La Tragica Storia di Tancredi e Ghismunda nel Decameron
La novella di Tancredi e Ghismunda, narrata da Fiammetta nella quarta giornata del Decameron, rappresenta uno dei più intensi esempi degli temi del Decameron dedicati agli amori infelici. La vicenda si svolge a Salerno, dove il principe Tancredi vive con la sua unica figlia Ghismunda, una giovane donna di straordinaria bellezza e intelligenza. Dopo essere rimasta vedova in giovane età, Ghismunda si ritrova prigioniera dell'amore possessivo del padre, che le impedisce di risposarsi per non allontanarla da sé.
Definizione: La novella appartiene alla quarta giornata del Decameron, dedicata agli amori che hanno avuto esito infelice, ed è considerata una delle più significative per la struttura del Decameron.
In questo contesto di oppressione, Ghismunda decide di seguire i propri sentimenti, innamorandosi segretamente di Guiscardo, un valletto di umili origini ma di nobile animo. La loro relazione clandestina si sviluppa attraverso incontri segreti, resi possibili da un passaggio dimenticato nel palazzo. Lo stile del Decameron emerge potentemente nella descrizione della passione dei due amanti e nella tragica scoperta da parte di Tancredi.
La narrazione raggiunge il suo apice drammatico quando Tancredi, dopo aver scoperto la relazione, fa catturare e uccidere Guiscardo, inviandone il cuore alla figlia in una coppa d'oro. La reazione di Ghismunda rappresenta uno dei momenti più intensi della letteratura medievale: invece di piegarsi al dolore, la giovane donna pronuncia un'appassionata difesa del proprio amore e della dignità umana, prima di togliersi la vita bevendo del veleno con il cuore dell'amato tra le mani.