Giacomo Leopardi è una delle figure più significative della letteratura italiana dell'Ottocento.
La vita di Leopardi è segnata da una profonda solitudine e sofferenza. Nato a Recanati nel 1798 da una famiglia nobile ma in declino, trascorre l'infanzia e la giovinezza nella biblioteca paterna, dedicandosi a studi intensissimi che compromettono la sua già fragile salute. Il suo pensiero si sviluppa attraverso tre fasi principali: dalla fase dell'illusione giovanile, caratterizzata dalla speranza e dall'ottimismo, passa alla fase del pessimismo storico, in cui vede l'infelicità come conseguenza della civiltà moderna, per giungere infine al pessimismo cosmico, dove l'infelicità è vista come condizione universale dell'esistenza.
Tra le sue opere più importanti troviamo i "Canti", raccolta delle sue poesie più celebri come "L'infinito" e "A Silvia", e le "Operette morali", tra cui spicca il "Dialogo della Natura e di un Islandese", opera fondamentale per comprendere il suo pensiero maturo. In questo dialogo, attraverso l'incontro tra un viaggiatore islandese e la personificazione della Natura, Leopardi esprime la sua visione del rapporto tra l'uomo e l'universo, evidenziando come la Natura sia indifferente alle sofferenze umane. La sua poetica si caratterizza per la capacità di unire riflessione filosofica e sensibilità lirica, creando versi di straordinaria bellezza che esprimono il dolore universale dell'esistenza. Nonostante la visione pessimistica, la sua poesia mantiene una forza espressiva e una profondità di pensiero che continuano a parlare al lettore moderno, facendone uno dei più grandi poeti della letteratura italiana.