La svolta verista di Giovanni Verga
La transizione di Verga verso il Verismo iniziò con la novella "Nedda", che per la prima volta descrive la Sicilia contadina, povera e arretrata. Questa opera racconta la storia di una giovane raccoglitrice di olive e le sue difficoltà.
Esempio: In "Nedda", Verga narra le vicende di una giovane costretta a lavorare fin dall'infanzia, affrontando pregiudizi e miseria.
Nonostante l'ambientazione siciliana e la scelta di personaggi umili, "Nedda" non è ancora pienamente verista, poiché mantiene toni melodrammatici e la presenza del punto di vista dell'autore.
La fase verista
La seconda fase della produzione verghiana è caratterizzata dall'adesione al Verismo. Inizia con il racconto "Rosso Malpelo" (1878), che descrive lo sfruttamento dei ragazzi in una cava di sabbia.
Highlight: "Rosso Malpelo" è considerato il manifesto del Verismo verghiano.
In questo periodo, Verga pubblica i suoi capolavori:
- "Vita dei campi"
- "I Malavoglia"
- "Novelle rusticane"
- "Mastro-don Gesualdo"
Il ciclo dei Vinti
Verga concepì un ambizioso progetto letterario chiamato "Il ciclo dei Vinti", un affresco sociale che avrebbe illustrato la lotta per la vita in diverse classi sociali.
Citazione: In una lettera all'amico Salvatore Paolo Verdura, Verga scrisse: "Ho in mente un lavoro che mi sembra bello e grande, una specie di fantasmagoria della lotta per la vita".
Questo ciclo avrebbe dovuto comprendere cinque romanzi, ma Verga riuscì a completarne solo due: "I Malavoglia" e "Mastro-don Gesualdo".
Vocabolario: Il termine "Vinti" si riferisce a coloro che soccombono nella lotta per la sopravvivenza e il miglioramento sociale.
Le opere di Giovanni Verga rappresentano un punto di svolta nella letteratura italiana, introducendo temi e tecniche narrative innovative che influenzarono profondamente gli scrittori successivi.