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Vita Nova di Dante

4/12/2022

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VITA NOVA
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VITA NOVA STORIA STORIA D'AMORE Inizia nel 1274: uumero perfetto nello Cristianità Llegato a Beatrice 1. A NOVE auni incontra a una festa una bambina di quasi NOVE auni →>>> BEATRICE NON si parlano, ma se lo ricordo vividamente e la cerca 2. A 18 anni, NOVE anni dopo, la ritrova e lei lo SALUTA saluto di Beatrice = "tutti i termini de la beatitudine" 3. Ma BEATRICE è SPOSATA, cou Simon de' Bardi Codice cavalleresco: a lei ci si può rivolgere, ma meglio se indirettamente → attraverso un SENHAL gentile → gentilissima = Beatrice Oppure, come fa Daute, attraverso une DONNA SCHERMO, nei confronti della quale celebra l'amore per Beatrice Quando la prima DONNA SCHERMO se ne va, ne arriva un'ALTRA Girano voci di Dante che la MOLESTA 4. BEATRICE PRIVA DEL SALUTO Daute perché lo crede essere in una relazione. viziosa → Dante deve RITROVARE LA BEATITUDINE Lo fa attraverso la POESIA DELLA LODA BEATITUDINE: prima → SALUTO di Beatrice →LODE di Beatrice poi → le NOVE RIME 5. BEATRICE MUORE → Daute è nello DISPERAZIONE 1) Compone POESIA ELEGIACA del LAMENTO 2) Conosce DONNA PIETA' → Bellissima, gentile E diversa dalle altre, rede il dolore di Dante Sviluppa un'attrazione per lei → pondera una relazione con lei Ma AMORE lo persuade 6. APPARE BEATRICE assunta nei CIELI FINE L'OPERA Daute vuole parlare di Beatrice, ma non trova parole I NON ha ancora in mente la...

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Divina Commedia 1. Raccoglie dei testi composti IN GIOVINEZZA Tra 1293 e 1295 → È uno RIVISITAZIONE della sua vicendo artistica e biografica 2. Si presenta DIVISA IN DUE PARTI (42 capitoli) } c'è c'è uno stacco nettissimo 1) lu VITA di BEATRICE 2) lu MORTE di BEATRICE ( 1) Ogni capitolo si apre con una formule fissa "Appresso" o "Poiché" 2) Capitolo 19: Arriva l'improvvisa notizia della MORTE di Beatrice ls cambiano gli ESORDI dei capitoli Parla unicamente in latins, citando una lamentazione del profeta Geremia 1) SIMBOLISMO Senomeni simboli dei valon. 2) ALLEGORISMO → ES: Beatrice piena di grazia = allegoria della Madonna f 3. PROSIMETRO prosa metro ogni capitolo contiene un componimento (sonetto, cauzone, ballate) 4. MODELLI STRUTTURA di ogni capitolo (con qualche eccezione) L 1) PROSA da le coordinate temporali e spaziali 2) POESIA 3) AUTOCOMMENTO Spiega la poesia -VI secolo d.c.. 1) Riprende il PROSIMETRO da DE CONSOLATIONE FILOSOFIAE di BOEZIO Quando è in prigione: lo console la filosofia prosa 2) Riprende il genere AUTOBIOGRAFICO dalle CONFESSIONI di AGOSTINO Al tempo non si scrivevans AUTObiografie, le scrivevano gli altri 3) Riprende la SOGGETTIVITA' del DE AMICITIA di CICERONE 4) Riprende la VIDA e la RAZO della LIRICA CORTESE Elemento biografico commento ed esposizione Ne è prova il titolo: VITA Nova 5) DOLCE STILNOVO, STILO DELLA LODA 6) AGIOGRAFIA Modello dell'alter Christus su SAN FRANCESCO یا applicato a BEATRICE → figura allegorice di Cristo. ΒΙΒΒΙΑ L'EPISODIO DEL GABBO Daute SVIENE di fronte alla bellezza di Beatrice Le AMICHE lo vedono e lo DERIDONO Decisivo come cavalcanti sniene di fronte all'amata Giovanna INCONTRO CON DONNE ( AMICHE di Beatrice che l'hanno n'sto svenire. L> 1) chiedono a Dante perché amo Beatrice 2) Dante rispondle perché in lei sta la sua beatitudine. 3) Una chiede cosa sia questa beatitudine 4) Daute dice che è la LODE di Beatrice 5) Quella lo contraddice Le poesie di Dante erano di SFOGO PERSONALE 6) Dante si vergogna ✓ Decide di scrivere SOLO POESIA DI LODA NOVE RIME ↓ Foute di BEATITUDINE: prima = SALUTO ora LODE 1183-X terna cavalcantiane → sembra di star leggendo Cavaxconti slogo, autonferinewlo, не прослов i less.co Donne pietà: allontamento do Beatrice ma senza di lei non sarebbe arrivato al salto poetico. del ritorno a Beatrice || foute beatitudine: non piùè saluto ma lode ✓ ESCONDIG Sottogenere letterario della SCUSA Daute scrive una BALLATA di AUTOGIUSTIFICAZIONE dalle accuse infamanti Si rivolge allo ballata → NON si può rivolgere alla donna. | Co le dice di andare a chiedere SCUSA alla donna. come aveva fatto anche Cavalcanti یا voci di una relazione riziosa Convivio: Dante dice de donna pietà = filosofia I come in de consolations filosofiae Ruolo positivo Vita nova: signif negativos aboutaram do B ↳ figura complessa -rappr to motke & il recupero pieno e definitiv di Beatrice 4. Elegia (dopo morte di B) (compianto funebre. 1. Poesia delle livice amorosa occitane Sinc дейi tomi'ana 2. Triade Cavalcoutiana. 3. Nove Rime (incontro con donne). Stilo delle lode 5. Donne pietà 6. Appro do alle poesia sublime x ora impossibile a poeti siculo toscene T1 OPERA CONCETTI CHIAVE Il <<Proemio>> Vita nuova, I il libro della memoria OPERA CONCETTI CHIAVE La brevissima introduzione all'opera, da Dante stesso chiamata «proemio» (nel capitolo XXVIII), dichia- ra quello che è lo scopo del racconto: la possibilità di ricavare un senso dai fatti narrati, con implicito riferimento al valore simbolico riconosciuto nel Medioevo, e da Dante, alle vicende contingenti. ricordi In quella parte del libro de la mia memoria¹ dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere,² si titolo inizia trova una rubrica³ la quale dice: Incipit vita nova. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le paroles le quali è mio intendimento d'assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la senso loro sentenzia.8 1 libro...memoria: i ricordi, contenuti nella mente del poeta così come le parole sono scritte in un libro. 2 dinanzi...leggere: prima della quale parte non si trovano molti ricordi, con ri- mando agli anni dell'infanzia, che vengono ricordati in modo impreciso e intermittente. La parte alla quale dunque Dante si riferisce riguarda gli anni che presentano la prima affermazione della coscienza individuale (in D. Alighieri, Opere minori, a cura di D. De Robertis, Ricciardi, Milano-Napoli 1984, vol. I, parte 1º. T2 Il primo incontro con Beatrice relazione, per l'esattezza, all'età di nove an- ni, come si vedrà nel capitolo seguente). 3 una rubrica: titolo di capitolo. 4 Incipit...nova: Incomincia [a essere trattata qui] la vita rinnovata [dall'amore]; latino. L'espressione è modellata sulla tipo- logia dei titoli correnti delle rubriche, ini- zianti appunto con Incipit... 5 le parole: cioè i ricordi. 6 assemplare: trascrivere, cioè copiare Vita nuova, II • il potere di Amore il superamento della visione tragica dell'amore cavalcantiano 1 Nove...girazione: Il cielo del sole era tornato già nove volte, dopo la mia nascita, allo stesso punto, riguardo alla propria ro- tazione; erano cioè passati quasi nove anni dalla nascita di Dante, avendo il sole (rap- presentato secondo le concezioni del tem- po) compiuto nove giri. Siamo perciò nella primavera del 1274; e la vasta introduzione astronomica trasmette solennità agli eventi narrati. Nomina sunt consequentia rerum teoria del linguaggio È questo il primo capitolo vero e proprio dell'opera. In esso Dante racconta dell'incontro con Beatrice, avvenuto quando entrambi avevano nove anni. La presenza della donna provoca in Dante conseguen- + diffusa del medio ze psico-fisiologiche che sono oggetto di una particolareggiata descrizione. Il risultato finale di questo evo processo è che Amore "signoreggia" l'animo del poeta. 2 a li miei occhi apparve: si mostrò ai miei occhi; con riferimento alla importanza (224) dall'originale (il libro della memoria): è ter- mine tecnico. La Vita nuova si dichiara quindi una copia fedele, benché sintetizzata, della interiorità dell'autore. volte dopo sole Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesi- mo punto, quanto a la sua propria girazione,' quando a li miei occhi apparve² prima³ la glo- riosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare. Ella era in questa vita già stata tanto, che ne lo suo tempo lo cielo stellato era 7 libello: libro: il diminutivo non implica necessariamente un riferimento alla mole dell'opera (e "libellus" è indicazione costan- te della lirica latina per le opere poetiche). 8 la...sentenzia: il senso, «l'interpretazio- ne generale»> (Contini). della vista per la nascita dell'amore, secondo l'intera tradizione lirica medievale e stilno- vistica soprattutto; e con riferimento a una concezione della conoscenza quale manife- stazione dell'oggetto al soggetto e non, co- me per i moderni, quale attività del soggetto nei confronti dell'oggetto. 3 prima: per la prima volta. 4 la gloriosa...mente: la santa [: in Para- diso al tempo di composizione dell'opera] signora della mia mente. Donna deriva dal latino "domina" = padrona, signora. 5 fu chiamata...chiamare: fu chiamata con il nome di Beatrice anche da molti che non sapevano come chiamarla, cioè non sa- pevano il suo nome, e solamente dagli effet- ti prodotti dalla presenza di lei lo indovina- vano (è questa l'interpretazione più proba- bile del passo, ma non l'unica). Ciò è detto in relazione all'etimologia del nome di Bea- trice (= che dà beatitudine), secondo la con- vinzione medievale che esistesse un nesso tra nome e cosa. 6 ne lo suo tempo: durante la sua vita. Daute Sine 9 anni mosso verso la parte d'oriente de le dodici parti l'una d'un grado,' sì che quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono. Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanis- sima etade si convenia.¹0 In quello punto" dico veracemente che lo spirito de la vita, lo quale dimora ne la secretissima camera de lo cuore, cominciò a tremare sì fortemente, che apparia 10 ne li menimi polsi orribilmente;¹2 e tremando disse queste parole: «Ecce deus fortior me, qui (Cavale=funz. nitali (veniens dominabitur michi».¹3 In quello punto lo spirito animale, lo quale dimora ne l'alta 1) Spirito vitale citazione biblica 3 Spinti 15 camera ne la quale tutti li spiriti sensitivi portano le loro percezioni,¹4 si cominciò a maravi- gliare molto, e parlando spezialmente a li spiriti del viso,¹5 sì¹6 disse queste parole: «Apparuit iam beatitudo vestra».¹7 In quello punto lo spirito naturale, lo quale dimora in quella parte ove si ministra lo nutrimento nostro,¹8 cominciò a piangere, e piangendo disse queste parole: <<Heu miser, quia frequenter impeditus ero deinceps!».¹9 D'allora innanzi dico che Amore se- gnoreggiò la mia anima, la quale fu sì tosto a lui disponsata,20 e cominciò a prendere sopra me linice tanta sicurtade e tanta signoria per la vertù che li dava la mia immaginazione, che me conve- nia fare tutti li suoi piaceri compiutamente.2¹ Elli mi comandava molte volte che io cercasse per vedere 22 questa angiola23 giovanissima; onde io ne la mia puerizia24 molte volte l'andai cercando, e vedeala di sì nobili e laudabili portamenti,25 che certo di lei si potea dire quella sofferenza fisica parola del poeta Omero:26 «Ella non parea figliuola d'uomo mortale, ma di deo». E avvegna Siglia di Alcino, Nausicaa che la sua imagine, la quale continuatamente meco stava, fosse baldanza d'Amore a segno- →Ulisse sull'isola la vede e non capisce se sia una dea • nel cuore -stile tragico 2) spinto animale - nel cervello, -soprassiede i s seusi •Stile medio 3)spinto naturale Nello stomaco -Compito sopravviv. stile elegiaco ("miser ") 3) tramortito 5 Beatrice quasi 9 anni auticipazione delle morte di Beatrice 20 1) Si Serme 2) si offusca la vista reggiare me,27 tuttavia era di sì nobilissima vertù, che nulla volta sofferse che Amore mi reg- Giacomo da lentini Dante non sa il Greco, legge traduzioni latine 7 lo cielo...grado: il cielo delle stelle fisse si era mosso verso oriente una delle dodici parti di un grado, cioè erano passati otto an- ni e quattro mesi, secondo la concezione astronomica medievale. E pertanto, come si legge subito dopo, Beatrice era al principio del nono anno di vita allorché incontrò Dante che si trovava nella conclusione del medesimo suo anno. 8 nobilissimo colore: il rosso scuro (cfr. subito dopo sanguigno, cioè color sangue). 9 umile e onesto: in pregnante valore eti- mologico (dal latino "humilis" e "honestus"), i due aggettivi valgono modesto e dignitoso, riguardando il primo piuttosto la semplicità esterna del portamento, il secondo piuttosto la nobiltà intrinseca degli atti. 10 cinta...si convenia: con una cintura e ornamenti fatti in modo adeguato alla sua età di donna assai giovane. 11 In quello punto: In quel momento; la triplice anafora (cfr. gli incipit dei due pe- riodi seguenti) conferisce enfasi e solennità all'attimo dell'innamoramento. 12 lo spirito de la vita...orribilmente: lo spirito vitale, che sta nella parte più in- tima del cuore, cominciò a tremare così tanto, che si manifestava in modo pauroso in ogni più piccola arteria. Dante si riferi- sce qui e nei due periodi seguenti alla dot- trina scolastica degli spiriti («potenze o funzioni dell'anima in quanto legata al cor- po»: De Robertis), ripresa in particolare da Alberto Magno. Lo spirito vitale presiede alle funzioni necessarie alla sopravvivenza dell'organismo. 13 «Ecce...michi»: «Ecco un dio più forte di me, il quale mi soggiogherà con il suo ar- rivo»>. La teatralizzazione del mondo inte- riore, affidata alle solenni parole latine degli spiriti, rientra nella tradizione cavalcantia- na; vi è qui, di peculiare, il richiamo a passi biblici che conferiscono una solennità reli- giosa all'arrivo di Beatrice. 14 lo spirito...percezioni: lo spirito ani- male è l'anima sensitiva, deputata a racco- gliere e organizzare in sede di conoscenza i vari stimoli provenienti dai sensi (gli spiriti sensitivi), avente sede nel cervello (l'alta ca- mera). 15 parlando...viso: rivolgendosi soprat- tutto agli spiriti della vista (cfr. latino "vi- sus"). 16 si: così; con valore di congiunzione senza valore avverbiale, secondo una pecu- liarità dello stile dantesco e dell'epoca. 17 «Apparuit...vestra»: «Ecco che è ap- parsa la vostra beatitudine»>. 18 lo spirito naturale...nostro: lo spirito naturale è preposto alle funzioni del nutri- mento e della digestione, e risiede negli or- gani che provvedono (cfr. si ministra) ap- punto alla digestione, e cioè stomaco e fega- to. 19 «Heu...deinceps!»: «Ahi misero me, dato che da ora in avanti sarò spesso impe- dito!»> (infatti il poeta accuserà, tra i sintomi tipici dell'amore, disappetenza). 20 disponsata: sposata. 21 cominciò...compiutamente: [l'Amo- re] cominciò a esercitare su di me tanta si- curezza di sé e tanto potere grazie alla forza che gli dava la mia stessa immaginazione [: dominata dall'amata], che ero costretto a compiere tutti i suoi desideri senza limite. 22 cercasse per vedere: mi dessi da fare per incontrare. 23 angiola: angelo, con la non frequente desinenza femminile che rafforza il riferi- mento realistico alla donna amata (come l'aggettivo giovanissima), e in riferimento alla concezione della donna come angelo ca- ratteristica della poetica stilnovistica. 24 puerizia: fanciullezza. 25 vedeala...portamenti: la vedevo [ca- ratterizzata] da modi così nobili e lodevoli. 26 quella parola...Omero: quel detto... Omero era noto a Dante in forma indiretta e sporadica. 27 E avvegna...segnoreggiare me: E ben- ché la sua immagine, la quale stava conti- nuamente dentro di me, incoraggiasse Amo- re a esercitare su di me la sua signoria... 225 differenza tra Dante e cavalcanti Amore sfugge allo ragione 25 gesse sanza lo fedele consiglio de la ragione in quelle cose là ove cotale consiglio fosse utile a udire.28 E però che soprastare a le passioni e atti di tanta gioventudine pare alcuno parlare fabuloso, mi partirò da esse;29 e trapassando molte cose le quali si potrebbero trarre de l'es- semplo onde nascono queste,30 verrò a quelle parole le quali sono scritte ne la mia memoria sotto maggiori paragrafi.³1 desiderio amoroso impedisce a Dante di mangiare 28 tuttavia...a udire: tuttavia [Beatrice] era di virtù così nobili, che non permise mai che Amore mi guidasse senza il fidato sugge- rimento della razionalità in quei campi in cui fosse utile ascoltare tale consiglio (con esclusione quindi della sfera, per esempio, emozionale, riservata al controllo passiona- le). L'armonia tra amore e ragione, che ro- vescia la tragica visione cavalcantiana, im- T3 OPERA CONCETTI CHIAVE AVVIAMENTO ALLA LETTURA Superata dall'Amore (i suoi amici non tollerano di vederlo. plica d'altra parte la moralità intrinseca dell'amore, interdetto a trascendere i confi- ni della dignità e dell'onestà. 29 E però...da esse: E dato che insistere sulle passioni e sugli atti di una età così gio- vanile pare in qualche modo un parlare favo- loso [: cioè impreciso], mi allontanerò da essi. 30 etrapassando...queste: e tralasciando molte cose che si potrebbero ricopiare dallo La donna-schermo esperienza razionale Vita nuova, V • la subordinazione della donna-schermo a Beatrice • il tema della lode D. Alighieri, Opere minori, cit. stesso modello dal quale derivano queste [che si stanno esponendo]; cioè non copian- do dal libro della memoria più a lungo in merito agli anni della fanciullezza. 31 maggiori paragrafi: capitoli di nume- ro più elevato (o forse più importanti), se- condo la metafora memoria-libro introdot- ta nel primo capitolo, e in riferimento agli anni più maturi della vita del poeta. ▸ Mentre si trova in chiesa, Dante ammira Beatrice intenta a pregare. Tra di loro però c'è un'altra don- na che, stupita dagli insistiti sguardi di Dante, pensa di essere l'oggetto del suo amore. Questa falsa credenza si diffonde tra la gente. Dante approfitta del malinteso per non rivelare la reale identità dell'amata. Dante rielabora qui un motivo tipico della letteratura cortese, quello della donna-scher- mo. Tra le regole dell'amor cortese spicca infatti l'obbligo della discrezione per l'amante, tenuto a (227 5 perifrasi MARIA Uno giorno avvenne che questa gentilissima sedea in parte/ove s'udiano parole de la Regina de la gloria,' ed io era in luogo dal quale vedea la mia beatitudine:² e nel mezzo di lei e di me per la retta linea³ sedea una gentile* donna di molto piacevole aspetto, la quale mi mirava spesse volte, maravigliandosi del mio sguardare, che parea che sopra lei terminasse. Onde molti s'accorsero de lo suo mirare; e in tanto vi fue posto mente, che, partendomi da questo luogo, spettegolano mi sentio dicere appresso di me: «Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui»;> e nominandola, 10 io intesi che dicea di colei che mezzo¹¹ era stata ne la linea retta che movea¹2 da la gentilissima Beatrice e terminava ne li occhi miei. Allora mi confortai¹3 molto, assicu- randomi¹4 che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista.¹5 E mante- nente ¹6 pensai di fare di questa gentile donna schermo de la veritade;¹7 e tanto ne mostrai¹8 in poco di tempo, che lo mio secreto fue creduto sapere da le più persone che di me ragio- navano. Con20 questa donna mi celai²¹ alquanti anni e mesi; e per più fare credente altrui, 22 feci per lei certe cosette per rima,23 le quali non è mio intendimento di scrivere qui, se non in quanto facesse a trattare24 di quella gentilissima Beatrice; e però le lascerò 25 tutte, salvo che alcuna cosa ne scriverò che pare che sia loda di lei.26 10 mantenere il segreto per proteggere l'amata dalla curiosità altrui. Un modo canonico per obbedire a questo precetto era l'invenzione di un finto amore per un'altra donna, che avesse la funzione di "schermo", cioè di copertura. È quanto accade anche nella Vita nuova, dove però la finzione è messa in moto da un equivoco: questo espediente narrativo dà uno svolgimento originale al consueto mo- tivo cortese. Il brano si chiude annunciando uno dei temi centrali e ricorrenti nell'opera: la lode della donna-angelo. amore extra-comingale = segreto 15 1 in parte...gloria: in un luogo [: una chie- sa] dove si udivano parole intorno alla Ma- donna, la gloriosa regina del cielo. 2 la mia beatitudine: ovviamente Beatri- ce. 3 e nel mezzo...linea: cioè a metà via tra Dante e Beatrice, lungo la linea retta che li congiungeva; indicazioni che definiscono la destinazione superiore del nuovo personag- gio, a maggior ragione nell'ambiente sacro della chiesa, e attraverso le quali Dante in- fonde nuovo significato al tema della don- na-schermo. 4 gentile: nobile; né potrebbe essere altri- menti per colei che dovrà occupare, agli oc- chi pubblici, il posto di Beatrice (e subito dopo l'autore specifica che ella era anche bella). metonima di Beatrice essetto per causa 5 sguardare: guardare. 6 che parea...terminasse: che sembrava indirizzarsi verso di lei. 7 in tanto...mente: a tal punto vi venne fatto caso. 8 mi sentio...me: sentii dire dietro di me. 9 la persona di costui: costui, semplice- mente, con perifrasi volta a dare fisicità alla rappresentazione. 10 nominandola: avendone [la persona che parlava alle mie spalle] detto il nome. 11 mezzo: centro, cioè «punto interme- dio» (De Robertis). 12 movea: partiva. 13 mi confortai: mi rallegrai. 14 assicurandomi: rassicurandomi. 15 non era comunicato...vista: non era stato comunicato agli altri, quel giorno, at- traverso i miei sguardi. 16 mantenente: immediatamente. 17 schermo de la veritate: riparo della realtà, cioè mezzo per proteggere Beatrice D. Alighieri, Opere minori, cit. dagli sguardi e dai commenti dei curiosi e fuorviarli riguardo agli interessi reali del po- eta. 18 tanto ne mostrai: e feci tale esibizione di tale schermo, cioè mi comportai in modo a tal punto covincente. 19 fue creduto sapere: si credette di sa- pere (sbagliando). 20 Con: Grazie a. 21 mi celai: nascosi i miei veri sentimenti. 22 per più...altrui: per convincere meglio gli altri. 23 certe...rima: alcune composizioni po- etiche in volgare. 24 facesse a trattare: fosse utile per trat- tare. 25 lascerò: tralascerò. 26 salvo...di lei: con l'eccezione che ne scriverò qualcosa che risulta evidentemente una lode di lei, cioè di Beatrice. Daute va nia da Firenze torua e I nome delle città mei nominato cerca una nuova donna schermo T4 II saluto di Beatrice OPERA CONCETTI CHIAVE causa: voci di relazione VIZIOSA / Beatrice nega il 5 Beatrice distruttrice" di tutti i vizi saluto Vita nuova, X-XI • ripresa e approfondimento del tema stilnovistico del saluto 10 La finzione di Dante nei confronti della seconda donna-schermo è così convincente, che si spargono voci su una relazione passionale tra i due, e Beatrice nega a Dante il proprio saluto, privandolo della felicità che questo gli dava. Alla descrizione di tale felicità (o «beatitudine») è dedicato per intero il capitolo XI. X. Appresso la mia ritornata¹ mi misi a cercare di questa donna che lo mio segnore² m'avea nominata ne lo cammino de li sospiri;³ e acciò che lo mio parlare sia più brieve, dico che in poco tempo la feci mia difesa tanto, che troppa gente ne ragionava oltre li termini de la corte- sia; onde molte fiate mi pensava duramente.? E per questa cagione, cioè di questa soverchie- voleſvoce che parea che m'infamasse viziosamente, quella gentilissima, la quale fue distruggi- trice di tutti li vizi e regina de le virtudi, passando per alcuna parte,¹0 mi negò lo suo dolcissimo salutare, ne lo quale stava tutta la mia beatitudine. E uscendo alquanto del proposito presente,¹¹ voglio dare a intendere ¹2 quello che lo suo salutare in me vertuosamente operava.¹3 Stimonismo `gliels suggerisce l'Amore XI. Dico¹4 che quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza de la mirabile salute ¹5 nullo nemico mi rimanea," anzi mi giugnea" una fiamma di caritade,¹8 la quale mi facea per- donare a chiunque m'avesse offeso; e chi¹9 allora m'avesse domandato di cosa alcuna, la mia risponsione20 sarebbe stata solamente "Amore", con viso vestito d'umilitade.2¹ E quando ella fosse alquanto propinqua al salutare,22 uno spirito d'amore, distruggendo tutti li altri spiriti sensitivi, pingea fuori li deboletti spiriti del viso, e dicea loro:23 «<Andate a onorare la donna Cavalcanti 1 Appresso...ritornata: Dopo il mio ritor- no, dal viaggio di cui narra il capitolo IX. 2 lo mio segnore: ovviamente Amore. 3 ne lo cammino de li sospiri: lungo la strada caratterizzata dal sospirare, cioè quella percorsa allontanandosi da Firenze e da Beatrice. 4 acciò...brieve: affinché il mio racconto sia più breve, cioè 'per dirla in breve'. 5 la feci...tanto: feci di lei [: la seconda donna-schermo] la protezione dei miei veri sentimenti con tale eccesso. 6 li termini de la cortesia: i confini delle regole dell'amor cortese; la relazione era in- somma sulla bocca di tutti in termini volga- ri. La funzione della donna-schermo non deve superare la pura parvenza, valendo l'a- more dichiarato e non messo in atto per lei come esaltazione della vera amata: qui si sparge la voce che invece tra la donna-scher- mo e Dante vi sia veramente una relazione. È questo il tradimento della cortesia. 7 onde...duramente: per cui molte volte mi preoccupavo seriamente. 8 cagione: causa. 9 soverchievole...viziosamente: diceria eccessiva che mostrava di infamarmi come uomo vizioso. 10 per alcuna parte: in un certo luogo. Come sempre, domina l'indeterminatezza (nella Vita nuova non è mai nominata nep- pure Firenze). 11 uscendo...presente: cioè 'facendo una divagazione'. 12 dare a intendere: far capire. 13 in me...operava: provocava in me per il suo valore. 14 Dico: Voglio intendere: formula fre- quente di spiegazione, in ripresa di un tema da un capitolo all'altro. 15 mirabile salute: meraviglioso saluto, on il solito polisenso in salute (dal latino "sa- lus, salutis", compresente in Dante accanto a «saluto»), che vale tanto 'gesto di saluto' quan- to 'manifestazione di salvezza trascendente". 16 nullo...rimanea: non avevo più nessun nemico, cioè non provavo più alcun odio. 17 mi giugnea: nasceva in me. Ma il sog- getto è rappresentato passivo anche rispetto ai suoi stessi sentimenti. 18 caritade: carità, nel senso teologico di 'amore per il prossimo'. 19 e chi: e se qualcuno. 20 risponsione: risposta. 21 vestito d'umilitade: atteggiato a umil- tà, cioè positivamente disposto rispetto all'esterno, con un tratto tipico della tipolo- gia stilnovistica. 22 propinqua al salutare: vicina a salu- tarmi, cioè sul punto di farlo. 23 uno spirito d'amore...loro: le reazio- ni del soggetto sono rappresentate attraver- so una teatralizzazione già incontrata nel capitolo II: lo spirito d'amore (cioè l'entità nella quale è identificato il sentimento amo- roso, che colpisce il soggetto più di quanto ne sia una manifestazione o una scelta, se- condo la tradizione cavalcantiana) distrugge le altre funzioni percettive (li altri spiriti sensitivi) e costringe la funzione visiva (vi- so = vista) a uscire dal corpo (pingea = spin- geva) per andare a rendere onore alla loro signora (donna), prendendone il posto; cioè il poeta non può più vedere altro che Beatri- ce, e non può guardarla altro che con amore. 229 cavalcanti 15 stessi effetti ma senza to Struggimento di Cavalcanti 20 24 E chi avesse...miei: infatti negli occhi del poeta abita l'Amore in persona, manife- sto nel tremare, caratteristico dell'amore cortese e stilnovistico. 25 salute salutava: Beatrice è chiamata salute per intendere che rappresenta la sal- vezza; concetto sul quale insiste la figura eti- mologica, basata sul polisenso del verbo "sa- lutare" (cfr. nota 15). T7 OPERA CONCETTI CHIAVE 26 non che Amore...beatitudine: non di- co che Amore fosse un ostacolo tale da poter offuscare a me la beatitudine superiore alle vostra»; ed elli si rimanea nel luogo loro. E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei. 24 E quando questa gentilissima salute salutava,25 non che Amore fosse tal mezzo che potesse obumbrare a me la intollerabile beatitudine,26 ma elli²7 quasi per soverchio28 di dolcezza divenia tale,29 che lo mio corpo, lo quale era tutto allora sot- to lo suo reggimento,30 molte volte si movea come cosa grave inanimata)3¹ Sì che appare ma- nifestamente ³2 che ne le sue salute abitava 33 la mia(beatitudine, la quale molte volte passava e redundava la mia capacitade.34 cavalcanti Superava Corpo Simulacro vuoto ↓ poesia disinteressata No interesse, quadagno (saluto, sfogo...) confronta con le nove nime (beatitudine dalla lode Cincontro con le donne possibilità umane; cioè l'Amore stesso par- tecipa alla sintomatologia dell'incontro (cfr. oltre), non potendo proteggere il poeta dal- la esperienza diretta, né sottraendogliene la beatitudine, ma anzi raddoppiando in una sorta di alienazione cosciente gli effetti di questa. È qui introiettato da Dante il punto di vista (e a tratti il linguaggio) dei mistici, per i quali l'eccesso di pienezza coincide con lo smarrimento e la perdita di controllo sul- la propria individualità. 27 elli: egli: Amore. <<Donne ch'avete intelletto d'amore>> NON C'è più la componente egoistica 9 Cavalcouti D. Alighieri, Opere minori, cit. 28 soverchio: eccesso. 29 tale: a tal punto invaso di dolcezza. 30 sotto lo suo reggimento: sotto il pote- re dell'amore. Vita nuova, XIX contenuto apre le nove rime un nuovo modello di canzone d'amore formale : scrive la canzone di soli ende casillabi • la lode dell'amata metro della livice alto → sublime. Salto poetico con le nove rime la loda è l'unice na Il tema centrale del componimento sono le nuove ragioni che spingono il poeta a lodare Beatrice: egli di beatitudine dopo lale dedica poesie non più nella speranza di essere ricambiato con un saluto, bensì per il puro piacere privazione del saluto i' vo' con voi de la mia donna dire, voglia non perch'io créda sua laude finire, parlare razionalmente sede della memoria ma ragionar per isfogar la mente, L= ricordarsi di Beatrice METRICA Canzone di cinque stanze (l'ulti- ma con funzione di congedo) di quattordici versi tutti endecasillabi (il verso dello stile "tragico", cioè elevato), con fronte ABBC, ABBC e volte (con una rima della fronte, tra- smessa attraverso la chiave) CDD, CEE. Il nu- 31 si movea...inanimata: si muoveva co- me una cosa pesante e senza vita, cioè come un automa. disinteressato di testimoniare la sua straordinaria bellezza. L'amore diventa un'esperienza assoluta: dall'amore cortese della tradizione lirica si passa qui a un amore totalmente spiritualizzato, che innal- za a Dio. Il poeta decide quindi, con una devozione quasi religiosa, di non rivolgersi più direttamente all'amata. Così come il tema, nuovo è anche il destinatario della produzione dantesca: non più Beatri- ce, ma le donne esperte di questioni amorose. Amore esperienza razionale 32 appare manifestamente: è chiaro. 33 abitava: stava. 34 passava...capacitade: superava ed ec- cedeva i miei limiti. Redundava significa 'traboccava'; ed è usato qui transitivamente. mero dei versi di ogni stanza e la struttura metrica riconnettono questa e altre canzoni della Vita nuova alla forma del sonetto. canzone programmatica manifesto dello stil hove conoscenza Donne ch'avete intelletto d'amore, apostrofe al pubblico femminile can conoscenza d'amore 1-4 [0] donne che avete cognizione (intel- letto) [: esperienza e capacità di compren- sione] dell'amore, io (i) voglio (vo') parlare (dire) a (con) voi della mia donna, non perché io creda di esaurire (finire) le lodi a lei dovute (sua laude), ma [solamente] par- lare (ragionar) per sfogare la [mia] interio- rità (la mente). 241 al cor gentile rempaira sempre amore virtu 5 Io dico che pensando il suo valore, allitterazione s, m [Amor sì dolce mi si fa sentire, suono che s'io allora non perdessi ardire, farei parlando innamorar la gente. E io non vo' parlar sì altamente, indica lo stile diventerei ch'io divenisse per temenza vile; 10 Scena nel paradiso Guiuizzelli 15 20 25 natura ma tratterò del suo stato gentile timore di non riuscirci leggermente con mens virtù di lei a respetto di lei leggeramente, indica lo stile, opposto ad altamente donne e donzelle amorose, con vui,] pubblico femminile ché non è cosa da parlarne altrui. dice perifrasi empire Angelo clama in divino intelletto Dio e dice: «Sire, nel mondo si vede maraviglia ne l'atto che procede Beatrice d'un'anima che 'nfin qua su risplende»>. Lo cielo, che non have altro difetto difetto non avere Beatrice al suo inter no che d'aver lei, so wou wou are, al suo segnor la chiede, e ciascun santo ne grida merzede. di Dio attributo di parte: ci Sola Pietà nostra parte difende, parte termine giuridica Beatrice che parla Dio, che di madonna intende: conosce Amati sopportate «<Diletti miei, or sofferite in pace Probleme timore di non riuscire a parlare di Beatrice come menterebbe ↳ parlene leggermente speranza quanto a lungo che vostra spene sia quanto me piace sulla Terra aspetta là 'v'è alcun che perder lei s'attende, chi, l'he vista e che dirà ne lo inferno: O mal nati, 5-8 lo intendo dire (lo dico) che conside- rando (pensando; qui è transitivo) il suo valore, Amore si fa sentire in me (mi) così dolcemente (sì dolce), che se io a quel punto (allora) non perdessi il coraggio (ardire), con le mie parole (parlando) farei innamo- rare tutti (la gente). Beatrice io vidi la speranza de' beati», incremento di sofferenza to aspettans L'esperienza erotica è presentata in termini estremizzati, secondo una costante tenden- za all'iperbole. valore: è termine della tra- dizione provenzale, indicante il complesso delle qualità, interiori ed esteriori, care all'i- deologia cortese. 9-14 E [infatti] io non voglio parlare in modo adeguato alla altezza del soggetto (sì altamente), così da diventare (ch'io dive- nisse) insicuro (vile) per la paura (per te- menza); ma tratterò della sua [: dell'amata] nobiltà (stato gentile) superficialmente (leggeramente) rispetto a lei, [parlando] con voi (vui), donne e fanciulle (donzelle) esperte d'amore (amorose), dato che (ché) non è argomento (cosa) di cui parlare (da parlarne) con altri (altrui). 242) nostra parte = Dante e tutti quelli sulla Terra i morti, all'inferno, avevano visto Beatrice in vita via della salvezza non l'hanno seguita L maggior rimorso L'altezza dell'oggetto da lodare trascende le possibilità espressive del poeta, che rinun- cia deliberatamente a una rappresentazione adeguata, accontentandosi di espressioni coscientemente limitate rispetto al reale valore della donna. È ancora un tema misti- co applicato alla casistica erotica. 15-21 Un angelo si lamenta (clama) con l'intelligenza di Dio (in divino intelletto) e dice «<[O] Re (Sire), nel mondo si vede un miracolo (maraviglia) incarnato (ne l'atto), che si manifesta in (che procede d'<a>) un'anima [: Beatrice] che risplende fin quas- sù [: in Paradiso)». Il cielo, che non ha (ha- ve) altra mancanza (difetto) che [la man- canza] di avere lei [: Beatrice], la [ri]chiede al suo [: del Paradiso] signore [: Dio], e cia- scun santo chiede (grida) la grazia (merze- de) di [avere] lei (ne). 22-28 La sola pietà [: la misericordia di Dio personalizzata] difende la nostra [: degli uomini] causa (parte), in quanto (che) Dio, riferendosi alla mia donna (che di madon- na intende), dice (parla) [cosi]: «[O] miei eletti [: scelti come beati], [per] ora soppor- tate (sofferite) serenamente (in pace) che ciò che desiderate (la vostra spene; spene = speranza) [: Beatrice] sia [per] quanto mi fa piacere (me piace) [: finché voglio] là [: sul- la Terra] dove cë ('ve ove è) qualcuno (al- cun) [: forse con riferimento a Dante] che aspetta (s'attende) di perderla (perder lei) [con la morte], e che [anche] nell'inferno dirà: O dannati (mal nati), io ho visto (vidi) colei che i beati desideravano avere con sé (la speranza de' beati; de' = dei)»>. Al destino beato della amata si oppone, per enfatizzare la distanza incolmabile, l'ipote- tica dannazione dell'amante; la quale però non basterebbe a escludere il sentimento di un privilegio irrevocabile: aver veduto colei che le stesse anime del Paradiso desidera- vano vedere. Si tratta di un vero e proprio paradosso con funzione iperbolica, ad af- fermare che l'esperienza diretta della bel- lezza di Beatrice implica la salvezza eterna (dato che anche l'inferno sarebbe vissuto con beatitudine, nel ricordo di lei). Effetti del saluto di Beatrice 30 40 Significato neutro 45 50 La mia donna desiderata Madonna è disiata in sommo cielo: 55 or voi di sua virtù farvi šavere. sapere sembrare Dico, qual vuol gentil donna parere il quale ogni moore per che onne lor pensero agghiaccia e pere; regina di tutte le virtù e distruttrice di tutti i vizi nuscisse e qual soffrisse di starla a vedere 35 due opzioni [diverria nobil cosa, o si morria. monra, se vile E quando trova alcun che degno sia sperimenta di veder lei, quei prova sua vertute, perchc vada con lei, che quando va per via, Soggetto gitta nei cor villani Amore un gelo, Dice di lei Amor: «Cosa mortale può bella Quinielli come esser pò sì adorna e sì pura?»>. Poi la reguarda, e fra se stesso giura che Dio ne 'ntenda di far cosa nova. Color di perle ha quasi, in forma quale nou eccessiva convene a donna aver, non for misura: ciò che li avvien, ciò che li dona, in salute, e sì l'umilia, ch'ogni offesa obli Ancor l'ha Dio per maggior grazia dato che non pò mal finir chi l'ha parlato. Inon può for peccato →iperbolico quando muova De li occhi suoi, come ch'ella li mova, Cavalcanti il cuore significa to latino = strap rdinatio mai visto prima ella è quanto de ben pò far natura;] capolavoro della natura → Lode stereotipata bellezza compara per essemplo di lei bieltà si prova. Chi è questa che reu ch'ogn'om to mira escono spirti d'amore infiammati, che feron li occhi a qual che allor la guati, trapassame e passan sì che 'l cor ciascun retrova: voi le vedete Amor pinto nel viso, dove là 've non pote alcun mirarla fiso. 29-36 La mia donna (Madonna) è deside- rata (disiata) nell'alto dei cieli (in sommo cielo): dunque (or) voglio (voi) informarvi (farvi savere; savere = sapere) del suo po- tere spirituale (virtù). Affermo (dico) [che] chi [qual] vuole apparire (parere) una don- na nobile (gentil) deve andare (vada) con lei, [dato] che quando [lei] cammina (va) per la strada (via), Amore getta nei cuori non nobili (villani) un impedimento (un gelo) per il quale (per che) ogni (onne) lo- ro pensiero diventa di ghiaccio (agghiaccia) [: si paralizza] e muore (pere = perisce); e chiunque (qual) avesse la forza (soffrisse = tollerasse) di starla a vedere diventerebbe (diverria; condizionale siciliano) nobile (nobil cosa; cfr. v. 11), o morirebbe (si morria). 37-42 E quando [Beatrice] incontra (tro- va) qualcuno che sia degno di vederla (di modo iperbolico di lodarla I chi è vile può diventare gentile grazie a Beatrice quinizzelli contrario hissamente Guittone d'Arezzo natura ha in lei ha miso quanto più può di benu T teoria genesi d'amore da occhi a cuore. Da Lentini veder lei) questi (quei) sperimenta (prova) il valore (vertute) di lei (sua), perché (ché) [tutto] ciò che [ella] gli (li) dona gli si tra- sforma (li avvien) in beatitudine (in salu- te), e lo rende umile (l'umilia) a tal punto (sì = così), che dimentica (oblia) ogni offesa [ricevuta]. Dio le ha concesso (dato) per so- vrappiù (maggior) di grazia anche (ancor) che chi le ha parlato non possa (pò = può) morire dannato (mal finir). 43-50 Amore dice di lei: «Come può (pò) un essere (cosa) mortale essere cosi (si) bel- lo (adorna) e puro?». Poi la guarda atten- tamente (la reguarda), e conclude (giura) fra se stesso che Dio ha intenzione (<i>'n- tenda) di farne (ne...di far) qualcosa di ec- cezionale (cosa nova). Ha colorito (color) quasi di perle, nel modo in cui (in forma quale) è giusto (convene) avere da parte di una (a) donna, non fuori (for) [di] misura: ella è il massimo (quanto) di bene [che] la natura può realizzare (far); la bellezza (bieltà) si commisura (si prova) sul suo mo- dello (per essemplo di lei). 51-56 Dai suoi occhi, non appena lei (co- me ch'ella) li muova, escono spiriti infiam- mati d'amore, i quali (che) feriscono (feron) gli occhi a chiunque (a qual che) la guardi (guati) in quel momento (allor), e penetra- no (passan) [in profondità] in modo (si) che ciascuno raggiunge (retrova) il cuore: voi le [: a Beatrice] vedete Amore raffigurato (pinto = dipinto) nello sguardo (nel viso), là dove nessuno (non...alcun) può guardar- la (mirarla) fissamente (fiso). Il tema dell'amore, personificato in entità spirituali, che raggiunge il cuore del poeta passando attraverso gli occhi e provenendo dallo sguardo dell'amata è ampiamente pre- sente in Cavalcanti (cfr. T10, p. 152). 243 Ballata di Cavalcanti ↳ nchiesta di portare il messaggio ammonimento di holl molte incontrare gente villana a donne assai, quand'io t'avrò avanzata.] pubblico cresciuta e lodare la donna Or t'ammonisco, perch'io t'ho allevata 4 8 60 11 65 70 andrai Canzone, io so che tu girai parlando per figliuola d'Amor giovane e piana, cavalcanti leggera e piano che là 've giugni tu diche pregando: la via poiché <<Insegnatemi gir, ch'io son mandata a quella di cui laude so' adornata», perifras: - Beatrice sbagliar strada E se non vuoli andar sì come vana, non restare ove sia gente villana: ingegnati, se puoi, d'esser palese vista 57-63 [0] canzone, io so che tu parlerai (girai parlando = andrai parlando; con pe- rifrasi) con molte donne (a donne assai), quando io ti avrò resa pubblica (avanzata). Ora, dato che io (perch'io) ti ho costruita (allevata; con metafora) come espressione (per figliuola; ancora metafora) giovane [: nuova; rispettosa] e diretta (piana) di Amore, ti ammonisco di chiedere cortese- mente (che...tu diche pregando; diche = dica) dovunque tu giunga (là 've giugni = là dove giungi'); <<Indicatemi la strada (in- segnatemi gir; gir = Tandare), poiché io (ch'io) sono [stata] indirizzata (mandata) solo con donne o con omo cortese, porteranno che ti merranno là per via tostana. Tu troverai Amor con esso lei; Amore raccomandami a lui come a colei (quella) [: Beatrice] delle (di) cui lo- di (laude) sono (so') abbellita (adornata) >>. Si finge in questa ultima strofa, che ha fun- zione di congedo, che l'identità dell'amata, taciuta per necessità di cortesia, sia inscrit- ta indissolubilmente nella canzone come implicita materia ed eventuale riuscita di Ne li occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch'ella mira; ov'ella passa, ogn'om ver lei si gira, e cui saluta fa tremar lo core, Ciuo da Pistoia sì che, bassando il viso, tutto smore, peccato e d'ogni suo difetto allor sospira: deni dei. essa. 64-70 E se non vuoi muoverti (andar) inu- tilmente (sì come vana = così come cosa inutile), non fermarti (non restare) dove si trovi (sia) gente vile (villana [: che non sa- prebbe indirizzare la canzone verso Beatri- ce]: fa' in modo (ingegnati), se puoi, di rive- fugge dinanzi a lei superbia ed ira. Aiutatemi, donne, farle onore. Ogne dolcezza, ogne pensero umile nasce nel core a chi parlar la sente, ond'è laudato chi prima la vide. Cavalcanti - nou incontrare nessuno Dante non incontrare gente villene 14 sì è novo miracolo e gentile. il suo segreto era già stato scoperto -amore segreto Cavalcanti effetto opposto di Cavalcanti ( larti (d'esser palese) solo a (con) donne o a chiunque altro (con omo) [sia] nobile (cor- tese), i quali (che) ti guideranno (ti mer- ranno) là [da Beatrice] per via breve (to- stana). Con lei (con esso lei) tu troverai Amore; raccomandami a lui meglio che puoi (come tu dei; dei = 'devi') [: la canzo- ne è infatti figlia dell'Amore]. La meta finale della canzone è Beatrice, se- condo una affermata tradizione precedente; tale conclusione valorizza però in questo caso la specificità del prodotto letterario, dato che il testo ha, come esplicito destina- tario interno, le «donne»> esperte d'amore. Quel ch'ella par quando un poco sorride sornso tipico di Dante non si pò dicer né tenere a mente, Ineffabilità, impossibilità di parlore D. Alighieri, Opere minori, cit. positivo nulla di doloroso OPERA CONCETTI CHIAVE T5 La lode di Beatrice: «Tanto gentile e tanto onesta pare»> Vita nuova, XXVI Beatrice legata a Cristo o alle Madonna Cumiltà come Beatrice con la virtù . il saluto-salvezza (fa miracoli • la "miracolosa" apparizione di Beatrice missione di costruire la Chiesa, trasferendo la sua anima agli apostoli DIGIT-VIDEOLEZIONE Un testo emblema dello stilnovo (a cura di P. Cataldi) DIGIT TESTO INTERATTIVO DIGIT-ASCOLTO DIGIT-ALTA LEGGIBILITÀ Al centro dell'opera, preceduta dalla crisi per la presagita morte dell'amata e dal confronto teorico con la poetica cavalcantiana, sta il frutto artisticamente più consapevole della nuova maniera dantesca: la lode di Beatrice. Essa è affidata a due sonetti di tema affine e complementare, inseriti nel medesimo capitolo: «Tanto gentile e tanto onesta pare» e «Vede perfettamente onne salute»>. concorso 5 Questa gentilissima donna, di cui ragionato è' ne le precedenti parole, venne in tanta grazia de le genti, che quando passava per via, le persone correano per vedere lei; onde mirabile le- tizia me ne giungea.³ E quando ella fosse presso d'alcuno, tanta onestade giungea nel cuore di quello, che non ardia di levare li occhi³ né di rispondere a lo suo saluto; e di questo molti, sì come esperti, mi potrebbero testimoniare' a chi non lo credesse. Ella coronata e vestita d'umilitade s'andava, nulla gloria mostrando di ciò ch'ella vedea e udia. 10 Diceano molti, poi che passata era: «Questa non è femmina, anzi è uno de li bellissimi angeli del cielo». E altri Salmo Latino diceano: «Questa è una maraviglia; che benedetto sia lo Segnore, che sì mirabilemente sae adoperare!»>.¹¹ lo dico¹2 ch'ella si mostrava sì gentile ¹3 e sì piena di tutti li piaceri,¹4 che quelli che la miravano comprendeano in loro una dolcezza onesta e soave, tanto che ridicere non lo senza motivo di dolore sapeano;¹5 né alcuno era lo quale potesse mirare lei, che nel principio nol convenisse sospi- Cavalcanti 10 17 rare.¹7 Queste e più mirabili cose ¹8 da lei procedeano virtuosamente: onde io pensando a ciò, volendo ripigliare lo stilo de la sua loda,20 propuosi di dicere parole, ne le quali io dessi ad in- verbo che c'è nel Creolo della Trinità 1 ragionato è: si è parlato. 2 venne...genti: giunse a essere a tal pun- to ammirata presso le genti. 3 onde...giungea: per cui ne provavo una meravigliosa gioia: ma, come di consueto, i sentimenti sono rappresentati da Dante se- condo una prospettiva che fa di chi li prova l'oggetto di un'azione che lo raggiunge dall'esterno. 232) 4 onestade: virtù nobilitante. 5 non ardia...occhi: non osava sollevare gli occhi; colui che aveva incontrato Beatri- ce, nel quale è rappresentato, con trasposi- zione proiettiva, il poeta stesso. 6 sì come esperti: avendone fatta perso- nale esperienza. 7 mi...testimoniare: potrebbero rendermi testimonianza, cioè confermare le mie parole. 8 Ella...s'andava: Beatrice procedeva in- teramente concentrata in un sentimento di umiltà (che è qualità sempre congiunta, se- condo gli stilnovisti, alla virtù). Le metafore della "corona" e del "vestire" ampliano e po- tenziano l'affermazione, oggetto poi del pri- mo dei due sonetti seguenti. 9 nulla gloria: nessun vanto. 10 vedea e udia: vedeva e udiva, cioè le lodi di lei. 11 che si...adoperare: che sa compiere ta- li miracoli (sae=sa, con epitesi toscana). 12 lo dico: è formula di ricapitolazione e di ripresa enfatica. 13 gentile: nobile. 14 piaceri: bellezze. 15 comprendeano...sapeano: provavano in se stessi una dolcezza virtuosa e raffinata, tale che non la sapevano esprimere (letteral- mente: ripetere). Sono i concetti espressi soprattutto nel primo sonetto, anche qui at- tribuiti a una coralità di testimoni con fun- zione universalizzante. 16 era: vi era. 17 che nel...sospirare: che non fosse co- stretto a sospirare [d'amore] fin dal primo momento. 18 cose: effetti. 19 virtuosamente: per forza di virtù. 20 ripigliare...loda: volendo riprendere il modello poetico della lode di lei, definito già nei capitoli XVIII e XIX e poi accantonato per una digressione di alcuni capitoli. 15 tendere de²¹ le sue mirabili ed eccellenti operazioni;22 acciò che non pur23 coloro che la pote- ano sensibilemente24 vedere, ma li altri sappiano di lei quello25 che le parole ne possono fare intendere. Allora dissi questo sonetto, lo quale comincia: Tanto gentile. Diventa un evangelista testimonia le opere di Beatrice come lovo testimoniano le opere di Cristo verbo dell'episania → manifestazione divine 5 10 Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altruisaluta ch'ogne lingua deven tremando muta, Cavalcouti e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, vivestitevi di ogni umiltà benignamente d'umiltà vestuta; lettera del nuovo testamento di corinzi sembra e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, che dà per li occhi una dolcezza al core, occhi che 'ntender no la può chi non la prova: sembra e par che de la sua labbia si mova allitterazione della s fun spirito soave pien d'amore, Conomatopeica → Sospiro che va dicendo a l'anima: Sospira. ↓ suono e contenuto si riallacciano 21 dessi...de: spiegassi le. 22 operazioni: effetti prodotti, in relazio- ne al proprio modo di essere (e anzi, è dagli effetti che principalmente si può valutare il valore di Beatrice). 23 non pur: non solamente. 24 sensibilemente: direttamente con i propri sensi, in particolare la vista (cfr. il se- guente vedere). 25 quello: quel poco: è limitativo. METRICA sonetto con rime ABBA, AB- BA; CDE, EDC. A, C e D sono consonanti. capsini du 1-4 La mia signora (donna; dal latino "domina"), quando (quand'ella; ella è ple- onastico) saluta qualcuno (altrui; imperso- nale), si rivela (pare) a tal punto (tanto) no- bile (gentile) e a tal punto dignitosa (one- sta), che ogni lingua diviene (deven) muta per il tremare (tremando) [: nessuno può più parlare], e gli occhi non osano (no...ar- discon) guardarla (l'<a>...di guardare). E la sintesi perfetta dei più significativi motivi stilnovistici (e prestilnovistici) del tema del saluto: alle virtù di perfezione della donna corrisponde la reazione stupefatta e smarri- ta del soggetto, impedito tanto nei rapporti percettivi (in particolare nella vista, veicolo istituzionale dell'amore) quanto nelle facol- tà espressive (la lingua che trema e ammu- tolisce). Gentile...onesta: i due aggettivi labbra → parole hanno valore complementare, e si riferisco- no entrambi alla nobiltà della donna; riguar- dano il primo la nobiltà soprattutto interio- re, il secondo soprattutto il decoro esterno degli atti. Pare: vale «è o si manifesta nella sua evidenza», come ha indicato Contini, ed è il termine-chiave del sonetto; riguarda la rivelazione meravigliosa e indubitabile del- la perfezione della donna; trova risponden- za nel par dei vv. 7 e 11 nonché nel mostrar- si del v. 9. Saluta: con il consueto polisenso, vale sia 'rivolge il saluto', sia 'manifesta segni di salvezza". 5-8 Sentendosi lodare, ella procede (si va; forma mediale o pseudoriflessiva) atteggia- ta (vestuta vestita, forma siciliana; è me- tafora) benevolmente (benignamente) a vir- tuosa dolcezza (umiltà); e si rivela (par che sia) un essere (cosa) venuto dal cielo a mo- strarsi come un] miracolo sulla (in) terra. La semplicità amabile di Beatrice, nella qua- le la coscienza delle lodi suscitate non pro- voca orgoglio, è uno dei segni della caratte- rizzazione celeste, messa qui abilmente in rapporto con una rappresentazione schiet- tamente narrativa (i wv. 5-6). E par: nella versione di questo sonetto resa pubblica pri- ma dell'inserimento nella Vita nuova si leg- geva invece «<Credo»; la correzione elimina la partecipazione del soggetto «a vantaggio di una più generale [...] partecipazione ed evidenza (uno stato di grazia, il miracolo co- me sentimento di tutti)». (D. De Robertis). Si tratta insomma di una significativa va- riante d'autore. A miracol mostrare: il mi- racolo è Beatrice, la quale non compie mi- racoli ma incarna sulla terra l'altezza divina. 9-14 Si mostra (móstrasi) a tal punto (si = così) bella a chi la guarda (mira), che tra- smette (dà) attraverso (per) gli occhi una [tale] dolcezza al cuore, che chi non la speri- menta direttamente (non la prova) non può (la è pleonastico) capire (<i>'ntender); ed è evidente come (e par che) dal suo volto (de la sua labbia) emani (si mova) uno spirito [: una forza] dolce (soave) [e] pieno d'amore che dice (va dicendo) all'anima: Sospira. Chiunque assista allo spettacolo della bel- lezza di Beatrice è immediatamente coin- volto nell'esperienza di dolcezza e di turba- mento (riassunta nel finale «Sospira», affi- dato come al solito alla teatralizzazione de- gli "spiriti"); ma chi invece non può contare sulla diretta esperienza del «<miracolo»> resta comunque escluso dalla comprensione del suo significato, che non è trasmissibile per mezzo di parole. Paradossalmente, il testo letterario si conclude affermando, in osse- quio a una ormai lunga tradizione, la pro- pria insufficienza costituzionale rispetto al- la materia trattata, in se stessa ineffabile (e cfr. il v. 3). Va dicendo: la perifrasi, diffusa nell'italiano antico, sottolinea la continuità dell'evento rappresentato. 20 Questo sonetto è sì piano²6 ad intendere, per quello che narrato è dinanzi,27 che non abbi- sogna d'alcuna divisione; e però lassando lui, dico che questa mia donna venne in tanta grazia, che non solamente ella era onorata e laudata, ma per lei erano onorate e laudate molte.28 Ond'io, veggendo ciò e volendo manifestare29 a chi ciò non vedea, propuosi anche ³0 di dire parole, ne le quali ciò fosse significato;³¹ e dissi allora questo altro sonetto, che comincia: Vede perfettamente onne salute, lo quale narra di lei come la sua vertude adoperava ne l'altre, 32 sì come appare ne la sua divisione.33 26 piano: facile. 27 per...dinanzi: grazie a quel che è detto nella parte che lo precede, cioè nella prosa introduttiva. 28 per lei...molte: grazie a Beatrice l'in- tero genere femminile riceve onori e lodi. É tema presente già in Andrea Cappellano e nella tradizione lirica predantesca. 29 volendo manifestare: volendo rendere [ció] evidente. 30 anche: ancora. 31 significato: spiegato. D. Alighieri, Opere minori, cit. 32 lo quale...l'altre: il quale [sonetto] racconta il modo in cui la virtù di Beatrice operava [effetti] nelle altre donne. 33 divisione: la consueta spiegazione che segue il sonetto, fondata sulla suddivisione della struttura. T9 «Oltre la spera che più larga gira» Vita nuova, XLI - l'ineffabilità OPERA CONCETTI CHIAVE schema vanato introduzione commento spiegazione poesia XLI. Poi mandaro due donne gentili a me pregando che¹ io mandasse loro di queste mie pa- role rimate;² onde io, pensando la loro nobilitade, propuosi di mandare loro e di fare una cosas nuova, la quale io mandasse a loro con esse, acciò che più onorevolemente adempiesse li loro prieghi.' E dissi allora uno sonetto, lo quale narra del mio stato, e manda'lo a loro co lo precedente sonetto accompagnato, e con un altro che comincia: Venite a intender. 5 Lo sonetto lo quale io feci allora," comincia: Oltre la spera; lo quale ha in sé cinque parti. Ne la prima dico ove va lo mio pensero, nominandolo per lo nome d'alcuno suo effetto.¹2 Ne la seconda dico perché¹3 va là suso, cioè chi lo fa così andare. Ne la terza dico quello che vide, cioè una donna onorata là suso; e chiamolo allora "spirito peregrino", acciò che spiritualmente va là suso, ¹4 e sì come peregrino lo quale è fuori de la sua patria, vi stae. ¹5 Ne la quarta dico come elli la vede tale, cioè in tale qualitade, che io non lo posso intendere, ¹6 cioè a dire che lo mio pense- ro sale ne la qualitade di costei in grado che lo mio intelletto no lo puote comprendere;¹7 con ciò sia cosa che ¹8 lo nostro intelletto s'abbia¹9 a quelle benedette anime sì come l'occhio debole a lo sole: e ciò dice lo Filosofo 20 nel secondo de la Metafisica.²¹ Ne la quinta dico che, avvegna che22 io non possa intendere là ove23 lo pensero mi trae, cioè a la sua mirabile qualitade,2²4 alme- 1 direzione 2 motivo 3 oggetto 4 come 10 Dopo le rime addolorate composte per la morte dell'amata e dopo l'intermezzo della donna gentile, Dante torna a parlare di Beatrice in un'ottica assolutamente nuova. Invitato da due donne a mandare loro alcune rime, Dante mette insieme una essenziale antologia poetica di tre testi, il terzo dei quali (il sonetto «Oltre la spera che più larga gira») compone per l'occasione. 15 1 mandaro...pregando che: due nobili donne mi mandarono a pregare di. 2 di queste...rimate: alcune mie poesie. 3 pensando: considerando. 4 di mandare loro: di procedere all'invio. 5 cosa: poesia. 6 con esse: riferito alle parole rimate; cioè 'accompagnato ai testi già scritti'. 7 acciò che...prieghi: così da soddisfare le loro preghiere in modo da onorarle più ade- guatamente. 8 manda 'lo: lo mandai. 9 precedente: che precede, nell'opera: è il sonetto «<Deh peregrini che pensosi andate»>, nel capitolo XL. 10 un altro: nel capitolo XXXII. 11 allora: per la specifica occasione dell'invio. 12 Ne la prima...effetto: Nella prima [parte] dico dove è rivolto il mio pensiero, designandolo attraverso il riferimento a uno dei suoi effetti: cioè nor nando, per meto- nimia, il pensiero attraverso il riferimento al «sospiro»> che da esso è provocato (l'effet- to per la causa). 13 perché: per quale ragione e con quale aiuto. 14 e chiamolo...suso: e lo chiamo [: il mio pensiero] "spirito pellegrino", in quanto va lassù in puro spirito. 15 esì come...stae: e vi sta [: lassù in cielo] così come un pellegrino che è fuori dalla sua patria. Due le spiegazioni possibili: il pensie- ro del poeta si reca, per raggiungere l'amata, in un luogo così lontano dalla terra da esser- vi come un pellegrino lontano dalla patria; non essendo il poeta maturo per la perma- nenza in Paradiso, vi si reca solo in spirito e vi soggiorna come uno straniero (benché in realtà sia in patria). La seconda spiegazione, più intensa, si fonda sul significato attribuito all'epoca alla parola "pellegrino": chiunque sia lontano dalla propria patria, e, dato che la vera patria di ogni cristiano è il cielo, chiun- que sia sulla terra; la condizione di Dante che pensa a Beatrice sarebbe quella, paradossale, di chi va con il pensiero nella sua vera patria (il cielo), soggiornandovi come uno straniero. 16 dico come...intendere: dico che questo [: il pensiero] la vede [: Beatrice] tale, cioè di così elevate qualità, che io non posso capirlo. L'altezza della contemplazione supera cioè le possibilità di comprensione dell'uomo, così come avviene davanti alle manifestazioni di- rette del divino. In questa parte conclusiva della Vita nuova Dante ricorre largamente al punto di vista e al linguaggio dei mistici. 17 cioè...comprendere: il che equivale a dire che il mio pensiero si innalza a tal pun- to nella [visione della] altezza di costei [: Be- atrice], che le mie facoltà razionali non pos- sono capirla. 18 con ciò sia cosa che: dato che. 19 s'abbia: si rapporta. 20 lo Filosofo: Aristotele, il filosofo per antonomasia. 21 nel secondo de la Metafisica: nel se- condo libro della «Metafisica»; benché sia discussa la conoscenza dantesca di tale ope- ra, se non in forma mediata (attraverso san Tommaso e Averroè). 22 avvegna benché. 23 là ove: ciò verso cui. 24 a la sua mirabile qualitade: verso la meravigliosa perfezione di lei: Beatrice. 249) 5 vitor no no intendo questo, cioè che tutto è lo cotale pensare de la mia donna,25 però ch'io²6 sento lo suo nome spesso nel mio pensero: e nel fine di questa quinta parte dico "donne mie care", a dare ad intendere che sono donne coloro a cui io parlo. La seconda parte comincia quivi: intelligenza nova; la terza quivi: Quand'elli è giunto; la quarta quivi: Vedela tal; la quinta quivi: So io che parla. Potrebbesi più sottilmente ancora dividere, e più sottilmente fare intendere;27 ma puo- tesi passare con questa divisa, e però non m'intrametto di più dividerlo,28 20 5 10 25 tutto è...donna: tutto questo mio pen- siero è rivolto alla mia signora. 26 però ch'io: perché io. 27 Potrebbesi...intendere: si potrebbe sud- dividere [il sonetto] in modo ancora più sotti- le, e così farlo capire in modo più profondo. 28 puotesi...dividerlo: si può lasciar sta- re con questa suddivisione, e perciò non mi affatico a suddividerlo ulteriormente. METRICA Sonetto con rime secondo lo schema ABBA, ABBA; CDE, DCE. A, B ed E sono consonanti. 1-4 Il sospiro che esce dal mio cuore pene- tra (passa) oltre la sfera celeste (la spera) [: il Primo Mobile] che ha circonferenza più lar- ga (che più larga gira): lo tira di continuo (pur) verso l'alto (in su) una nuova capacità di intendimento (intelligenza), che l'Amore mette in lui [: nel sospiro] attraverso il dolo- re (piangendo). Dall'interiorità più intima (cfr. core) del poe- ta si produce uno slancio verso l'alto che rag- giunge il Paradiso; il mezzo attraverso cui que- sti due estremi del discorso (l'io profondo e l'alto cielo) sono messi in comunicazione è il 250) Paradiso perifrasi Oltre la spera che più larga gira passa 'l sospiro ch'esce del mio core: metonimia: essetto per la causa 1 intelligenza nova, che l'Amore di contime piangendo mette in lui, pur su lo tira. arrivato desidera Quand'elli è giunto là dove disira, vede una donna, che riceve onore, e luce sì, che per lo suo splendore guarda lo peregrino spirito la mira. racconta Vedela tal, che quando 'l mi ridice, disicile io no lo intendo, sì parla sottile per la morte al cor dolente, che lo fa parlare. donna pietà So io che parla di quella gentile, da Beatrice, poiché però che spesso sì ch'io lo 'ntendo ben, donne mie care.] pubblico sospiro, metonimicamente indicante il 'pen- siero' (come il poeta stesso suggerisce nella prosa che precede). A determinare tale slancio è l'Amore, attraverso la sofferenza. Quest'ul- tima non è più la ragione della scrittura, ma un suo movente: la ragione è ora più impegna- tiva e alta, cioè seguire Beatrice con il pensie- ro verso l'Empireo. La spera...gira: secondo il sistema tolemaico, si tratta del cielo cristallino o Primo Mobile, oltre il quale la dottrina cat- tolica poneva l'Empireo, cioè il Paradiso; e questa è appunto la meta del sospiro dell'au- tore, a raggiungere Beatrice. Nova: 'nuova', ma anche 'eccezionale, straordinaria', secon- do il significato polisemico dell'aggettivo. 5-8 Quando esso (elli = egli) [: il pensiero] è arrivato (giunto) là dove desidera (disira) [: in Paradiso], vede una donna [: Beatrice] che riceve onore e risplende (luce; vb.) in mo- do tale (sì così), che lo spirito pellegrino la contempla (mira) per la sua luminosità (splendore). Peregrino: cfr. nota 15. 9-14 [Il mio spirito] la [: Beatrice] vede così perfetta (tal), che quando me lo (I mi; 'l = il) riferisce (ridice), io non lo capisco (in- tendo), a tal punto (si) parla difficile (sot- tile) al [mio] cuore sofferente (dolente), che D. Alighieri, Opere minori, cit. lo spinge a (lo fa) parlare. Io so [di certo] che parla di quella [donna] nobile (gentile), da- to (però) che menziona (ricorda) spesso [il nome di] Beatrice, così che io capisco (<i>'n- tendo) bene questo fatto (lo) [: che parla dell'amata], [o] mie care donne. Ad aver mandato lo spirito verso Beatrice è quel cuore stesso che ora, interrogandolo, non ne può capire in profondità le parole (cioè i segni dell'esperienza), benché una cosa almeno gli sia perfettamente chiara: esso par- la di Beatrice, dato che ne pronuncia spesso il nome. La apparente, voluta contraddizione tra «<io non lo intendo» (v. 10) e «<io lo'ntendo ben>> (v. 14) provocò le obiezioni di Cecco Angiolieri, che rivolse a Dante il sonetto «Dante Allighier, Cecco, 1 tu' servo e amico»>; e non è da escludere che il commento in pro- sa, eccezionalmente circostanziato, risponda anche all'esigenza di ribattere alle critiche dell'amico. Beatrice: è la prima e unica volta che il nome compare in un testo poetico del- la Vita nuova, ulteriore segno della eccezio- nalità di questo passaggio. Donne mie care: con esplicito rimando al pubblico prediletto, coerentemente alla svolta di «Donne che ave- te intelletto d'amore» (cfr. T7, p. 241). T10 La <<mirabile visione» Vita nuova, XLII il nome Beatrice come unica verità dicibile OPERA CONCETTI CHIAVE AVVIAMENTO ALLA LETTURA ▶ Alla riaffermazione gloriosa di Beatrice è dedicata la conclusione della Vita nuova, sia nel sonetto con- tenuto nel capitolo XLI, sia nel breve capitolo XLII e ultimo, dove il poeta informa di una nuova meravi- gliosa apparizione dell'amata e si ripromette di non scriverne più fino al momento in cui non sia in grado, più maturo artisticamente e più consapevole da ogni punto di vista, di scrivere di lei cose mai dedicate a nessuna donna. La prosa del capitoletto finale riprende quindi il tema dell'ineffabilità (già affrontato, come si è detto, nel sonetto «Oltre la spera che più larga gira»): Dante non è in grado di tradurre in parole la contempla- zione di Beatrice. L'oscura promessa con la quale si chiude l'opera sembra profetizzare la Commedia. La figura di Bea- trice, profondamente rinnovata, riapparirà infatti a distanza di anni, facendo dapprima la sua compar- sa nel secondo canto dell'Inferno e diventando una delle guide di Dante nel suo viaggio verso Dio. "Oltre la spera che più larga gira" straordinaria XLII. Appresso¹ questo sonetto apparve a me una mirabile visione,2 ne la quale io vidi³ cose decidere che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più [degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio' quanto posso, sì com'ella sae³ vera- di Daute cemente. Si che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono,¹0 che la mia vita duri per impegno Penfras Dio 5 alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna." E poi piaccia perifras Amore andare a ¹2 colui che è sire de la cortesia,¹3 che la mia anima se ne possa gire¹4 a vedere¹5 la gloria ¹6 de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira¹7 ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus.18 Beatrice-trix Citazione biblica 1 Appresso: Dopo [aver scritto]. 2 mirabile visione: una meravigliosa vi- sione, certamente relativa a Beatrice, ma in- torno alla quale Dante in ogni caso non spe- cifica nulla, anticipando già la scelta di non dire più nulla dell'amata. 3 vidi: il dominio della "visione" (già nel sonetto che precede) si accompagna alla co- strizione dell'ineffabilità e alla scelta del si- lenzio, secondo una procedura propria del pensiero mistico. 4 proporre: decidere. 5 benedetta: ovviamente Beatrice, il cui nome è appunto ricordato, con il medesimo epiteto, nella frase conclusiva del capitolo e dell'opera. 6 venire a ciò: arrivare a questo risultato, nomine sunt consequentia teruu -tor è sia beatrice che beata cioè di poter trattare di Beatrice in modo più degno di lei. 7 io studio: io mi do da fare. 8 sae: sa, con epitesi toscana. veracemente: per vero. 9 10 se piacere...vivono: se sarà la volontà di colui per il quale vivono tutti gli esseri, cioè Dio. 11 io spero...d'alcuna: «la Vita Nuova, apertasi coll'immagine del "libro della me- moria", si chiude su quella del libro da scri- vere» (D. De Robertis). Che poi questo sia l'annuncio primo della Commedia, è que- stione assai discussa. 12 piaccia a: voglia. 13 sire de la cortesia: re delle virtù: o Dio o Amore; e più probabilmente il primo, sin- D. Alighieri, Opere minori, cit. (dalla grazia di Dio cretisticamente rappresentato secondo i moduli delle qualità cortesi (e al quale sono dedicati i due colui che precedono e seguo- no, in poche righe, quello qui riferito al sire ecc.). 14 gire: andare. 15 vedere: avendo superato i limiti intel- lettuali segnalati nel sonetto che precede, e perciò capace di fissare in Beatrice la beati- tudine svelata di Dio (con innegabile antici- pazione di un tema portante della Comme- dia). 16 la gloria: il trionfo beato. 17 mira: è concentrata. 18 colui...benedictus: colui che è benedet- to per tutti i secoli, cioè Dio; l'espressione latina è ripresa da san Paolo.