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la nascita della letteratura italiana

15/9/2022

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La nascita della letteratura italiana
I secoli medievali
Le origini della letteratura italiana risalgono al medioevo, un'epoca storica che s

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La nascita della letteratura italiana I secoli medievali Le origini della letteratura italiana risalgono al medioevo, un'epoca storica che si estende dal 476 d.C., anno in cui ci fu la caduta dell'impero romano d'Occidente, al 1492, con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (entrambe le date sono convenzionali perché quando Cristoforo Colombo scopri l'America il medioevo era già finito da un secolo). Il termine medioevo significa "età di mezzo" e si colloca infatti tra l'età antica e l'età moderna. All'interno di questa lunghissima epoca si possono individuare due diverse fasi. La prima fase e definita alto medioevo che si tratta del periodo più difficile, dove la totalità della popolazione viveva in povertà, la terra non riusciva a sfamare tutti e gli scambi commerciali diminuivano, questa situazione cambia però nella seconda fase, il cosiddetto basso medioevo, che ha inizio a partire dall'anno mille dove l'economia e gli scambi commerciali riprendono vigore e le città rifioriscono e con essa anche la cultura. È in questa fase che nascono le nuove letterature in lingua volgare, tra cui quella italiana. La centralità della religione Nel medioevo i comportamenti socialmente ammessi sono quelli prescritti dall'etica cristiana: l'onestà, la solidarietà e la giustizia. Anche se molti individui infrangono tali precetti, quasi nessuno sa metterli in discussione e quei pochi che...

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Didascalia alternativa:

lo fanno sono ritenuti individui pericolosi, e quindi punibili dalle autorità religiose e civili. Gli uomini medievali credevano che la vera vita fosse quella dell'anima, non del corpo e che l'esistenza terrena fosse soltanto un pellegrinaggio verso la beatitudine dell'aldilà, segnato da dolore, colpa e peccato. Questa visione alimenta il cosiddetto “disprezzo del mondo", ovvero la miseria della condizione umana, e come rimedio a ciò, la cultura medievale esalta "la fuga dal mondo", invitando ad abbandonare i desideri e le passioni terrene, che inducono a peccare, e a dedicarsi alla preghiera e a Dio e solo questa è l'unica condizione di vita ritenuta degna di un buon cristiano. La fede cristiana come anima della cultura e della vita quotidiana Intorno all'anno mille, tutti gli aspetti della vita quotidiana possiedono un chiaro risvolto religioso: ogni attività ha il suo santo protettore, le ore della giornata sono scandite dal rintocco delle campane di chiesa e dei monasteri, il calendario cristiano stabilisce quando lavorare, seminare nei campi e i giorni di festa o di penitenza. Questi uomini di chiesa venivano chiamati chierici che erano gli unici a poter leggere e interpretare la Bibbia scritta in latino. In questo periodo invece la scienza viene definita teologia che si ispira ad ogni indagine filosofica o di ricercare sulla natura, poiché la ragione umana è considerata incapace di comprendere appieno la figura di Dio, quindi la filosofia sfocia nel misticismo, cioè nell'adorazione del mistero divino. Il simbolismo medievale e il rispetto delle autorità. I medievali ritengono che tutto il sapere provenga da Dio, che lo ha comunicato all'uomo attraverso la Bibbia e le opere dei padri della chiesa, queste fonti rappresentano le autorità suprema della conoscenza e non possono essere messi in discussione. Durante il medioevo però si continuano a studiare anche i grandi autori latini, in particolare Virgilio e Cicerone ma queste opere vengono guardate con sospetto, in quanto scritte da autori pagani, tali testi infatti venivano interpretati correttamente. A occuparsi della cura di queste opere letterarie sono le scuole medievali, nate all'interno dei monasteri benedettini con lo scopo di istruire i futuri monaci. Il mondo come segno del creatore La cultura medievale crede che il mondo sia un grande segno di Dio, cioè una manifestazione concreta e visibile della presenza divina. Per gli intellettuali di quest'epoca ogni evento, persona o oggetto può quindi diventare un simbolo che allude a un concetto astratto e spirituale: ad esempio, il sole può essere un simbolo di luce e verità divina oppure un bosco fitto e buio può rappresenta l'errore e il peccato. Quindi i medievali avevano la tendenza di interpretare il mondo più che osservarlo. In questo stesso periodo si iniziano ad interpretare anche i testi sia sacri e religiosi che I testi degli autori classici dove infatti venivano sottoposti ad un'interpretazione simbolica perché anch'essi possono fornire preziosi insegnamenti di vita, a patto di essere letti in chiave cristiana. La riscoperta della ragione umana Nei decenni successivi all'anno mille, comincia a diffondersi l'idea che per studiare il mondo, per costruire la storia e per comprendere la natura dell'uomo, lo strumento più sicuro è la ragione. La fede religiosa illumina gli orizzonti spirituali, l'anima, l'aldilà; ma per tutto il resto non basta interrogare la Bibbia, serve la ricerca razionale. Un passo decisivo in questa direzione viene compiuto dal filosofo Pietro Abelardo, uno dei maggiori innovatori del pensiero medievale grazie ad un libro intitolato “sì e no" dove egli discute di varie questioni inerenti alla dottrina cristiana sulle quali i padri della chiesa non si trovavano d'accordo ma grazie a questo libro si rivela un'impostazione rivoluzionaria. Fede e ragione Neppure Abelardo però, così come gli altri intellettuali di quest'epoca, osa contrapporre fede e ragione perché esse sono intese come due vie parallele, entrambe preziose. La fede e il sapere della Bibbia sono aspetti necessari per incontrare Dio, ma per comprendere la natura e l'umanità occorre attivare la ricerca intellettuale, bisogna quindi porsi delle domande e cercare le risposte attraverso il ragionamento. Le prime università Le università rappresentano una novità importante, perché nei secoli precedenti fino all'anno mille, il sapere era un privilegio solo degli uomini di chiesa, per via delle difficili condizioni di vita, ma le cose cambiano dopo l'anno mille quando emerge la classe sociale borghese che avverte il bisogno di istruzione. Nascono così gli studi, che si configurano come comunità internazionali del sapere, nelle quali i maestri vivono assieme agli allievi diffondendo idee e sperimentando nuove teorie. Queste comunità prendono anche il nome di università, dal latino "universitatus", (associazione, corporazione).