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naturalismo Francese e verismo italiano (Zola e Verga)

16/9/2022

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Naturalismo francese e verismo italiano
Introduzione
Il naturalismo francese si sviluppa dal contesto culturale e filosofico del Positivismo

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Naturalismo francese e verismo italiano Introduzione Il naturalismo francese si sviluppa dal contesto culturale e filosofico del Positivismo, quel movimento di pensiero che si diffonde dalla metà dell'Ottocento ed è l'espressione ideologica della nuova organizzazione industriale della società borghese e del conseguente sviluppo della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche. Questo movimento si sviluppa dopo la seconda rivoluzione industriale che porta alla diffusione delle fabbriche soprattutto nelle periferie. È proprio nelle fabbriche che si sviluppa la parcellizzazione del lavoro ovvero la suddivisione di una grande quantità di lavoro in piccole unità, ognuna compiuta da persone diverse. Tramite questo fenomeno si sviluppa la società di massa: masse di persone cominciano a spostarsi per andare a lavorare nelle fabbriche( incluse le donne), questo porterà in futuro a scioperi e proteste a causa degli sfruttamenti subiti. Il clima sociale è quindi caratterizzato da un continuo movimento di persone che non pensano ad altro che a lavorare. Emile Zola A partire dalla Francia, e da uno dei suoi letterati Emile Zola (1840-1902), la letteratura diventa scientifica. Egli scrive "il romanzo sperimentale" nel 1880, in cui spiega che la letteratura deve adottare il metodo sperimentale costruito da galilei, ovvero raccontare la realtà; viene così considerato un "autore-scienziato", e il movimento secondo cui la letteratura deve studiare con metodo scientifico i fenomeni...

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Didascalia alternativa:

prende il nome di positivismo (Comte, Fichte, Feuerbach) Le opere letterarie quindi non sono più il frutto dell'immaginazione ma dell'esperienza degli scrittori. Ciclo dei Rougon-Macquart Zola tra il 1871-1893 scrive 20 romanzi contenuti nella raccolta de "IL CICLO DEI ROUGON - MACQUART", dove il titolo di questo ciclo prende il nome dai cognomi di due famiglie che si sono unite, le storie raccontate in questo ciclo hanno come protagonisti i figli di questa unione, vissuti durante il regno di napoleone terzo, i quali rappresentano una problematica dell'epoca. Tra questi c'è un romanzo di nome germinale, dove il protagonista è Stefano, che racconta la vita nelle fabbriche. Da questo romanzo si capisce che i problemi del protagonista sono i problemi di tutta la Francia. Zola per scrivere questo va a vivere nelle fabbriche perché convinto di non poter scrivere senza sapere cosa provano effettivamente i lavoratori, va quindi a documentare. Di conseguenza alcuni intellettuali decidono di scrivere i problemi della società francese, per denunciare le ingiustizie di tali atti. Nanà→ il tema che viene affrontato è lo sfruttamento della prostituzione in città. Zola va quindi nelle case chiuse per documentare. La bestia umana racconta della violenza sulle donne. MADAME BOVARY, di FLAUBERT →la protagonista è Emma, una donna costretta a sposarsi, che si rifugia nella letteratura. Alla fine della storia ella si suicida poiché non è in grado di trovare la pace con se stessa. In questo romanzo sembra che abbia usato la stessa tecnica di Jacopo Ortis, fa suicidare quella parte di sé che voleva morire. Il lessico di Zola è sempre un lessico alto. (Parigi → è anche la città degli impressionisti, ci finisce anche Oscar Wilde) Verismo italiano Giovanni Verga nasce nel 1840 a Catania e si afferma come uno dei maggiori esponenti del Verismo italiano, corrente che si costruisce sulla base del naturalismo ma con alcune differenze che le distinguono. L'anno della svolta verista di Verga è il 1878 (in cui pubblica il primo testo verista, "rosso malpelo", e tratta di un lavoratore di miniera che vive in un ambiente disumano; il tutto è narrato con un linguaggio nudo e scabro proprio come in una narrazione popolare) e con lui i romanzi diventano dei veri e propri documenti umani. Confrontandolo con Zola possiamo cogliere gli aspetti fondamentali che contraddistinguono questo movimento italiano con quello francese: ● Gli intellettuali naturalisti scrivono per denunciare la società mentre i veristi si limitano a descriverla così com'è senza secondi fini; ● I naturalisti portano avanti la letteratura attraverso il proprio punto di vista mentre Verga con un processo che chiama "eclissi" toglie totalmente il proprio punto di vista. La narrazione viene così portata avanti dai protagonisti e ciò che pensano (Il nostro punto di vista può sparire o cambiare); Mentre nelle sue opere i naturalisti utilizzano un linguaggio alto, i veristi abbassano il loro linguaggio a quello dei protagonisti. Nasce così la tecnica narrativa della regressione. Quindi un concetto fondamentale su cui si basa il pensiero di Verga è la poetica dell'impersonalità: essa viene intesa come "eclissi" dell'autore, che deve sparire dal narrato, non deve filtrare i fatti attraverso la sua "lente". Il lettore deve quindi seguire i fatti come se si svolgessero di fronte a lui. L'opera deve quindi sembrare <<essersi fatta da sé>>. ● Questo concetto è dato dal fatto che Verga ritiene che l'autore non abbia il diritto di giudicare la materia che rappresenta (diversamente da Manzoni che commenta quasi tutto). Questo perché lo spaccato a cui lui assiste è la società che consegue al darwinismo (darwinismo sociale). Secondo questa visione la società umana è regolata dalle stesse leggi del mondo naturale, seguendo l'idea di Darwin, che assicura la sopravvivenza e il dominio al più forte. Secondo lui quindi l'umanità è un insieme di personaggi che pensa solo a sé stessa e all'interesse economico. É questa una legge di natura universale che governa qualsiasi società e, come tale, non può essere modificata. Quindi, se è impossibile modificare l'esistente, ogni intervento giudicante appare inutile e privo di senso, e allo scrittore non rimane altro che riprodurre la realtà così com'è. La letteratura non può contribuire a modificare la realtà ma può solo studiarla e riprodurla. Impersonalità e regressione (P.201) È una lettera in cui Verga dice a Farina che il racconto sarà un documento umano. Una narrazione per essere scientifica deve essere oggettiva, quindi devono sparire i punti di vista e il linguaggio di chi scrive per far spazio al punto di vista e al linguaggio di chi vive la storia. "perché un opera d'arte sia tale, occorre che sia impossibile attribuirla. In quel caso avremo la garanzia che quell'opera parli davvero dell'umanità e non dell'autore". (prefazione al "l'amante di Gramigna") (gli anni di fine 800 sono gli anni in cui escono anche testi di altra natura, come il libro "cuore" di Edmondo de Amicis, oppure "le avventure di pinocchio, storia di un burattino". In questo periodo si è appena unita l'Italia, si necessita quindi di unire anche il popolo. "cuore" serve per far capire agli italiani che tutti si possono istruire. "pinocchio" serve per i bambini. La letteratura prende come compito l'unire la popolazione d'Italia) Ciclo dei vinti (per indicare gli uomini, che sono sconfitti) L'idea di Verga era quello di creare, seguendo il modello di Zola, una serie di romanzi che descrivessero le condizioni a cui sono sottoposti tutti gli strati della società. Elemento che accomuna tutti loro è il principio della lotta per la sopravvivenza, andando a soffermarsi non sui vincitori di questa guerra ma bensì sui vinti. Originariamente doveva essere composto da 5 romanzi partendo dalla classe sociale più bassa a quella più alta, arrivando all'aristocrazia: ● ● ● ● I Malavoglia (pescatori) Mastro-don Gesualdo(borghesia: avidità e ricchezza) La Duchessa di Leyra (vanità aristocratica, tema del clero) L'Onorevole Scipioni(politica) ● L'Uomo di Lusso (aristocrazia). I primi 2 riguardano la parte più bassa della società. Gli ultimi 3 quella più alta che non verranno scritti. (non riusciva a identificarsi con una realtà che poco conosceva) Prefazione p.231 qui si ha lo stile di verga senza regressioni (solo in questa pagina), viene spiegato che il problema dei personaggi non è la povertà, ma la possibilità di arricchirsi. Si va in crisi quando desideriamo qualcosa che non possiamo avere. (come diceva leopardi) Questa famiglia viveva di quello che aveva. Verga descrive nella frase "il movente...materiali" (riga 5), con fiumana del progresso, cioè il desiderio di migliorare la propria condizione. Può essere un passo avanti o indietro. Progredire cambiare, per verga. "tendenza anche ad elevarsi", l'uomo cerca il meglio per sé stessi. Questo ciclo dovrebbe essere visto come tanti sottoinsiemi "Più il progresso avanza, più si diventa artificiali". Riga 39 I vincitori di oggi potrebbero compatire i vinti di ieri, ma siamo affrettati ad arrivare ed avidi, e saremo sorpassati. Ognuno dei personaggi che si sentirà nominare, sono travolti dalle certezze che più di tutti li animavano, cioè nei mondi di cui siamo padroni, dove abbassiamo la guardia, e quindi ci capitano più guai. I malavoglia Il primo romanzo del ciclo è "i Malavoglia", storia di una famiglia di pescatori siciliani. I Toscano, soprannominati "Malavoglia" (i soprannomi spesso indicano il contrario delle qualità di chi li porta), una famiglia di pescatori di Aci Trezza che possiedono solo due proprietà: una casa( detta del nespolo), che rappresenta il punto centrale di tutta la famiglia, ed una barca (Provvidenza) per poter pescare. La storia è ambientata nel periodo storico che va dal 1863 al 1878, anni in cui si è unita l'Italia e che quindi costringerà il figlio, giovane NToni, ad arruolarsi, privando la famiglia di forza lavoro. Inoltre i Malavoglia, oltre ad aver subito le conseguenze storiche, sono costretti ad affrontare altre 2 problematiche: una sociale, infatti la figlia ha bisogno di una dote per sposarsi; e una naturale, infatti hanno subito una cattiva annata di pesca. Per provare a superare queste condizioni padron NToni compra, ad usura (da un usuraio di nome "lo zio crocifisso"), un carico di lupini che avrebbe poi venduto lungo la costa attraverso la sua barca. Ma la barca affonda nella tempesta, Bastianazzo muore e il carico viene perduto. Questo fenomeno spiega come la fiumana del progresso si sia abbattuto su di loro: hanno tentato di migliorare le proprie condizioni da semplici pescatori ad imprenditori pur non avendo le capacità necessarie. Un altro aspetto da considerare è il naufragio della Provvidenza tramite cui ci fa capire di non affidarsi più alla provvidenza (Promessi sposi) ma alle proprie forze. Il giovane NToni sarà l'unico che proverà a cercare la sua fortuna altrove, oltre i confini sociali, diventando uno dei pochi che si rifiuterà di continuare il lavoro dei propri genitori(crisi della società patriarcale) e che sarà travolto dall'ideale dell'ostrica: così come un'ostrica viene travolta dalla corrente quando si stacca dallo scoglio, così la società dell'Ottocento sarà travolta dalla fiumana del progresso appena proverà a staccarsi dalle proprie condizioni e certezze. Uno degli aspetti fondamentali che costituiscono l'opera è il bipolarismo. Si tratta di un romanzo corale, fitto di personaggi, ma in cui non ne spicca uno in particolare. Questo "coro" è però diviso in 2: da un lato ci sono i Malavoglia, dall'altro la comunità del paese, pettegola, mossa solo dall'interesse. Si alternano nella narrazione due punti di vista opposti. Il romanzo si conclude in linea con la fiumana del progresso: il giovane NToni ritornerà alla casa del nespolo dopo la morte del padre ma non sarà in grado di rimanerci in quanto ha prospettive diverse per il suo futuro. Se nei promessi sposi la provvidenza era l'ancora di salvezza di lucia, nei malavoglia (30 anni dopo) la provvidenza affonda, e affondando fa affondare anche la capacità degli intellettuali di affidarsi a dio. È un romanzo della provvidenza "i promessi sposi", dato che fanno affidamento su dio. I malavoglia affidandosi alla provvidenza, metaforicamente con la barca, affondano, perché l'uomo di fine 800 si affida alle proprie capacità. Proemio Sono le pagine di apertura del romanzo, viene fatta un introduzione sui personaggi: padron 'NToni, poi il figlio Bastianazzo, che viene descritto grande come san Cristoforo, il protettore dei pescatori di fiume, il quale viene raffigurato come un gigante che porta sulla spalla gesù bambino per fargli attraversare il fiume, poi c'è la moglie "la longa", "NToni (nipote primogenito), luca, Mena che si deve sposare, Alessio e Lia. Già qui la famiglia subisce la storia, infatti il giovane 'NToni deve partire a causa della leva militare obbligatoria, e nonostante Il padre tenti di fare il possibile per farlo restare, finisce per partire comunque. (il fatto che alla file del romanzo il giovane 'NToni lascia definitivamente la casa del nespolo è una premessa a mastro don Gesualdo) La roba Le "novelle rusticane" sono una raccolta di 12 novelle scritta da Verga e pubblicata nel 1883. L'ambientazione dei racconti verghiani è sempre la Sicilia, e la tematica principale diviene qui quella della "roba", il desiderio di possederla, e le lotte che scaturiscono da questa brama. Si ha quindi una prospettiva più pessimistica, dove ci si sofferma su come l'agire umano sia spesso di carattere prettamente economico. Ne "la roba", si delle terre di Mazzarò, e di come sia riuscito a ere tutto quanto parte da zero; egli, diversamente dal precedente padrone di quelle terre, non sperperava mai i soldi, e si cibava persino di pane e cipolla, come tutti gli altri. Il suo scopo era quello di possedere tutte le terre, addirittura più di quelle che possedeva il re, quindi i soldi gli interessavano fino ad un certo punto, non li considerava "roba" e li usava solo per comprare altra terra, quindi altra roba. Diventa una figura importante e rispettata perché tutti gli sono debitori, e se prima lo prendevano a calci, ora per parlare con lui abbassano il berretto. Nonostante tutto è comunque una figura avida, senza figli, che quando sta per giungere la sua ora, in un momento di pazzia, decide di portare la sua roba con sé. il tutto non viene raccontato da Verga ma da un passante.