La vita di Francesco Petrarca ad Avignone rappresenta un periodo fondamentale nella formazione del grande poeta italiano. Dopo gli studi giovanili, Petrarca si trasferì nella città francese dove la corte papale si era stabilita. Qui, il 6 aprile 1327, nella chiesa di Santa Chiara, avvenne l'incontro che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e la letteratura italiana: vide per la prima volta Laura, una giovane donna probabilmente sposata di cui si innamorò perdutamente.
L'influenza di Laura nella lirica petrarchesca fu immensa e determinante. Laura divenne la musa ispiratrice del Canzoniere, la raccolta di poesie d'amore in volgare che rappresenta il capolavoro di Petrarca. Attraverso la figura di Laura, il poeta espresse tutti i tormenti e le contraddizioni dell'amore cortese, ma anche una nuova sensibilità introspettiva che analizza i moti dell'animo con straordinaria profondità psicologica. La morte di Laura, avvenuta nel 1348 a causa della peste, divise il Canzoniere in due parti: le "rime in vita" e le "rime in morte" di Madonna Laura.
Il ritiro a Valchiusa e opere letterarie di Petrarca segnò un'altra tappa cruciale nella vita del poeta. In questa valle appartata vicino ad Avignone, Petrarca trovò la pace e la concentrazione necessarie per dedicarsi agli studi e alla composizione delle sue opere più importanti. Qui scrisse gran parte del Canzoniere, ma anche opere latine come l'Africa, poema epico su Scipione l'Africano, e il Secretum, dialogo in cui il poeta riflette sul conflitto tra amor sacro e amor profano. Il periodo di Valchiusa rappresentò anche un momento di profonda riflessione spirituale, durante il quale Petrarca elaborò la sua visione umanistica, basata sulla riscoperta dei classici e su una nuova concezione dell'uomo e della cultura.