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Giuseppe Ungaretti

1/5/2023

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Poetica
È una poetica nuova, diversa da quella di D'Annunzio, che ci ha riempito di parole, mentre
Ungaretti scrive versi molto brevi, ma tu

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Poetica È una poetica nuova, diversa da quella di D'Annunzio, che ci ha riempito di parole, mentre Ungaretti scrive versi molto brevi, ma tutte le parole sono dense di significato. Si parla di versi scarnificati (= ridotti all'osso). Sono parole incisive, che restano impresse nella memoria, nello spirito, nell'anima, nella carne e sono parole che esprimono significati, sentimenti e stati d'animo profondi. Non usa la punteggiatura, che è rappresentata dalla cesura in strofe, ma a volte manca anche quella. Si parla spesso di Ungaretti come ermetico, in realtà in tutte le letterature recenti, non è un poeta ermetico, perché i significati delle sue poesie non sono nascosti. In memoria (pag 770) 27.03 Questa poesia è dedicata all'amico Mohammed Sceab, il quale si è suicidato. Ha voluto recarsi a Parigi per studiare, insieme all'amico (Ungaretti). Loro si sentivano cittadini del mondo, ma alla fine erano senza patria, quindi stradicati (senza radici). Lui prova a ricercare un po' di Egitto a Parigi, ma non è come l'Egitto e si sente estraneo (nella tenda dei suoi dove si ascolta..). Vivono in un sobborgo squallido e triste, sporco e degradato (decomposta fiera). Il tema principale è lo sradicamento. Lui non riesce più a sentirsi ne arabo ne francese. Ha provato ad amare la Francia, chiamandosi Marcel e abbandonando le sue origini,...

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Didascalia alternativa:

ma non poteva essere e sentirsi francese all'improvviso e il problema di Mohammed è nella 4a strofa "e non sapeva sciogliere il canto del suo abbandono”: non riuscirà mai a esprimere in poesia il suo sentimento di sradicamento, cosa che ha fatto Ungaretti, che vede la poesia come una liberazione (dire al mondo interno, sciogliere la nostra tristezza). Il poeta, Ungaretti, riprende su di se la memoria dell'amico e la tramanda in questa poesia, dove scrive nome e cognome, proprio per tramandare la sua memoria e il suo dolore. La sofferenza di Mohammed è comune a tanti di coloro che si sentono sradicati (immigrati, persone che sono costrette a lasciare il proprio paese o la propria zona, bambini adottati..). Lo sradicamento procura solitudine. La poesia ha una funzione consolatoria ma anche di trasmettere la memoria. Parla di memoria anche Foscolo ne "i sepolcri": "l'armonia vince di mille secoli il silenzio", tutto viene travolto dal tempo, anche le tombe, ma resta la poesia (poemi classici, immortali..). In alcuni versi c'è una singola parola, per enfatizzarla. Tutti i versi in generale sono molto brevi e liberi. Si parla di versi scarnificati, quindi ridotti all'osso ma ricchi di significato (stile molto diverso da quello di D'Annunzio, che è magniloquente, cioè che usa tante parole e pochi temi chiave, più sensazioni). di Anche qui c'è il tema dell'esilio, di patria. Tema importante è ricorrente anche nelle opere Foscolo. Ungaretti non usa la punteggiatura, ma solo maiuscole all'inizio di ogni strofa. Lui dice che nella vita non ci sono pause, ma solo spazi, infatti lui divide i versi e gli spazi nelle sue poesie. Nelle sue poesie di “allegria" mette la data, perché lui vuole che questa raccolta sia un diario. È un diario autobiografico e spirituale, dove racconta i suoi sentimenti (no sensazioni). Il porto sepolto In questa poesia ci sono molti riferimenti a Leopardi. La poesia, probabilmente, è stata composta in seguito ad una leggenda che Ungaretti conosceva e di cui aveva sentito parlare spesso. Essa diceva che davanti alla città di Alessandria d'Egitto ci fosse un porto sepolto, sommerso, che doveva precedere l'epoca tolemaica. Questo porto però non era mai stato scoperto e non lo è stato neanche dopo. Il poeta prende spunto da questa leggenda, ma il porto assume una funzione metaforica. Ungaretti immagina che la figura del poeta si immerga in questo porto, che riesca a vederlo ed che, riemergendo in superficie, riesca a diffondere all'umanità quel poco di un inesauribile segreto. Ciò significa che mentre per D'Annunzio il poeta era una poeta vate, cioè uno che aveva tante verità da trasmettere al popolo (massa), con Ungaretti cambia la funzione di poeta vate, il quel riesce qualche volta a scoprire significati nascosti e dopo riesce a dare qualche messaggio, qualcosa (non tutto), quindi Ungaretti abbandona il ruolo di poeta vate, ma ogni tanto riuscirà a dire qualcosa di nuovo. Secondo Ungaretti il poeta può solo dire qualche verità. Montale abbandonerà del tutto il ruolo del poeta vate, che dirà "io posso dirvi solo ciò che non siamo e ciò che non vogliamo", quindi non dice le verità come aveva la pretesa di fare D'Annunzio. Fratelli Tratta dall'allegria La foglia è appena nata e si spera che sia una foglia resistente (v 5). Il poeta incontra altri uomini che combattono con lui e ciò che li unisce in maniera così forte da farli sentire fratelli è la precarietà. Una parola forte che trema nella notte. Poi si rivolge a questi soldati giovani e li paragona ad una foglia appena nata, dovrebbe essere forte e resistente nell'aria sofferente: rivolta involontaria dell'uomo che si sente molto fragile, perché in questo momento ci sono e poco dopo potrebbero non esserci più. Sentimento di precarietà che li fa sentire fratelli. Fratelli: ricerca di umanità nella guerra. Riferimento a De Andrè: la guerra di Piero, che si sente fratello non solo dei soldati con lui, ma anche dell'avversario. Soldati Scritta due anni dopo "fratelli" Scrive che i soldati sono come le foglie sugli alberi in autunno, quindi pronte a cadere. 29/03 Nella prima c'è un forte senso di fratellanza, nella seconda un forte senso di fragilità e precarietà, molto più forte rispetto alla prima. Nella seconda c'è tutta la tragicità della guerra. Sono già tre anni che ungaretti combatte. Stile: ridotto all'essenza. Le parole sono inutili, sono in guerra. Fiumi PARAFRASI Scritta durante la guerra e in una zona di guerra, ma il poeta ha un raro momento di tranquillità e scrive "mi appoggia ad un albero senza rami, corteccia.. (mutilato dalla guerra) e mi abbandono in questa dolina (cavità della zona del Carso) che ha la tristezza/ desolazione di un circo prima o dopo lo spettacolo è guardò il passaggio quieto delle nuvole che coprono la luna. Oggi mi sono disteso in questa urna d'acqua e, come una reliquia (resto-avanzo), mi sono riposato. L'Isonzo, che scorreva, mi levigava come se fossi stato un suo sasso, poi mi sono alzato (tirato su le mie ossa) e sono andato sull'acqua come un acrobata. Mi sono disteso vicino ai miei panni sporchi di guerra e, come un beduino, mi sono sdraiato per prendere il sole. Questo è l'isonzo e qui, meglio che altrove, mi sono sentito una parte di tutto l'universo. Il mio dolore è quando non mi sento in armonia con questo universo. Ma quelle mani nascoste che mi accarezzano / avvolgono (acqua) mi regalano un attimo di rara felicità. Ho ripercorso tutte le epoche della mia vita e l'ho fatto attraverso i miei fiumi. Ho pensato al serchio (vicino a Lucca) dal qualche, forse, hanno attinto l'acqua tutti i miei antenati, che era gente di campagna e forse anche mio padre e mia madre. Questo è il Nilo, dove sono nato e cresciuto e dove ho corso da bambino (inconsapevole). Questa è la Senna e, nelle sue acque torbide, mi sono trasformato e ho preso coscienza di me (diventato adulto a Parigi). Questi sono i miei fiumi ch e adesso ripercorro nellisonzo. Questa è la nostalgia che provo per ognuno di essi (prova nostalgia per i periodi della vita in cui era in quei luoghi). Adesso che la mia vita mi sembra avvolta da un cerchio di oscurità". ANALISI Ripercorre tutte le epoche della sua vita attraverso i fiumi. Lui è sul Carso e ha un momento di pausa e si sdraia in questa dolina. Urna e reliquia ricordano l'aspetto sacrale della vita e della morte. Torna la desolazione della vita (come la decomposta fiera, "in memoria"), paragonata ad um circo prima e dopo lo spettacolo. Ricerca di armonia con la vita e dice "il mio dolore e quando non mi sento in armonia con tutto l'universo e con la natura". Anche il fatto di camminare sull'acqua come un acrobata ha aspetti religiosi: Gesù. I panni sono veramente sudici (è una metonimia), ma la vera cosa sudicia è la guerra. "Beduini" lo riprende dal fatto che ha vissuto in Africa. Il desiderio è una docile fibra dell'universo perché è anche nella mano di quello che verrà deciso per lui nell'universo. Ripercorre tutta la sua vita: origini, infanzia, giovinezza e maturità. L'acqua è un simbolo di purificazione. Figure retoriche: similitudine (come..) e la analogia (urna d'acqua, docile fibra dell'universo, occulte mani che mi intrigano, corolla di tenebre). si accosta se stesso. ad un'altre immagine analogia con l'acqua dell'Isonzo colegamento con tutte be puerre (anche Ucraina) 03/04 Veglia Poesia che testimonia la sofferenza della guerra di trincea. È una delle più famose di Ungaretti. ~ Ungaretti si può collegare con il dolore, solidarietà, fratellanza, precarietà della vita. ~ PARAFRASI E ANALISI Ho trascorso un'intera nottata buttato vicino ad un compagno che era stato massacrato ed aveva la bocca digrignata per il dolore, rivolta alla luna piena, con le mani strette che sono penetrate nel mio silenzio. In questa notte ho scritto lettere piene d'amore. Non ho mai apprezzato così tanto la vita. Tema chiave: istinto naturale dell'attaccamento alla vita, sembra un ossimoro il fatto che lui, di fianco ad un compagno morto, abbia scritto lettere piene d'amore, in realtà questa contraddizione non c'è affatto. Noi diamo per scontato tante cose come la salute e la vita, anche magari quando corriamo in macchina, quando facciamo imprudenze, in realtà sono valori sacri che uno non dovrebbe mai dare per scontati e ringraziare ogni giorno. Lui se ne rende ancora più conto quando passa la notte (nottata-> morte di Gesualdo) sveglio, buttato (come la spazzatura) vicino ad un compagno. Tutti sono stati compagni quelli che hanno combattuto insieme a lui, sono stati compagni di sventura / sofferenza. Massacrato: un solo verso con una parola così densa di significato, per rendere l'idea dell'atrocità della guerra. Digrignata: digrignare i denti significa soffrire, rende l'idea della sofferenza. Anche il compagno stava soffrendo e ha rivolto i suoi occhi verso la luna piena (rappresenta la vita piena), in questo disperato attaccamento alla vita. Con le sue mani strette che penetrano nel silenzio, l'unica cosa che Ungaretti può fare è tacere davanti all'assurdità di questa morte e scrive lettere piene d'amore, perché davanti alla morte lui si stringe ancora di più alla vita. La crudezza delle parole che usa, sono parole onomatopeiche. San Martino del Carso Parte descrivendo le case e dice che non è rimasto che qualche brandello (di solito si usa con le carni) di muro. "Corrispondevano" la prende da Foscolo: corrispondenza di amorosi sensi sono sentimenti ricambiati dall'altra persona. Dice che delle persone a cui ha voluto bene, non rimane che qualche brandello, ma nel suo cuore li ricorda tutti ed è il suo cuore il paese più straziato, perché si porta dentro tutti i morti, tutti coloro a cui voleva bene. Mattina "Mi illumino di immenso" È una poesia famosissima e densa di significato. Ci sono riferimenti a Leopardi: ricerca in infinito e l'epifania (=rinascita) / rivelazione data dalla nascita del mattino. Quella che riesce a cogliere quest'immensità è la poesia. Foscolo aveva detto "l'armonia vince di mille secoli il silenzio", ovvero che il tempo travolge tutto ma la poesia resta. Ungaretti, grazie alla poesia, riesce a trovare questa immensità. Pag 790. Ci sono molte analogie tra mattina e il porto sepolto: perché in entrambe c'è il senso di infinito e di immensità e c'è anche il ruolo di poeta, che almeno in parte, mantiene il ruolo di poeta vate. Giuseppe Ungaretti La sua vita è importante per capire la sua poetica. Ungaretti è nato nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani, provenienti dalla provincia di Lucca (Toscana). Loro si erano trasferiti in Egitto perché il padre era andato, in qualità di operaio specializzato, ad Alessandria d'Egitto per la costruzione del canale di Suez (avvenimento di importanza mondiale, prima bisognava fare tutta la circumnavigazione dell'Africa). La madre, invece, aveva aperto un forno per il pane (dove si cucinava e a volte comprava il pane). Ungaretti ha un'infanzia felice sulle rive del Nilo, purtroppo però il padre muore quando lui ha solo 2 anni, a causa di un incidente sul lavoro. La madre decide di rimanere comunque ad Alessandria d'Egitto perché il forno era una buona attività economica. La madre, segnata dalla perdita del marito e piena di malinconia per l'Italia, racconta ai figli l'Italia e quindi Giuseppe sogna, fin da piccolo, questo paese. Dopo aver finito le scuole medie, Giuseppe, decide di andare alla Sorbona a Parigi all'università e sceglie letteratura. Lui alle medie aveva frequentato una scuola francese, nonostante Alessandria fosse stata una colonia inglese. Parigi era la patria della cultura europea d'avanguardia. A Parigi, infatti, Ungaretti conosce tanti letterati importanti, soprattutto quelli che aderivano alle avanguardie artistiche e letterarie, per esempio Henri Bergson, Apollinaire, Giovanni Papini (futuristi), De Chirico, Modigliani (pittori). Va a Parigi con un amico arabo, MOHAMED SHEAB, con cui condivide un senso di sradicamento | da una parte si sentono cittadini del mondo (cosmopoliti), dall'altra sentono di non appartenere a nessuna patria e nessuna cultura. | Mohamed non supera questa condizione e arriva al suicidio, Ungaretti gli dedicherà una poesia. Ungaretti supera questo senso arruolandosi volontario nell'esercito italiano come soldato semplice appena scoppia la prima guerra, perché voleva ritrovare le proprie radici arruolandosi per questo paese. Non è come D'Annunzio, non vuole compiere le grandi imprese eccezionali e vuole vivere in mezzo ai soldati italiani, che per lui rappresentano la vera anima italiana, perché per essere arruolati come ufficiali bastava saper leggere e scrivere (quindi avrebbe potuto benissimo arruolarsi come ufficiale). Lui combatte in prima linea, sul fronte più caldo, quello sul Carso. È stata un'esperienza traumatica, che gli cambia la vita. Non vede più la guerra con gli occhi degli interventisti e da questa esperienza esca la sua raccolta poetica più bella, la prima edizione si chiamava "il porto sepolto”, la seconda “allegria”, l'edizione definitiva unisce queste due sezioni e si chiama "ALLEGRIA DI NAUFRAGI". Finita la guerra, torna in Francia e fa il corrispondente per il giornale di Mussolini, “il popolo d'Italia", aderisce al fascismo, perché anche lui è un nazionalista molto deluso dalla pace mutilata e dalla mancata promessa di dare le terre ai reduci di guerra. In Francia si sposa con una donna francese da cui avrà due figli. Torna in Italia, pubblica un'altra raccolta, "SENTIMENTO DEL TEMPO", poi accetta un incarico all'università di San Paolo del Brasile (in Brasile) e resta lì dal 1936 al 1942. In questi sei anni, da una parte sta bene in Brasile, dall'altra subisce gravissimi lutti: morte del fratello e morte della figlia Antonietta di 9 anni (ricoverata d'urgenza per una appendicite e muore). Da queste perdite, scrive la raccolta "IL DOLORE". Torna in Italia, dove riceve incarichi di prestigio dal regime fascista: nominato accademico d'Italia, poi professore di letteratura italiana all'università di Roma. Cresce la sua fama di poeta, continua a pubblicare. Nel 1969 tutte le sue opere vengono raccolte in un unico volume "VITA D'UN UOMO" ~ la poesia ha ricostruito e ha dato significato alla sua vita, rivelando il poeta a se stesso e facendogli scoprire, attraverso improvvise e parziali illuminazioni, il senso della propria esperienza ~ Una delle ultime sezioni di "vita d'un uomo" si intitola viaggi e lezioni. Lui veniva chiamato in tutto il mondo a tenere lezioni e conferenze. Era sempre stato fascista e guarda con molta simpatia i moti del '68 (tanti movimenti studenteschi). Durante uno di questi viaggi, in oclaoma, si ammala e muore a Milano nel 1970. I funerali si sono svolti a Roma e furono funerali di stato. È sepolto al cimitero Vetrano di Roma. Sradicamento-> poesia per l'amico (esame)