La Funzione Critica di Zeno: Un'Analisi Approfondita del Personaggio Sveviano
Italo Svevo ci presenta Zeno come un personaggio complesso che svolge un duplice ruolo nel romanzo: è sia oggetto che soggetto di critica. La sua peculiarità risiede nella capacità di osservare il mondo circostante con un distacco ironico che rivela verità nascoste sulla società borghese del suo tempo.
La "malattia" di Zeno, che lo rende incapace di conformarsi pienamente al ruolo di borghese, diventa uno strumento di analisi critica della società. Attraverso la sua condizione di "inetto", Zeno mette in discussione la presunta "sanità" degli altri personaggi, che vivono in uno stato di apparente perfezione ma sono in realtà cristallizzati in forme rigide e immutabili.
Citazione: "Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna muoversi. La vita ha dei veleni, ma poi anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
La visione di Zeno sfida le tradizionali gerarchie tra salute e malattia, forza e debolezza. Mentre personaggi come Cosini padre, Malfenti, Augusta e Guido Speier rappresentano la forza esteriore, Zeno, nella sua apparente debolezza, rivela una profonda capacità di comprensione e adattamento. La sua analisi corrode le certezze del mondo borghese, trasformando paradossalmente la "salute atroce" degli altri nella vera malattia.
Evidenziazione: La peculiarità di Zeno sta nella sua capacità di essere contemporaneamente vittima e critico della società borghese, trasformando la sua inadeguatezza in uno strumento di analisi sociale.