Eugenio Montale rappresenta una delle figure più significative della letteratura italiana del Novecento.
Nato a Genova nel 1896, Eugenio Montale: vita e opere si intrecciano con i momenti più cruciali della storia italiana. La sua formazione autodidatta e gli anni della giovinezza a Genova influenzarono profondamente la sua poetica. Le prime raccolte poetiche, in particolare "Ossi di seppia" (1925), riflettono il suo legame con la Liguria e il mare, elementi che diventarono simboli ricorrenti nella sua produzione. Durante il periodo del fascismo, Montale firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti, mostrando il suo impegno civile e la sua opposizione al regime.
La carriera di Montale si sviluppò tra Eugenio Montale Firenze, dove diresse il Gabinetto Vieusseux fino al licenziamento da parte del regime fascista, e Milano, dove lavorò come critico musicale e letterario per il Corriere della Sera. Le sue opere più importanti includono "Le occasioni" (1939), "La bufera e altro" (1956) e "Satura" (1971), che mostrano l'evoluzione della sua poetica dal simbolismo ermetico a una scrittura più colloquiale e ironica. Il coronamento della sua carriera arrivò nel 1975 con il Nobel letteratura, riconoscimento della sua straordinaria contribuzione alla poesia mondiale. La sua vita privata, segnata dal rapporto con Drusilla Tanzi (la "Mosca" delle sue poesie) e l'assenza di Eugenio Montale figli, influenzò profondamente la sua produzione poetica, caratterizzata da temi come l'incomunicabilità, la ricerca del "varco" nella realtà quotidiana e la riflessione sul male di vivere. Il suo lascito letterario continua a influenzare la cultura italiana e internazionale, rendendo le sue Eugenio Montale poesie oggetto di studio e ammirazione in tutto il mondo.