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Giovanni Verga

24/4/2023

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La Roba
o La Roba, insieme alle altre "Novelle Rusticane", rappresenta perfettamente la nuova direzione della ricerca
verghiana dopo i "Mala

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La Roba o La Roba, insieme alle altre "Novelle Rusticane", rappresenta perfettamente la nuova direzione della ricerca verghiana dopo i "Malavoglia", che consiste nell'abbandono definitivo di ogni idealizzazione romantica. I valori puri (com il culto della famiglia) scompaiono e la realtà risulta dominata soltanto dalla logica dell'interesse e della forza (Egli rimpiange il denaro speso per il funerale della madre). Al centro della novella si pone il tema della dinamicità sociale che travolge tutti gli equilibri tradizionali, attraverso la figura di un self-made man, che dal nulla si crea una prodigiosa fortuna. Itemi: l'ammirazione per la potenza e l'accumulo capitalistico, che riesce a creare ricchezze immense; le virtù eroiche del protagonista, l'intelligenza, l'energia infaticabile, ma soprattutto la capacità di sacrificare tutto alla <<roba»>. Questa conclusione può essere interpretata in due modi opposti, che attribuiscono al gesto di Mazzarò un valore comico o tragico: O Incipit: La novella inizia con la descrizione del personaggio: ma vengono descritti i suoi possedimenti non il personaggio in se. figura del latifondista (ex: Manzoni non descrive d.r. perché rappresenta l'emblema ella cattiveria) Mazzaro non si scontra soltanto con avversari umani, con la società e le leggi economiche, ma con la natura stessa, col limite naturale della vita. Egli è consapevole, ovviamente, di essere destinato alla sconfitta e al fallimento e perciò compie un gesto disperato e...

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Didascalia alternativa:

folle: tenta di uccidere le anatre e i tacchini, per portare con sé nella morte la <<roba»>. Nella prospettiva del narratore "basso" che celebra Mazzarò come un eroe, il gesto di bastonare le anatre e i tacchini appare infatti risibile e assurdo, poiché non risponde ad alcuna logica economica (Mazzarò dovrebbe piuttosto rassegnarsi e «<pensare all'anima»>); Verga presenta Mazzarò come un personaggio favoloso, brillante con una grande acutezza mentale. le descrizioni sono fatte dal popolo metonimia: il proprietario x i possedimenti •Rosso Malpelo Il racconto, pubblicato per la 1 volta su un quotidiano, occupa una posizione fondamentale nel complesso della produzione verghiana, poiché è il testo che dà inizio alla fase "verista" dello scrittore. Al contrario, nella prospettiva dell'autore, che considera il protagonista meschino e abietto ma è sensibile al suo dramma esistenziale, il gesto acquista un forte valore tragico, poiché costituisce la sconfitta di un uomo che ha posto la sua ragione di vita nell'accumulo infinito di «<roba>>. La duplicità di prospettive mette dunque in evidenza anche la problematicità del personaggio. La conclusione: Verga, fedele al suo pessimismo, termina il raccordo in modo drammatico: la scalata sociale non è possibile, e quando è possibile se ne pagherà il prezzo - la colitudine. L'incipit: presenta immediatamente il procedimento della regressione, mediante cui si attua il basilare principio dell'impersonalità. Scompare il narratore onnisciente, che era l'elemento caratterizzante della narrativa del primo Ottocento. Infatti, nella novella la voce narrante è interna alla realtà rappresentata, cioè l'ambiente popolare primitivo e rozzo, essa non è depositaria della verità. Il racconto è corale: ognuno dice la propria. parlano di Malpelo come un essere al di fuori del normale la novella è considerata dai critici • L'esordio -> l'introduzione della figura del padre (chiamato "bestia" in quanto sopporta tutto)-/Malpelo è anch'esso come bestia. L'ambiente rappresentato: Il racconto è portatore di quella visione distorta e crudele, insensibilità totale ai valori, che dovrebbe essere ritenuta anomala e scorretta, finisce per apparire normale. Questo fatto denuncia con assoluta evidenza lo stravolgimento profondo che caratterizza la visione del mondo dell'ambiente rappresentato. una favola tragica la famiglia non ha una valenza affettiva, la famiglia e la cava rappresentano entrambi una dimensione di emarginazione (sono dimensioni speculiari) La visione di Malpelo: la sua visione è cupa e pessimistica, egli è l'esempio del proletariato, indurito dalla disumanità di quella vita di fatiche, patimenti e ingiustizie. Egli ha compreso l'esistenza della legge che regola tutta la realtà: la lotta per la vita, in cui prevale il più forte e il più debole rimane schiacciato. O Il rapporto di Malpelo con Ranocchio: è un senso di protezione, cerca di ricalcare l'autorità degli adulti nei suoi confronti. lo chiama "bestia" Sulla figura del protagonista lo scrittore trasferisce il suo stesso pessimismo, la una visione rassegnata alla negatività di tutta la realtà, sociale e naturale. L'Epilogo: -> non c'è la ricomposizione dell'equilibrio, la sua morte viene anticipata. Malpelo more da spirito malvagio, a differenza del padre. Come se Verga ricalcasse le tragedie greche: Malpelo è consapevole del suo destino La cava: Malpelo ha un rapporto simbiotico con la cava: la cava è pericolosa come Malpelo, infatti tutti conoscevano la cava come "la cava di Malpelo" viaggio nella psicologia umana. ↓ Verga introduce il personaggio di un galeotto. contrasto tra l'accettazione della morte del padre, che era l'unico che gli voleva bene, e la consapevolezza della legge della vita. La morte secondo Malpelo: è la fine di tutte le conseguenze - pessimismo interno. Nel finale la cava rappresenta una sorta di Fantasticheria Questa novella è considerata il manifesto della narrativa di Verga. La forma che egli sceglie di conferire al testo è: quello di una sorta di lettera, scritta da un protagonista maschile, dietro cui pare intravedersi l'autore reale, ad una figura femminile non meglio identificata, dalla provenienza settentrionale e dalla estrazione sociale alto-borghese. O La trama: I due, probabilmente legati da un rapporto sentimentale (come pare di intuire tra le righe del testo), trascorrono un breve periodo ad Aci Trezza, là dove verrà ambientato il romanzo. Subito si percepisce la distanza tra la ricca e benestante protagonista e l'ambiente che la circonda: (Sembra una sorta i bozzetto marinaresco, la donna farà un viaggio alla ricerca di emozioni, rimanendone delusa.) 。 la volontà di Verga è anche quello di rappresentare questa dicotomia: tra la classe borghese ricca che guarda i popoli destinati al lavoro e alla povertà - l'ostinazione delle formiche che si ricompongono: esercito di formiche che pur essendo stato sgominato dall'ombrellino di una signora, dopo um attimo riprendono con caparbietà il loro lavoro la coscienza della tradicità della condizione umana: a differenza della borghesia, il popolo ha questa chiarezza nella fatalità della vita così come ti è data può finire. 2 piani di lotta: contro le insidie della società: il palombaro contro la natura: il mare Lo scoglio: metonimia (Sicilia) Verga si mostra indeciso tra la rinuncia della vanità della vita cittadina e l'obiettività realistica della condizione umana. inizia a emergere una sorta di pessimismo:l'unica risposta alla condizione della povertà è "l'ideale dell'octrica". così come l'ostrica è attaccata allo scoglio e mantiene la propria posizione a dispetto delle insidie del mare gli abitanti rimangono legati alla propria terra, alle proprie tradizioni..e cercano di difendersi dai colpi della condizione deterministica a cui sono destinati. La expa La novella pubblicata nel 1880 la prefazione fatta da Luigi Capuana Nella figura della "lupa" si fondono così la sensualità animalesca e conturbante (sottolineata dalla ripetizione delle "labbra rosse"), l'esclusione dalla cerchia chiusa della comunità di paese e addirittura il paragone diabolico ("con quegli occhi di satanasso") e l'aggressività. ○ Non è + presente l'eroe romantico ma un AN TIEROE il personaggio viene analizzato in tutte le sue sfaccettature psicologiche La donna, quindi, rappresenta tutto ciò che è estraneo (e quindi, peccaminoso e malvagio) alla mentalità popolare, tanto da riccheggiare, nel proprio soprannome (peggiorativo come quello di Rosso Malpelo...) una suggestione dantesca Oggetto del desiderio all'interno della novella è: Nanni Al tormento di Nanni corrisponde la determinazione della Lupa, che è la vera forza agente del racconto e che, anche di fronte ai rappresentanti della legge, non rinuncia alla propria passione. La "gna Pina" si innamora di Nanni, un giovane contadino che invece vuol sposare Maricchia, figlia della protagonista. La Lupa, per realizzare il proprio progetto di seduzione, non esita a costringere Maricchia al matrimonio, così da vivere accanto all'oggetto del proprio desiderio. Duplice peccato: l'adulterio e il rapporto incestuoso la figlia prosa ad utilizzare la giustizia visto che la moralità non è presente Il soprannome: della "gnà Pina", che la accomuna al mondo animale e ad un animale pericoloso (e tradizionalmente ritenuto uno dei simboli del male) come il lupo. La donna viene esclusa dal contesto sociale perché simbolo del peccato carnale, e come tale ci ricorda il destino di altri esclusi (Rosso Malpelo, 'Ntoni) Giovanni Verga Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840: a circa 20 anni dall'unità d'Italia. Egli è ricco di ideali patriottici e risorgimentali abbandonerà gli studi per avvicinarsi alla politica. conosce artisti e scrittori frequenta circoli stringe una forte amicizia con Luigi Capuana a Milano. Verga ritorna a Catania nel 1853 dove rimarrà fino alla sua morte. La prima face della sua opere letteraria: è fortemente legata alla sua condizione sociale, scrive romanzi in cui rappresenta la borghesia. In seguito: ricalcando le orme di Zola (che aveva scritto una saga familiare), scriverà il "ciclo dei vinti" che però non concluderà. Una tratta significativa della èA la novella che può essere considerata al svolta, condurrà Verga ad abbandonare per sempre il romanticismo. La volontà di rappresentare la realtà nuda e cruda, senza lasciare spazio a sentimentalismi. nedda rappresenta l'antitesi del romanzo romantico, c'è una sorta di attaccamento alla vita ma d'altra parte la difficoltà oggettiva di essa. La scrittura di Verga è distaccata, completamente differente dalle opere precedenti dell'autore: da una ricca borghesia milanese ala vita di campagna. l'impianto narrativo è lontano dal coinvolgimento dell'autore anche se egli appare come una condizione di ricordo, come se stesse ricordando momenti visti. La liberta L'incipit: è costituito dallo scoppio della sommossa popolare nel paesino siciliano di Bronte, alle pendici dell'Etna, ed è osservato, secondo la poetica del Verismo e con notevole abilità descrittiva, da un narratore corale, che rappresenta sulla pagina la feroce violenza indistinta contro tutto e tutti degli insorti. La novella rappresenta l'apice dell'arte di Verga pubblicata nel 1882 Il titolo puntualizza l'ambiguità della parola "libertà" dal punto di vista dei contadini e dei signori 。 è ambientata in un preciso momento storico realmente accaduto: all'indomani dell'unità d'italia alcune terre dovevano essere liberate dalla gestione borbonica. ninio Brixio, un luogotenente di Garibaldi, si reca a Bronte dove vi era ancora una gestione delle terre con stampo borbonico il popolo si scaglia contro i ceti privilegiati quando arriva la notizia della detronizzazione dei Borboni ribellione dei contadini, nonostante si fossero rivoltati con buon propositi, i contadini vengono comunque processati dall'esercito di Ninio Brixio. w1 non c'è un soggetto in quanto è collettivo w14 cappelli: contraddistingue il nobile e il clero w17 il prete dice "sono in peccato" nonostante avesse mangiato l'ostia e fatto messa, aveva una relazione adultera con una ragazzina: spesso nascevano dei figli, venivano messi in una ruota nel convento e venivano allevati dalle monache. attese a solo 2 romanzi: i malavoglia - don gesù ado imala voglia famiglia di pescatori dal destino tragico, la loro arca si chiama "provvidenza" (-entità religiosa, consiste nel credere che arriverà qualcosa che aiuterà i poveri) non sono presenti descrizioni fisiche ma esclusivamente psicologiche. Ⓒromanzo corale che si fa da sè, fatto dai personaggi, dal popolo il sistema dei personaggi è basato su un doppio parallelismo: discorso indiretto libero (lo strumento che gli emette di eclissarsi dalla narrazione, come se la storia so facesse da se) con l'obbiettivo di rendere il testo + verosimile possibile Verga utilizza il dialetto siciliano. É presente il pessimismo di Verga che qui diviene totale. calare il lettore nella storia senza che ci sia la mediazione dello scrittore la storia è un eterna lotta dell'uomo con la natura, la dimensione che Verga utilizza è deterministica (-rappresenta una condizione dell'umanità inserita in un circuito senza alcuno sconto) i Malarvoglia O comiglianze e differenze con mangoni: c'è l'epopea dei poveri come in Manzoni, ma in Verga c'è l'assenza totale della forma provvidenziale della fede a differenza di Manzoni O il titolo: rappresentato dal nome del protagonista presenta una doppia caratterizzazione, che indica il cambiamento sociale che Gesualdo (Era un contadino che arricchitosi diventa padrone di molte terre.) da Mastro (artigiano) a Don (della borghesia) 。 l'epopea borghece della roba: la Borghesia nell'800 raggiunge la sua ascesa totale, la dimostrazione che la borghesia ha un certo status economico si nota grazie agli celebrazione degli oggetti. 。 al pari della reba: anche per Gesualdo c'è l'idolo della roba La morte di Gesualdo non è grottesca come quella di Mazzarò, questa rappresenta il senso della vita che si conclude con la morte. 。 la morte di Cecualde oppresso dai ricordi, pessimistica di Verga. rappresenta la visione Mastro Don Geaçit Aldo ▷ Colpito dalla malattia, gesualdo è accolto a Palermo nel palazzo nobiliare del genero e della figlia: qui trascorrerà i suoi ultimi giorni circondato dalla servitù che lo disprezza e angosciato dallo sperpero delle sue ricchezze da lui accumulate con tanta fatica e sacrificio. imalavoglia: famiglia patriarcale i paesani: criticano questa famiglia differenza essenziale i paesani ricordano mentre i malavoglia intraprenderanno delle imprese commerciali che li porteranno al fallimento. lasciano il loro lavoro per intraprendere il commercio dei lupini, che comprano indebitandosi, immaginando di poter rilanciare la loro attività economica la barca però naufraga. recupero della classicità: Verga utilizza i formulari (-epiteti affiancati ai personaggi) utilizzati nei poemi epici, che venivano diffusi oralmente Egli non muore in casa sua, muore nel battista (-cotone pregiato), sotto lo sguardo infastidito di un servo. A Gesualdo considera i servitori una massa di parassiti che ozia. A L'occhio di Gesualdo coglie la falsità, l'inautenticità dell'ambiente aristocratico (quando i eroi corrono al loro posto per ossequiare il duca che esce di casa e subito dopo ricomincia la baraonda appena egli volta le spalle). ▷ Gesualdo ha il culto dei valori familiari, dei sentimenti autentici e dei moti generosi. Vorrebbe che la figlia gli dimostrasse affetto e intimità, ma trova dinanzi a sé un muro impenetrabile. Questa incomunicabilità fra padre e figlia è il segno del fallimento di chi, pur credendo fondamentalmente nella famiglia e negli affetti, ha dedicato tutta la sua vita alla conquista della «roba», finendo per trascurare proprio la famiglia. Per preservare la «roba»>, Gesualdo ha condannato la figlia all'infelicità, impedendole di sposare l'uomo amato e obbligandola a unirsi con un duca (Rapporto con la figlia che ricorda quello di Malpelo con Ranocchio). l'incipit del romanzo: comincia come un poema epico "un tempo" utilizza dei nomi antifrastico (-il contrario di quello che sono) "i malavoglia" sono realmente brave persone. la narrazione ci porta in medias res- all'interno della storia, nel coro della storia. Gecualdo: anticroe, conserva un bisogno di relazioni umane autentiche: ha il culto della famiglia, rispetta il padre... nella sua vita non ha ricavato che odio, amarezza e dolore. La storia si presenta in queste prime pagine nella forma della leva militare, introdotta dal nuovo Stato unitario, che sottrae alla famiglia le braccia indispensabili per il lavoro e, quindi, per la sopravvivenza. Di qui avrà origine l'impulso che spingerà il vecchio patriarca a trasgredire i principi secolari in cui crede e a mutare «mestiere», intraprendendo quel commercio dei lupini da cui scaturirà tutta la serie di sventure che colpirà la famiglia. padre 'Ntoni: depositario della saggezza antica, Padron 'Ntoni è portavoce di una mentalità tradizionalista, che concepisce la società come qualche cosa di immobile, in cui ciascuno è inchiodato alla sua condizione come da un destino immutabile. riesce a ottenere un ruolo nella società in cui ambisce di far parte Il romanzo viene pubblicato nel 1229: è il secondo romanzo del ciclo dei Vinti. Trama: il protagonista, Gesualdo Motta, è un ex muratore diventato ricchissimo grazie alla sua intelligenza e alla sua energia infaticabile. La sua ascesa sociale dovrebbe essere coronata da matrimonio con Bianca Trao. In realtà Gesualdo resta escluso dalla società nobiliare che lo disprezza per le sue origini. Gesualdo si ammala di cancro e trascorre i suoi ultimi giorni in solitudine senza nemmeno la compagnia di sua figlia. 。 malavoglia SISTEMA DEI PERSONAGGI Si alternano 2 punti di vista FOCALIZZAZIONE opposti: quello dei Malavoglia e quello dei Compaesani STRUTTURA DELL' INTRECCIO non è descritto nemmeno il paese, si sente solo la voce del popolo Impianto corale: il romanzo è popolato dai personaggi, senza che spicchi alcun protagonista. Il coro è diviso in "Malavoglia" e "compacsani" LINGUAGGIO E STILE Oil mare: può essere considerato un ulteriore personaggio, ch non permette ai malavoglia di cambiare il proprio mestiere don-contrazione della parola"dominos" O Verga osservatore sterno; Mangoni prende posizione. Il romanzo si apre e si chiude con la partenza di "Ntoni dal villaggio, ma questa struttura ciclica. rimane imperfetta, perchè non implica la ricomposizione dell'equilibrio iniziale TEMPO Il romanzo si svolge subito dopo l'unità d'Italia Il linguaggio dei personaggi è caratterizzato da una sintassi elementare in cui prevale la struttura dialettale siciliana il senso deterministico di Verga: non si può tornare indietro. la sua figura caratterizzata dall'accumulo di ricchezza e dall'eroica scalata sociale compiuta, ma quella scelta di vita ha portato inesorabilmente al fallimento sul piano umano. Mastro-don Gesualdo Al centro del romanzo vi è un unico protagonista: Gesualdo. Il conflitto tra valori ideali e interesse egoistico. La focalizzazione è sul protagonista Si rappresenta il fallimento delle ambizioni di Gesualdo in un percorso graduale e lineare: l'ascesa sociale, la decadenza economica, il crollo fisico e la morte Il romanzo è ambientato prima dell'unità d'Italia Il linguaggio dei personaggi è è quello della conversazione borghese