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Naturalismo, Simbolismo, Decadentismo, Scapigliatura, Realismo e Verismo: Igino Ugo Tarchetti, Emilio Praga, Flaubert, Luigi Capuana e Federico De Roberto

21/9/2022

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NATURALISMO E SIMBOLISMO
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NATURALISMO E SIMBOLISMO L'area cronologica in Europa e in Italia Il periodo considerato ha inizio in Europa nel 1849 quando si conclude il movimento rivoluzionario per l'indipendenza nazionale e termina nel primo decennio del 900. In Italia come data iniziale assumiamo il 1861 e come data finale il 1903. Sul piano letterario questa data è confermata nel 1904 con la nascita dell'espressionismo. Da una borghesia liberista a una imperialista Il passaggio da una borghesia liberista a imperialista va dal 1849 al 1873 poiché si assiste a un forte sviluppo economico promosso da una borghesia fedele al libero scambio senza controlli statali. Questo tipo di borghesia entra in crisi nel 1873 al momento della grande depressione, quando l'economia europea si affida a un'economia protezionista in cui lo Stato interviene nell'economia. La nuova borghesia imperialistica è aggressiva e autoritaria; si creano nuovi mercati attraverso un'accentuazione dell'espansione colonialista. Il Naturalismo e il Simbolismo tendenze dominanti In campo letterario, le due tendenze dominanti in questa età sono il Naturalismo e il Simbolismo; con esse finisce la letteratura romantica. naturalismo e simbolismo erano già presenti prima come filoni principali ma in questo momento presentano caratteri specifici che li distinguono da semplici filoni. ➤ Nel naturalismo lo scrittore è uno specialista che osserva il mondo distaccato e neutrale limitandosi a descriverlo. ➤ Nel simbolismo il...

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Didascalia alternativa:

processo di estraneità dello scrittore si converte in una progressiva specializzazione linguistica che fa della poesia un linguaggio assoluto di ardua decifrazione, lontanissimo dalla vocazione «popolare>>. Sia naturalismo che simbolismo hanno il loro epicentro in Francia ma si diffondono poi in Europa e anche negli Stati Uniti e in Canada. Nascono entrambi in Francia a poca distanza l'uno dall'altro: il naturalismo dal 1865 al 1890 il simbolismo dal 1876 al primo decennio del 900. Per un certo periodo convivono. Il termine "naturalismo" è dovuto alla concezione deterministica in cui l'uomo è determinato dalla natura e cioè dagli istinti, dai bisogni materiali e dall'ambiente in cui vive. Evidente è l'influenza del positivismo filosofico (Comte) e del Darwinismo. Il termine "simbolismo" rinvia a una poetica in cui si procede per simboli: attraverso l'intuizione il poeta rivela nei particolari l'universale, nel finito l'infinito; rifiuta le pretese scientifiche di spiegazione oggettiva e razionale dell'universo. Naturalismo e Simbolismo convivono per un periodo, il secondo prende il sopravvento e domina tra il 1890-1905 In questi anni il Simbolismo (una poetica) confluisce nel Decadentismo (una forma di cultura e di civiltà artistico-letteraria). SIMBOLISMO si può definire la POETICA PRINCIPALE DEL DECADENTISMO. II Simbolismo in Italia si manifesta nel corso degli anni Ottanta, ma si afferma solo negli anni 1890-1904. Il decadentismo Il termine "decadentismo" implica un'idea di decadenza infatti viene usato per indicare la decadenza del romanticismo e della borghesia liberale. Si trattava di un termine negativo che comportava un giudizio morale di condanna nei confronti dell'irrazionalismo e della corruzione morale delle tendenze artistiche e letterarie affermatesi in Europa a partire dagli anni Ottanta; oggi indica solo la civiltà letteraria e artistica affermatasi in Europa fra i due secoli. Il decadentismo fa dell'estetismo, ovvero del culto della bellezza, il suo fondamento e dell'irrazionalismo la sua ideologia privilegiata infatti il poeta rivela una verità superiore concepita con l'intuito o misticamente e dunque in modi del tutto sottratti alla razionalità e da qui deriva la predilezione per il simbolismo. I temi della letteratura e dell'arte Il secolo della modernità L'ottocento è il secolo in cui trionfa la modernità grazie al treno, al telefono, e all'automobile che rendono agevoli e rapide le comunicazioni e il trasporto. Da un lato c'è il capitalismo imperialista e dall'altro la fotografia e il cinema e così comincia a profilarsi quel fenomeno che poi si è sviluppato nel corso del 900 ossia la contemporaneità e la compresenza di passato e di presente nella coscienza di ogni uomo. Il rapporto con il mondo e con la natura è più mediato e indiretto così tanto che l'uomo crea una seconda natura. Ciò implica una modifica nei sensi umani ovvero il modo di percepire la vita e ne cambia la qualità. Baudelaire pone al centro della sua riflessione poetica questa radicale trasformazione in cui vede la realtà come un mondo artificiale alienato dall'uomo. Questo Autore predilige Parigi come la capitale della modernità e in Italia Milano secondo Verga e Capuana. Ideologia del progresso Milano è la città dell'esposizione nazionale( inaugurata il 5 maggio del 1881 quando Verga pubblica malavoglia. Le esposizioni avevano un significato ideologico ovvero esaltare il progresso. Infatti nell'ottocento l'idea di progresso diventa un senso comune. Questo progresso ruota attorno a dei punti fondamentali: → nuovo e giovane hanno valore positivo, vecchio e usato hanno valore negativo; → Miglioramento materiale coincide con quello intellettuale e spirituale → Tutto il mondo partecipa al progresso. In tal senso comune è influenzato dal positivismo e dal Darwinismo, dalle ideologie dell'imperialismo che giustificano il colonialismo nel nome del progresso e la politica di potenza come selezione naturale che si impone nella lotta per la vita. Si diffonde una mentalità realistica e materialistica. Non manca chi critica l'ideologia del progresso poiché da un lato avanza seminando il terreno di vittime e dall'altro sembra sacrificare la parte spirituale dell'uomo ovvero i valori. Da una parte l'industrializzazione e lo sviluppo della tecnologia moderna potevano essere visti con entusiasmo ma dall'altra potevano essere visti come una minaccia. Irruzione delle masse nella politica La massa dei lavoratori inizia a organizzarsi a creare i partiti socialista. L'esperienza socialista della Comune parigina spaventa la borghesia europea e gli attentati anarchici colpiscono le casse regnanti e le organizzazioni dei lavoratori insieme le grandi manifestazioni colpiscono l'immaginario di tranquillità del mondo borghese e del ceto intellettuale. Il recupero di istanze rivoluzionarie induce gli intellettuali ad abbracciare la prospettiva socialista così da schierarsi contro i borghesi e allo stesso tempo i borghesi si schierano contro il socialismo. Nasce così una paura della folla e una tendenza a studiare la psicologia dei comportamenti. Questo interesse non è casuale poiché alla fine dell'ottocento si delineano le società di massa a cui corrisponde un'opinione pubblica vasta. La figura dell'artista: la perdita dell'aureola Il poeta è un artista che fa parte della folla subisce un processo di massificazione e perde la propria funzione privilegiata. A ciò si aggiunge la borghesizzazione del ruolo che costringe l'intellettuale a vendere sul mercato i propri prodotti, perciò l'arte si trasforma in merce e si può parla di una "perdita dell'aureola" da parte dello scrittore. Si chiama perdita dell'aureola l'analoga perdita di sacralità subita dalla figura dell'artista; avvenimento descritto da Baudelaire in un apologo allegorico in cui fa un parallelo fra la figura del poeta e quella della prostituta poiché entrambi vendono la loro merce: la donna vende l'amore lo scrittore vende l'arte. L'arte deve infatti esibirsi in pubblico al fine di ricevere applausi e denari dagli spettatori; la figura del pubblico comincia ad essere inscritta nell'opera stessa e la sua presenza può determinare atteggiamenti opposti: ossia provocazioni e protesti ma anche seduzione. L'artista non si sente più centrale nella società e si identifica con figure di emarginati di diversi. Il personaggio del poeta maledetto diviene come un ribelle, un emarginato, un folle, un vagabondo ed entra a far parte dell'immaginario collettivo; in Italia la percezione di questo cambiamento è descritto nel movimento della scapigliatura che si sviluppa a Milano (scapigliatura= che indica una vita scapestrata e scioperata). La scapigliatura Le sue caratteristiche principali sono: . La protesta anti borghese anticonformistica Il rifiuto del tardo romanticismo ● • La tendenza a congiungere arti diverse fra loro Il movimento della scapigliatura nasce all'inizio degli anni 70 a Milano e si diffonde anche a Torino. All'inizio degli anni 70 pare già in crisi ma i suoi modi continuano a lungo infatti si parla di "seconda scapigliatura" tra fine 800 e inizio 900. Il nome deriva dal francese Bohème che indica una vita sregolata. Gli scapigliati sono i primi ad avvertire tutto il disagio causato dalla "caduta dell'aureola" e la nuova condizione di emarginazione ed inutilità della letteratura. Scelgono uno stile sperimentale e grottesco, e una tematica stravagante e bizzarra che indaga nel fantastico. Gli scapigliati oscillano tra il senso del mistero dell'ignoto e i motivi realistici. IGINO UGO TARCHETTI: esponente scapigliatura (1839-1869). La sua opera maggiormente riuscita è Fosca: È scritto in prima persona da un io narrante che ricorda un'esperienza dolorosa e riflette su di essa. Trama: Il protagonista, Giorgio, ha una relazione d'amore con la bella Clara, quando conosce Fosca, donna bruttissima e gravemente ammalata. Su richiesta del medico che cura la ragazza, Giorgio finge di corrispondere all'amore di lei. In realtà, è diviso egli stesso fra attrazione e repulsione. Il brutto, la morte, il macabro esercitano su di lui un fascino irresistibile. Fosca innamorata rivela straordinaria passionalità, dolcezza, rabbiosa possessività. Giorgio finisce lui stesso per ammalarsi degli stessi sintomi della donna e viene indotto dai medici a lasciarla e ad andare ad abitare altrove. L'ultima sera prima della partenza, dinanzi a tutti, Fosca ammette la propria passione e rivela il suo legame con Giorgio. Contemporaneamente Clara per lettera lo informa della propria decisione di troncare la loro relazione. Giorgio allora si convince che l'unico amore vero della sua vita è quello con Fosca e passa con lei una notte d'amore che sarà fatale per la donna e da cui egli esce ancora più affetto dagli stessi sintomi di epilessia che avevano colpito l'amante. Analisi: Il tema è romantico ed è quello dell'amore-morte. Importante è l'opposizione dei nomi (Clara-Fosca) che rivela un'opposizione simbolica fra i due personaggi femminili, una bella l'altra brutta. Questi tuttavia sono anche fra loro complementari: come Clara, anche Fosca, ha una sua bellezza che rimanda però in modo inquietante alla caducità e alla morte. Il tema che unisce bellezza e caducità è ricorrente nelle opere degli scapigliati. I POETI DELLA SCAPIGLIATURA: PRAGA la Scapigliatura rinnova il repertorio tematico della poesia italiana. I temi erano presi dalla poesia europea e in particolare da Baudelaire e sono: • Il gusto del macabro e dei contrasti violenti • Il motivo della vita quotidiana, con il conseguente realismo ● Gli atteggiamenti "maledetti" di ribellione avanguardistica Fra i poeti che danno inizio al movimento in Italia c'è Praga. Praga, nato in provincia di Milano, nella prima giovinezza era stato a Parigi assimilandone la cultura. Al ritorno, morto il padre e andata in dissesto la sua azienda, non sa adattarsi all'ordine borghese e conduce una vita ribelle e sregolata. Praga esordisce presto, affermandosi come uno dei principali esponenti del movimento della Scapigliatura, scrive Preludio un manifesto antiromantico; predominano il gusto del macabro, l'esigenza del realismo più immediato e violento. In questo manifesto enuncia i punti del programma: • Polemica contro generazione precedente. • Definisce scapigliati come anticristi per sottolineare il loro anticonformismo. • Dichiara il lettore come nemico ma anche come fratello: Praga da una parte prende atto della spaccatura che si è aperta fra la poesia moderna e il pubblico borghese; dall'altra cerca la complicità di un lettore di tipo nuovo: un lettore partecipe che sia capace di condividere la noia, i vizi, le angosce del poeta moderno. • Indica i nuovi temi: noia, propensione a ignoto, divaricazione fra ideale e realtà, senso del peccato e della degradazione della vita. • La coscienza della miseria della poesia Praga è consapevole della "miseria" della poesia moderna e si proclama soldato del "Vero". Importante infatti è il realismo di Praga; non però in quello macabro e scandalistico, ostentato brutalmente, ma in quello più ironico e dimesso, quasi colloquiale; Praga riesce a rendere con efficacia l'atmosfera grigia e il senso di noia e di dissipazione di una vita vissuta inutilmente. Analisi: ammalati (v1), gen romantica è ammalata perchè scissione tra reale e irreale. (v3-4) Poeta moderno è muto, attonito, affamato (v5) Divinità poesia è in agonia. Studiosi si sono interrogati e alcuni hanno riconosciuto in questa figura Manzoni. (v5-13) Vediamo riferimenti religiosi: arca, musa bianca (intesa anche come la poesia, nel verso dopo vediamo Calvario, sinonimo de decadimento della poesia) Casto poeta è Manzoni con idea provvidenza, è antimanzoniano, è elemento di ribellione, bestemmia, parlando di ora anticristi, come se cristo fosse morto da capo. (v16-24) Visione lettore come fratello-nemico; Canto non ciò che è bello, ma il mistero, il buio, il male, il poeta è maledetto, compie i 7 peccati capitali; L'ideale (rif Manzoni) annega nel fango (V25-32) Canto il vero, misero ma vero. Tutt'altro clima. LA TENDENZA AL REALISMO NEL ROMANZO La tendenza al realismo percorre tutto l'Ottocento sin dagli inizi del secolo, è una componente fondamentale del Romanticismo. Esiste però un movimento differente dal realismo romantico che prende il nome di Realismo che si afferma in Francia. Mentre il Romanticismo aveva dato ampio rilievo alla soggettività e agli ideali dell'autore, che interveniva con i suoi commenti all'interno della narrazione, ora si tende a una rappresentazione oggettiva, che esclude il commento esplicito dell'autore e la manifestazione dei suoi sentimenti. Inoltre si respinge l'idealizzazione della realtà e si punta alla sua descrizione oggettiva e scientifica. Il realismo romantico tende alla "partecipazione" il Realismo mira all'"osservazione distaccata". La differenza fra realismo romantico e Realismo come movimento comporta una differenza fra due modi di rappresentare: il primo preferisce la "narrazione", il secondo la "descrizione". Lo scrittore romantico "narra": attraverso la viva partecipazione alle vicende, riporta ogni dettaglio all'interno di un disegno complessivo invece lo scrittore seguace del Realismo e poi del Naturalismo "descrive", si limita cioè a osservare, mettendo in risalto i particolari oggettivi e valorizzandoli in quanto tali, senza ricondurli a un ordine complessivo di significati. Si profila una estraneità dello scrittore che rappresenta la sua nuova posizione nella società: egli non partecipa più attivamente e da protagonista alla vita sociale ma assume un ruolo marginale. Il romanzo con cui il Realismo si afferma definitivamente, in Francia, è Madame Bovary di Flaubert; l'opera è antiromantica sia sotto il profilo ideologico (viene presa di mira la concezione "romantica" della protagonista, condannata come velleitaria) sia sotto il profilo tecnico-letterario; lo stile è antisoggettivo volto alla documentazione e all'esclusione accurata dei sentimenti e dell'ideologia dell'autore. Per la prima volta viene teorizzata l'"impersonalità": lo scrittore deve rinunciare a prendere posizione e limitarsi alla rappresentazione oggettiva della realtà. Secondo Flaubert inoltre l'arte deve assumere la stessa precisione delle scienze fisiche. IL REALISMO DI FLAUBERT In una lettera, scritta nell'anno di pubblicazione di Madame Bovary, Flaubert afferma di aver cercato di seguire un <<metodo impietoso, la precisione delle scienze naturali» e di essersi ispirato perciò a un ideale di impersonalità, infatti "Madame Bovary non ha niente di vero. È una storia totalmente inventata, non vi ho messo nulla né dei miei sentimenti né della mia esistenza" per Flaubert infatti "L'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente" Per Flaubert la ricerca dell'impersonalità risponde soprattutto a un criterio di rigore stilistico, di freddezza e di chiarezza rappresentativa: per lui ideale supremo è l'Arte non la scienza; e ciò lo distingue dai Naturalisti. Il contenuto non deve essere mai soggettivo né porre in primo piano l'elemento emotivo e passionale; la forma deve essere oggettiva e distaccata. Critica antiromantica in Flaubert ha una componente masochista, lui infatti dichiara che Madame Bovary è lui; il personaggio della donna, che si sente soffocare nella grigia e opaca vita borghese di provincia e sogna avventure e amori romantici, gli serve per criticare l'ambiente volgare della borghesia. Trama: La prospettiva antiromantica è implicita nella parabola stessa della narrazione. Emma ha sposato un medico, Carlo Bovary. Insoddisfatta della vita meschina che la circonda. Si innamora di un'anima gemella, un giovane sognatore, Léon, che presto però deve partire. A questo punto cade nelle braccia di un ricco proprietario, il brutale Rodolphe, che la seduce. Delusa dall'amante, cerca e trova di nuovo Léon, conduce una vita dispendiosa e infine cade vittima di un usuraio, travolta dai debiti. Unica soluzione le appare allora il suicidio per veleno. Anche il marito, sconvolto dal dolore, morirà. IL NATURALISMO FRANCESE Punti fondamentali della nuova poetica: l'impianto scientifico e il carattere sistematico della ricerca narrativa; il metodo, ispirato al determinismo, di individuazione delle cause dei fenomeni; l'osservazione della realtà anche nei suoi aspetti più sgradevoli, più bassi e inquietanti. Il naturalismo propone un <<romanzo vero»>, costruito con scrupolo scientifico volto a ricostruire un vero "caso clinico", e cioè la psicologia distorta (ai confini di una nevrosi isterica). Ci sono nuovi temi: • Si sottolinea il nesso fra scienza medica e arte letteraria. Si afferma anche che il quarto stato ha diritto di divenire protagonista della narrativa moderna. Si ribadisce il primato dei romanzi fra i generi letterari. Questi aspetti attirano l'attenzione di Zola, che si dichiara, per la prima volta, «scrittore naturalista». Dopo un intenso ciclo di letture darwiniane e sotto l'impressione profonda del libro del fisiologo Claude Bernard Introduzione allo studio della medicina sperimentale, Zola elabora fra il 1868 e il 1870 il ciclo dei Rougon-Macquart, con una prefazione che ha il valore storico di manifesto del Naturalismo. Zola vuole dimostrare come le leggi dell'ereditarietà condizionino tutti i componenti di una famiglia e come una «originaria lesione organica»> determini lo sviluppo dei singoli temperamenti combinandosi con l'influenza dell'ambiente. Il gruppo degli scrittori naturalisti (Zola, i fratelli de Goncourt, Alphonse Daudet) comincia a riunirsi periodicamente dapprima, con Flaubert, in una trattoria di Parigi, poi nella casa di campagna di Zola a Médan. Per ricordare queste serate nel 1880 viene data alle stampe una raccolta dal titolo Le serate di Médan, composta da sei racconti, uno per autore. Con questa pubblicazione i naturalisti sono ormai un gruppo letterario riconosciuto, unito da una precisa poetica. Nello stesso anno Zola pubblica Il romanzo sperimentale che ha vari punti fondamentali: • rifiuto della letteratura romantica, perché idealisticamente basata sulla fantasia e sul sentimento invece che sull'analisi rigorosa della realtà oggettiva; • Affermazione del metodo dell'impersonalità, che esclude l'intervento soggettivo dell'autore nella narrazione; Rifiuto dei canoni tradizionali del bello: anche se volgare, brutto e ributtante, il vero è sempre bello e morale; Impostazione scientifica della narrazione, basata sia sull'osservazione sia sulla sperimentazione; • • Primato del romanzo, che, unico fra i generi letterari, può seguire rigorosamente un metodo scientifico. Lo scrittore deve diventare uno scienziato sociale, in corrispondenza con l'ideologia diffusa dal positivismo. Naturalismo pone l'accento sul metodo della rappresentazione e sui contenuti più che sulla forma; nei contenuti i naturalisti devono rappresentare tutti i gradini della scala sociale, dai più bassi per risalire ai più elevati, seguendo così il metodo stesso della scienza che procede dal semplice al complesso; il realismo dei contenuti diventa anche realismo linguistico. IL VERISMO ITALIANO In Italia l'influenza del Naturalismo comincia a farsi sentire negli anni Settanta. Ma solo dopo l'uscita dell' Ammazzatoio di Zola nel 1877 e l'entusiastica recensione che ne fa Luigi Capuana sul «Corriere della Sera>>, alcuni romanzieri e critici italiani (Capuana, Verga) cominciano a progettare la nascita anche nel nostro paese del <<romanzo moderno»> ispirato agli stessi princìpi del Naturalismo francese. Il gruppo di scrittori si riunisce a Milano tra la fine del 1877 e la primavera del 1878 e dà vita al movimento del Verismo, corrispondente al Naturalismo francese. Il primo racconto verista di Verga. Rosso Malpelo. Pur condividendo in generale la battaglia del Naturalismo francese, il Verismo italiano se ne distingue per: Riduce la teoria naturalistica a un metodo di scrittura, mettendo in secondo piano la componente scientifica; Sottolinea maggiormente l'aspetto tecnico-formale, concentrando l'attenzione sulle conseguenze stilistiche dell'impersonalità ed elaborando la teoria della «<forma inerente al soggetto» e cioè della corrispondenza fra livelli sociologici della materia narrativa e livelli formali. Attribuisce molto minore importanza all'impegno sociale e ideologico implicito nella rappresentazione; bisogna considerare che i veristi italiani sono proprietari terrieri del Sud, legati a posizioni conservatrici o reazionarie: non vivono la realtà cittadina e operaia, come fanno i naturalisti francesi, differenza dei contenuti: i veristi rappresentano soprattutto le campagne e i contadini e si ispirano semmai ai problemi posti dalla "questione meridionale". I veristi più rigorosi sono tre siciliani, Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto. Il Verismo si avvia alla conclusione fra il 1889, quando viene pubblicato Il piacere di d'Annunzio. Comincia allora la stagione del Decadentismo. LUIGI CAPUANA Capuana nasce provincia di Catania, figlio di un proprietario terriero; a Firenze conosce Verga; Nel 1879 pubblica il primo romanzo verista italiano, Giacinta, significativamente dedicato a Zola; contemporaneamente collabora come critico al «Corriere della sera»; dopo qualche anno trascorso di nuovo in Sicilia a Mineo, risiede stabilmente a Roma. Trascorre gli ultimi anni di vita a Catania, dove muore nel 1915. Trama: Giacinta è la storia di una donna che è stata violentata da bambina e che decide, per dispettosa protesta contro le convenzioni che la considerano macchiata per sempre, di non sposare l'uomo che ama. Invece si sposa con un nobile, un esempio di decadenza fisica e psichica, e diventa amante del giovane che ama. Quando questi si stanca di lei, la protagonista si suicida con la medicina che il medico le aveva dato come medicina per il padre ammalato. Analisi: La figura del medico-scienziato è significativa: attraverso il suo punto di vista, Capuana intende infatti ricostruire un "caso clinico", e cioè la patologia di una donna, condizionata dal trauma infantile della violenza sessuale. Ma la narrazione oggettiva spesso cede il passo al linguaggio melodrammatico che rivela ancora un' impronta romantica. Il romanzo maggiormente riuscito di Capuana è Il marchese di Roccaverdina, pubblicato nel 1901; con un solido impianto realista che evidenzia l'esperienza dello scrittore verista, e nello stesso tempo mostra interessi per la psicologia e aperture in direzione spiritualistica; la narrazione si svolge a ritroso, attraverso la tecnica del flashback. Trama: Il protagonista è appunto il marchese di Roccaverdina che, sconvolto dai rimorsi e dal dubbio, confessa le proprie colpe: egli aveva dato in sposa a un sottoposto Agrippina, una serva-contadina sua amante, a patto che il marito non avesse con lei rapporti sessuali. Dopo il matrimonio, però, il marchese viene preso dal sospetto che il patto non venga rispettato e uccide a tradimento il marito della donna, lasciando che venga accusato del delitto un altro contadino. Gli incubi e i rimorsi lo condurranno alla follia e alla morte. FEDERICO DE ROBERTO nato a Napoli, appartiene alla generazione successiva rispetto a quella di Capuana e di Verga, dei quali si considerò sempre allievo. Svolse un'intensa attività critica e saggistica. Critico in particolare di Leopardi che lo influenzò in modo decisivo con il suo materialismo pessimistico, e di Flaubert, che ne influenzò invece le scelte stilistiche a favore dell'impersonalità. Compone i Vicerè romanzo incentrato sulla storia della famiglia aristocratica degli Uzeda, è un romanzo storico ma privo di fiducia nella storia, vista come perenne sopraffazione dei più forti a danno dei più deboli. Trama: Gli Uzeda sono dilaniati al loro interno da odi feroci e da contrasti di interessi; per quanto divisi fra loro, sono poi uniti nel difendere i loro secolari privilegi e nell'affermazione della famiglia. Così riescono a superare un periodo di crisi, uscendone anzi arricchiti e rafforzati. l'ultimo degli Uzeda, Consalvo, intraprende l'attività politica come deputato, continuando così a gestire il potere che gli Uzeda hanno sempre esercitato. A contrappunto del successo di Consalvo sta l'insuccesso di Giovannino Radali, che sperimenta un doppio fallimento: sul piano sentimentale, perché gli Uzeda cederanno Teresa al fratello e non a lui; sul piano politico, perché resta delusa la sua speranza di un ricambio organico delle classi dirigenti dopo l'Unità. Analisi: Il narratore racconta la vicenda ponendosi proprio dal punto di vista di Giovannino Radali, che paga la sconfitta con il suicidio: mettendosi cioè al di là della storia e contro la storia. Per questo I Viceré sono, insieme, un romanzo storico e un romanzo contro la storia o «antistorico»; la prospettiva estraniata consente un resoconto storico un tono insieme realistico, freddamente oggettivo e allucinato, angosciato e visionario. L'attualità di De Roberto sta appunto in questa terribilità. Nella concezione del mondo di De Roberto a dominare non possono che essere i potenti di sempre, che passano infatti attraverso le trasformazioni, della storia resta sempre eguale a se stessa, perché le leggi materiali che decretano la vittoria del forte sul giusto e dell'interesse sul disinteresse non possono essere scalfite e dominano perenni. L'atteggiamento dell'autore è piuttosto ispirato a una fredda aggressività, in cui l'elemento polemico rivela la violenza nascosta dell'indignazione.