"Ragazzi di vita" è un'opera fondamentale della letteratura italiana del Novecento che racconta la vita nelle borgate romane del dopoguerra.
Il romanzo segue le vicende del protagonista principale, Il Riccetto, e dei suoi compagni di strada attraverso una serie di episodi che mostrano la loro vita quotidiana fatta di espedienti, piccoli furti e tentativi di sopravvivenza. La trama si sviluppa in modo non lineare, seguendo le avventure di questi giovani emarginati che vivono ai margini della società, tra povertà e degrado. Il libro offre uno spaccato crudo e realistico della Roma del dopoguerra, con particolare attenzione alle borgate e alle zone periferiche della città.
L'opera presenta una forte componente morale e sociale, evidenziando le difficili condizioni di vita nelle periferie romane e la mancanza di opportunità per i giovani. I personaggi principali, oltre al Riccetto, includono figure come Agnolo, Amerigo, e il Begalone, ognuno rappresentativo di diverse sfaccettature della vita di borgata. La morale del libro emerge attraverso la rappresentazione realistica della vita di questi ragazzi, senza giudizi ma con una profonda comprensione della loro condizione sociale. L'episodio de "Il Riccetto e la rondine" è particolarmente significativo, simboleggiando il contrasto tra innocenza e necessità di sopravvivenza. L'autore utilizza un linguaggio crudo e diretto, mescolando italiano standard con il dialetto romano, creando così un'opera che è diventata un punto di riferimento per la letteratura neorealista italiana.