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I Malavoglia - Analisi

10/9/2022

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L'ANALISI DI UN'OPERA
1. OPERA
- Autore: Giovanni Verga, (1840-1992), l'autore che riesce ad esprimere
al meglio la poetica del Verismo.
Tit

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L'ANALISI DI UN'OPERA 1. OPERA - Autore: Giovanni Verga, (1840-1992), l'autore che riesce ad esprimere al meglio la poetica del Verismo. Titolo: I Malavoglia. Non è il vero cognome della famiglia di cui il romanzo si occupa, ma un nomignolo e per di più un nomignolo, come lo stesso Verga osserva, che ha in sé un amaro significato ironico, perché rovescia il carattere vero dei membri di quella famiglia. Infatti, come appare chiaro dalle vicende, i vari membri della famiglia sono, tranne un'unica eccezione, estremamente attivi e volenterosi. - Genere: romanzo storico realistico: storico perché la trama si svolge e scorre parallela ai fatti della Storia, pur incrociandoli, come la catastrofica battaglia di Lissa (1866) tra la flotta italiana e quella austriaca; la tassa sul macinato, la leva obbligatoria, l'industrializzazione; e realistico perché caratteristico del genere di cui Verga è uno dei massimi esponenti in Italia:" Il Verismo ". Data di pubblicazione: 1881 dall'editore Treves e inizialmente è accolto con freddezza da lettori e critici. Come succede spesso per le grandi opere della letteratura, solo più tardi il romanzo sarà recuperato e valutato positivamente. - La fonte e i modelli a cui l'opera si è ispirata: Zola e il Naturalismo francese. - I destinatari ai quali l'opera intende rivolgersi: Verga, come agli autori meridionali, nello sforzo di documentare la nuova realtà, vuole far conoscere...

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Didascalia alternativa:

a tutti la sua terra d'origine, il sud e il dramma vissuto dagli umili. - La struttura: il romanzo è suddiviso in 15 capitoli, raggruppabili in 3 grandi parti che coprono un periodo temporale che va dal 1863-1878. 2. CONTENUTI - La trama: Nel romanzo si racconta la storia dei Toscano, una famiglia di pescatori di Aci Trezza, nota con il soprannome de "I Malavoglia", colpita da sventure e tragedie. Essa è composta dal nonno, padron 'Ntoni, dal figlio Bastianazzo, dalla nuora Maruzza, detta "la Longa", e da 5 nipoti: 'Ntoni, Luca, Alessi, Mena e Lia. E' gente laboriosa, che possiede una casa, la "casa del nespolo", e una barca, la "Provvidenza", fonte di reddito per tutta la famiglia. I Malavoglia lottano continuamente per sopravvivere a un destino che li condanna inesorabilmente alla sofferenza. Il racconto è suddiviso in tre grandi parti: La prima parte, introduttiva, occupa i primi quattro capitoli. Per far fronte all'assenza del nipote 'Ntoni partito per il servizio militare, e per fare la dote alla nipote Mena, il nonno acquista a credito un carico di lupini dallo zio Crocifisso, l'usuraio del paese. Bastianazzo carica i lupini sulla Provvidenza, ma durante il trasporto la barca affonda e Bastianazzo muore. La seconda parte del romanzo occupa i capitoli dal V al IX. II naufragio della barca inaugura un periodo di sventure e di miseria per i Malavoglia. La mancata restituzione del debito permette a zio Crocifisso di mettere le mani sulla casa del nespolo, riducendo la famiglia in povertà. ● I capitoli dal X al XV che compongono la terza parte del romanzo si concentrano sulle vicende dei singoli familiari: il giovane 'Ntoni parte in cerca di fortuna, ma finisce in prigione dopo essersi dato al contrabbando. La Longa si ammala di colera e muore. Lia, la più piccola, travolta da uno scandalo, fugge da casa e finisce col diventare una prostituta. Padron 'Ntoni, sconvolto dal dolore, muore in ospedale, senza avere avuto la gioia di vedere attuato il suo sogno: il ritorno nella casa del nespolo. Solo Alessi, dopo tante sventure, riesce a riscattare con il suo duro lavoro la casa e a formare di nuovo una famiglia. - Il tema Diversi i temi presenti nel romanzo: ● l'ideale dell'ostrica come mezzo per difendersi dagli assalti del destino. Gli uomini infatti finché vivono nel loro ambiente naturale e sociale sono al sicuro, ma quando provano il desiderio di cambiamento e di progresso vanno incontro alla rovina, come accade all'ostrica, sicura soltanto finché resta avvinghiata allo scoglio dove è nata; • la religione della famiglia. L'esaltazione della famiglia fondata sull'onore e sul lavoro, impersonata da padron 'Ntoni e concretizzata nella casa del nespolo. Ma la religione della famiglia è poi cancellata dall'egoismo, dall'arrivismo e dalla corruzione del giovane 'Ntoni e di Lia; • il pessimismo fatalista di Verga, perché non c'è spazio per la fede, la speranza, il progresso in quanto l'uomo è e sarà sempre dominato solo dagli istinti e dagli interessi materiali. - Il messaggio Il messaggio è implicito e ci viene presentato come un giudizio definitivo e immodificabile. Per Verga l'avidità, l'egoismo, l'ambizione sono interessi e vizi che caratterizzano tutti i livelli sociali e che, se troppo perseguiti, portano inevitabilmente al fallimento. Chi invece riesce a non farsi travolgere dalla "fiumana del progresso" e a rimanere saldo ai valori originari della propria famiglia (la "casa del nespolo")- come farà Alessi in contrapposizione al giovane 'Ntoni-, risulterà vincitore. Secondo l'autore l'unico modo per sopravvivere è quello di accettare la sofferenza con la rassegnazione eroica di chi sa di dover soggiacere alle dure leggi della realtà. I PERSONAGGI PERSONAGGI PRINCIPALI -PADRON `NTONI: Patriarca che conosce molti proverbi, è il simbolo della saggezza popolare; non rinuncia mai al proprio dovere e ama il suo mestiere da pescatore. Non si oppone alla società ma la rispetta con tutte le tradizioni. -BASTIANAZZO: Figlio "grande e grosso" di Padron 'Ntoni, è altrettanto un lavoratore; muore a causa della tempesta mentre trasporta il carico di lupini. -MARUZZA: Moglie di Bastianazzo, "bada a tessere, salare le acciughe e far figliuoli da buona massaia". La sua serenità svanisce con la morte del marito e del figlio. -'NTONI:"Bighellone di vent'anni", è il figlio maggiore di Maruzza. Si ribella alla sua condizione di miseria smettendo di lavorare; dopo aver ucciso il brigadiere don Michele, poiché ha una relazione amorosa con Lia, trascorre cinque anni in carcere. Infine, lascia il paese per il suo passato da detenuto. -MENA:"Soprannominata Sant'Agata perché sta sempre al telaio" e innamorata di Alfio, dopo la morte della madre si occupa di educare Lia e di portare avanti la casa. -LUCA: 'E "un vero Malavoglia", quindi laborioso e di buon cuore. Muore durante la battaglia a Lissa. -ALESSI: "Un moccioso tutto suo nonno": si dà da fare dopo le disgrazie capitate alla famiglia. Alla fine i suoi sforzi vengono premiati con il riscatto della Casa e il riconoscimento dell'onore perso della famiglia. -LIA: "È la più piccola, ancora né carne né pesce"; ha una storia amorosa con Don Michele, motivo per cui 'Ntoni, rivendicando l'onore della sorella e della famiglia, lo uccide e finisce in carcere. Poiché girano voci nel paese riguardo la sua condizione di prostituta, lascia il paese senza far sapere più nulla su di lei. PERSONAGGI SECONDARI -ZIO CROCIFISSO: "Campana di legno": è l'usuraio del paese, sempre pronto ad approfittare delle disgrazie altrui per arricchirsi; vive con la nipote, la Vespa, che sposa per interessi -PIEDIPAPERA:Astuto e profittatore, affronta qualsiasi affare, compreso il contrabbando; è sposato con Gnà Grazia, donna generosa e amica dei Malavoglia -LA LOCCA: E una donna povera nonostante sia sorella di Zio Crocifisso e ha due figli: Menico che muore con Bastianazzo e l'altro che finisce nel contrabbando con 'Ntoni. -ZUPPIDDI TURI (rimette in senso la Provvidenza), VENERA(occupazione: maritare la figlia BARBARA) -ANNA (vedova: nonostante le difficoltà non si lamenta mai) -ALFIO MOSCA (carrettiere) -PADRON CIPOLLA (il ricco del paese) e il figlio BRASI (per poco è il fidanzato di Mena) -DON FRANCO (speziale: repubblicano e rivoluzionario) -VANNI PIZZUTO (barbiere) -DON SILVESTRO (segretario comunale, furbo e pronto a dar consigli per il proprio tornaconto) -DON MICHELE (brigadiere delle guardie doganali) -MASTRO CALLA' (sindaco) -CINGHIALENTA (contrabbandiere e frequentatore dell'osteria) -SANTUZZA (ostessa) -MANGIACARRUBBE ("una di quelle che stanno alla finestra") -NUNZIATA (moglie di Alessi; prima si occupa dei fratelli). 3. LUOGO La vicenda si svolge ad Aci Trezza, un villaggio di pescatori a pochi chilometri da Catania; negli anni che vanno dal 1865 al 1875. Aci Trezza è il tipico paesino di mare siciliano, dove gli abitanti sono sempre a conoscenza di tutto quello che succede ai compaesani. È reale in quanto Verga appartiene alla corrente del Verismo. Si può fare una distinzione tra lo spazio esterno (ignoto e insicuro:i personaggi si disperdono o muoiono) e quello interno del paese (rassicurante). Nonostante l'autore si preoccupi di presentare attentamente lo spazio sociale del paese, questo non viene mai descritto. Ricorrono spesso la piazza, luogo dei pettegolezzi; la farmacia, luogo di raccoglimento per i più acculturati; l'osteria, luogo dove si mangia, si beve e si gioca a carte; la Casa del Nespolo vista come nido domestico; il mare spesso descritto come una persona; la spezieria dove gli uomini spesso si incontrano per commentare il giornale e i fatti del giorno. 4. PENSIERO E POETICA Verga ha operato una vera e propria rivoluzione letteraria. Nel raccontare la storia e la vita del popolo meridionale con verità e onestà, ha utilizzato due importanti tecniche narrative: l'artificio della regressione e il discorso indiretto libero. L'autore non osserva più dall'alto i suoi personaggi, ma regredisce al loro livello culturale, eclissandosi e uscendo in toto dalla narrazione. In questo modo viene data l'illusione che l'opera si faccia da sé e non per mezzo dell'autore. Facendo parlare i personaggi esclusivamente con la loro lingua e le loro modalità, Verga conferisce all'opera maggior veridicità, come se si trattasse di un "documento umano". L'eclissi del narratore, che non giudica e non critica i protagonisti e le loro azioni, si ritrova pure nell'uso discorso indiretto libero, una tecnica di riproduzione delle parole dei personaggi in cui si omettono i verbi "dire" o "pensare", che introducono la rielaborazione del discorso. La novità della lingua usata da Verga sta nell'italiano a cui si è aggiunto un linguaggio ricco di espressioni dialettali e di proverbi e modi di dire popolari per poter rendere con maggior efficacia una descrizione della gente, per rappresentare il mondo dei pescatori da vicino. Verga spiega che impersonalità, eclisse dell'autore e regressione sono strumenti necessari per permettergli di esprimere al meglio la sua ideologia: "chi osserva lo spettacolo della lotta per l'esistenza non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori dal campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente, coi colori adatti ". Lo scrittore, quindi, si mette in disparte e osserva, come uno scienziato, lo svolgersi del meccanismo dell'esistenza. Se al centro dell'opera di Zola c'erano i due principi dell 'eredità biologica e del condizionamento ambientale a determinare il comportamento umano, per Verga al centro dell'agire umano sta la lotta per l'esistenza, concetto tratto dalla teoria darwiniana dell'evoluzione. A differenza di Zola, ottimista nei confronti del progresso, capace a suo avviso di portare alla graduale risoluzione dei più gravi problemi sociali, l'ideologia verghiana è permeata da un radicale pessimismo. L'agire umano, ad ogni livello della scala sociale, è caratterizzato, così come per ogni aspetto della Natura, da una spietata lotta per l'esistenza, basata sulla legge crudele del più forte che annienta il più debole. Per i più deboli, umiliati e schiacciati dal peso di questa triste realtà, la morte è di gran lunga la prospettiva migliore. Proprio questo fatalismo è la differenza fondamentale tra Zola e Verga: se lo scrittore francese è convinto dell'utilità sociale del ruolo dello scrittore, capace di mettere in luce le storture della società per fornirne indicazioni a politici e operatori sociali e stimolarne l'intervento, per Verga non c'è possibilità di redenzione. Lo scrittore non può fare nulla se non sforzarsi di conoscere e mostrare il meccanismo della vita sociale nella maniera il più possibile aderente al vero: dovrà quindi far parlare direttamente personaggi e ambienti, metterli di fronte agli occhi del lettore e lasciare a lui il giudizio. COLLEGAMENTI E CONFRONTI I Malavoglia rivelano molti punti di contatto, e anche di contrasto, con I Promessi Sposi di Manzoni. Mentre I Promessi Sposi narrano le difficoltà di una nuova famiglia che nasce, I Malavoglia narrano invece le difficoltà di una famiglia in via di disgregazione. Il destino dei personaggi di entrambi i romanzi viene determinato dagli avvenimenti storici (per I Malavoglia rappresentati dall'unità d'Italia e la leva militare che ne consegue in Sicilia), ma nel caso dei Promessi Sposi questi avvenimenti storici sono determinati non dal caso ma da un disegno della Provvidenza, mentre per Verga sono dovuti ad un cieco gioco del caso. Sia I Promessi Sposi sia I Malavoglia mostrando i luoghi in cui si svolge la vicenda (il ramo sud-orientale del lago di Como / i villaggi di pescatori della costa orientale della Sicilia) e presentando i personaggi principali (don Abbondio / i Malavoglia), ma la differenza è enorme: -Manzoni li descrive dall'alto con uno sguardo onnisciente, la propria distanza e la propria superiorità. -Verga, al contrario, decide di mettersi allo stesso livello dei suoi personaggi pescatori: rinuncia, per così dire, ai suoi privilegi di intellettuale borghese, cioè ai privilegi del narratore onnisciente che conosce tutto, per assumere i valori e l'ottica parziale dei suoi personaggi. 5. GIUDIZIO Io penso che le affermazioni di Verga possono ritenersi ancora contemporanee ai nostri giorni. Oggi, più che allora, la società ci impone di essere competitivi e per questo le riflessioni svolte nei Malavoglia sono più che mai attuali. Il progresso spinge l'uomo a volere sempre di più, anche a costo di sacrificare gli altri, spesso percepiti come ostacoli o addirittura come strumenti da utilizzare per il raggiungimento della ricchezza e del successo. E' vero che il progresso e quello che ruota intorno ad esso, ci rende schiavi, ci domina, ci trascina via come quel fiume in piena di cui parla Verga. Ma il progresso non ha risvolti solo negativi, basti pensare al grande aiuto che ci sta dando in questo momento particolare. Il progresso e tutto ciò che ne consegue, quindi la tecnologia, ci ha aiutato tantissimo a non essere completamente isolati. Ci ha permesso di continuare il nostro percorso scolastico, ha permesso a molti di lavorare tramite smart working e per non parlare poi del progresso applicato in campo scientifico che ci ha fornito un vaccino in soli 10 mesi, cosa impensabile fino a qualche tempo fa. A mio parere, gli aspetti negativi del progresso scientifico e tecnologico possono essere arginati: dipende tutto dagli esseri umani; ognuno di noi dovrebbe essere abbastanza forte da comandare la tecnologia invece di rendersi suo schiavo, e abbastanza intelligente da utilizzare la scienza nel migliorare il mondo, non per distruggerlo. L'altro aspetto di Verga su cui vorrei soffermarmi è quello, secondo cui, l'uomo vive sicuro nel suo nido, in quella che oggi definiremmo con "comfort zone", finchè non comincia a desiderare di allontanarsi da esso per provare a migliorare la propria vita, ad avere successo. Abbandonando le proprie origini l'uomo è destinato a soccombere ai più forti che incontrerà nel comune cammino verso il progresso. Questo significherebbe, però, rinunciare a sogni. Per me, invece, l'uomo moderno sente quasi un implicito obbligo morale ad elevarsi dalla sua posizione originaria. Infatti, molti giovani decidono di studiare all'esterno o trasferirvisi per fare esperienze lavorative con l'obiettivo di migliorarsi e salire su un gradino più alto della società. Non tutti ci riescono, ma il non provarci è già un fallimento. La paura di fallire c'è, ma è meno forse della paura di rimanere immobili nel proprio "nido".