La Ginestra: Analisi delle ultime strofe
Nella quarta strofa, Leopardi ritorna a concentrarsi sul Vesuvio. Il poeta immagina di passeggiare di notte sulle sue pendici, guardando le stelle in cielo, in una scena che ricorda il pastore del "Canto notturno". Riflette sull'infinità del cosmo, notando come gli astri che sembrano piccoli siano in realtà enormi.
Quote: "Sovente in queste rive, / che, desolate, a bruno / veste il flutto indurato, e par che ondeggi, / seggo la notte; e su la mesta landa / in purissimo azzurro / veggo dall'alto fiammeggiar le stelle."
Nella quinta strofa, Leopardi approfondisce la fragilità del genere umano attraverso una potente similitudine: paragona l'umanità a un formicaio distrutto da un frutto maturo caduto dall'albero. Allo stesso modo, il Vesuvio ha distrutto Pompei ed Ercolano, su cui ora sorgono nuove città.
Highlight: La Natura (Dio) non ha più riguardo per l'uomo di quanto ne abbia per le formiche.
La sesta strofa confronta il tempo della storia con quello della natura. Leopardi descrive come, 1800 anni dopo l'eruzione, il contadino guardi ancora timoroso il Vesuvio, pronto a scappare. Pompei risorge grazie agli scavi archeologici, mentre la Natura (Dio) ha una vita così lunga da sembrare immobile.
Example: "E dal deserto foro / di Pompei, alla villa / che fu nomata d'Argo, / e di capro alla foce, / per le campagne sparse / di cedri e d'aranci."
Infine, nella settima strofa, "La ginestra" si chiude con uno schema circolare, tornando all'immagine del fiore. Leopardi descrive come la ginestra si piegherà dignitosa sotto la forza della lava, ma, a differenza dell'uomo, non sarà codarda e non si sentirà immortale.
Vocabulary: Analisi strofa per strofa: esame dettagliato di ciascuna parte della poesia, evidenziando temi, figure retoriche e significati.
Questa analisi de "La ginestra" di Leopardi rivela la profondità del pensiero del poeta, la sua critica alla società contemporanea e la sua visione della condizione umana di fronte all'indifferenza della natura.