Gabriele D'Annunzio rappresenta una delle figure più significative della letteratura italiana tra Ottocento e Novecento, incarnando pienamente gli ideali del decadentismo e dell'estetismo.
La sua produzione letteraria spazia tra diversi generi, dai romanzi come "Il Piacere" alle raccolte poetiche come "Le Laudi", dove emerge il tema del panismo - la fusione tra uomo e natura in un'unica entità divina. Nell'opera "Alcyone", parte fondamentale de "Le Laudi", D'Annunzio raggiunge l'apice della sua poetica naturalistica, celebrando la perfetta comunione tra essere umano e natura attraverso versi di straordinaria musicalità e potenza evocativa.
Il concetto del superuomo dannunziano, ispirato alla filosofia di Nietzsche ma rielaborato in chiave personale, permea gran parte della sua opera, manifestandosi nella ricerca della bellezza assoluta e nel culto dell'eccezionalità. Le sue poesie d'amore e le poesie sulla guerra riflettono questa visione estetizzante della vita, dove ogni esperienza viene trasfigurata in arte. La sua vita privata fu caratterizzata da eccessi e scandali, perfettamente in linea con la sua visione dell'artista come essere superiore alle convenzioni sociali. Il suo contributo al decadentismo italiano si manifesta nell'elaborazione di uno stile ricercato e prezioso, nella celebrazione della bellezza come valore supremo e nell'esplorazione delle sensazioni più raffinate e rare. Attraverso le sue opere, D'Annunzio ha creato un nuovo linguaggio poetico, influenzando profondamente la letteratura italiana del Novecento.