Il Confronto tra Pascoli e D'Annunzio: Due Voci del Decadentismo Italiano
La raccolta "Myricae" di Pascoli rappresenta un punto fondamentale nel decadentismo pascoli e d'annunzio. Pubblicata inizialmente nel 1891, l'opera subisce cinque revisioni fino a raggiungere la sua forma definitiva con 156 componimenti. Il titolo, derivato dal latino, si riferisce alle tamerici - arbusti sempreverdi che nell'antichità simboleggiavano il genere bucolico, in netta contrapposizione con quello epico.
Definizione: Le Myricae rappresentano la quintessenza della poetica pascoliana, dove la natura diventa specchio dell'anima e veicolo di significati simbolici profondi.
La peculiarità dell'opera risiede nella sua rappresentazione della campagna, che viene descritta con una tecnica quasi impressionistica. Pascoli e D'Annunzio analogie e differenze emergono proprio in questo approccio alla natura: mentre D'Annunzio tende a una visione più estetizzante, Pascoli si concentra sui dettagli minuti, creando una poesia fortemente simbolica che riflette le sue esperienze personali.
Il rapporto tra Pascoli e D'Annunzio si manifesta anche nel loro diverso trattamento del simbolismo. La poesia pascoliana delle Myricae può essere letta su tre livelli distinti: descrittivo-narrativo, simbolico e fonosimbolico. Quest'ultimo aspetto è particolarmente significativo, con l'uso magistrale di onomatopee, assonanze ed enjambement che creano una musicalità unica nel panorama letterario italiano.