Italiano /
Inferno: Canto 3
Inferno: Canto 3

Inferno: Canto 3

Sara
258 Follower
83
Condividi
Salva
La divina Commedia: parafrasi, analisi e commento del canto 3 VERSI (1-18) e (82-120)
3ªl
Appunto
Inferno: Canto 3 Dante, rinfrancato si dirige verso l'Inferno. I due si ritrovano davanti alla PORTA DELL'INFERNO. Per me si va ne la citta dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sapienza e'l primo amore Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogni speranza voi ch'intrate. Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d' una porta; per ch'io <<Maestro, il senso lor m'è duro». Attraverso de me si va nella città addolorata attraverso di me si va nel dolore eterno attraverso di me si va tra la gente dannata Ed elli a me, come una persona accorta «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta La giustizia ha messo in movimento il mio alto creatore, mi fece la potestà divina, la somma sapienza e il primo amore Prima di me non furono create cose se non etterne e io duro in eterno. Lasciate ogni speranza voi che entrate Queste parole dalla difficile interpretazione io le vidi scritte alla sommità di una porta per cui dissi "Maestro, è difficile per me il loro significato" È la più famosa iscrizione di portale in Italia. Dante sta leggendo con gli occhi, dà alla porta l'onere di presentarsi con uno stile...
Con noi per un apprendimento più divertente

Impara dai migliori studenti con oltre 620.000 Contenuti!

Studia al meglio con gli altri studenti aiutandovi a vicenda!

Ottieni voti migliori senza sforzi!
Scarica l'applicazione
Didascalia alternativa:
altissimo. Inizia con un' ANAFORA. CITTÀ DOLENTE, ETERNO DOLORE, PERDUTA GENTE sono una climax. DOLORE e DOLENTE è una figura etimologica (polindoto: parole che hanno radice uguale ma desinenza diversa). L'inferno è stato creato da Dio. Ed egli a me come una persona esperta Qui bisogna lasciare ogni paura, ogni viltà bisogna che qui scompaia, sia morta Noi siam venuti al loco ov'i t'ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben dell' intelletto Noi siamo giunti al luogo del quale ti ho Dante è spaventato davanti all'iscrizione ed essendo un essere umano, non comprende il concetto di eternità. I due viaggiatori entrano nel cerchio degli IGNAVI, in cui c'è anche Celestino V (un papa che lascia l'incarico colpito dalla corruzione della chiesa). Sono condannati, dal momento che non hanno preso posizione in vita, a correre incessantemente in cerchio lungo tutto il girone infernale per l'eternità, seguendo una bandiera che è in realtà uno straccio di nessun colore, nella corsa sono tormentati da punture di insetti schifosi e il sangue che fuoriesce dalle punture cade nel loro corpo (anima) e va a nutrire dei vermi che stanno sul terriccio sul o quale poggiano i piedi. Virgilio gli dice NON TI CURAR DI LORO MA GUARDA E PASSA e arrivano alla riva dell Acheronte, il fiume infernale con il nome che Dante ricava dall'antichità classica (dai poemi che ha letto come l'Eneide) e qui c'è il passaggio per arrivare al vero e proprio inferno. C'è una barca che fa da spola continuamente da una riva all'altra ed è guidata da Caronte, personaggi non inventato da Dante ma è il TRAGHETTATORE INFERNALE dell'Eneide, che in parte viene distorto a causa della mentalità medievale dantesca. Ed ecco verso di noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo gridando "Guai a voi, anime prave!" Non isperate mai veder lo cielo: i'vegno per menarvi a l'altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo. E tu che se costì, anima viva, partiti da cotesti che son morti>>. Ma poi che vide ch'io non mi partiva parlato, tu vedrai le anime dannate che hanno perduto la ragione che porta a Dio INFERNO = tenebre eterne, caldo e gelo. DANTE: anima viva Ed ecco all'improvviso giungere verso di noi, su una nave, un vecchio con la barba bianca antica che grida Guai a voi, anime malvagie! Non sperate mai di vedere il cielo: vengo per condurre, sull'altra riva, nelle tenebre che durano per l'eternità, nel caldo e nel gelo E tu che trovi qui anima viva, allontanati da costoro che sono morti>>. Ma dopo che vide che io non mi allontanavo L'Ecco viene usato da Dante per indicare subitaneità. Li apostrofa come anime malvagie e sostiene che non potranno mai salire in paradiso, sono condannati ad un'eternità infernale. MORTI (Dannati) e VIVA (Anima di Dante) = antitesi fortissima Dante presenta Caronte come un vecchio bianco. Secondo la tradizione mitologica è figlio di Erebo (BUIO) e Notte preso da Virgilio che lo descrive nel 6 canto dell'Eneide in cui Enea DISCENDE AGLI INFERI parlando di UN ORRIBILE TRAGHETTATORE, GUARDIANO, HA UNA LUNGA BARBA BIANCA INCOLTA CHE GLI SCENDE DAL MENTO, i suoi occhi sono fiamme Immobili (Dante li chiama OCCHI DI BRACE), da SOLO MANOVRA LE VELE con la barca color del FELTRO traghetta le onde, ha una VERDE VECCHIAIA DI DIO (vecchio perennemente), ha un MANTELLO STRAPPATO SCURO che porta sulle spalle, è un diavolo. disse: « Per altra via, per altre parti. verrai a piaggia, non qui, per passare. più lieve legno convien che li porti>>. E'l duca lui: <<Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare>>. Quinci fuor quete la lanose gote al nocchier de la livida palude, che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rate Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude. cangiar colore e dibattero i denti, ratto che' nteser le parole crude disse:<< Andrai per passare alla riva dell'aldilà, non qui ma attraverso un'altra via e un altro punto d'approdo: bisogna che ti conduca una barca più agile (leggera)». Caronte fa una PROFEZIA a Dante: gli anticipa che andrà nel purgatorio dove c'è una via d'acqua che parte da Roma e con una barca guidata da un angelo nocchiero porta le anime in purgatorio. Bestemmiavano Dio e i lor parenti, l'umana specie e e loco e l'tempo e l'seme di lor semenza e di lor nascimenti Il duca rispose a lui: "Caronte, non ti adirare si vuole così là dove si puó realizzare ciò che si vuole e non chiedere altro LEGNO metonimia di BARCA del purgatorio RIMA EQUIVOCA ripetizione della stessa parola Apostrofa Virgilio come DUCA, pronuncia il nome di caronte Il posto dove SI PUÒ REALIZZARE CIÒ CHE SI VUOLE è il paradiso DIO è adombrato, può fare ciò che vuole, pure ignorare la legge infernale Caronte parlando delle GUANCE che si ACQUIETANO sta zitto Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia Da questo momento le guance ricoperte di barba del nocchiero della palude nera si acquietarono interno agli occhi aveva dei cerchi di fiamme Ma quelle anime che erano affrante e nude cambiavano colore e battevano i denti non appena intesero le crudeli parole Bestemmiavano contro Dio e i loro genitori, la specie umana, e il luogo, il momento e la radice della loro stirpe e del loro concepimento ch'attende ciascun uom che Dio non teme Si concentrarono tutte quante insieme piangendo fortemente sulla riva maledetta che attende ogni uomo che non teme Dio Dante torna a parlare delle anime dannate. Le anime sono NUDE e questa nudità porta VERGOGNA e indica la fragilità della condizione umana e la spregevolezza delle anime. ENUMERAZIONE PER POLISINDETO = e. e, e.. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s'adagia Come d'autunno si levan le foglie l'una appresso de l'altra, fin che 'I ramo vede a la terra tutte le sue spoglie. Similemente il mal seme d'Adamo gittansi di quel lito ad una ad una, per cenni come augel per suo richiamo. Così sen vanno su per l'onda bruna, e avanti che sien di là discese, anche di qua nuova schiera s'auna Il demanio Caronte con gli occhi di brace facendo loro un cenno le raccoglie tutte insieme, percuote col remo chiunque si attarda Come le foglie cadono dagli alberi una dopo l'altra in autunno fino a quando il ramo non vede interra tutte le sue spoglie. Allo stesso modo il malvagio seme d'Adamo si butta da quella sponda una ad uno ad un cenno come l'uccello al richiamo del padrone Così se ne vanno attraverso l'onda scura del fiume e prima che siano siesi dall'altro lato, da qua si raduna una nuova schiera di anime SEME stirpe d' Adamo = peccatori CACCIA CON IL FALCO= il falco è mosso da un cenno del padrone.