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19/9/2022
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LA SCAPIGLIATURA IN ITALIA STORIA La Scapigliatura è un movimento letterario che si sviluppa nella seconda metà dell'800 (centri a Milano e Torino). Esponenti: Arrighi, Emilio Praga, Arrigo e Camillo Boito. Il termine "Scapigliatura" compare per la prima volta nell'opera di Arrighi intitolata "la scapigliatura e il 6 febbraio" (1862). I ragazzi di cui parla quest'opera sono accomunati da uno stile di vita bohémien, termine francese che indica sregolatezza, anticonformismo e trasgressività. Proprio per sottolineare la loro volontà di rompere gli schemi dettati dalla società, gli scapigliati facevano spesso uso di droghe o alcol, anche per accedere a esperienze mistiche e ai "paradisi artificiali" da cui traevano ispirazione per le proprie opere. POLEMICA SULLA SOCIETÀ Questo movimento nasce quindi nel periodo post-risorgimentale come forma di opposizione alle convenzioni sociali dell'epoca e all'atteggiamento della classe borghese che era segnata da una logica del profitto. Gli scapigliati rifiutano quindi i valori morali che avevano caratterizzato il risorgimento come la patria o l'impegno militare. Questo rifiuto riguarda anche gli ideali del Cristianesimo che considerano privo di significato. TEMI DELLA NUOVA LETTERATURA In ambito letterario si oppongono in particolare al Romanticismo italiano di cui criticano il carattere sentimentale, moralistico, patriottico ma anche l'arretratezza rispetto alle correnti che si erano già insediate nel resto d'Europa. Gli scapigliati vogliono quindi portare alla nascita di una nuova...
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forma di letteratura le cui tematiche sono ad esempio il culto della bellezza che viene individuata nelle cose irregolari, la morte, l'eros irregolare e violento, la malattia ma anche l'orrido, l'inquietante e il macabro. Molti di questi temi si ispirano a quelli del tardo romanticismo europeo. In particolare tra gli autori a cui fanno riferimento gli scapigliati ci sono Edgar Allan Poe, Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire (esponente dei "poeti maledetti"). DUALISMO Dai temi trattati dagli autori scapigliati emerge anche il dualismo che caratterizza il movimento e che si ripresenta su diverse tematiche. La prima grande contrapposizione riguarda l'ideale e il vero, infatti se da un lato si interessano a tematiche legate all'irrazionale e al fantastico, dall'altro la loro letteratura tende al realismo e alla rappresentazione di diversi aspetti della realtà, ponendo particolare attenzione sugli aspetti più macabri e brutti (es malattia, morte, cadaveri ecc...). Questo dualismo riguarda però anche la contrapposizione tra bello e orrendo, tra la virtù e il vizio, tra il desiderio per la vita e il fascino per la morte. L'incapacità di riuscire a trovare una conciliazione tra questi diversi aspetti genera negli scapigliati un senso di angoscia insoddisfazione che è riconducibile allo spleen di Baudelaire. e EMILIO PRAGA - PRELUDIO Lirica realizzata da Emilio Praga (1864) che apre la raccolta "Penombre". Il preludio riassume tutti i temi principali della scapigliatura, di cui è considerato anche il manifesto. Nella prima parte elenca tutti i valori che avevano caratterizzato la letteratura in precedenza e a cui gli scapigliati si oppongono. Questi valori sono in particolare quelli morali e religiosi il cui massimo esponente è Manzoni. Introduce anche il concetto della morte di Cristo causata dalla crisi della Chiesa che non ha più valori e ideali da trasmettere. Afferma quindi che è giunta l'ora degli anticristi, ovvero coloro che sono segnati dalla noia che deriva dall'assenza di valori veri e che vivono nel dubbio, privi di qualsiasi certezza. Negli ultimi versi introduce invece uno degli obiettivi della nuova poetica la rappresentazione del vero. Nella lirica emerge anche l'influenza di Baudelaire, in particolare per la presenza del tema della noia. DUALISMO Lirica realizzata da Arrigo Boito (1863). Riporta i temi caratteristici della scapigliatura, mettendo in evidenza in particolare quello che riguarda il dualismo. Viene messo in evidenza soprattutto il contrasto che c'è tra bene e male. Nel testo, per sottolineare questo dualismo vengono usati termini contrastanti tra loro e figure retoriche come l'antitesi e l'ossimoro Cantitesi: "farfalla-verme", "demone che aspira alla redenzione"; ossimoro: "demone redento"). Con questa Lirica quindi Boito vuole far comprendere la natura ambigua dell'uomo, caratterizzato da una parte angelica e da una diabolica.