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nodi concettuali maturità 2021/2022

16/9/2022

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LA NATURA E L'IO
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LA GINESTRA: Leopardi utilizza la metafora della ginestra per spiegare la condizione dell'uomo che
tenta di soprav

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LA NATURA E L'IO italiano LA GINESTRA: Leopardi utilizza la metafora della ginestra per spiegare la condizione dell'uomo che tenta di sopravvivere in un ambiente ostile. Dallo Zibaldone, il testo descrive come la ginestra, fiore fragile e delicato, coraggiosamente riesca a ricrescere in territori desolati, come avviene per esempio sulle pendici del Vesuvio, anche se destinato a soccombere continuamente ad ogni eruzione. La fragilità della ginestra diviene simbolo della fragilità della condizione umana sottoposta alla legge crudele della natura che interessata solo a se stessa non bada al destino del genere umano. Per il poeta di fronte alla smisurata potenza della natura l'uomo dovrebbe orgogliosamente prendere atto della sua fragilità e rassegnarsi alla sua condizione, così come fa l'umile pianticella della ginestra, e non credersi invece superbamente padrone del proprio destino e della natura. Si apre con un versetto evangelico per alludere al fatto che gli uomini preferiscono affidarsi a cose false ma consolatorie (le tenebre) piuttosto che a cose vere ma dolorose (la luce). *la luce che per l'evangelista Giovanni è la parola divina, per Leopardi è il lume della ragione che porta alla consapevolezza dell'infelicità dell'uomo sulla terra e della sua solitudine*. La prima strofa (1-51) si apre con la descrizione di un paesaggio desolato, quello del Vesuvio. In questo contesto cresce la...

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Susanna, utente iOS

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ginestra con i suoi fiori profumati. Leopardi ricorda che anche tra le rovine dell'antica Roma è possibile sentire l'odore di questa pianta. Con grande sarcasmo, il poeta invita gli ottimisti (coloro che di solito esaltano la condizione degli uomini) a visitare questo paesaggio desolato per capire come la natura non si cura degli uomini. La quinta strofa (202-236)comincia con una similitudine. Il poeta paragona la distruzione del vulcano con la mela caduta dall'albero che uccide un intero popolo di formiche in un solo istante. In tal modo simboleggia l'assoluto disinteresse della natura nei confronti dello stato umano. Nella sesta strofa(237-296)viene descritta l'eruzione del Vesuvio di notte con particolari cupi proprio per dimostrare che la vita dell'uomo è molto breve mentre la natura è eterna e minacciosa. Settima strofa(297-317), la poesia termina con una strofa finale dedicata alla ginestra. Il fiore viene esaltato perché è capace di sottostare al proprio destino senza alzare il capo. E quindi è capace di diventare superbo, senza supplicare il vulcano di risparmiarla. Gli uomini dovrebbero quindi evitare l'orgoglio e diventare umili ma tenaci come la ginestra per continuare a vivere la loro esistenza in maniera degna. latino NATURALES QUESTIONES: Il rapporto che l'uomo deve avere con la natura, secondo Seneca. Per Seneca la scienza deve condurre l'uomo alla perfezione morale mediante l'osservazione della natura. egli sostiene che ogni branca del sapere deve condurre al Dio, anche la scienza, in particolare l'osservazione del cielo. Questa è l'unica opera di carattere scientifico che ci è giunta: vengono trattati i fenomeni atmosferici e quelli astronomici, dai terremoti alle comete. Nella prefazione del libro delle Naturales questiones Seneca tesse un elogio dello studio della natura o della vita contemplativa. Osservare la natura - dice in sostanza il filosofo - significa esercitare l'intelligenza, significa attingere a una fonte di elevazione e di miglioramento: accostandosi alla grandezza dei fenomeni - Seneca pensa in particolare ai fenomeni celesti e agli astri - si coglie la propria piccolezza e ci si avvicina alla divinità, la ricerca della virtù a cui il saggio si dedica diviene così quasi propedeutica alla conoscenza del divino, in quanto aiuta a liberare l'animo dai mali e lo prepara a entrare in contatto con una sfera superiore. greco IL CICLOPE INNAMORATO: Teocrito mostra come il ciclope interagisce e si integra all'interno della natura. E' un monologo di Polifemo, rappresentato come un un rozzo pastore, innamorato della ninfa Galatea, che cerca di sedurre in tutti i modi seppur consapevole di non essere bello. Per fare un complimento la paragona ad un formaggio, in maniera semplice: è un animo ingenuo, semplice, lontano dalla forma. Polifemo trascura il lavoro di pastore (le pecore infatti tornano da sole dal pascolo) e rimane spesso seduto a guardare il male, triste per questo amore infelice. Tuttavia trova una soluzione: la poesia, con la quale ad esempio loda la bellezza della donna, paragonandola alle IL SENSO DEL TEMPO E DELLA STORIA italiano IL VAGO, L'INDEFINITO E LE RIMEMBRANZE DELLA FANCIULLEZZA: Un autore che ci parla di come il tempo sia in grado di influenzare la vita dell'uomo è Leopardi, (dallo Zibaldone, pag. 22) II poeta afferma che l'uomo durante la sua gioventù è in grado di trarre piacere dal mondo materiale soltanto perché, essendo un fanciullo, ogni piacere tende all'infinito grazie alla sua immaginazione. Tuttavia da adulto questo, rifacendosi al mondo materiale, non riesce mai a trovare quel piacere infinito di cui necessita e rimane sconsolato con un vuoto nell'animo che diviene poi tedio. Le uniche sembianze di piacere che sembra afferrare sono quelle che scaturiscono dalle rimembranze della fanciullezza: ciò che ha procurato al fanciullo gioia nell'infanzia riporta all'adulto un ricordo piacevole di una felicità che non otterrà mai se non con l'immaginazione. greco IL TEMPO INFINITO: il tema del tempo lo ritroviamo anche nella letteratura greca con Leonida, (epitafio di Leonida, pag. 435). Leonida apre questo epitafio definendo il tempo che fu prima dell'uomo e che lo seguirà come infinito. Proprio l'infinità del tempo fa apparire la finitezza della vita umana come qualcosa privo di valore, insignificante e vano; non solo la brevità della vita rende quasi impossibile all'uomo conquistare la felicità, ma questa diventa addirittura più odiosa della morte. Il poeta poi utilizza una metafora descrivendo la vita come una trama da tessere che viene poi spezzata, e ricorda al lettore che l'unico modo di ottenere la felicità per l'uomo è quello di vivere una vita di semplicità, seguendo la natura. latino LO STUDIO DEL PASSATO: il tema del tempo viene trattato anche nella letteratura latina da Seneca, (da il de brevitate vitae). Seneca raffigura nel sapiens il modello positivo di un accorto uso del tempo, inoltre dice che è colpa nostra se non impieghiamo al meglio il tempo che la natura ci ha concesso, che è il bene maggiore di cui disponiamo; assurda è la convinzione di vivere come se fossimo eterni, affidando noi stessi e il nostro tempo alla speranza del domani. Il sapiens è consapevole che la vita fa parte di quelle realtà che gli uomini non possono controllare. Egli non si cura dunque della durata della propria esistenza, perché per lui essa conta solo dal punto di vista qualitativo. Spiega quindi che bisogna vivere bene ogni giorno, come fosse l'ultimo. All'interno del brano troviamo una contrapposizione fra gli affaccendati e gli otiosi (saggi); i primi, gli affaristi, gli individui in carriera, presi da mille affanni e preoccupazioni di ogni tipo, sono incapaci di vivere realmente: Coloro che non hanno mai tempo, perché lo perdono o lo sprecano. Dall'altra parte vi è il sapiens, intimamente libero, perché assegna al proprio tempo il giusto valore. L'unico tempo bene impiegato è quello dedicato alla filosofia, alla dimensione dell'autocoscienza, a se stessi e al proprio perfezionamento interiore. Il saggio non solo è pienamente consapevole del presente e pronto ad affrontare il futuro, ma è anche padrone del passato, del proprio come di quello di chi l'ha preceduto. filosofia LO SVILUPPO DELLA DIALETTICA DI HEGEL: in filosofia Hegel scandisce il suo pensiero in tre momenti diversi. La dialettica è per Hegel la legge logica di comprensione della realtà e la legge ontologica del suo sviluppo. All'interno dell'Enciclopedia distingue tre momenti in cui si delinea il suo pensiero: quello astratto, per cui il pensiero concepisce solo le molteplici determinazioni della realtà attraverso le loro differenze; quello dialettico, in cui viene mostrato come le determinazioni siano unilaterali e necessitino di essere affiancate dalle determinazioni opposte per ottenere valenza; quello speculativo che consiste nel cogliere la realtà attraverso l'unità delle determinazioni e nella scoperta nella molteplicità. La dialettica consiste quindi nella tesi, antitesi e riaffermazione della tesi. CRISI DELLE CERTEZZE italiano UNO, NESSUNO, CENTOMILA: Il pensiero di Pirandello si basa su una concezione relativistica sia dell'uomo che del mondo: la realtà non è data come assoluta, ma priva di valori oggettivi. Questo porta ad una situazione di conflitto e dubbio perenne: perfino inquadrarsi in un'unica forma è impossibile. L'uomo è "Uno, nessuno e centomila". Romanzo pubblicato nel 1926 di Luigi Pirandello. Il protagonista del romanzo è Vitangelo Moscarda. Un giorno sua moglie gli fa notare allo specchio una serie di difetti fisici, dei quali Vitangelo non si è mai accorto: il naso pende leggermente a destra. Questo banale episodio gli provoca una crisi esistenziale, poiché si rende conto che l'immagine che ha di se stesso non corrisponde a come viene visto dagli altri: I paesani lo considerano un usuraio; gli amministratori della sua banca lo ritengono un incapace; sua moglie lo vede come un povero ingenuo. Ogni persona lo vede in modo diverso e il protagonista non riesce a sopportare l'immagine che gli altri hanno di lui. Da quel momento intraprende una serie di iniziative per distruggere le immagini che gli hanno attribuito. Per prima cosa decide di occuparsi direttamente della gestione della banca e dei beni di famiglia. Per liberarsi della pessima reputazione di usuraio, regala un appartamento a un poveraccio che vive in una catapecchia. Poi decide di ritirare il suo capitale dalla banca, cosa che provoca una forte reazione da parte dei familiari e degli amministratori, i quali, cercano di ricoverarlo per infermità mentale. Alla fine, Vitangelo utilizza tutti i suoi beni per la costruzione di un ospizio per poveri, nel quale egli stesso si ritira. Qui finalmente non si sente più ossessionato dal desiderio di una sola identità a tutti i costi contro le centomila che gli altri gli attribuiscono, e si rasserena all'idea di non avere nessuna identità. Vitangelo arriva alla conclusione di essere: uno (cioè l'immagine che lui ha di sé stesso), centomila (come le forme che gli vengono attribuite dagli altri) e, in conclusione, nessuno (perché l'idea che lui ha di sé non coincide con nessuno di quelle che gli altri hanno di lui, e non si sa quale sia giusta). Nel brano Nessun nome, II personaggio di Uno, nessuno e centomila non si limita a confessare di non sapere chi sia, ma afferma di non voler più essere nessuno, di rifiutare totalmente ogni identità individuale. Rifiuta cioè di chiudersi in qualsiasi forma parziale e convenzionale e accetta di sprofondare nel fluire mutevole della <<vita», morendo e rinascendo in ogni attimo, identificandosi con le presenze esterne, senza poter più dire «<io»>. Soluzione: ritrovarsi negli elementi della natura. Per questo arriva a negare anche il proprio nome. arte EDVARD MUNCH: A fine ottocento si sviluppa in ambito artistico la corrente espressionista, i cui esponenti mirano a trasportare dal piano emotivo a quello figurativo il disagio interiore maturato in una società ormai divenuta avversa alla totalità degli uomini. Ciò che caratterizza gli espressionisti è un uso forte del colore, intriso di angoscia e tormento, atto a mostrare l'interiorità turbata e desolata degli artisti. Chi meglio, a mio avviso, trasmette figurativamente tale pensiero è il norvegese Edvard Munch (Loten, 1863 - Oslo, 1944). Egli ricerca le forze nascoste dell'esistenza, le riorganizza, le intensifica allo scopo di definire, il più chiaramente possibile, gli effetti della vita umana nei suoi meccanismi inconsci e nei suoi conflitti con le altre vite. La sua pittura esprime la solitudine e la disumanizzazione della società borghese, l'angoscia e il senso della morte che segnano la condizione dell'uomo contemporaneo. Tale visione pessimistica nasce a seguito di lutti famigliari e problemi esistenziali che lo portano, nel 1893, a dipingere il suo maggior capolavoro, "Il grido". Si può parlare di un urlo che anticipa, già a fine dell'Ottocento, il dramma dell'individuo che si svilupperà nel secolo successivo. Non esiste alcuna mediazione tra mondo dipinto e mondo reale: colori e natura esistono in funzione della percezione interiore, ogni cosa diviene specchio dell'anima. L'artista cerca di descrivere le proprie emozioni in modo da generalizzarle adattandole alla vita interiore di ogni uomo, l'urlo diventa dunque l'emblema del dolore universale. L'opera rappresenta simbolicamente il tormento esistenziale dell'io, l'irrimediabile perdita d'armonia tra l'uomo e il cosmo, la visione del mondo come un'entità estranea all'esistente. La creatura in primo piano sbarra gli occhi, tiene le mani alle orecchie per non udire un urlo che è al contempo suo e del mondo circostante. È l'immagine di un qualsiasi essere LA BELLEZZA italiano FOSCA: Un esempio di bellezza nella letteratura italiana è quello di Fosca, descritta come femme fatale. "Fosca" di Tarchetti è un romanzo stile estremamente crudo. L'autore delinea il personaggio di una femme fatale, dilaniata dalla follia e dalla malattia, e del conturbante amore che la legherà ad un giovane soldato. Protagonista della vicenda è Giorgio, un ufficiale che ben presto fa la conoscenza di Clara. La giovane è una donna sposata che rapisce il cuore di Giorgio grazie alla sua abbagliante avvenenza. I due però sono costretti ben presto a separarsi per via del trasferimento dell'uomo a Parma. Ed è in questa città che Giorgio vive un'esperienza sconvolgente in seguito alla conoscenza di Fosca, cugina del comandante. Fosca - il cui nome è già in contrapposizione con quello di Clara - è una donna scheletrica, malata di isteria, resa deforme e spettrale dal dolore, che si lega morbosamente a Giorgio che invece, disgustato, la rifiuta duramente dichiarando il proprio interesse per un'altra donna. Inspiegabilmente, però, anche Giorgio comincerà a sentire una sorta di irriducibile attrazione per Fosca, attrazione che lo porterà dapprima semplicemente a godere della compagnia della giovane, per poi trascinarlo in una relazione amorosa morbosa e malata che si concluderà con la morte di Fosca. Agli occhi di Giorgio, Fosca era dotata di un fascino inquietante, la passione amorosa, l'istinto sessuale è nato da ciò che è deforme, strano, dalla morte, dalle tenebre. Questa folle relazione non mancherà di avere delle conseguenze per Giorgio il quale, distrutto per l'accaduto, scoprirà di aver contratto la stessa forma di malattia che ha ucciso Fosca, come impronta indelebile del loro amore malato e malsano. latino IN MORTE DI CLEOPATRA: collegandosi sempre alla bellezza di una femme fatale, se ne parla anche nella letteratura latina nell'ode "in morte di Cleopatra", di Orazio. L'ode oraziana, 37, del primo libro delle Odi è certamente un grido di gioia ed un inno alla vittoria contro la regina egiziana: il carme si apre con un invito al brindisi. All'invito alla festa ed a stappare il vino migliore, segue il racconto degli ultimi momenti della regina, Orazio la descrive come una donna in preda al furor, una regina demens, folle, dalla mente allucinata dal vino. Cleopatra è spinta alla resa definitiva: ed è a questo punto che Orazio cambia il suo punto di vista e rivela la sua profonda ammirazione per un personaggio divenuto poi leggendario e proverbiale, la figura della regina che, «desiderando morire eroicamente e non da donna» (vv. 22-23) assorbe nelle sue vene il veleno di un serpente mentre guarda la sua reggia soccombere all'occupazione romana. Cleopatra, da antagonista folle, mostro fatale, diventa un'eroina tragica, lucida nella sua decisione di darsi una morte dignitosa, da vera regina, per non cadere nelle mani del nemico. greco FEDONE: Socrate, nel Fedone di Platone, individua bellezza nella morte, intesa come liberazione. (Pag.44) Il Fedone è il dialogo platonico che descrive la morte di Socrate e le ore che la precedono, la sua è una morte eroica esemplare priva di sofferenza e agitazione che di solito accompagnano questi momenti. All'interno del brano Socrate chiede ai suoi discepoli di avere cura di se stessi qualsiasi cosa facciano poiché questo sarà gradito a lui, se invece non avranno cura di sé non combineranno nulla. Poi Socrate notando Critone chiaramente turbato si rivolge ai suoi discepoli affermando che il vero Socrate è colui che sta davanti a loro in quell'istante, non quello che tra poco sarà cadavere. Quindi non è necessario preoccuparsi di dove verrà seppellito il suo cadavere perché lui non resterà con il suo corpo ma andrà lontano. Spera così che Critone possa sopportare più facilmente il dolore. Successivamente sembra quasi che Socrate abbia fretta di bere la cicuta e morire e in effetti egli afferma che bevendo un po' più tardi il veleno non guadagnerebbe nient'altro che rendersi ridicolo davanti a se stesso, attaccandosi alla vita e mettendosi a risparmiarla proprio quando non ce n'è più. Durante un momento di commozione generale Fedone afferma di aver pianto rendersi conto di quale amico avrebbe perso. Fedone infatti ha avuto la fortuna di presenziare alle ultime ore di vita di Socrate e nei giorni che hanno preceduto la morte del Maestro, i quali sono stati momento di storia IL RISORGIMENTO: II risorgimento come rivendicazione di una continuità di destino dalle lotte comunali contro l' indipendenza nazionale. Il Risorgimento è il periodo storico che va dal 1815 al 1870, cioè da dopo il Congresso di Vienna, fino alla presa di Roma. Il nome deriva dal verbo "risorgere", vale a dire rinascere, tornare vivi e forti: ed è quello che volevano fare gli Italiani, dopo essere stati umiliati e suddivisi in tanti staterelli, quasi tutti obbedienti all'Austria, dopo la caduta di Napoleone ed il Congresso di Vienna. L'unico regno, in Italia, veramente indipendente era il Regno di Sardegna, che guiderà la lotta per l'unificazione dell'Italia. Il movimento patriottico italiano può essere diviso in correnti a seconda delle idee diverse che interessavano il progetto di uno Stato unitario: I democratici: La corrente democratica era favorevole all'ampliamento della base elettorale. Bisogna sottolineare che nessuna delle Costituzioni ottocentesche era a suffragio universale, anzi le donne erano escluse (II 1 febbraio 1945 venne emanato il decreto legislativo n. 23 che conferiva il diritto di voto alle donne italiane che avessero almeno 21 anni) e per la partecipazione della cittadinanza al voto esistevano forti limitazioni. Quasi tutti i democratici erano anche favorevoli ad una forma di stato repubblicana. È il caso di Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari, Giuseppe Garibaldi e Carlo Pisacane. Per i democratici l'unico modo per arrivare all'unità era attraverso moti rivoluzionari. I moderati: Di opinione diversa era invece la corrente moderata, per cui l'unità doveva essere raggiunta attraverso un graduale percorso di riforma. Di questa corrente gli esponenti principali sono Vincenzo Gioberti (che vedeva nel Papa la figura più adatta a guidare il nuovo Stato- neoguelfismo) Cesare Balbo, Massimo D'Azeglio e Camillo Benso conte di Cavour (che ipotizzava una monarchia costituzionale guidata dai Savoia). Quindi gli Italiani hanno iniziato a ribellarsi: sia perché gli Austriaci governavano in maniera assolutistica, cioè concedendo poche libertà, sia perché volevano essere indipendenti e uniti in un unico Stato, senza dover obbedire ad uno straniero (Austria). Gli Italiani hanno cominciato ad organizzarsi in società segrete, come la Carboneria e la Massoneria, ed hanno preso ad organizzare delle rivolte. I primi moti sono stati nel 1820-1821: in Piemonte (che all'epoca apparteneva al Regno di Sardegna), a Milano (che era la capitale del Regno Lombardo-Veneto, quindi sotto l'Austria) e a Napoli e Palermo (che all'epoca appartenevano entrambe al Regno delle Due Sicilie). I patrioti, cioè coloro che combattevano contro lo straniero, sono stati sconfitti e imprigionati o uccisi. Ci sono stati ancora dei moti nel 1830-1831 in altri Stati dell'Italia centro-settentrionale: anche questa volta non hanno avuto fortuna e i patrioti coinvolti sono finiti imprigionati o uccisi. Tra le persone che si sono date molto da fare per organizzare la lotta per l'indipendenza dall'Austria ricordiamo Giuseppe Mazzini, egli ha organizzato un'associazione patriottica chiamata la Giovane Italia e per primo si è accorto che per sconfiggere lo straniero era necessario uscire dalla segretezza e coinvolgere nella lotta il popolo: Poi è successo che uno Stato ben preciso, l'unico che in Italia era rimasto davvero libero e indipendente dall'Austria, ha deciso di farsi carico lui di organizzare la lotta contro lo straniero. Così, nel mentre, magari ci ricavava prestigio, potere e qualche territorio. Era il Regno di Sardegna. La famiglia a capo del regno erano i Savoia. Iniziarono allora delle vere e proprie Guerre di Indipendenza. Nella prima (1848-1849) il Regno di Sardegna riuscì a vincere inizialmente qualche battaglia, ma alla fine abbiamo perso e non abbiamo ottenuto niente. Tanto che il re del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, scoraggiato, si fece da parte e cedette il comando del regno al figlio, Vittorio Emanuele II. Nella seconda guerra di indipendenza (1859) andò meglio: il regno di Sardegna sconfisse gli Austriaci e conquistò la Lombardia. Anche l'Emilia-Romagna e la Toscana, poco dopo: queste regioni qui senza combattere, ma con la diplomazia, cioè trovando un accordo. Nel frattempo, era subentrato un Primo Ministro del regno di Sardegna: Camillo Benso conte di Cavour. Egli aveva capito che da solo, il regno di Sardegna non poteva farcela e ha cercato l'aiuto di una potenza Europea a cui nemmeno a lei l'Austria stava troppo simpatica: vale a dire la Francia, che spalleggiò la Sardegna nella Seconda Guerra d'indipendenza e il suo contributo fu decisivo per la vittoria. A seguito delle vittorie. Anche in Sicilia l'aspirazione a separarsi dal regno borbonico (Napoli) sfociò nella rivolta di Palermo (1860) che però venne soffocata. Nel frattempo la notizia raggiunse Garibaldi, che decise di intervenire, dando così origine alla spedizione dei Mille. Partito da Genova, e arrivato umano, senza sesso, senza razza, senza età, ridotto ai minimi termini, tanto che il corpo stesso perde forma, ondeggia. Ciò che si vuole sottolineare è la perdita d'equilibrio: le linee ondeggiano e sembrano essere risucchiate da un vortice; il ponte scivola verso l'osservatore, coinvolgendolo. L'uomo è atterrito, angosciato, annichilito. Non ha volto, non ha identità, non ha sguardo: ciò che resta è l'urlo, unico atto di resistenza in un mondo vuoto, privo ormai di alcun senso, privo di certezze, di riferimenti metafisici, Dio muore, e con lui tutti i riferimenti illusori sui quali si era fondata la società dell'Ottocento. filosofia LA MORTE DI DIO: La società del 1800 vede crollare in filosofia la figura di Dio, personificazione delle certezze dell'umanità. Per Nietzsche Dio è il simbolo di ogni prospettiva anti - mondana, anti-vitale, perché pone il senso dell'essere al di là o fuori l' essere, e perché contrappone questo mondo ad un altro mondo ritenuto l' unico perfetto e vero. Dio è la personificazione di tutte le certezze ultime dell'umanità, cioè quelle certezze metafisiche necessarie per dare senso e ordine rassicurante alla vita. Queste certezze sono per Nietzsche costruzioni della nostra mente atte a sopportare meglio la durezza dell' esistenza. In altre parole, di fronte ad una realtà che risulta essere contraddittoria, caotica, disarmonica, crudele e non provvidenziale, l' uomo ha sentito il bisogno di convincere sé stesso che il mondo è qualcosa di razionale, armonico, buono e provvidenziale. Da qui sono proliferate le metafisiche, le religioni, tutte tese a esercitare esorcismi protettivi nei confronti di un universo che danza sui piedi del caso. Visto attraverso questo punto di vista, Dio appare come la più antica delle bugie vitali, escogitate per fare fronte al caos dell' esistenza. Nietzsche crede così fortemente in un mondo sdivinizzato che ritiene superflua ogni dimostrazione della non - esistenza di Dio condotta con i metodi della filosofia tradizionale. Per Nietzsche, così come per Schopenhauer, è la stessa realtà caotica e non provvidenziale a confutare l'idea di Dio. La morte di Dio viene annunciata, ne La gaia scienza, da un folle che spinge gli uomini a creare il superuomo, per colmare il vuoto causato dall'umanità. Sono stati gli uomini ad uccidere Dio, ovvero a sopprimere le certezze assolute che li avevano allontanati dalle insicurezze del periodo moderno. (Il superuomo è colui che sa affrontare il trauma della perdita delle certezze assolute e delle menzogne attraverso cui l'umanità ha cercato di rispondere al caos del mondo). storia PRIMA GUERRA MONDIALE: La prima guerra mondiale mette in crisi la centralità della cultura europea: le tensioni tra gli stati europei esplodono contro ogni logica in una guerra devastante, la rivoluzione russa allontana la Russia dall'Europa e, intanto, si afferma una nuova potenza mondiale: gli Stati Uniti. Sui campi di battaglia l'uomo uccide l'altro uomo, perché l'altro è diventato un nemico da distruggere. 28 giugno 1914, l'europa era divisa in due alleanze contrapposte: TRIPLICE INTESA (francia, regno unito e russia); TRIPLICE ALLEANZA (germania, italia, impero austro-ungarico). L'attentatore serbo bosniaco Gavrilo Princip assassinò l'erede al trono dell'impero austro-ungarico: Francesco Ferdinando. Tale evento mise in moto una serie di reazioni a catena che portarono allo scoppio della prima guerra mondiale. Perciò l'impero austro-ungarico accusò la Serbia di aver organizzato l'attentato e impose a questa condizioni pesantissime che il principe serbo non accetto e si rivolse allo zar russo, nicola II, chiedendo di aiutarlo in caso di guerra contro l'austria. La Serbia accettò solo parzialmente le richieste dell'Austria e così scoppiò la guerra il 28 luglio 1914. Infatti nello stesso anno, si mise in atto una reazione a catena che coinvolse la Germania (alleata con l'Austria) e il Regno Unito e la Francia che facevano parte della triplice intesa. L'italia non entra in guerra affermando che l'alleanza con Germania e Austria era solo a scopo difensivo l'Austria in questo caso si era posta in una condizione di attacco nei confronti della Serbia. Alle maggiori nazioni europee si aggiungono presto altri Paesi del mondo: il Giappone si allea con la Triplice Intesa, la Turchia con l'Austria e la Germania. La prima parte della guerra è di "movimento", perché gli eserciti avanzano velocemente. I Tedeschi, sicuri della loro forza militare, progettano di vincere in poco tempo combattendo su due fronti: a Ovest contro la Francia, a Est contro la Russia. Su tutti e due i fronti nessuno riesce a vincere in modo definitivo, per- ciò finisce la guerra di cose che per lui sono belle (quelle del mondo pastorale quali capre, formaggio, uva), dicendo che appena l'ha vista si é innamorato e che lei tuttavia lo rifiuta. Per giustificare l'amore non corrisposto si descrive brutto, ma poi si definisce ricco e dice di saper cantare. Dice inoltre di voler diventare un pesce per poterla raggiungerla, vuole imparare a nuotare per capire come mai per lei é importante il mare, e di volerle portare rose. È tenero e dice che il suo sogno è quello di portare con lei le pecore al pascolo. La parte finale vede il Ciclope che si rivolge a sé stesso e cerca di consolarsi, dicendo che tuttavia ci sono molte altre ragazze che lo vorrebbero e dice che in fondo anche lui conta qualcosa. Alla fine ribadisce di sentirsi consolato dal canto. simile fisicamente a quello dell'Odissea ma tuttavia dotato di un cuore tenero e capace di amare, del tutto positivo. Il ciclope viene tratteggiato come se non conoscesse nulla dell'amore e quindi ricorre ad immagini proprie della sua cultura (quelle agresti, come il formaggio). filosofia SHELLING: la natura come anima del mondo, che si manifesta in magnetismo, chimismo ed elettricità. Schelling avvia un rifiuto del meccanicismo e del finalismo tradizionali e contrappone a questi due modelli l'organicismo finalistico e immanentistico secondo cui la natura è un organismo che organizza se stesso e che ha uno spirito inconscio immanente a sé, denominato da Schelling "anima del mondo". Questa natura si può polarizzare in due principi di base: l'attrazione e la repulsione. Infatti dal momento che ogni prodotto naturale ha origine da un'azione e una reazione, la natura agisce attraverso la lotta di forze opposte. Se queste forze si considerano già date nei corpi la loro azione è condizionata dalla quantità o dalla qualità dei corpi stessi, agendo meccanicamente o chimicamente. Se invece la lotta tra le due forze si considera come riferimento al prodotto possiamo supporre che le forze siano in equilibrio e che l'equilibrio venga rotto e ristabilito, avendo un fenomeno chimico, o che l'equilibrio non venga ristabilito, ottenendo la vita. Secondo Schelling la polarità della natura si manifesta attraverso: il magnetismo, la coesione per cui le parti dell'universo gravitano le une verso le altre; l'elettricità, la polarità che permette l'opposizione di forze contrarie; il chimismo, la metamorfosi dei corpi. A queste tre forze corrispondono nel mondo organico la sensibilità, l'irritabilità e la riproduzione. scienze MAGNETISMO TERRESTRE: In ambito scientifico abbiamo studiato che la terra è dotata di un proprio campo magnetico chiamato principale o geomagnetico, di tipo dipolare, che unito ad altri campi magnetici superficiali forma il campo complessivo. Per questo i poli si distinguono in magnetici (i punti del dipolo che si intersecano con la superficie terrestre) e magnetici (i punti in cui l'ago magnetico della bussola è perpendicolare alla superficie terrestre). Il campo geomagnetico si estende nella magnetosfera (una zona nello spazio interplanetario) e ha interazioni con le particelle ionizzate del sole, causa delle quali le linee di forza sono chiuse e complesse nel lato rivolto al sole mentre nel lato opposto danno origine alla coda magnetica della terra. Il campo non è costante nello spazio nel tempo e col tempo si sono registrate numerose inversioni di polarità. Le rocce infatti mantengono tracce della variazioni nel tempo grazie ai minerali ferromagnetici che hanno cristalli orientati lungo le linee di forza del campo presente alla loro formazione; conservano quindi la magnetizzazione primaria, che potrebbe essere modificata producendo una magnetizzazione secondaria. Grazie all'alternarsi dei croni (periodi che vanno dai 100.000 anni a un milione di anni) siamo stati in grado di stabilire una scala temporale delle polarità magnetiche: la scala magnetostratografica. fisica LA CORRENTE ELETTRICA: Una corrente elettrica è un movimento ordinato di particelle dorate di carica elettrica. Nei conduttori metallici le particelle che si spostano sono gli elettroni che hanno carica negativa. Il moto ordinato di carica è dovuto al fatto che le cariche minimizzano la loro energia potenziale spostandosi dal punto a potenziale maggiore al a potenziale minore. Nei primi anni del 19° secolo come verso convenzionale della corrente si definì il verso di spostamento di una carica positiva, cioè il verso del campo elettrico (il verso della corrente è opposto dal moto degli elettroni che riflessione in cui ha spiegato che solo l'anima purificata dal corpo e dai sensi ingannevoli può ambire alla verità. Ecco allora spiegate la serenità e la gioia con cui Socrate si accinge alla morte. Il vero filosofo non deve rattristarsi di morire, perché sa che l'uomo è la sua anima e il corpo lo strumento di cui essa si avvale. Per questo la morte non lo colse affatto impreparato. Socrate, prima di morire, vuole dimostrare razionalmente il perché di tanta sicurezza e lo fa attraverso tre prove dell'immortalità dell'anima: la prova dei contrari - se dalla vita viene la morte, dalla morte deve venire la vita, nel senso che l'anima rivive dopo la morte del corpo -; la prova della reminiscenza - se la conoscenza umana è reminiscenza di verità già conosciute è necessario che l'anima sia stata prima corpo; infine la prova della partecipazione: l'anima, in quanto soffio vitale, è vita e partecipa all'idea di vita, pertanto non può accogliere in sé l'idea della morte. Anche la sua è una morte eroica, esemplare, senza la sofferenza e l'agitazione. filosofia L'ESTETICA KANTIANA: A parlare di bellezza inoltre è proprio Kant. Dopo aver ammesso che è bello ciò che piace nel giudizio estetico, Kant si propone di chiarire la natura specifica di tale giudizio e offre ben 4 definizioni della bellezza: bellezza secondo la qualità, in cui il bello è l'oggetto di un piacere senza alcun interesse; bellezza secondo la quantità in cui il bello è ciò che piace universalmente senza concetto; bellezza secondo la relazione in cui il bello è la forma della finalità di un oggetto; bellezza secondo la modalità in cui il bello è ciò che è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario. L'educazione da bellezza per Kant non può risiedere in un manuale tecnico sull'argomento ma soltanto nella ripetuta contemplazione delle cose belle. La pretesa di un giudizio estetico dalla validità universale fa scaturire il problema della deduzione dei giudizi estetici puri. In particolare il giudizio estetico nasce da un rapporto spontaneo dell'immaginazione con l'intelletto in virtù del quale l'immagine appare rispondente alle esigenze intellettuali generando un senso di armonia, poiché questo meccanismo risulta identico in tutti gli uomini, si spiegano l'universalità del giudizio estetico e la presenza di un senso comune del gusto. Al contrario del bello, che nasce dall'equilibrio dell'immaginazione e dell'intelletto e ci procura calma e serenità, il sublime nasce dalla rappresentazione dell'informe e si nutre del contrasto fra immaginazione sensibile e ragione, provocando fremito e commozione. Si chiama sublime dunque un oggetto alla cui rappresentazione la nostra natura fisica sente i propri limiti nello stesso momento in cui la nostra natura ragionevole sente la propria indipendenza da ogni limite. storia IL VALORE ESTETICO DELLA PROPAGANDA FASCISTA: Parlando sempre della concezione di bellezza citerei una frase di Degas, artista del postimpressionismo, capace di riassumere la maniera su cui si basava il valore estetico della propaganda fascista nel ventennio guidato da Benito Mussolini; "L'arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri". Il Duce basò la propria propaganda sul "far vedere", appunto, ciò che il popolo italiano in realtà si aspettava con la fine della Prima Guerra Mondiale, quindi una figura che fosse in grado di guidare l'Italia e gli italiani nuovamente in alto, un condottiero. Mussolini, per diffondere il proprio messaggio usufruì ogni mezzo di comunicazione, dal cinema alla letteratura, alla radio e infine l'arte. Infatti durante i primi anni del Fascismo, il Duce iniziò a dare importanza al cinema come mezzo di comunicazione di massa dichiarando pubblicamente di ritenerlo "l'arma più forte dello stato". Il primo film di propaganda fascista, è "Il grido dell'aquila" (1923), dedicato all'argomento della Marcia su Roma. Nel film la figura del Duce veniva esaltata associandola alla figura di Garibaldi ed alle sue imprese che più volte vengono citate nella pellicola. Nel 1924 venne costituita L'Unione Cinematografica Educativa, conosciuta col nome di Istituto Luce, di cui i vari Ministeri si servivano per la realizzazione di cinegiornali e documentari con finalità educative e propagandistiche. Nel 1934 venne istituito il Sottosegretariato di Stato per la Stampa e la Propaganda, infine rinominato Ministero della cultura popolare nel 1937. La funzione principale del ministero consisteva nel controllo delle pubblicazioni e la censura dei documenti considerati pericolosi per il regime, ma operava anche nel settore cinematografico, promuovendo la produzione di film propagandistici. Inoltre Mussolini impose una vanno dal potenziale elettrico minore a quello maggiore). La corrente elettrica può essere continua o variabile. È continua quando scorre sempre nello stesso verso ed ha intensità costante; nei circuiti in corrente continua valgono le leggi di Kirchhoff che esprimono la conservazione della carica (Legge dei nodi) e dell'energia (Legge delle maglie) e occorre un generatore elettrico per mantenere costante la differenza di potenziale. La potenza erogata viene successivamente assorbita dai resistori provocando l'effetto joule, ovvero il riscaldamento di un conduttore quando è attraversato da corrente elettrica. La corrente è variabile in un Circuito RC che contiene almeno una resistenza e un condensatore che si carica e scarica gradualmente. La sua intensità dipende dalla Resistenza elettrica che nei conduttori metallici è costante al variare della differenza di potenziale (prima legge di Ohm) e che dipende dal tipo di materiale e dimensione del conduttore (seconda legge di Ohm) con p resistività del conduttore. Si chiama resistore ogni elemento di un circuito (nodo, ramo e maglia) che ubbidisca alla prima legge di Ohm. L'intensità di corrente: l'intensità i della corrente elettrica è la quantità di carica Aq che attraversa in un intervallo di tempo At una sezione trasversale del conduttore. La sua unità di misura è l'ampere (A). Resistività: è una caratteristica del conduttore che dipende dal materiale di cui è fatto, varia con la temperatura e la sua unità di misura è Q.m. storia RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: il dominio dell'uomo sulla natura. Nell'Ottocento la rivoluzione industriale, che nel Settecento aveva interessato solo l'Inghilterra, si estese anche al resto d'Europa. Il processo di industrializzazione non riguardò però tutte le nazioni d'Europa e non ebbe un andamento omogeneo: fu più marcato in Belgio, in Francia e in Germania, mentre non coinvolse, se non in minima parte, la Russia, l'Austria, la Spagna e l'Italia. L'industrializzazione determinò la crescita dei centri urbani, a favorirla fu lo sviluppo di nuovi macchinari che costringevano al lavoro ogni membro della famiglia, persino i bambini, con un salario bassa e un alto costo della vita. A sostegno dell'espansione industriale si affermò poi la teoria economica del liberalismo, secondo cui era necessario eliminare qualsiasi forma di protezionismo (imposizione di dazi sui prodotti importati) per consentire il libero spostamento delle merci e tenere bassi i prezzi. arte LA GARE DI SAINT LAZARE: (Manifestazioni del dominio dell'uomo sulla natura anche in arte.) Le radici della rivoluzione industriale le troviamo in Inghilterra nel periodo in cui per diventare una potenza marittima dovette costruire navi che attraversassero l'oceano, produrre stoffe e merci finite, sopperire ai bisogni delle città in rapido sviluppo. È il periodo dei grandi mutamenti tecnici che cominciavano a cambiare l'economia, costruzione di canali e strade, invenzione della macchina a vapore. A tale proposito il pittore francese, Claude Monet dipinge La stazione di saint lazare, questo è il nome di quattro dipinti a olio su tela, realizzati nel 1877 ritraenti l'omonima stazione ferroviaria parigina e conservati in numerosi musei in Europa e America. La modernità delle strutture metalliche della stazione e il vapore emesso delle locomotive sono i soggetti principali del dipinto. Claude Monet non era interessato solamente alla locomotiva, ma a tutto il paesaggio urbano. Realizza infatti una visione complessiva della stazione, di fatto costituita da una semplice tettoia. Si intravedono infatti i palazzi. La tettoia in particolare è fatta di ferro e vetro, difatti la grande finestra presente sulla stessa riflette la luce sulla pavimentazione. É quindi un edificio moderno. Più precisamente Monet rappresentò l'arrivo della locomotiva, che però si intravede soltanto, con il suo fumo azzurro. Monet era in grado di cogliere l'ambiente con questa precisione perché era amico del capo stazione, chiedeva quindi lui nel momento in cui arrivava il treno, di farlo tornare indietro e poi nuovamente avanti per cogliere al meglio la scena. Realizzò circa sei versioni di questa stazione. Ad esempio in un'altra, si vedono meglio i treni in arrivo, ma non si elimina comunque il rapporto con l'ambientazione circostante. fino in Sicilia, ha cominciato a combattere contro i Borboni per riconquistare i territori del Sud Italia. Liberò a Sicilia, Calabria, Puglia, Napoli e stava venendo ancora più su, ma quel punto il re del regno di Sardegna, Vittorio Emanuele II, gli è andato incontro per fermarlo (su consiglio di Cavour). Garibaldi, quindi, Gli affida tutte le terre da lui conquistate e Vittorio Emanuele II si proclama re del Regno d'Italia. È il 17 marzo del 1861. (formato dal Regno di Sardegna, la Lombardia, la Toscana, l'Emilia, le Marche, l'Umbria e tutta l'Italia meridionale, ma mancano Veneto, Trentino e Friuli). arte GUSTAVE EIFFEL: (L'arte dell'800 ad oggi) Nel frattempo, sempre nell'ottocento, in Europa si afferma la rivoluzione industriale (1870-1914). Il processo di industrializzazione non riguardò però tutte le nazioni d'Europa e non ebbe un andamento omogeneo: fu più marcato in Belgio, in Francia e in Germania, mentre non coinvolse, se non in minima parte, la Russia, l'Austria, la Spagna e l'Italia. L'industrializzazione determinò la crescita dei centri urbani, a favorirla furono lo sviluppo di nuovi macchinari che costringevano al lavoro ogni membro della famiglia, persino i bambini, con un salario basso e un alto costo della vita. Inoltre furono scoperti nuovi materiali nell'architettura e nell'ingegneria: vetro, cemento per il calcestruzzo armato, le ghise e l'acciaio impiegati per produrre travi di ferro, con quest'ultimo venne costruita la Torre Eiffel, tra il 1887 e il 1889 da Gustave Eiffel, in occasione dell'Esposizione Universale. La struttura raggiunge i 324 metri di altezza ed è divenuto il monumento più famoso di Parigi, conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città stessa e della Francia. Inoltre la sua costruzione era legata all'idea di commemorare l'indipendenza francese, ad un secolo dalla rivoluzione francese. La sua collocazione in città, fu vista negativamente da quasi tutti i parigini, perché considerata inadatta alla città. Fu contestata anche dall'elitè artistica e culturale del tempo, per la sua costituzione nel materiale di ferro, poco adatto ad una città raffinata e classica come Parigi. L'idea era quella di distruggere la torre alla fine dell'esposizione universale. Nel 1909 rischio seriamente la demolizione, ma venne salvata perché rappresentava un'ottima piattaforma per posizionare le antenne delle varie radio. La struttura della Torre Eiffel è divisa in tre parti, accessibili al pubblico. Per arrivare in cima, è possibile accedere grazie alle scale, o con l'ascensore. Le prime due basi, partendo dal basso, sono quelle più imponenti. Man mano che si sale fino alla cima la larghezza diminuisce. Seppur destinata ad essere demolita, la torre Eiffel fin dall'inizio fu molto utile grazie alla sua altitudine, punto principale usato come trasmettitore della città, sul quale furono posizionate numerose antenne. fisica ISOLANTI E CONDUTTORI: Riguardante i materiali edilizi scoperti durante la seconda rivoluzione industriale alcuni sono isolanti e conduttori. I materiali conduttori, come i metalli, e quelli isolanti (o dielettrici), come plastica e vetro, hanno un comportamento elettrico diverso. Ad esempio, solo nei conduttori si può avere un'elettrizzazione per contatto, mettendo a contatto un conduttore carico con un conduttore neutro cosicché la carica del primo si trasmette in parte nel secondo che quindi si elettrizza con una carica dello stesso segno. Inoltre un eccesso di carica elettrica di un dato segno, se prodotto in un punto della superficie di un corpo conduttore, si espande su tutta la superficie. Al contrario, in un isolante l'elettrizzazione rimane localizzata nel punto in cui è stata prodotta. Il comportamento diverso di isolanti e conduttori si spiega con una diversa mobilità delle cariche elettriche: negli isolanti tutti gli elettroni sono fortemente legati ai nuclei degli atomi, mentre nei conduttori alcuni elettroni hanno una certa libertà di movimento. Gli elettroni mobili di un conduttore, chiamati elettroni di conduzione, se soggetti a una forza elettrica, si spostano con facilità da un atomo all'altro attraverso l'intero conduttore. Grazie a questa proprietà, vicino a un corpo elettrizzato un conduttore assume: una carica di segno opposto a quella del corpo elettrizzato nella parte più vicina a esso; una carica dello stesso segno nella parte più lontana dal corpo elettrizzato. Polarizzazione dei dielettrici: in presenza di un corpo elettrizzato le cariche interne agli atomi e alle molecole di un dielettrico tendono a distribuirsi, in modo che regioni opposte del mezzo acquistino polarità opposte. Si ha la polarizzazione per deformazione quando, vicino a un materiale dielettrico, si trova un corpo carico i suoi atomi si deformano in un dipolo elettrico. Si ha una polarizzazione per orientamento: serie di regole ufficiali a cui l'arte doveva uniformarsi per diventare oggetto di propaganda e richiamare quella "romanità" a cui il regime si rifaceva. Lo stato fascista istituì mostre, contributi finanziari, ed enti mirati alla conservazione delle creazioni artistiche, ed emanò leggi per regolamentare il sistema espositivo, e assicurarsi il controllo della gestione dell'arte del territorio. L'arte ufficiale del fascismo conciliava antico e moderno, e risentiva gli influssi dell'arte classica, del modernismo, e di avanguardie come il futurismo, e il razionalismo, che divenne il punto di riferimento dell'architettura del periodo. Oltre al razionalismo, l'architettura approvata dal governo seguiva i dettami del movimento Novecento, e del monumentalismo. Benché tali indirizzi presentassero evidenti differenze stilistiche, essi erano tutti accomunati dal bisogno di trasmettere un senso di essenzialità, efficienza, e imponenza alle masse. arte RAZIONALISMO: La bellezza nell'architettura razionalista, avanguardia, che influenza l'arte fascista. Architetto di maggiore rilievo fu Le Corbusier, urbanista, architetto e teorico francese, è il padre del razionalismo ed è considerato tra i fondatori dell'architettura contemporanea. Ha progettato rivoluzionarie residenze private, diventate un modello per l'architettura, ed edifici pubblici in tutto il mondo. Secondo lui tre aspetti fondamentali nell'architettura erano:l'utilizzo del cemento armato (tecnica invisa ai sostenitori dell'architettura tradizionale. Solo con un'anima di ferro è infatti possibile immaginare e realizzare una struttura che sia allo stesso tempo solida e leggera, ariosa ma stabile), l'utilizzo di uno schema modulare (partendo da un modulo prestabilito ogni elemento dell'edificio dovrà essere un multiplo o un sottomultiplo del modulo stesso. Solo così potrà mantenere un aspetto armonico pur con infinita varietà di combinazioni, con variazioni tra i piani, tra le facciate, tra gli elementi aggettanti e rientranti), razionalità e semplicità (le forme della natura non hanno bisogno di essere contemplate nell'architettura perché l'architettura stessa non le opprime, non le nasconde, anzi, le rispetta e le esalta con i suoi vuoti e le sue trasparenze). Tra il 1928 e il 1931 Le Corbusier realizza l'opera che costituisce il compendio delle idee: La Villa Savoye. Si tratta della residenza di campagna del ricco finanziere Pierre Savoye, la casa fuori città, immersa nel verde, dove trascorrere con la famiglia le ore di libertà. La casa si posa sul prato, vicino al bosco, con leggerezza, delicatezza e rispetto. I pilotis sollevano da terra il corpo centrale, lo elevano sulla linea dell'orizzonte. Le quattro facciate bianche, o meglio l'unica facciata scandita sui quattro lati, è attraversata dalla fascia continua di vetro. La natura non subisce violenze, non subisce interruzioni. Alberi, foglie, cielo, luce entrano nella casa, quasi la completano. La natura vive anche all'interno, nel giardino sospeso al livello delle camere. La copertura è un solarium, coronato da pareti-separé (unica concessione alla linea curva) che hanno lo scopo di generare zone d'ombra e all'occorrenza di riparare dal vento, incanalandolo senza bloccarlo) scienze AURORE POLARI: Una forma di bellezza naturale risiede nel fenomeno delle aurore polari in relazione con il campo magnetico. Il campo magnetico terrestre ha una conformazione simile a quella di una calamita orientata tra il polo sud e il polo nord. Tale forma viene definita scientificamente "dipolo". Nel caso della Terra però tale forma viene distorta dall'interazione con le particelle cariche del vento solare, materiale che origina da alcune regioni del Sole e viene spinto fino a grandi distanze, ben oltre l'orbita della Terra. Possiamo immaginare quindi che la magnetosfera terrestre abbia una sorta di rigonfiamento e una coda in direzione opposta a quella del Sole, e queste sono variabili nel tempo in base all'intensità del vento solare. La formazione delle aurore avviene nel momento in cui vi è del materiale proveniente dal Sole che viene catturato dalla magnetosfera terrestre: elettroni e ioni tendono allora a cadere verso i poli della Terra seguendo le linee del campo magnetico; durante la caduta tali particelle collidono con il gas dell'atmosfera terrestre, lo riscaldano e lo ionizzano, dando luogo all'emissione di radiazione. Le aurore sono una manifestazione di questo fenomeno, dove i vari colori visibili sono dovuti ai diversi elementi dell'atmosfera eccitati dall'impatto con le particelle provenienti dal Sole. La magnetosfera terrestre è fondamentale per l'esistenza di vita sulla Terra, perché - a parte il fenomeno appena descritto - essa agisce proprio da barriera alla movimento e comincia quella di "posizione". Gli eserciti combattono spostandosi poco e i soldati sono costretti a stare nelle trincee. In Italia cresce il contrasto tra gli interventisti, che chiedono di intervenire nella guerra con le nazioni dell'Intesa e i neutralisti, che chiedono di rimanere neutrali. Interventisti sono i nazionalisti e coloro che vogliono completare l'unità d'Italia con la conquista di Trento e Trieste. Neutralisti sono i cattolici per motivi religiosi e i socialisti, perché pensano che la guerra peggiori la vita dei poveri. Nel 1915 l'Italia, dopo aver firmato un'alleanza con l'Intesa, dichiara guerra all'Austria. Il 1917 è un anno molto difficile in tutti i paesi sia per i soldati, che per la popolazione civile. In Russia, dove c'è una situazione di grande povertà, nel 1917 comincia la rivoluzione contro lo zar. Il nuovo governo firma la pace con la Germania. Nello stesso anno gli Stati Uniti entrano in guerra a fianco delle nazioni dell'Intesa, perché temono una possibile vittoria della Germania. Nel 1918 i soldati americani sbarcano in Francia, per unirsi agli alleati. Dopo anni di combattimenti le nazioni dell'Intesa, con l'aiuto economico e militare degli Stati Uniti, riescono a vincere la guerra. È chiamata Prima guerra mondiale, perché per la prima volta vi partecipano paesi di tutto il mondo. Causa milioni di morti e feriti, anche tra la popolazione civile. In questo periodo i paesi industrializzati utilizzano la scienza per inventare armi più potenti e le fabbriche per costruirle velocemente. Un'altra novità rispetto al passato è il grande uso della propaganda fatto dai governi. Giornali e manifesti spingono all'odio contro il nemico, per convincere la gente che è un dovere combattere per la patria. Mentre gli uomini sono al fronte, molte donne lavorano al loro posto nei campi o nelle fabbriche. Dopo questa esperienza le donne cominceranno a chiedere una maggiore uguaglianza con gli uomini. Alla fine della guerra la situazione del mondo cambia, perché gli Stati Uniti diventano la maggiore potenza, mentre l'Europa vive un periodo molto difficile. I paesi europei, anche quelli vincitori, devono pagare i debiti fatti per le spese militari e sono colpiti da una grave crisi economica. L'agricoltura dà raccolti insufficienti, perché un gran numero di contadini è andato a combattere e per anni non ha potuto coltivare i campi. Molte industrie sono costrette a chiudere, perché prima fabbricavano materiale per la guerra e ora non hanno i soldi necessari per cambiare la produzione. La crisi economica causa un aumento dei prezzi e una forte disoccupazione, che colpisce soprattutto quelli che hanno combattuto. latino BELLUM CIVILE: È il racconto del tracollo e dell'inarrestabile decadenza di Roma, la denuncia del decadimento dei valori e della legalità, la descrizione di una guerra criminosa e scellerata che, armava i fratelli contro i fratelli. Il bellum civile o Pharsalia, di Lucano, è un poema epico-storico che narra la guerra tra Cesare e Pompeo e il crollo della Repubblica. L'argomento trattato è la guerra civile tra Cesare e Pompeo, culminata nella battaglia di Farsalo,da cui il secondo titolo. Composto da dieci libri, ma probabilmente il progetto originario ne prevedeva dodici, stesso numero dei libri dell'Eneide. Pur appartenendo al genere tipicamente romano del poema "epico-storico", come gli Annales di Ennio, vi sono due differenze fondamentali: la prima è la assenza di riferimenti mitologici, dei ed eroi, sostituiti dalla presenza di magie, profezie e visioni; l'altra differenza è l'assenza dello scopo celebrativo e la presenza della narrazione del declino di Roma dovuto al passaggio dalla Repubblica all'Impero. Come da tradizione, i primi versi del PROEMIO epico (1,vv.1-7) contengono la propositio, ossia l'esposizione della materia: Nella tradizione romana, infatti, il poema epico serviva a celebrare lo stato. Virgilio, con l'Eneide, aveva celebrato la grandezza del principato di Augusto. Lucano, invece, critica aspramente le guerre civili, perché esse sconvolgono i valori tradizionali e aprono un'epoca di ingiustizia. Il poema si apre con un elogio di Nerone a cui segue l'esposizione delle cause della guerra, che viene vista come empia. Lucano subito nel primo verso afferma di cantare guerre più atroci di quelle civili (a causa del legame di parentela tra Pompeo e Cesare), e fa riferimento alla Tessaglia che è la regione della Grecia nella quale è avvenuta la battaglia di Farsalo. Subito viene posto l'accento sulla tragicità della lotta tra consanguinei e si fa riferimento alla rottura del primo triumvirato che univa Cesare, Pompeo e Crasso. Causa della guerra: Alla morte di Silla il Senato affidò il comando a Gneo Pompeo, Marco Licinio Crasso e Giulio Cesare. I tre nel 60 a.C. strinsero un patto, il primo triumvirato, con il quale si impegnavano a governare di comune accordo. Temendo che Cesare potesse prendere il potere, Pompeo, dopo la morte di Crasso nel 53 a.C., si quando un dielettrico risente della forza elettrica esercitata da un corpo carico, i dipoli tendono ad allinearsi l'uno con l'altro. matematica MODELLI MATEMATICI: come si registrano nel tempo i cambiamenti nello sviluppo urbano attraverso i modelli matematici. Fonte: www.ticinoricerca.ch/progettomese.htm Il prof. Sergio Albeverio dell'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana (USI) ha sviluppato un modello matematico per trasformare i complicati processi di crescita e di evoluzione del territorio urbano in algoritmi. Il progetto, denominato ACME (Automi Cellulari e Master Equation), è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) e dall'USI. Il processo di crescita urbana è un meccanismo poco prevedibile, non lineare e che spesso sfugge ai tentativi di pianificazione degli esperti. I parametri che influenzano la crescita di una città sono innumerevoli e coinvolgono i più disparati ambiti, alcuni fattori che modellano lo spazio urbano sono noti: le vie di comunicazione influenzano la posizione e lo sviluppo di insediamenti industriali che a loro volta determinano lo spostamento di persone e il posizionamento di nuove abitazioni per i lavoratori. Nel tempo, si osserva l'edificazione e la trasformazione di interi quartieri con il conseguente movimento di attività e persone. La convinzione di poter controllare e dirigere il sistema urbano attraverso l'applicazione di pochi principi razionali si è rivelato in molti casi fallimentare. "Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure" - scriveva Italo Calvino - e come i sogni anche lo sviluppo urbano può scappare al controllo di coloro che desiderano pianificarne contenuti e sviluppi. Le applicazioni possibili del progetto ACME sono molteplici: i pianificatori potrebbero utilizzare il modello matematico per prevedere l'andamento di crescita e anticipare le tendenze di sviluppo a medio termine, la modellizzazione potrebbe essere applicata per conoscere preventivamente le possibili ripercussioni di certi interventi infrastrutturali. Gli algoritmi permettono di proiettare nel tempo gli interventi di pianificazione e quindi di osservare se ottengono o meno gli effetti desiderati. Lo strumento matematico utilizzato dai ricercatori è la Master Equation (ME) che permette di ricavare un sistema di equazioni differenziali che descrivono la dinamica del sistema urbano. La riduzione di un sistema complesso ad una lista di dati numerici permette inoltre di confrontare in modo più efficace le configurazioni prodotte dalla simulazione con quelle osservate sul territorio. Questo confronto, tecnicamente chiamato "calibrazione", è cruciale se si vuole conferire al modello un potere predittivo. L'idea è di considerare un intervallo di tempo recente nella storia di una città e di adattare i parametri del modello in modo tale che la simulazione matematica riproduca fedelmente lo sviluppo del territorio effettivamente osservato. Quando il processo di calibrazione è completato, il modello matematico può essere interpretato come una versione idealizzata del sistema urbano reale. A questo punto è possibile tentare di estrarre predizioni generali sull'evoluzione della città. Per analogia con gli automi cellulari i ricercatori hanno suddiviso lo spazio urbano in celle. Lo stato di ciascuna cella viene descritto di variabili che esprimono i vari utilizzi degli spazi. L'evoluzione del territorio sarà determinata dai cambiamenti di queste variabili dovuti alle decisioni prese da vari soggetti (popolazione, imprenditori, amministrazione) sulla base di un sistema di regole probabilistiche. Una volta definito il maggior numero di parametri si potranno lanciare le simulazioni matematiche. scienze IL MAGNETISMO: le anomalie magnetiche come tracce del trascorrere del tempo. La terra è dotata di un proprio campo magnetico chiamato principale o geomagnetico, di tipo dipolare, che unito ad altri campi magnetici superficiali forma il campo complessivo. Per questo i poli si distinguono in magnetici (i punti del dipolo che si intersecano con la superficie terrestre) e magnetici (i punti in cui l'ago magnetico della bussola è perpendicolare alla superficie terrestre). Il campo geomagnetico si estende nella magnetosfera (una zona nello spazio interplanetario) e ha interazioni con le particelle ionizzate del sole, causa delle quali le linee di forza sono chiuse e complesse nel lato rivolto al sole mentre nel lato opposto danno origine alla coda magnetica della terra. Il campo non è costante nello spazio nel tempo e col tempo si sono registrate numerose inversioni di polarità. Le rocce infatti mantengono tracce della variazioni nel tempo grazie ai minerali ferromagnetici che hanno cristalli orientati lungo le linee di forza del campo presente alla loro formazione; conservano quindi la magnetizzazione primaria, che potrebbe essere modificata producendo una magnetizzazione secondaria. Grazie all'alternarsi dei croni (periodi che vanno dai 100.000 anni a un milione di anni) siamo stati in grado di stabilire una scala temporale delle polarità magnetiche: la scala magnetostratografica. matematica MODELLI MATEMATICI: l'interpretazione della città attraverso i modelli matematici. Fonte: www.ticinoricerca.ch/progettomese.htm Il prof. Sergio Albeverio dell'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana (USI) ha sviluppato un modello matematico per trasformare i complicati processi di crescita e di evoluzione del territorio urbano in algoritmi. Il progetto, denominato ACME (Automi Cellulari e Master Equation), è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) e dall'USI. Il processo di crescita urbana è un meccanismo poco prevedibile, non lineare e che spesso sfugge ai tentativi di pianificazione degli esperti. I parametri che influenzano la crescita di una città sono innumerevoli e coinvolgono i più disparati ambiti, alcuni fattori che modellano lo spazio urbano sono noti: le vie di comunicazione influenzano la posizione e lo sviluppo di insediamenti industriali che a loro volta determinano lo spostamento di persone e il posizionamento di nuove abitazioni per i lavoratori. Nel tempo, si osserva l'edificazione e la trasformazione di interi quartieri con il conseguente movimento di attività e persone. La convinzione di poter controllare e dirigere il sistema urbano attraverso l'applicazione di pochi principi razionali si è rivelata in molti casi fallimentare. "Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure" -scriveva Italo Calvino- e come i sogni anche lo sviluppo urbano può scappare al controllo di coloro che desiderano pianificarne contenuti e sviluppi. Le applicazioni possibili del progetto ACME sono molteplici: i pianificatori potrebbero utilizzare il modello matematico per prevedere l'andamento di crescita e anticipare le tendenze di sviluppo a medio termine, la modellizzazione potrebbe essere applicata per conoscere preventivamente le possibili ripercussioni di certi interventi infrastrutturali. Gli algoritmi permettono di proiettare nel tempo gli interventi di pianificazione e quindi di osservare se ottengono o meno gli effetti desiderati. Lo strumento matematico utilizzato dai ricercatori è la Master Equation (ME) che permette di ricavare un sistema di equazioni differenziali che descrivono la dinamica del sistema urbano. La riduzione di un sistema complesso ad una lista di dati numerici permette inoltre di confrontare in modo più efficace le configurazioni prodotte dalla simulazione con quelle osservate sul territorio. Questo confronto, tecnicamente chiamato "calibrazione", è cruciale se si vuole conferire al modello un potere predittivo. L'idea è di considerare un intervallo di tempo recente nella storia di una città e di adattare i parametri del modello in modo tale che la simulazione matematica riproduca fedelmente lo sviluppo del territorio effettivamente osservato. Quando il processo di calibrazione è completato, il modello matematico può essere interpretato come una versione idealizzata del sistema urbano reale. A questo punto è possibile tentare di estrarre predizioni generali sull'evoluzione della città. Per analogia con gli automi cellulari i ricercatori hanno suddiviso lo spazio urbano in celle. Lo stato di ciascuna cella viene descritto di variabili che esprimono i vari utilizzi degli spazi. L'evoluzione del territorio sarà determinata dai cambiamenti di queste variabili dovuti alle decisioni prese da vari soggetti (popolazione, imprenditori, amministrazione) sulla base di un sistema di regole probabilistiche. Una volta definito il maggior numero di parametri si potranno lanciare le simulazioni matematiche. penetrazione di particelle energetiche provenienti dallo spazio (dovute ai raggi cosmici oltre che al vento solare). Tali particelle sono potenzialmente molto dannose per i sistemi organici, ed è quindi un bene che esse siano deflesse dallo scudo offerto dalla magnetosfera terrestre. matematica ANALISI MATEMATICA ALLA BASE DELLA COSTRUZIONE DEGLI EDIFICI INDUSTRIALI: La bellezza esiste anche dove non ce l'aspettiamo, ovvero nell'analisi matematica alla base della costruzione degli edifici industriali. Infatti molti studi negli ultimi decenni hanno dimostrato che le proprietà medie degli insediamenti urbani contemporanei, dai risultati socioeconomici all'area territoriale fino all'estensione delle infrastrutture, variano in modo sistematico e prevedibile con la dimensione della popolazione. Insomma dietro alle metropoli in espansione si nasconde la matematica e, più precisamente, la teoria dell'urban scaling. Dai ricercatori della Colorado University sono giunte notizie su evidenti analogie tra gli scenari di espansione di metropoli odierne e del passato. L'espansione delle città del passato, soprattutto in termini di struttura, produttività e demografia, obbediva alle stesse regole matematiche a cui si attengono gli attuali agglomerati urbani, sebbene vi siano stati incisivi cambiamenti culturali, politici e tecnologici dall'epoca delle antiche civiltà, passando i vari periodi storici, fino ai giorni nostri. La teoria recente ha proposto che le proprietà delle città moderne assumano una semplice forma matematica ed emergano da alcuni principi generali dell'organizzazione sociale umana. Un aspetto importante di queste idee è che quella che viene definita dagli studiosi del fenomeno come "derivazione teorica delle relazioni di scala" si basa solo su caratteristiche di base che sono le reti sociali umane incorporate nello spazio. Crescendo, le città obbediscono a diverse regole matematiche. Innanzitutto con l'incremento demografico l'area dell'insediamento tende a diventare più densamente popolata e questo meccanismo fa sì che le persone vivano sempre più vicine le une alle altre, usino le infrastrutture più intensivamente, interagiscano più frequentemente e siano anche più produttive. Le leggi di variazione della scala urbana mettono in relazione le variabili socio-economiche, comportamentali e fisiche con la dimensione della popolazione delle città. Quello che emerge e che stupisce, poiché ribalta un po' il nostro tradizionale modo di vedere le metropoli, è un ritratto inatteso del modo in cui realmente esse crescono e funzionano. Dagli studi sul rapporto tra matematica e sviluppo delle città esse sono descritte come entità a metà strada tra una stella e un social network: "Una città è prima di tutto un reattore sociale. Funziona come una stella, perché attrae persone e accelera le interazioni e gli output sociali proprio come le stelle comprimono la materia bruciando più velocemente e in maniera più luminosa tanto più sono grandi [...] le città sono come enormi social network, fatti non tanto dalle persone quanto dalle loro interazioni, che avvengono a loro volta in altri network (sociali, spaziali, infrastrutturali) che consentono a cose, informazioni e persone di incontrarsi nello spazio urbano" fece nominare dal Senato console unico. Poi ordinò a Cesare di lasciare l'esercito e di rientrare a Roma da privato cittadino. Cesare non ubbidì e nel 49 a.C. tra Cesare e Pompeo scoppiò allora la seconda guerra civile romana. Pompeo fuggì in Grecia, dove fu sconfitto da Cesare a Farsalo. Cesare rientrò poi a Roma e si fece nominare dittatore a vita. greco IL PIANTO DI SCIPIONE: la crisi delle certezze può anche avvenire nella totale consapevolezza del suo inarrestabile che arrivo, infatti in questo brano polibio fa riferimento all' άvakúkλwois, processo di degenerazione di tutti le forme di governo le quali sono destinate a finire. (Storie, XXVIII, 21-22) Polibio. Lo storico Polibio, aveva accompagnato in Africa Scipione Emiliano durante la terza guerra punica contro Cartagine, la grande rivale di Roma per il dominio del Mediterraneo. Nel 146 a.C. i romani vinsero e Cartagine fu rasa al suolo. Polibio narra che Scipione pianse sulle rovine della città nemica, pensando come "la sorte di città, popoli, domini, muti il destino degli uomini: così era accaduto a llio, città una volta potente, così era accaduto ai regni degli Assiri, dei Medi e dei Persiani". Piangendo sulle rovine di Cartagine, Scipione piangeva sulla futura rovina di Roma. Forse suggestionato dal pianto di Scipione, nella sua storia dell'ascesa imperiale di Roma, Polibio teorizzò la fine inevitabile di ogni Stato, anche il più possente, è al pari di ogni destino umano. In Polibio la Fortuna (Tyche) ha un ruolo fondamentale, centrale, attorno cui girano tutte le vicende narrate. Viene vista come una forza esterna all'uomo, ma comunque un fattore inevitabile che controlla gli affari umani e le costringe a piegarsi su un unico fine. scienze IL RISCHIO SISMICO: Ogni giorno in diverse parti del mondo la natura mette a rischio le certezze dell'uomo attraverso il rischio sismico. Il terremoto o sisma è un fenomeno naturale. E' un improvviso e rapido scuotimento della crosta terrestre. Si verifica quando le onde sismiche da una zona nella profondità della Terra giungono in superficie e si propagano in tutte le direzioni. I terremoti, come l'attività vulcanica, sono manifestazioni della continua trasformazione ed evoluzione del pianeta Terra. Il terremoto è provocato dai movimenti delle zolle in cui è suddiviso l'involucro esterno della Terra (litosfera). Le zolle si allontanano, si scontrano, scorrono una di fianco all'altra. Quando lo sforzo generato da tali movimenti supera il limite di resistenza delle rocce che costituiscono la crosta terrestre, esse si rompono in profondità lungo superfici chiamate faglie. L'energia accumulata si libera e avviene il terremoto. I terremoti possono avvenire in qualunque momento dell'anno, con qualunque tempo atmosferico ed in qualunque ora del giorno o della notte. Questo perché si originano in profondità e sono indipendenti da quello che avviene sulla superficie terrestre. Il terremoto non si può prevedere, l'unica previsione possibile è di tipo statistico basata sulla conoscenza dei terremoti del passato, che ci consente di stabilire quali sono le zone più pericolose del territorio.Il maremoto, invece, può essere previsto una volta che si conosca la posizione e la magnitudo del terremoto che potrebbe averlo generato. La durata delle oscillazioni avvertite dall'uomo non supera, quasi mai, il minuto ed, in media, le oscillazioni più forti durano poche decine di secondi. La durata di una scossa sismica ottenuta misurando la lunghezza del sismogramma, dove sono registrate anche le oscillazioni non avvertite dall'uomo, può raggiungere invece alcuni minuti. Un terremoto, soprattutto se forte, non si manifesta con una sola scossa ma con una sequenza di scosse. Alla scossa principale generalmente seguono nel tempo scosse di magnitudo sempre più bassa. Quando non è possibile individuare una scossa principale, ma si osservano numerose scosse di entità simile, si parla di sciame sismico che può durare anche mesi. Il terremoto può essere "misurato" attraverso la registrazione del fenomeno da parte di strumenti scientifici chiamati sismografi oppure basandosi sull'osservazione degli effetti che ha provocato. Per definire la forza di un terremoto vengono utilizzate due scale di misurazione: - la scala Richter, ideata nel 1935 dal sismologo americano Charles Richter, permette di misurare la quantità di energia sprigionata da un terremoto, chiamata "magnitudo". Per calcolare la magnitudo è necessario ricorrere alle registrazioni della scossa tracciate dai sismografi; - la scala Mercalli, attribuisce l'intensità del terremoto in base all'osservazione dei suoi effetti sull'uomo, sugli edifici e sull'ambiente. E' divisa in 12 gradi ed è stata ideata ai primi del '900 dal sismologo italiano Giuseppe Mercalli. Un'area asismica è chiamata così perché al suo interno non si generano terremoti, ma risentono di alcuni effetti dovuti al propagarsi delle vibrazioni. I Paesi e le zone più sismiche al mondo sono Afghanistan, Alaska, Albania, Armenia, Azerbaijan, California, Cile, Colombia, Croazia, Ecuador, Filippine, Georgia, Giappone, Grecia, Indonesia, Iran, Islanda, Italia, Messico, Montenegro, Nepal, Nuova Guinea, Perù, Polinesia, Taiwan e Turchia. matematica MODELLI MATEMATICI: il tentativo di controllare attraverso modelli matematici fenomeni imprevedibili come lo sviluppo urbano. Fonte: www.ticinoricerca.ch/progettomese.htm Il prof. Sergio Albeverio dell'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana (USI) ha sviluppato un modello matematico per trasformare i complicati processi di crescita e di evoluzione del territorio urbano in algoritmi. Il progetto, denominato ACME (Automi Cellulari e Master Equation), è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) e dall'USI. Il processo di crescita urbana è un meccanismo poco prevedibile, non lineare e che spesso sfugge ai tentativi di pianificazione degli esperti. I parametri che influenzano la crescita di una città sono innumerevoli e coinvolgono i più disparati ambiti, alcuni fattori che modellano lo spazio urbano sono noti: le vie di comunicazione influenzano la posizione e lo sviluppo di insediamenti industriali che a loro volta determinano lo spostamento di persone e il posizionamento di nuove abitazioni per i lavoratori. Nel tempo, si osserva l'edificazione e la trasformazione di interi quartieri con il conseguente movimento di attività e persone. La convinzione di poter controllare e dirigere il sistema urbano attraverso l'applicazione di pochi principi razionali si è rivelata in molti casi fallimentare. "Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure" -scriveva Italo Calvino- e come i sogni anche lo sviluppo urbano può scappare al controllo di coloro che desiderano pianificarne contenuti e sviluppi. Le applicazioni possibili del progetto ACME sono molteplici: i pianificatori potrebbero utilizzare il modello matematico per prevedere l'andamento di crescita e anticipare le tendenze di sviluppo a medio termine, la modellizzazione potrebbe essere applicata per conoscere preventivamente le possibili ripercussioni di certi interventi infrastrutturali. Gli algoritmi permettono di proiettare nel tempo gli interventi di pianificazione e quindi di osservare se ottengono o meno gli effetti desiderati. Lo strumento matematico utilizzato dai ricercatori è la Master Equation (ME) che permette di ricavare un sistema di equazioni differenziali che descrivono la dinamica del sistema urbano. La riduzione di un sistema complesso ad una lista di dati numerici permette inoltre di confrontare in modo più efficace le configurazioni prodotte dalla simulazione con quelle osservate sul territorio. Questo confronto, tecnicamente chiamato "calibrazione", è cruciale se si vuole conferire al modello un potere predittivo. L'idea è di considerare un intervallo di tempo recente nella storia di una città e di adattare i parametri del modello in modo tale che la simulazione matematica riproduca fedelmente lo sviluppo del territorio effettivamente osservato. Quando il processo di calibrazione è completato, il modello matematico può essere interpretato come una versione idealizzata del sistema urbano reale. A questo punto è possibile tentare di estrarre predizioni generali sull'evoluzione della città. Per analogia con gli automi cellulari i ricercatori hanno suddiviso lo spazio urbano in celle. Lo stato di ciascuna cella viene descritto di variabili che esprimono i vari utilizzi degli spazi. L'evoluzione del territorio sarà determinata dai cambiamenti di queste variabili dovuti alle decisioni prese da vari soggetti (popolazione, imprenditori, amministrazione) sulla base di un sistema di regole probabilistiche. Una volta definito il maggior numero di parametri si potranno lanciare le simulazioni matematiche. fisica CAMPO GRAVITAZIONALE E ELETTRICO: dall'interazione tra due corpi alla deformazione del campo. Come la forza gravitazionale, la forza elettrica agisce anche quando i corpi interagenti non sono a contatto. Per definire e spiegare questo tipo di interazione, i fisici utilizzarono la teoria dell'azione a distanza secondo cui cariche l'infante eserciterebbero la loro forza istantaneamente una sull'altra. Questa teoria però venne abbandonata in favore del moderno concetto di campo. Un campo è una perturbazione nello spazio, descritta da grandezze fisiche misurabili che si propaga con velocità finita (nel caso del campo elettrico, la velocità della luce). Dunque due cariche puntiformi agiscono l'una sull'altra non direttamente, ma mediante un campo elettrico. La conoscenza del campo elettrico generato in un punto da una o più cariche permette di calcolare la forza che agisce su qualunque carica puntiforme in quel punto. La forza elettrica su una carica di prova positiva ha la stessa direzione e lo stesso verso del campo elettrico, su una carica di prova negativa ha la stessa direzione del campo elettrico e verso opposto. Il campo elettrico si rappresenta attraverso linee di campo che hanno le seguenti caratteristiche: sono più fitte nelle zone vicine alle cariche dove i campi sono più intensi, si diradano dove sono più deboli; sono uscenti per le cariche positive ed entranti per quelle negative; il numero delle linee di campo è proporzionale al modulo del campo elettrico. È descrivibile inoltre attraverso un flusso uscente da qualsiasi superficie chiusa e indipendente dalla carica esterna della superficie, in accordo in con il teorema di Gauss. Un campo elettrico che ha modulo, direzione e verso uguali in ogni punto si dice uniforme, per esempio il campo elettrico tra due piastre metalliche elettrizzate