere ad un pubblico più ampio. In realtà I Promessi Sposi sono frutto di fantasia di Manzoni e il ritrovamento di un antico manoscritto è soltanto un'invenzione dell'autore milanese. L'espediente letterario serviva al Manzoni per mantenere le distanze dalla storia che si accingeva a raccontare, quindi fare in modo che le critiche velate o manifeste alla dominazione spagnola fossero attribuite ad altri, così nessuno in epoca di dominazione straniera potesse tacciare di nazionalismo. La seconda funzione del finto manoscritto è tutta stilistica: quella distanza contribuiva ad aumentare la verosimiglianza storica della vicenda di Renzo e Lucia. Manzoni non si limita a riferire al lettore dove, come e quando ha fatto il sensazionale ritrovamento, ma trascrive il frammento iniziale del fantomatico documento. Ovviamente, è tutto frutto della sua abilità di narratore. Manzoni è attento a ricreare il linguaggio seicentesco, ampolloso, pieno di latinismi e con quell'uso barocco delle lettere maiuscole per indicare concetti astratti come la storia (l'Historia). CONCETTI CHIAVE CHI HA SCRITTO I PROMESSI SPOSI? I Promessi sposi è un romanzo storico scritto da Alessandro Manzoni, uno dei maggiori scrittori italiani. Manzoni è vissuto nell'Ottocento e ha scritto anche numerose poesie e due tragedie in versi. I Promessi sposi sono stati pubblicati tra il 1840 e il 1842. CHE COS'È UN ROMANZO STORICO? Un romanzo storico è un romanzo che racconta una storia inventata ma ambientata in luoghi reali e in una precisa epoca storica, che viene descritta con fedeltà. Manzoni ambientò il suo romanzo in Lombardia, nel Seicento (1628-1630), durante la dominazione spagnola. PERCHÉ MANZONI SCRIVE UN ROMANZO STORICO? Perché nel descrivere con precisione la realtà italiana del Seicento riesce a parlare di temi molto attuali ai suoi tempi: la dominazione straniera (ai tempi di Manzoni la Lombardia faceva parte dell'impero austriaco), le condizioni di vita dei più poveri e la prepotenza dei potenti. QUALI SONO I TEMI PIÙ IMPORTANTI DELL'OPERA? Il tema principale è la vita dei più poveri. È la prima volta che persone comuni, vittime dei più forti, diventano protagonisti di un'opera letteraria. Fondamentale è anche il ruolo della Provvidenza divina nella storia: per Manzoni infatti tutta la storia degli uomini si inserisce nel progetto universale di Dio. PERCHÉ I PROMESSI SPOSI SONO IMPORTANTI? Perché con I Promessi sposi Manzoni crea un modello di riferimento per il romanzo italiano. Inoltre egli fa un accurato studio sulla lingua e alla fine sceglie il fiorentino, la lingua parlata dalle persone colte di Firenze: in questo modo lascia un esempio letterario di lingua nazionale, proprio negli anni in cui l'Italia raggiunge l'Unità. capitolo 1 Personaggi principali: Don Abbondio, i bravi di Don Rodrigo, Perpetua Il romanzo inizia con la descrizione dei luoghi in cui si svolgerà buona parte della vicenda ovvero sul lago di Como. Il parroco di un piccolo paese, Don Abbondio, sta facendo ritorno a casa lungo una strada di campagna quando, giunto ad un bivio, si accorge che due bravi lo stanno aspettando. A questo punto Manzoni spiega che siano questi e in questo modo nasce una ricostruzione della dominazione spagnola. Si arriva, poi, al dialogo tra Don Abbondio e i due bravi, i quali sono stati inviati da Don Rodrigo, un signorotto che padroneggia la zona, e che intimano al curato (Don Abbondio) di non celebrare il matrimonio tra 2 popolani, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, previsto il giorno successivo e il parroco decide di obbedire per evitare una brutta fine. Dopo ciò, Manzoni specifica che Don Abbondio si era fatto sacerdote non per vocazione ma per evitare i mali di una società corrotta e violenta. Sulla via di casa, Don Abbondio riflette su quanto è appena successo e incolpa i due popolani per questo male. Arrivato a casa, il sacerdote viene accolta dalla sua domestica Perpetua, alla quale Don Abbondio, pur non potendo, rivela il motivo del suo atteggiamento ordinandole di non dirlo a nessuno. Perpetua gli consiglia di scrivere all'arcivescovo per ottenere protezione e anche se Don Abbondio lo reputa un buon consiglio, lo rifiuta poiché ancora spaventato di quanto appena successo. capitolo 2 Personaggi principali: Don Abbondio, Renzo, Lucia, Perpetua, Agnese Durante la notte Don Abbondio è tormentato da incubi e decide di trovare un modo per rimanere il matrimonio, Renzo, lo sposo, si reca la mattina seguente dal parroco per ultimare i dettagli. Tuttavia, il sacerdote, gli dice di non aver fatto in tempo per la preparazione del rito e allude a direttive date dai suoi superiori, insistendo quindi che sia necessario spostare la data di qualche giorno. Renzo, del tutto contrario, esce dalla casa di Don Abbondio e si incammina verso la casa della sua promessa sposa, Lucia, per darle la cattiva notizia. Sulla strada incontra Perpetua la quale fa capire al giovane che gli ostacoli provengono da individui superiori e capisce di esser stato ingannato dal curato. Renzo decide quindi di tornare da Don Abbondio per conoscere la verità e Don Abbondio impaurito rivela appunto che è Don Rodrigo a voler impedire la cerimonia. Il sacerdote continua ad essere impaurito dalla minaccia dei bravi mentre Renzo di scusa per il suo comportamento ma dice di non esser sicuro di riuscire a mantenere il silenzio. Renzo mentre si reca a casa di Lucia, è preso da sentimenti di rabbia e vorrebbe vendicarsi con Don Rodrigo, tuttavia una volta arrivato, viene calmato da Lucia e questo gli fa pensare che gli stia nascondendo qualcosa. Lucia mentre sta finendo di preparare i decorativi, riceve la brutta notizia insieme a sua madre Agnese. Viene detto a tutti che il matrimonio non potrà essere celebrato a causa di un'improvvisa malattia del curato. capitolo 3 Personaggi principali: Lucia, Renzo, Agnese, l'avvocato Azzeccagarbugli, fra Galbino Lucia rivela che pochi giorni prima aveva incontrato Don Rodrigo e un altro signore. Turbata da ciò si confida con padre Cristoforo il quale gli aveva suggerito di anticipare la data delle nozze per non offrire altri pretesti al signorotto locale. Renzo, dopo aver sentito queste parole, minaccia vendette così Agnese gli suggerisce di chiedere aiuto all'avvocato Azzeccagarbugli, che abita a Lecco, e Renzo accetta la proposta. Renzo si dirige subito verso Lecco portando il denaro necessario per pagare l'avvocato. Durante il tragitto ripensa all'accaduto sempre più preso da sentimenti di rabbia. Arrivato a Lecco, Renzo viene ricevuto nello studio dell'avvocato. Renzo gli spiega la situazione chiede se ci fosse una pena per un sacerdote che non vuole celebrare il matrimonio. C'è pero un'incomprensione e l'avvocato capisce che Renzo è un bravo in cerca di protezione. Azzeccagarbugli inizia a far vedere a Renzo una serie di carte e questo punto Renzo capisco del disguido e prova a spiegare la situazione reale, tuttavia, non appena pronuncia il nome di Don Rodrigo, l'avvocato interrompe bruscamente il colloquio. Nel frattempo Lucia e Agnese ricevono una visita da dei frati e Lucia ne approfitta per chiedere un nuovo colloquio con padre Cristoforo. Tornato a casa Renzo riporta quanto appena successo e, frustato, inizia a minacciare nuovamente Don Rodrigo. Lucia, pero, gli dice di aver fiducia in padre Cristoforo. capitolo 4 Personaggi principali: Padre Cristoforo, il servo Cristoforo, un nobile, folla, frate cappuccini, parenti del servo. Padre Cristoforo, dopo esser stato avvisato da fra Galdino, si reca a casa di Lucia lasciando il convento. Nel cammino padre Cristoforo incontra mendicanti e gente povera che si rallegravano e lo ringraziavano per l'elemosina ricevuta. Manzoni descrive padre Cristoforo come una persona vivace anche se non più giovane. Spiega, inoltre, che non si è sempre chiamato così, ma in origine il suo nome era Lodovico. Attraverso una sinalefi l'autore scrive la biografia di Lodovico, figlio di un ricco mercante. Lodovico viveva in città come una semplice persona benestante. Tuttavia, a causa del suo essere permaloso e al fatto di voler sempre ottenere giustizia portavano ad una serie di scontri con altri nobili. Lodovico cerca sempre di prendere le difese dei più deboli ricorrendo, talvolta, a mezzi illegali portando quindi danni ai nobili. Inizia a pensare di farsi frate, tuttavia inizialmente respinge questo suo pensiero. Un giorno, Lodovico, passeggiando con i suoi bravi e il suo servitore Cristoforo, incontra un nobiluomo. Tra i 2 inizia una discussione fra chi abbia diritto di passare per primo. Questo si traduce immediatamente come l'inizio di uno scontro violento. Cristoforo, volendo aiutare Lodovico, finisci per essere ucciso e il padrone, in preda alla rabbia, uccide il rivale ma la folla riconosce il motivo del suo comportamento. Dopo aver ucciso il suo rivale, Lodovico riesce a trovare riparo nel convento dei frati e, consapevole di quanto successo, decise di farsi frate. Chiede di chiamarsi fra Cristoforo, per ricordare il suo servitore e prima di partire per il noviziato, si reca dai familiari del nobile da lui ucciso. Il fratello organizza una festa per ricevere qualche soddisfazione, riesce ad ottenere il perdono da parte della madre e le chiede un pezzo di pane che porterà sempre con sé per ricordare l'accaduto. capitolo 5 Personaggi principali: Padre Cristoforo, Lucia, Agnese, Renzo, bravi, un vecchio servitore. Cristoforo viene informato dalle due donne dell'accaduto e si decide ad affrontare direttamente Don Rodrigo. Nel frattempo arriva Enzo dal ritorno dall'incontro dell'avvocato azzeccagarbugli e il giovane preso dall'ira si lascia sfuggire parole di vendetta contro Don Rodrigo tuttavia viene rimproverato da padre Cristoforo per non aver avuto un atteggiamento cristiano. Padre Cristoforo si reca verso casa di Don Rodrigo e nel tragitto incontra degli uomini al servizio del signorotto locale. Arrivato a casa ci sono due bravi che controllano l'ingresso. Viene condotto da un anziano servitore all'interno della sala da pranzo ma una volta che padre Cristoforo comunica di volergli parlare in privato il padrone lo invita a sedersi a tavola. Commensali discutono o su una questione di cavalleria, Don Rodrigo chiede un parere a Fra Cristoforo e lui dice che la violenza non dovrebbe essere usata in nessuna situazione. Vengono poi introdotti altri argomenti e nel frattempo Don Rodrigo, consapevole di non poter ritardare ulteriormente il colloquio, riceve Padre Cristoforo. capitolo 6 Personaggi principali: Lucia, Renzo, Agnese, Don Rodrigo, il vecchio servitore, padre Cristoforo, Tonio, Gervaso Inizio del colloquio Padre Cristoforo comunica il motivo della sua visita ma viene interrotto arrogantemente dal nobile, il quale dice che Lucia si trova sotto la sua protezione ma il padre afferma che si trova sotto la protezione di Dio e viene cacciato, mentre va verso l'uscita, padre Cristoforo viene chiamato dall'anziano servitore il quale gli accenna un pericolo che riguarda Lucia promettendo che sarebbe andato al convento per riferire al frate ogni altra novità. Uscito dalla casa Cristoforo si reca a casa dei suoi protetti per riferire l'esito del colloquio. Nel frattempo, Agnese aveva proposto un paio ai due sposi, dicendo che non era necessaria l'approvazione del curato per celebrare il matrimonio. Renzo accetta l'idea ma Lucia rimane perplessa. Renzo va così in cerca dei due testimoni, essendo disposto anche a saldare un vecchio debito. Renzo, Tonio e Gervaso si mettono d'accordo in modo tale da trovarsi nell'osteria il giorno dopo. capitolo 7 Personaggi principali: Lucia, Agnese, padre Cristoforo, Renzo, Menico, don Rodrigo e conte i suoi bravi, il conte Attilio, il vecchio servitore, Gervaso, oste, perpetua. Padre Cristoforo ragguaglia le donne e Renzo sull' esito negativo del suo colloquio con don Rodrigo: Partito il frate alla volta del convento, Renzo ribadisce con rabbia l'intenzione di agire, in qualsiasi modo. Spaventata da questa ennesima manifestazione d'ira, Lucia accetta di partecipare al matrimonio a sorpresa. Renzo e Agnese architettano Il piano per la sera successiva. L'indomani mattina Agnese e Renzo inviano al convento di padre Cristoforo un ragazzo, Menico, con il compito di riportare eventuali messaggi da parte del frate. Alla loro casa giungono strani mendicanti, che gettavano occhiate sospettose all'interno L'indomani mattina don Rodrigo aveva fatto chiamare il Griso, capo dei bravi di casa. Assieme a lui aveva predisposto il piano per rapire Lucia. Per visionare la casa dove abita la giovane, erano stati inviati sul posto degli bravi in veste di finti mendicanti. Ecco spiegato il motivo di quelle strane visite a casa delle donne. Il vecchio servitore comprende le vere ragioni di quegli andirivieni: s'incammina perciò alla volta di Pescarenico, per svelare tutto a padre Cristoforo. Nel frattempo il Griso prepara l'imboscata: viene preparato un vecchio casolare abbandonato, mentre tre -bravin si appostano all'osteria, Il logo più adatto per controllare le mosse dei paesani. Renzo, Tonio e Gervaso si recano all'osteria; qui però Renzo nota la presenza dei «bravi". Ne chiede spiegazione all'oste, il quale però nulla sa o vuol dire, I <<bravi invece ottengono dall'oste informazioni su Renzo, capitolo 8 Personaggi principali: Don Abbondio, Perpetua, Agnese, Renzo, Lucia, Tonio, Gervaso, Menico, i bravi. Don Abbondio è immerso nella lettura quando Perpetua gli annuncia la visita di Tonio. Scesa da basso per aprire l'uscio, Perpetua viene distratta da Agnese, che pare li sopraggiunta per caso. Ne approfittano Renzo e Lucia, che non visti salgono le scale che portano alla camera del curato. Tonio ha reclamato una ricevuta di avvenuto pagamento; mentre don Abbondio la sta scrivendo, appaiono all'improvviso Renzo e Lucia. Renzo pronuncia la formula rituale, ma Lucia non ci riesce, perché il curato legetta sulla testa la tovaglia della scrivania; subito dopo don Abbondio si barrica in un'altra stanza. I suoi strilli richiamano Perpetua e il sacrestano Ambrogio. Quest'ultimo inizia a suonare le campane a martello, svegliando e chiamando in auto l'intero paese. Nel frattempo i bravi di don Rodrigo, guidati dal Griso, sono penetrati in casa di Lucia, per rapire la ragazza. Stupiti che sia vuota, discutono sul perché. Sopraggiunge Menico, il ragazzo inviato da padre Cristoforo alle donne per avvertire del pericolo. Minacciato dai criminali, il ragazzo inizia a urlare. In quel momento si odono i rintocchi delle campane; i bravi temono di essere stati scoperti e Menico riesce a fuggire. I. bravi battono in ritirata. I due fidanzati e Agnese si dirigono verso casa, ma s'imbattono in Menico, che tutto attaccato li avvisa del pericolo, convincendoli a recarsi a Pescarenico, nel convento di padre Cristoforo. I quattro lasciano il paese passando per i campi. Gli abitanti del borgo sono accorsi, al suono delle campane, sulla piazza e di qui alla casa di don Abbondio, dove però tutto è tornato tranquillo. Don Abbondio li rassicura in modo affrettato. La mattina seguente il console del paese riceve la visita di due bravi, che minacciosamente intimano di mettere a tacere voce racconti di ciò che è accaduto durante la notte. I tre giungono al convento dei Cappuccini, accolti da padre Cristoforo. Egli di comincia alle sei il paese, con l'aiuto di un barcaiolo amico, separarsi: il suo commento cappuccino di Monza, mentre Renzo dovrà recarsi a Milano, con una lettera di presentazione da consegnare al padre Bonaventura, del commercio è diverso orientale.infine il frate invita tutti a breve momento di preghiera e di perdono verso don Rodrigo. I tre fuggitivi salgono sulla barca. Durante la traversata, Lucia scorsi i contorni e le case del paese amato: con il pensiero sei conciata da esso, accettando con fede sincera la prova che la provvidenza impone a tutti loro.