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Gabriele d’Annunzio: vita, poetica e opere.

3/2/2023

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Gabriele d'Annunzio
La Vita
Gabriele d'annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863, dove trascorre
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Gabriele d'Annunzio La Vita Gabriele d'annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863, dove trascorre l'infanzia, per poi trasferirsi a Prato per frequentare un prestigioso collegio (cicognini). Nel 1879 pubblicò la sua prima raccolta poetica, “primo vere”. Nel 1881 Si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare con diversi giornali per la pubblicazione delle sue prime opere. Nel 1882 pubblica "canto novo», raccolta poetica in metri barbari che suscitò l'ammirazione di carducci, e soprattutto il suo primo libro di prose, "Terra vergine". Nell'83 si sposerà con maria hardouin, da cui avrà tre figli e che lascerà per un'altra donna. Nel 1886 pubblica le "novelle della Pescara". Nel 1889 pubblica il suo primo romanzo, "Il piacere", considerato dalla critica l'emblema dell'estetismo. In seguito, scapperà da roma per sfuggire ai creditori e si rifugerà a Napoli, dove, collaborando con il "Mattino", pubblicherà nel 1892 il romanzo "L'Innocente" e il "Poema Paradisiaco". Si troverà costretto a scappare anche da Napoli, a causa di un piccolo processo per adulterio, e si rifugerà a Francavilla, dove pubblicherà nel 1894 il romanzo "Trionfo della morte". Nel 1897 venne eletto nel parlamento per la destra. Nel 1904 pubblica il suo capolavoro "Alcyone". Avendo ancora difficoltà economiche, causate dal suo tenore di vita insostenibile, ciò lo spinse a fuggire in "volontario esilio" in Francia nel 1910. Nel maggio del 1915 rientra in Italia e si...

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Didascalia alternativa:

arruola come volontario per l'entrata in guerra, sostenendo la causa interventista. Nel 1916 perse un occhio in un incidente aereo (Fase notturna). Nel 1919 d'Annunzio, alla testa di un piccolo esercito, occupa la città di Fiume, per poi ritirarsi l'anno dopo in base agli accordi presi tra il governo italiano e gli alleati. D'annunzio si ritira allora in una volontaria clausura presso una grande Villa sul Garda, cui dà il nome di “Vittoriale degli italiani”. Durante questi anni pubblica "il notturno" e si consolida la sua immagine di "vate nazionale", sostenuta con onore dal regime fascista. ci fu una prima e iniziale influenza di d'Annunzio sul regime fascista, per poi complicarsi nei suoi rapporti con Mussolini, come per esempio le critiche che egli mosse al Duce nei confronti del "delitto Matteotti" e dell'alleanza con Hitler. Negli ultimi anni il poeta si dà all'isolamento, alla droga, agli eccessi e al sesso, che lo tiene lontano dalla vita pubblica. La sua ultima opera fu "Il libro segreto" contenente frammentarie disposizioni di riflessioni, ricordi, sensazioni, flashback, progetti e versi che testimoniano gli ultimi anni del poeta. Muore il 1° marzo 1938 nella villa del Vittoriale. Dettaglio: trova nella musica di wagner quella fusione delle arti, quella musicalità, della sinestesia. Dettaglio 2: il cognome di D'Annunzio l'ha preso da un ricco zio adottivo (il suo nome vero era "Rapagnetta" che cambierà perché non suonava bene, perché gli sembrava volgar (forse lo fa perché il padre lo aveva abbandonato per stare con l'amante) La sua poetica 5 sono le fasi della sua poetica a cui corrispondono fasi del suo pensiero diverse, premettendo che gli elementi della sua poetica sono elementi decadenti, ma accanto a quegli elementi dobbiamo sottolineare l'approcciarsi a Nietzsche, da cui riprende la componente "superomistica", accanto alle componenti dell'estetismo e del Vitalismo (Bergson). Nel 1892 scopre l'opera di Nietzsche e alle sue componenti del Decadentismo si aggiunge la componente superomistica. Nietzsche: filosofo della seconda metà dell'Ottocento, che parte dall'analisi del mondo greco-latino, sostenendo che due sono stati i principi ispiratori dell'esistenza umana a partire dalla classicità--> -principio apollineo: esprime una concezione della vita basata sull'armonia, sulla razionalità, sull'eleganza. -principio dionisiaco: Vita basata sulla frenesia, sulla gioia di vivere ("Laus Vitae"), del Vitalismo, dell'ebbrezza, del vivere la vita senza nessun limite, seguendo il proprio istinto, la propria passione sfrenata. con socrate lo spirito apollineo prevalse su quello dionisiaco; adesso il mondo occidentale è in decadenza, sta finendo quel mondo basato sulla razionalità ed è necessario che torni a prevalere quello spirito dionisiaco che è prevalso all'inizio dei tempi. per lui è necessario perché ha una concezione della storia ciclica (teoria dell'eterno ritorno), concezione ripresa dalle teorie orientali. Vista la decadenza di tutti quei valori che hanno dato fondamento alla Civiltà occidentale, adesso deve prevalere quello dionisiaco, quindi il Vitalismo più sfrenato, per ricostituire un tipo di società che però non è accessibile a tutti, ma solo a particolari spiriti della Civiltà, il "Übermensch", che gli italiani come d'Annunzio avevano tradotto come "superuomo". La traduzione letterale è in realtà “Oltreuomo”, quindi non è come crede d'Annunzio quello spirito aristocratico, nobile, capace di dominare sull'altro uomo. Dirà che due sono le razze: una degli eletti, quella degli Übermensch, l'uomo che supera i limiti della condizione umana, a partire da quei limiti posti dalla società--> Nietzsche prociamerà a gran voce "Dio è morto", dove per Dio non intende soltanto il Dio religioso, ma vuol dire che sono decaduti e vanno calpestati tutti quei valori religiosi e morali su cui si fonda la società occidentale. Questo Oltreuomo è colui che non segue il senso morale generale, ma detta le sue condizioni morali a quelli inferiori, a coloro che non sono dotati della stessa sensibilità--> è colui che sfida i limiti della condizione umana. D'Annunzio si accosta a questa filosofia assolutamente elitaria, che si rivolge a pochi eletti, cui destina le sorti del mondo e quest'interpretazione superomistica si fonde molto bene con la sua concezione di vita e ne diventa il suo modello di riferimento. Nella sua fase superomistica ecco che lui fonderà questa concezione con la figura dell'esteta, che aveva elaborato prima con il romanzo "Il Piacere" ESTETA= Colui che vive secondo il senso estetico, che sostituisce il senso morale. si aggiunge a questa concezione una componente superomistica (gli aristocratici diventeranno protagonisti delle sue opere). Diventa quindi l'esteta superuomo, un uomo che non solo vive per il bello, ma è mosso da una volontà di potenza e sostituisce questa volontà di potenza di affermare sé stessi con qualsiasi senso morale (perché Dio è morto e la moralità va abbandonata), anche a scapito degli altri. Quando l'esteta agisce non si chiede se quello che fa sia giusto o sbagliato ma si chiede se sia "bello", elegante e raffinato. L'esteta, infatti, sostituisce il senso morale con il senso estetico. Quest'affermazione di sé spesso ha un esito tragico, drammatico. ES. nel "trionfo della morte" (1894) c'è questo personaggio che ha vissuto seguendo le proprie passioni e ad un certo punto si lega ossessivamente a una donna malata, brutta, donna camore patologico) che vorrebbe ogni volta liquidare e invece questa sua passione sessuale lo lega continuamente a lei. Nonostante si promette ogni giorno che sia l'ultimo con lei, non riesce a liberarsi da quest'istinto. Quindi pur se la tratta male, afferma sé stesso, è in realtà un "inetto" perché non riesce a liberarsene. Quando si rende conto dell'impossibilità di liberarsi di quest'ossessione Punica e ultima forma di affermazione di sé stesso è togliersi la vita: in una passeggiata con lei si avvicina per osservare il paesaggio sul bordo di una scogliera e d'impulso, stringendola a lui, si uccide buttandosi. c'è una descrizione dell'orrore negli occhi della donna, che si è resa conto di ciò che stava succedendo solo quando si trovava già in aria. Il gesto del protagonista è un gesto estremo di affermazione di sé stesso e della propria personalità, al di là della morale--> per lui, spirito aristocratico, questa donna è una forma di debolezza, una forma di decadenza, un impoverimento della sua personalità. È chiaro che la sua figura sconfina nell'inettitudine (colui che osserva vivere, che non sa fare scelte e prendere decisioni). Il superuomo sconfina nell'inettitudine perché questa volontà di potenza di affermare sé stesso di fronte all'incapacità di realizzaria ne è un esempio--> da qui la scelta tragica della morte. → È come se la personalità di D'Annunzio fosse continuamente scissa da un binomio vita-morte: da una parte il vitalismo, la gioia di vivere, dall'altra parte c'è un ossessione della morte, una paura che vive nei personaggi eroici--> secondo i critici questo dualismo è un modo per esorcizzare quell'inesorabilità della morte che poi porta al disfacimento fisico e psichico. Negli ultimi anni si chiuderà nel Vittoriale e per esorcizzare la paura della morte si abbandonerà al sesso e alla droga. Questo binomio tra la pulsione Vitalistica che portano i personaggi di D'Annunzio a vivere fino in fondo, che si abbandonano di loro istinti, Si coniugano con l'ossessione della morte (binomio pulsione vitalistica- ossessione per la morte presente nella sua stessa vita) --> tutti i personaggi hanno più o meno una componente autobiografica. Le fasi della sua poetica 1° fase: "Primo vere", raccolta poetica pubblicata a sue spese, "Terra vergine" e "canto novo" --> sono raccolte poetiche che hanno due elementi caratterizzanti: • Pinfluenza di carducci, da cui non si sentì mai sufficientemente apprezzato. Questa prima frase risente dell'influenza di carducci perché descrive un mondo abruzzese in cui mette in moto personaggi mossi da istinti primitivi, sono spesso pastori, paesani, che vivono seguendo la propria istintualità, sono personaggi dominati da passioni primordiali, non relegate al conformismo borghese. • il verismo--> Adesione apparente del verismo: descrizione accurata del paesaggio e dei personaggi, che però accentua gli aspetti di una natura selvaggia; quindi, non è una rappresentazione oggettiva della realtà. Di quei paesaggi dell'Abruzzo vuole mettere in evidenza la forza della natura e dei personaggi che descrive fa un'indagine psicologica, descrivendoli come dei “barbari”, mettendone in evidenza il carattere selvaggio, esattamente come la natura in cui vivono, vivendo seguendo i propri istinti senza quel conformismo, senza quei limiti che la società impone a chiunque. Si sottolineano gli aspetti più selvaggi della natura, di una natura "non addomesticata” dall'uomo, questo perché gli uomini stessi vivono seguendo istinti primitivi. Le poesie di "Terra vergine” troveranno pubblicazione successiva nelle "NOVelle della Pescara". Imitazione carducciana e vitalismo, che si traduce in una fervida adesione alle forze della natura e al richiamo dei sensi. 2° Fase: "ELEGIE ROMANE" ecc. Parnassianesimo: corrente letteraria francese degli anni 60 che si manifesta per una ricerca di oggettività particolarmente elegante, dove la ricerca col vero si coniuga con la ricerca formale (labor limae) (che mancherà al verismo). PARNASO=UNA DELLE DUE CIME DEI MONTI DI APOLLO (richiamo alla classicità) In questa fase è presente il suo romanzo più importante "Il Piacere": l'emblema dell'estetismo dannunziano. (1889, Stesso anno di MASTRO DON GESUALDO) Trama: racconta la storia di quest'aristocratico Andrea sperelli, che è un esteta, che vive in un castello della Roma Barocca in modo estremamente raffinato. c'è una descrizione degli ambienti della Roma Barocca, di estrema eleganza, che non è comune--> è un'eleganza particolare, raffinata. È un personaggio schiacciato da un padre che vive con un senso estetico, sostituendo il senso morale e che gli dirà "devi sapere fare della propria Vita un'opera d'arte". Descrizione di questo castello lussuoso, lui passa da una festa all'altra, vive conducendo una vita basata sul piacere, sul divertimento. Intreccia una storia con la duchessa, Elena Muti, che conduce una vita protesa al soddisfacimento dei propri istinti sessuali. Elena ha un ripensamento e decide di abbandonario per ritornare dal marito, Andrea si rifiuta di soggiacere a quest'amore e decide di intrecciare un'altra relazione con Maria Ferres. Andrea vive due esperienze d'amore completamente diverse: Elena con l'amore-passione, l'amore sensuale; dall'altra parte lui pensa di potersi liberare dal dominio della carne attraverso un amore puro, svincolato dai sensi, un amore che gli permette di dominare la sua istintualità, contrapposto a quello fisico con Elena. Ad un certo punto scopre che Elena ha deciso di intrecciare una relazione con un altro uomo ancora--> però nell'ultimo incontro con maria, nel momento della passione amorosa, Andrea la chiama con il nome di Elena. Maria scappa inorridita (tra l'altro anche lei sposata) e aveva un senso di rimorso nei confronti del marito (marito che peraltro era un nobile in decadenza). si conclude con Andrea che rimane solo, abbandonato da entrambe le donne e decide di partecipare all'asta dei beni di lusso della famiglia Ferres (il marito deve vendere i suoi beni, i suoi cimeli) e quindi lui pensa in qualche modo di risarcirla e acquistando un suo oggetto, magari tenere un ricordo di Maria. Nella scena conclusiva acquista un armadio che descrive con dettagli apparentemente insignificanti: lui torna a casa sua e osserva gli operai che portano l'armadio come fosse una bara sulle scale. E' stata descritta questa scena quasi "veristica", molto particolareggiata, ma che la critica ha descritto poi quasi come il "trasporto di una bara". secondo alcuni critici questa descrizione starebbe a rappresentare la morte di wagner e invece secondo la maggior parte della critica rappresenta quest'ossessione della morte, che lo perseguita. per cui questa scena volutamente sembra descrivere il trasporto di una bara il trasporto di un armadio--> lo fa attraverso una ricerca specifica di vocaboli, che appartengono al campo semantico della morte. Attenzioni ai nomi de personaggi ELENA-COlei che distruggerà le navi (rif. All'Elena dell'odissea) MARIA=nome che richiama il nome della Madonna (figura religiosa collegata alla purezza) Andrea=dal greco "ANDER ANDROS", è il “VIR” latino. sempre in questo romanzo dice "il verso è tutto" e che ripeterà in altre raccolte poetiche. con quest'espressione mette in evidenza l'importanza della forma espressiva, e la critica sottolinea l'enorme padronanza lessicale di questo autore, che deriva dalle sue letture, lui spesso si appuntava termini di uso poco consueto, o termini che venivano riscoperti nelle loro accezioni originali. (es. la parola studio= passione) Interessante è soprattutto la sua capacità di usare la lingua attraverso studi molto accurati della posizione dei vocaboli all'interno dei periodi o dei versi. Lui non è un filologo ma si circonda di esperti di ogni materia che gli forniscono un vocabolario tecnico e arricchiscono il suo lessico (agricolo, tecnico) e che usa in senso metaforico, utilizzando un termine come la metafora di qualcos'altro. Utilizzando termini alla maniera simbolica e alla maniera simbolista (cioè secondo i simbolisti francesi). La parola con lui diventa una chiave di interpretazione della realtà e uno strumento per attingere l'assoluto, cioè la verità, il tutto--> tutto inaccessibile ai più, ma che è accessibile solo alle sensibilità più raffinate. Ecco perché la ricerca di vocaboli rari, preziosi proprio perché la parola non è più solo espressione del pensiero, ma molto di più. 3° fase (della bontà): in questa fase, chiamata così, si celebrano i buoni sentimenti, semplici, non è presente quella ricerca di parole raffinate, quei periodi ridondanti (es. il Piacere è scritto con l'ipotassi) questa terza fase vede un'altra componente ancora della sua poetica (è evidente che fa suo lo sperimentalismo, attingendo un po' qua un po' là) --> nella terza fase attinge ai romanzieri russi dell'Ottocento: • Dostoevskij, da cui riprende le sue tematiche: lui scava negli abissi più bui dell'animo umano, nelle pieghe più recondite, negli antri più bui -->romanzi psicologici, accompagnati da descrizioni di ambienti (componente veristica, che però mentre nel verismo sono fine a sé stesse, volte alla ricostruzione della realtà, qui si caricano di significato, di una valenza simbolica) --> è verismo, ma allo stesso tempo il suo superamento. Tolstoj, da cui riprende gli aspetti più nobili e più puri dell'animo umano, c'è una "ricerca del bontà”, soprattutto in una raccolta lirica "poema paradisiaco", modello di riferimento dei crepuscolari. È una raccolta di liriche, intramezzate da parti in prosa, con cui vuole recuperare la dimensione dell'infanzia, non solo a livello temporale (è pieno di ricordi, come quello della madre), ma vuole rievocare la dimensione dell'infanzia anche a livello emotivo, vuole quindi recuperare quell'innocenza, quella purezza propria dei bambini e quindi c'è il recupero di quella dimensione esistenziale infantile anche quando si è lontani anagraficamente. Troviamo elementi di Dostoevskij nei due romanzi presenti in questa fase, in quanto sono personaggi mossi da sentimenti contrapposti: • "Giovanni episcopo" parla della storia di quest'uomo che ama la moglie, che però è una donna volgare e lussuriosa, che lo tradisce con un amante che si prende gioco di lui e lo tiranneggia. vuole recuperare la dimensione dell'infanzia, della purezza con il quale i bambini imparano a conoscere il mondo, anche quando i ricordi sono lontani, fase dell'innocenza "L'innocente". (Leggere trama) 4° Fase: "fase del superomismo e del panismo" = per "panismo" si intende la comunione, la fusione dell'entità umana con la natura, l'arborizzazione", c'è una vegetalizzazione dell'individuo umano e un'umanizzazione dell'elemento naturale in una perfetta fusione. I due elementi sono collegati perché il panismo è possibile soltanto per colui che ha delle caratteristiche che sono al di sopra di quelle comuni->non è una dimensione raggiungibile da chiunque, ma solo a coloro dotati da una particolare sensibilità-->superomismo. opere di riferimento: "il trionfo della morte" (1894) 5° fase: la "fase notturna", fase che non corrisponde a nessuna delle fasi precedenti. Fase particolare della sua vita: ha perso un occhio (durante la guerra) e deve stare per mesi al buio. "notturno" fa riferimento anche a questa cecità temporanea di d'Annunzio. In questa fase lui chiede alla figlia che l'assisteva di formare dei "cartigli", rotolini di carta da lui chiamati così, dove lui scrive qualcosa che non ha un senso logico e inizia a scrivere cose che gli vengono in mente (flusso di coscienza) senza un ordine sintattico: impressioni, ricordi, sensazioni, flashback che colpiscono la sua mente e che lui mette per iscritto. opera di riferimento: "Il notturno" è una raccolta né in prosa né in versi Il titolo notturno fa anche riferimento al fatto che questi ricordi, espressioni, sensazioni che non hanno nessuna attenzione alla sintassi, sono attraversate dall'ossessione della morte, della fugacità del tempo, della caducità della vita umana, del tutto che finisce. Dettaglio: verrà accusato da alcuni simbolisti francesi di plagio e dovrà sostenere un processo, perché riprende un po' qua un po' là. "FLUSSO DI COSCIENZA” = un'esasperazione del monologo interiore, il personaggio mette per iscritto i suoi pensieri senza nessuna attenzione alla sintassi, all'ordine logico e cronologico delle parole ma con la stessa immediatezza e con lo stesso disordine con cui quei ricordi, quelle impressioni si presentano alla mente esse vengono messe per iscritto. "Le laudi" Raccolta poetica appartenente alla quarta fase, la più importante, da cui sono tratti i testi che sono molto famosi e che influenzeranno la poesia del '900. --> Montale farà la parodia della "pioggia nel pineto» e avrà una poetica che sarà lontanissima da quella di d'Annunzio; eppure, dirà che "non si può fare poesia, attraversando la poesia del '900, prescindendo da D'Annunzio", lo si fa superando, ma non prescindendo. Titolo completo: "Laudi del cielo, della terra, del mare e degli eroi" → è raccolta che viene scritta dopo un viaggio in Grecia nel 1895. Il progetto iniziale doveva costituire 7 sezioni denominate coi nomi delle Stelle della costellazione delle Pleiadi--> Elettra, maya, Alcyone, merope, asterope, Taigete e celeno. --> di cui la terzultima solo abbozzata e le ultime due nemmeno iniziate. --> ne scriverà essenzialmente 5, il progetto non verrà mai completato. Questo testo viene scritto sotto l'impulso del viaggio in Grecia, che lo spinge a far rinascere la mitica civiltà greca attraverso la rievocazione del mito dionisiaco. "maia" con sottotitolo "laus vitae"→ temi: celebrazione della gioia di vivere attraverso la rievocazione della figura di Ulisse, che diventa il moderno "superuomo" --> Viene esaltata una concezione di viltà, secondo la concezione classicheggiante in contrapposizione alla concezione cristiana. "Maia" rievoca questo viaggio in Grecia e diventa la figura di Ulisse la moderna figura del superuomo, che affianca alla volontà di potenza, il culto della forza. Si conclude con un'ode dedicata a carducci, considerato il poeta che aveva celebrato il classicismo paganeggiante e promosso l'avvento di un'età classica che rifiutasse il cristianesimo (inno a satana). "Elettra"→Temi: Rievocazione degli eroi del passato (es. Impresa dei mille) ma soprattutto c'è una parte dedicata alle “Città del silenzio", come Ferrara, Pisa, Bologna, città che sono state grandi un tempo e che adesso vivono un periodo di decadenza, che devono rinascere a nuova vita attraverso una concezione della vita dionisiaca. In questo testo verrà coniata per Pisa il termine di "piazza dei miracoli" →lui conierà tanti termini come il posto "Rinascente”, “Vittoria mutilata", "Milite ignoto" "Merope": Quarta laude, dove esalta la conquista della Libia, si erige a "poeta vate" facendo un'esaltazione di una politica imperialistica dell'Italia, giustificata per ragioni economiche, ma in nome della superiorità culturale che deve essere necessariamente portata ai popoli che lui considera "inferiori". "Asteope": Quinta laude appena abbozzata, si parla delle guerre latine, si pone giustificazione della politica imperialista e colonialista del governo italiano. Alcyone L'Alcyone, terza laude, è composta da 88 liriche divise in 5 sezioni. "La tregua", prima lirica della raccolta, interpretata dalla critica come una "tregua" dal superuomo--> questo perché la componente superomistica, l'esaltazione della volontà di potenza il superuomo è colui che sostituisce il senso morale con quello estetico. Quella "tregua” non è “dal superuomo" (il superuomo non sparisce) ma "del superuomo": è sempre una figura che supera i limiti della condizione umana a poter provare questa condizione privilegiata che è la fusione panica, la comunione con le forze della natura, capace di diventare parte di tutto → esperienza accessibile a pochi eletti, dotati di una particolare sensibilità. L'esperienza panica è centrale di tutte e 88 liriche È una tregua dal superuomo perché anziché esaltare il culto della forza e della potenza (come nelle altre raccolte), celebra la capacità di fondersi con gli elementi naturali--> un vero e proprio processo di naturalizzazione dell'uomo e un'umanizzazione della natura. si parla "fitomorfismo" (vegetalizzazione), "metamorfismo", passaggio da una forma vivente all'altra. Queste 5 sezioni diverse sono chiuse con un'ode dedicata a pascoli perché da lui considerato il poeta del "simbolismo naturale", presente nell'Alcyone. Queste 5 sezioni sono intervallate da 4 Ditirambi, genere poetico tipicamente greco, che è una poesia corale lirica tipica del culto dionisiaco. ciò mette in evidenza la presenza del superuomo ancora una volta, in quanto l'esperienza panica è propria solo di una figura eccezionale. Mette anche in evidenza il recupero di una poesia classica per il recupero di una dimensione dionisiaca, cosmica, in cui l'uomo viveva in comunione con la natura e capace di fondersi con essa. Troviamo un esile filo narrativo che lega queste liriche: la descrizione di un'estate a versilia (Marina di Pisa), Fatta di molte immagini, che lui trascorre con la donna da lui amata, che lui chiama Ermione (nome greco che rappresenta una donna di una bellezza leggendaria, figlia di Menelao), una donna dalla bellezza straordinaria. Questo filo narrativo è in realtà un pretesto per descrivere alcuni momenti che si avvicendano nel corso dell'estate-> L'estate è vista dal suo primo apparire, dalla primavera fino alla sua esplosione nei mesi di luglio dell'estate → già le liriche ambientate in settembre (es. “i pastori”) già inizia a trascolorare l'estate; Le ultime liriche rievocano la fine dell'estate e sono attraversate da un senso di malinconia, quell'idea dello spegnersi preannuncia il senso della morte, che lui cerca di esorcizzare in tutti i modi. ETIMOLOGIA DELLA PAROLA "PANISMO": due etimologie diverse → 1. Deriva dal dio pan, dio dei boschi, uno degli dèi ancestrali della civiltà greca, che indicava l'uomo nella sua condizione esistenziale primitiva che agisce seguendo l'impulso degli istinti, ancora privo di razionalità. 2. Neutro dell'aggettivo greco "pas", che vuol dire "tutto" (ES. "PANTEISMO") Il panismo indica questa comunione tra uomo e natura, l'immergersi di un tutto primogenio che è in divenire continuo. "La pioggia nel pineto" È importante in quanto sono presenti numerosissime figure retoriche, soprattutto la sinestesia. La critica l'ha definita una "Sinfonia”, una sorta di spartito per gli effetti sonori--> sono più voci naturali che si uniscono tra di loro e consentono questa compenetrazione tra l'elemento naturale e quello umano, cioè la realizzazione del panismo. È costituita da 4 strofe di 32 versi ciascuna, e ciascuna si conclude con l'invocazione a "Ermione". Le strofe tra di loro sono strettamente collegate → sono legate con una sorta di chiasmo: la prima con la terza, seconda con la quarta. La prima e la terza strofa descrivono gli effetti della pioggia in questa pineta. La seconda e la quarta strofa descrivono gli effetti del fitomorfismo. La prima si chiude con la prima espressione che riprende la quarta (t'illude) Ci sono tantissime parole che non hanno il significato moderno, ma sono utilizzate nella loro accezione latina il linguaggio è aulico, prezioso, pieno di preziosismi, di costruzioni Sintattiche diverse dall'ordinario, verbi intransitivi che vengono utilizzati transitivamente. ES: "Illudere", non va inteso in senso comune, ma in senso latino= "ludo", giocare → l'amore come un gioco. sono spesso parole che richiamano il fonosimbolismo→i verbi mettono in evidenza i rumori dell'acqua, verbi che producono effetti sonori diversi a seconda della parte naturale che viene colpita. A questi suoni collaborano le altre presenze come le cicale, il gracidio delle rane→ tutto ciò aiuta quell'immersione, quella metamorfosi dell'elemento umano nell'elemento naturale. "La sera fiesolana" = lirica più antica dell'Alcyone, precedente cronologicamente alla pioggia nel pineto ed è fatta di immagini giustapposte scritta quando ancora cominciava il progetto delle Laudi. Descrizione di una sera di giugno di pioggia nelle campagne di Fiesole (Cittadina su un colle di Firenze) e delle note malinconiche della sera. Rievocazione del cantico delle creature⇒ In questa lirica c'è una citazione diretta di San Francesco, una dichiarazione esplicita, mentre in altri testi Ci sono allusioni al testo. Perché? secondo molti critici tutto l'Alcyone è una rivisitazione pagana di quell'esaltazione della vita e del mondo nel cantico delle creature (primo testo della letteratura italiana). D'Annunzio è come se volesse dare inizio con questo testo a una nuova letteratura, destinata un nuovo pubblico, ai più eletti, a un pubblico capace di partecipare ai misteri della natura. La poesia in Alcyone diviene rivelatrice dei misteri della natura, che solo i pochi eletti possono cogliere siamo sempre in una dimensione superomistica. protagonista di questa lirica non solo loro due, ma la natura è rappresentata attraverso una successione di immagini → sono immagini che più che descritte sono rappresentate in modo Simbolico, non c'è una vera descrizione di queste immagini naturali. È costituita da tre strofe, intervallate dalla cosiddetta “ripresa”, costituita da 3 versi, che si ripete sempre uguale. La ripresa è molto interessante per due ragioni: -Si lega sotto profilo ritmico alla strofa precedente (perché ogni verso della ripresa rima con gli ultimi tre versi della strofa precedente); -è un chiaro, esplicito riferimento al "cantico delle creature»→ se "nella pioggia del Pineto" assistiamo davvero alla lenta e graduale metamorfosi, Pumanizzazione della natura e la vegetalizzazione dell'elemento umano, qui Paccento è posto soprattutto sulla personificazione, per esempio, della sera nella ripresa in quei tre versi c'è proprio una chiara umanizzazione del paesaggio. "I Pastori" collocata quasi alla fine della raccolta nel mese di settembre. viene descritta la cosiddetta “transumanza» cioè quel vero e proprio rito che conduceva i pastori dai monti al mare. Tutto il testo è attraversato da un senso di malinconia, dovuta dal trascolorare dell'estate ma la nostalgia deriva anche dal fatto che rievoca i luoghi della sua infanzia --> una nota di profonda nostalgia attraversa questa lirica.