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Giovanni Verga: vita, pensiero e opere

6/1/2023

1832

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Giovanni Verga
LA VITA
Giovanni Verga nacque a catania il 2 settembre 1840 da una famiglia di proprietari terrieri di antica origine nobilia

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Giovanni Verga LA VITA Giovanni Verga nacque a catania il 2 settembre 1840 da una famiglia di proprietari terrieri di antica origine nobiliare. Frequento la Scuola del letterato romantico Antonino Abate: questi gli ispiro un convinto Patriottismo e il gusto per la narrativa francese d'appendice, elementi che sono al centro della sua prima prova letteraria, il romanzo storico Amore e patria. Si iscrisse alla facolta di legge, ma dovette interrompere gli studi per seguire gli eventi legati all'impresa di Garibaldi, aderendo alla Guardia Nazionale, che doveva sostenere il nuovo regime unitario, e fondando il settimanale Politico "Roma agl'italiani". Decise di recarsi a Firenze. Fu introdotto nei più importanti salotti letterari e conobbe, tra gli altri, il concittadino Luigi Capuana, con il quale fu in stretti rapporti per tutta la vita. Durante il soggiorno fiorentino scrisse il romanzo una peccatrice, che lo rivelo per la prima volta al grande pubblico. Alla fine del 1872, Si trasferi a Milano, la città italiana culturalmente più vivace all'epoca, qui Pubblico tre romanzi di ambientazione borghese e dalla tematica romantica dell'amore-passione. Cosi, a partire dal 1874, si impegno in un'intensa attivita letteraria contribuendo, assieme a capuana, alla nascita del Verismo cui approdo con ROSSO Malpelo. Di li a POCO, Si dedico al progetto di un ciclo narrativo composto di...

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Didascalia alternativa:

cinque romanzi, il ciclo dei Vinti, che si proponeva di illustrare la lotta per la vita all'interno delle diverse classi sociali. Nel 1893 torno a vivere stabilmente a catania, ma si apri per lui un periodo di crisi creativa, anche in conseguenza di una lunga causa legale sui diritti d'autore In questo decennio la sua attivita letteraria rallento e verga non riusci a terminare il ciclo dei Vinti: risalgono a questi anni solo i drammi teatrali La Lupa (1896), tratto dall'omonima novella di Vita dei campi, e Dal tuo al mio (1903), dramma che rappresenta uno Spaccato delle tensioni sociali della Sicilia di fine secolo e testimonia il cambiamento Politico in senso reazionario dell'autore. Coerentemente con le sue idee nazionaliste, alla vigilia della prima guerra mondiale si schiero su posizioni interventiste. Nel 1920 fu nominato senatore: mori a catania il 27 gennaio 1922. LE OPERE L'attivita letteraria di Verga puo essere suddivisa in tre fasi La fase preverista Le prime prove narrative sono importante a temi di argomento storico-patriottico; Tra esse ricordiamo i romanzi: -> Amore e patria - I carbonari della montagna -> Sulle lagune Nella produzione, legata al soggiomo fiorentino e ai primi anni di quello milanese, il tema predominante e quello sentimentale. Si tratta di romanzi che incontravano il gusto dei lettori borghesi del tempo, affascinati della rappresentazione della societa mondana, del lusso e dei suoi personaggi: discontinui gli esiti aristocratici di queste opere, per lo più convenzionali. Ricordiamo i romanzi Piu Significativi: -> una peccatrice, di ispirazione autobiografica, e bastato sul tema romantico dell'amore-passione: protagonista e un giovane commediografo catanese che, grazie al successo,ottiene l'amore di una donna la quale, dopo la fine della relazione, si suicidio. - Storia di una capinera - Eva -> Tigre reale - Eros -> Nedda, una novella in cui viene per la prima volta descritta la Sicilla contadina, povera e arretrata. E la storia di Nedda, una giovane costretta fin dall'infanzia a lavorare come raccoglitrice di Olive: dopo la morte della madre, conosce un ragazzo di nome Janu, del quale si innamora e resta incinta, ma, Poco prima delle nozze, Janu muore cadendo da un albero. Divenuta madre di una bambina, Nedda deve affrontare l'ostilita e i pregiudizi dei compaesani che le impediscono di lavorare, non perdonandole il suo peccato alla fine la Piccola muore di Stenti e Nedda rimane sola con il suo dolore e la sua miseria. Nonostante l'ambientazione siciliana e la scelta di personaggi umili, verga e ancora lontano dalla narrazione verista basata sull'impersonalita. Nella novella, infatti, sono presenti toni melodrammatici, propri dei romanzi sentimentali precedenti: inoltre, nella narrazione si avverte ancora il punto di vista dell'autore. I'uso di un linguaggio Popolare e la scelta di argomenti umili testimoniano la volontà di proseguire l'esperienza inaugurata con Nedda. La fase verista La seconda fase della produzione verghiana e caratterizzata dall'adesione al verismo. Si apre con il racconto Rosso Malpelo (1878) che mostra la condizione di sfruttamento dei ragazzi in una <<cava >> di sabbia, successivamente incluso nella raccolta vita dei campi. In questo periodo, insieme a qualche romanzo minore, verga pubblica i suoi capolavori: -> Vita dei campi -> I Malavoglia ->Novelle rusticane -Mastro-don Gesualdo Il ciclo dei Vinti In una lettera all'amico salvatore Paolo verdura (21 aprile 1878), Verga afferma di voler realizzare un grande affresco sociale il quale illustri la lotta per la vita che investe tutte le classi sociali e si manifesta in molte forme, dall'ambizione all'avidita. Verga annuncia qui il progetto di un ciclo narrativo, intitolato in origine La marea e successivamente I Vinti, concepito sul modello della commedia umana di Honore de Balzac e dei Rougon-Macquart di Zola. Il ciclo doveva comprendere cinque romanzi, in cui fossero rappresentati, secondo una concezione pessimistica della vita, i moventi che guidano le azioni umane, i successi, le difficolta e la sconfitta finale di alcuni rappresentanti significativi dei principali ceti sociali. Protagonisti sono pescatori e contadini, il cui valore fondamentale e la "religione della famiglia", vinti nella lotta per i bisogni materiali (I Malavoglia); la borghesia di provincia, per la quale conta solo la "roba", sconfitta nella sua avidita di ricchezza (Mastro-don Gesualdo): la nobilta cittadina, frustrata nella sua di riccherza (Mastro-don Gesualdo) vanita aristocratica (La duchessa di Leyra): l'uomo Politico, sconfitto nella sua ambizione di Potere (L'onorevole Scipioni); l'alta societa, vinta nella sintesi di <<tutte coteste bramosie, tutte coteste vanita, tutte coteste ambizioni» (L'uomo di lusso). Tuttavia, verga scrisse solo i primi due romanzi del ciclo (1 Malavoglia e Mastro-don Gesualdo); gli altri tre che, sul modello del ciclo dei Rougon-Macquart di Zola, avrebbero dovuto procedere secondo un legame genealogico tra i protagonisti (la duchessa di Leyra e la figlia di Mastro-don Gesualdo, mentre l'onorevole Scipioni e il figlio della duchessa di Leyra). non furono mai realizzati. IL PENSIERO E LA POETICA La visione della vita nella narrativa di Verga Il predominio del Più forte sul Più debole, la legge della sopraffazione e l'interesse individuale inducono verga 'a respingere la fiducia del Positivismo nel progresso umano e il concetto di evoluzione verso un equilibrio, capace di annullare le disuguaglianze. La societa sembra essere caratterizzata da un continuo progresso, dietro cui si celano il dramma e lo scacco individuali e collettivi. Il Pessimismo verghiano si manifesta nell'accettazione fatalistica di questa realta immutabile, alla quale nessuno puo sottrarsi. contrariamente a quanto affermavano Zola e i naturalisti francesi, che sostenevano la funzione sociale dell'arte, per verga l'arte non e in grado di intervenire per cambiare la societa e non contribuisce a risolverne i problemi. verga, infatti, nega l'esistenza di un piano provvidenziale della storia ed esclude ogni speranza in una vita migliore nell'aldila. Gli unici valori in cui verga dimostra di credere sono quelli della famiglia e degli affetti domestici. L'individuo, che sceglie di allontanarsi dal proprio nucleo familiare e dal proprio ambiente d'origine, rifiutando le tradizioni e i principi secondo i quali e stato educato, e destinato a fallire e a perdersi: si puo dunque parlare per i personaggi Verghiani di una <<religione della famiglia» e di un «<ideale dell'ostrica>>, attraverso il quale si manifesta <<il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere>> (da Fantasticheria). L'approdo al verismo A partire dal 1874 Verga si dedico alla lettura degli scrittori realisti e naturalisti francesi, che in quegli anni l'amico Luigi Capuana contribuiva a far conoscere in Italia grazie a una serie di articoli e saggi apparsi sul "Corriere della sera". L'influsso esercitato da questi scrittori e all'origine della novella Nedda (1874), in cui verga, descrivendo per la prima volta la Sicilia contadina povera e arretrata, dimostra l'esigenza di indagare l'uomo e la sua realta sociale e ambientale mediante la rappresentazione del <<vero»>, Alcuni critici considerano Nedda il primo testo verista di verga, per la scelta di un soggetto legato al mondo degli umili. In realta la novella anticipa i temi ma non le tecniche narrative del verismo, Poiche Vi compare ancora la figura del narratore esterno che giudica e commenta. E il racconto Rosso Malpelo a inaugurare la stagione della produzione verista: anche il protagonista appartiene al mondo Popolare della Sicilia e vive in condizioni di miseria e sofferenza, ma a cambiare e la voce narrante, interna al mondo rappresentato. I testi pragmatici della poetica verista I principi della nuova poetica sono enunciato da verga in tre testi pragmatici, che di fatto costituiscono i manifesti del verismo vergiamo: la novella Fantasticheria, la lettera dedicata all'amico Salvatore Farina della novella L'amante di Gramingna e la Prefazione ai Malavoglia. FANTASTICHERIE Proseguendo sulla linea inaugurata da Rosso Malpelo, in Fantasticherie verga: - Annuncia di voler rappresentare il mondo sei poveri di ACI Trezza, ambientazione che sara più quella del romanzo maggiore I Malavoglia e di voler indagare le cause che spingono questa gente a sopravvivere in un ambiente duro e ostile, cercando di osservare le cose dal loro punto di vista. - Delinea per la prima volta il concetto di <<religione della famiglia>>, che spinge la povera gente a voler rimanere il piu Possibile attaccata al proprio luogo natale e al proprio nucleo familiare e teorizza l'<<i-deale dell'ostrica >>, ovvero il tenace attaccamento dei Poveri al loro mondo. LETTERA PREFAZIONE AL'AMANTE DI GRAMIGNA Nella lettera-prefazione all'Amante di Gramigna verga afferma che: - il racconto deve avere la caratteristica di un fatto realmente accaduto, di un documento umano. a ricostruzione dei brocessi nsicolosicideve essere scientifica, in modo da giungere a una «scienza del cuore umano, che sara il frutto della nuova arte. -▷ alla base di questa "nuova arte" deve esserci il canone dell'impersonalita: lo scrittore deve limitarsi a riprodurre la realta oggettiva e a mettere in luce i rapporti di causa-effetto che legano l'uomo all'ambiente e i suoi condizionamenti, senza lasciar trasparire i propri sentimenti, compito dello scrittore e anche quello di adottare l' "artificio della regressione" Le tecniche narrative =>Il Principio dell'impersonalita, che si traduce nell'eclissi dell'autore, indusse verga a rivoluzionare le tradizionali tecniche narrative, adottandone di nuove e originali, che trovano in Rosso Malpelo e nei Malavoglia la loro più efficace applicazione. Esse sono Principalmente tre: la regressione, lo straniamento, il discorso indiretto libero. =>Il romanzo deve escludere ogni intervento diretto dell'autore, il quale deve calarsi <<nella pelle»> dei personaggi, cosi che dal racconto possa emergere una visione oggettiva della realta che susciti nel lettore l'impressione di essere presente all'avvenimento e non di vederlo attraverso la lente dello scrittore>> (L'amante di Gramigna). A raccontare i fatti sono gli stessi personaggi, che esprimono, secondo il loro punto di vista, idee, sentimenti e passioni, creando nel lettore la sensazione di trovarsi <<faccia a faccia con il fatto nudo e schietto >>. => Dal momento che l'autore si eclissa, a raccontare e un anonimo narratore interno che si pone allo stesso livello dei personaggi, ne assume il punto di vista, ne condivide la visione della vita, i valori e usa lo stesso modo di esprimersi. L'adesione al mondo rappresentato da parte della voce narrante e resa possibile dall' <<artificio della regressione»>. Nei Malavoglia, dove la storia e ambientata tra i Pescatori siciliani, verga usa un'anonima voce narrante popolare, come se il racconto fosse fatto da uno di loro. =>Attraverso l'artificio dello straniamento, che consiste nel rappresentare come "strano" cio che in realta non lo e o viceversa, viene evidenziato il divario tra la visione del mondo del narratore (che e la stessa del mondo rappresentato) e quella dell'autore (che coincide con quella del lettore). L'effetto di straniamento e maggiore quanto Piu l'ambiente rappresentato e lontano dalle convenzioni della vita moderna, dominato da un sistema di valori arcaici (basato sulla violenza, la prevaricazione e la superstizione), riconosciuti come normali e accettabili solo dal narratore e dalla societa che egli rappresenta. E questo il caso dei Malavoglia, delle novelle di Vita dei campi e delle Novelle rusticane. =>una struttura sintattica frequentemente usata da verga e collegata all'eclissi dell'autore e alla regressione, e il discorso indiretto libero, attraverso il quale gli avvenimenti sono presentati direttamente dal punto di vista del personaggio. O l'assenza di verbi dichiarativi, quali "dire" e "Pensare": l'assenza della congiunzione "che" per rendere il ritmo del periodo Piu Vivace: la presenza di punti interrogativi ed esclamativi e dei puntini di sospensione: l'uso della terza persona per indicare chi parla o pensa. Verga e Zola Da alcune lettere indirizzate all'amico Capuana, emerge l'impegno di Verga di mantenere un equilibrio tra l'ammirazione per Zola e la volonta di affermare la propria autonomia nei confronti del modello. I tratti tipici del romanzo naturalista di Zola, gia presenti in Flaubert (1821-1880), sono l'impersonalita e la rappresentazione fedele di ambienti e personaggi come nell'Assommoir. Ma, mentre per lo scrittore francese impersonalita significa osservare la realta dall'esterno e rappresentaria con rigore scientifico esprimendo giudizi Personali, per verga impersonalita vuol dire eclissi dell'autore e regressione del narratore. Anche sul Piano Stilistico, Si ha un diverso uso del linguaggio: mentre Zola nella pariata dei personaggi Popolari riproduce il gergo del proletariato parigino (argot), facilmente comprensibile per un lettore francese, verga e costretto, pena l'illeggibilita delle sue Opere, a non far parlare i suoi personaggi in dialetto, limitandosi a introdurre alcune strutture idiomatiche siciliane all'interno della lingua letteraria. Verga si distingue da Zola anche sotto l'aspetto ideologico. In Zola, infatti, la volontà di delineare le tappe evolutive della societa, di cui sono analizzate tutte le classi sociali, lascia trapelare la speranza che la denuncia degli aspetti Piu degradati contribuisca a un suo possibile miglioramento, al contrario, verga ha una visione irrimediabilmente pessimistica della realta, percepita come immutabile. Quella dello scrittore siciliano e una concezione che deriva dal contesto socio-economico in cui egli Vive. Alla societa industriale francese, attiva e moderna, si contrappone l'immobilismo del Sud d'Italia, in cui non solo le masse misere dei contadini ma anche la borghesia sono estranee alla dinamica del capitalismo. Cio determina la chiusura conservatrice degli scrittori meridionali cosi lontani dai fermenti sociali della rivoluzione industriale e dalle trasformazioni a cui essa ha dato avvio. Vita dei campi 1880 La raccolta fu pubblicata nel 1880 e comprende nove novelle: Nedda, Fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, cavalleria rusticana, La Lupa, L'amante di Gramigna, Guerra di santi, Pentolaccia. La raccolta segna la svolta verista dell'opera verghiana, ma lascia anche intravedere la complessa e lenta genesi della nuova concezione della letteratura che si sta affermando. Se la storia di Nedda, umile raccoglitrice di olive e protagonista del omonima novella del 74, e ambientata nel mondo arcaico-rurale di una Sicilia umiliata e offesa, essa non rappresenta tuttavia la Piena e totale adesione ai canoni della nuova arte. Non si e ancora compiuto il distacco impersonale di un narratore anonimo che evita di intervenire con i suoi giudizi e I Suoi commenti, come invece avvera quattro anni dopo in Rosso Malpelo. Il tema di fondo della raccolta e quello dell'impossibilita, da parte dei miseri, di risollevarsi dalla loro condizione, ma non mancano il tema passionale e, accennato in qualche novella, quello della "roba". E la rappresentazione di un mondo dominato dalle passioni elementari e governato dalla legge dell'egoismo e della Violenza. Vita dei campi, in cui l'autore presenta il mondo Povero e arretrato di contadini e lavoratori siciliani, segna il definitivo approdo di Verga al verismo. In questa raccolta la novita non riguarda soltanto la scelta dell'ambiente siciliano e dei personaggi di un ceto sociale basso, ma anche l'adozione del canone dell'impersonalita. Verga non ricorre a un narratore onnisciente, ma scegle di annullarsi, scomparire come autore e di affidare il racconto dei fatti a un narratore popolare, individuale o corale, che da voce al gruppo sociale dei protagonisti e ne condivide i valori. FANTASTICHERIA La novella e scandita in tre parti. Nella prima parte l'autore si rivolge a un amica del bel mondo che, dopo due giorni di permanenza ad Aci Trezza, era fuggita, annoiata dalla monotonia del Paesaggio e della Vita Paesana. Nella seconda parte verga afferma l'inconciliabilita dei due mondi la buona societa da cui proviene la donna e il mondo Popolare); all'amica lo scrittore spiega Polemicamente che quellumile gente, che sembra priva di sentimenti, possiede una sua grandezza: per coglierla, basta "regredire al suo livello primitivo, calarsi dentro quell'universo, farsi <<Piccini». Cosi lo spettacolo potra forse risultare interessante anche per lei. Verga esprime le sue speranze che il romanzo che sta per scrivere possa interessare anche a un pubblico borghese, rappresentato dalla donna. Nella terza parte l'autore accenna alle tragiche vicende di alcune figure che saranno i futuri personaggi dei Malavoglia. Egli e consapevole che il mondo cui appartengono, fondato sulla violenza e i soprusi, non potra cambiare: unica difesa dagli immutabili e travolgenti meccanismi sociali e l'<< ideale dell'ostrica>>, cioe l'attaccamento alla <<religione della famiglia e alle tradizioni patriarcali. L'<< ideale dell'ostrica» e centrale nel romanzo / Malavoglia, che verga pubblichera due anni dopo, e di cui Fantasticheria si presenta come un testo programmatico. UN DOCUMENTO UMANO La Prefazione della novella e una dedicatoria, sotto forma di lettera, a salvatore Farina Il contenuto illustra gli aspetti principali dei Postulati teorici che stanno alla base della poetica verista verghiana, ed ha l'intento di persuadere il destinatario (Farina), scarsamente favorevole alle nuove tendenze veriste, della loro validita. L'ultima parte della lettera ne costituisce il punto essenziale. L'opera d'arte, in altri termini, sara veramente tale quando in essa non si riuscira Piu a cogliere l'impronta dell'autore, la sua deformante visione soggettiva (<<pec-cato d'origine>>). E questo il principio della impersonalita. ә Malavoglia 1881 LA TRAMA La vicenda si svolge ad Aci Trezza, un Villaggio di Pescatori vicino a Catania, dal 1863 (tre anni dopo la spedizione dei Mille di Garibaldi) al 1878, cioe negli anni successivi alla nascita del Regno d'Italia (1861). Il romanzo narra la storia dei componenti della famiglia Toscano, soprannominati "i Malavoglia", che possiedono una casa (<<la casa del nespolo >>) e una barca (la <<Provvidenza >>). La loro esistenza, relativamente serena e tranquilla, Viene sconvolta da alcuni fatti, tra i quali: la partenza di 'Ntoni (1863) Per il servizio militare: una cattiva annata per la pesca: la necessita di preparare la dote per Mena, la figlia maggiore. Il patriarca della famiglia, Padron 'Ntoni, per far fronte alle difficolta, ritiene opportuno comperare a credito dall'usuraio zio crocefisso un carico di lupini, per poi rivenderli in un paese Vicino. Ma una tempesta fa naufragare la barca: muore Bastianazzo, figlio di Padron 'Ntoni, e il carico di lupini e perduto. Ora c'e da pagare il debito, mentre una serie di nuove sventure si abbatte sui Malavoglia: la casa Viene Pignorata: Luca, il secondogenito, muore nella battaglia di Lissa: Maruzza, la madre, muore di colera: la barca, dopo essere stata riparata, naufraga un seconda volta, e i Malavoglia devono andare a lavorare come pescatori a giornata. Il giovane "Ntoni, dopo il servizio militare, non accetta Piu una vita di rinunce, comincia a frequentare l'osteria e si da al contrabbando ma, sorpreso, accoltella il brigadiere don Michele e finisce in prigione. Nel frattempo Lia, la figlia minore, abbandona il paese e si Prostituisce in citta: il conseguente disonore manda a monte il matrimonio di Mena con compare Alfio. Il vecchio 'Ntoni finisce la sua vita in ospedale. Alessi, l'ultimo figlio, riesce a riscattare la casa, continuando il mestiere del nonno, anche se la famiglia e ormai disgregata. 'Ntoni, Uscito di prigione, ritorna a casa, ma capisce che non puo restarvi e si allontana per sempre. IL TEMPO La storia della famiglia Malavoglia attraversa tre generazioni (il nonno Padron 'Ntoni, il figlio Bastianazzo e il nipote 'Ntoni) e il racconto si sviluppa in quindici anni. Il tempo vissuto dai protagonisti non e lineare ma circolare, basato, cioe, sull alternarsi ciclico delle stagioni, della Pesca, del lavoro dei campi e scandito dalle ricorrenze religiose che si ripetono ogni anno e regolano i ritmi della Vita di Aci Trezza. Sullo sfondo c'e anche il tempo degli eventi storici, che condizionano e stravolgono l'esistenza dei protagonisti, come la battaglia navale di Lissa, del 1866 (terza guerra d'indipendenza) in cui trovera la morte il secondogenito, Luca. LO Scontro tra due mondi, quello arcaico rurale, legato alle tradizioni, e quello basato sulla legge del profitto, attraversa l'intero Paese di Aci Trezza: fedeli alle tradizioni, depositari di valori, quali l'integrita morale e il senso dell'onore, sono i Malavoglia: ad essi Si contrappongono l'interesse personale, il progresso economico, perseguito come unico valore di cui sono significativi rappresentanti La visione della vita che emerge nel romanzo e decisamente pessimistica. Influenzato dal determinismo naturalistico e dalle teorie di Darwin sull'evoluzione delle specie animali, verga vede la vita come una perenne lotta per la sopravvivenza: l'immutabile legge di natura impone, infatti, al più forte di sopraffare il più debole. L'IDEALE DELL'OSTRICA L'esaltazione dei valori patriarcali, gia espressa in Fantasticheria attraverso |<< ideale dell'ostrica», e un modo per celebrare la rassegnazione coraggiosa dei miseri al proprio destino, come l'ostrica rimane tenacemente attaccata allo scoglio su cui e nata, cosi i Malavoglia devono rimanere ancorati alla <<religione della famiglia>>, rispettando i valori che si perpetuano di generazione in generazione e accettando le immutabili gerarchie di una societa dominata dalla violenza e dai soprusi. Verga cerca di intuire il dramma di questi attori Plebei» ed esprime la sua simpatia verso quel mondo primitivo di gente umile, dai sentimenti semplici e antichi. Le tecniche narrative: impersonalita, artificio della regressione, lo stanziamento, discorso diretto e discorso indiretto libero ROSSO MALPELO E' una novella che non ha messaggio ne morale, non e di denuncia ma descrive semplicemente la realta di poverta e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo. Rosso Malpelo (cosi chiamato poiche una superstizione Popolare riteneva che i capelli rossi fossero segno di cattiveria) era un ragazzo che lavorava nelle cave di rena. Era disprezzato dalla madre e dalla sorella. Per il Padre invece provava affetto Poiche era la sola persona che lo proteggeva e difendeva. un giorno il padre, in seguito all'indigenza economica della famiglia, fu costretto ad accettare un pericoloso lavoro, che nessuno dei suoi colleghi aveva accettato. Ma ci fu un incidente, e l'uomo rimase imprigionato sotto una frana. Rosso continuo a lavorare nella cava dove era imprigionato il cadavere del padre. Arrivo un altro operaio a lavorare con lui: Ranocchio. Malpelo, pur Usando atteggiamenti aggressivi, voleva insegnare a Ranocchio come affrontare la vita. La morte di Ranocchio provoco in Rosso una forte tristezza. A Rosso Malpelo, Poiche era considerato un animale, venivano affidati gli incarichi Piu Pericolosi. Infatti un giorno, accettando un nuovo compito, si perse nei numerosi tunnel. Da quel giorno non si ritrovo Piu Rosso Malpelo e ogni operaio che entrava nei tunnel per lavorare aveva paura di ritrovarselo avanti. PREFAZIONE Il brano e tratto dalla Prefazione ai Malavoglia, datata 19 gennaio 1881, nella quale l'autore chiarisce il significato del romanzo e la sua costruzione teorica per quanto riguarda l'intero ciclo dei Vinti. Egli intende rappresentare gli effetti del progresso nei diversi strati sociali, a partire da quello Più basso (nel primo romanzo), dove e Più facile osservare i meccanismi che regolano la lotta per la sopravvivenza, indagare cioe le motivazioni dell'agire umano, legate al soddisfacimento dei bisogni materiali. Nei romanzi successivi la <<ricerca del meglio >> sara condotta nelle classi sociali Via Via Più alte, dalla borghesia all'aristocrazia. Verga vede il progresso come una necessita inarrestabile che porta con se vincitori e vinti: e a questi ultimi che lo scrittore deve interessarsi, ritraendo la realta senza, pero, giudicarla. LA FAMIGLIA MALAVOGLIA Tre sono le parti in cui si puo dividere il capitolo: la presentazione dei membri della famiglia Malavoglia: l'acquisto dei lupini dallo Zio crocifisso: la partenza della barca per un affare che condurra Bastianazzo e Menico in fondo al mare. La prima parte ci fa conoscere i personaggi Principali della vicenda, tra cui grandeggia il vecchio nonno Padron 'Noni, laborioso e onesto fino allo scrupolo. Oltre alla figura del vecchio, sono delineate anche quelle del giovane 'Ntoni, Vigoroso ma svogliato, dei suoi genitori, Bastianazzo e la Longa, e dei fratelli, tra cui il Piccolo Alessi, di tempra solida, 'tutto suo nonno'