Inspirandosi a Zola, Verga elabora il progetto di scrivere un ciclo di 5 romanzi intitolato "Il ciclo dei vinti", che però non viene portato a termine. "I Malavoglia" è il primo romanzo di questo ciclo, dunque la sua prefazione è valida per tutto il ciclo. Verga pubblica anche il secondo romanzo, "Mastro Don Gesualdo", ma alla scrittura del terzo egli smette. Egli in questo ciclo vuole descrivere i vinti (coloro schiacciati dal progresso) di ogni classe sociale, partendo dai pescatori fino all'aristocrazia.
Prefazione ai Malavoglia
La prefazione ai Malavoglia è importante perché ci spiega qual è il pensiero di Verga. Dalla prima frase si capisce che egli ha studiato da vari documenti per descrivere la società. È uno studio sincero e senza passione, quindi un racconto oggettivo della realtà.
"I Malavoglia" è il primo romanzo del ciclo dei vinti, che Verga non riesce a completare. Il ciclo avrebbe dovuto comprendere cinque romanzi che raccontano le vicende dei vinti di diversi ceti sociali.
I Malavoglia
Protagonista è la umile famiglia dei Malavoglia, una famiglia di pescatori che non è molto ricca e possiede una casa (la casa del nespolo) e la barca della provvidenza. Vivevano in una situazione di benessere, fino a quando viene turbata.
Mastro Don Gesualdo
Mastro Don Gesualdo è il secondo romanzo che fa parte del ciclo dei vinti, rappresentante della borghesia avida e desiderosa di ricchezze.
La fiumana del progresso, generata dagli uomini, è messa a confronto con un fiume in piena. Il progresso viene descritto come un elemento che porta l'uomo all'evoluzione ma che schiaccia coloro che sembrano trionfare, rendendoli dei vinti. Questa analisi è chiave nella comprensione del ciclo dei vinti di Verga.