Nel capolavoro di Dante Alighieri, la struttura dei cieli nel Paradiso di Dante si presenta come un'architettura complessa e significativa che riflette la cosmologia medievale. Il poeta immagina nove cieli concentrici che ruotano intorno alla Terra immobile, ciascuno governato da diverse intelligenze angeliche e associato a specifiche virtù e caratteristiche divine.
Il viaggio attraverso i cieli rappresenta un percorso di elevazione spirituale, dove ogni sfera celeste rivela una maggiore vicinanza a Dio. Particolarmente significativo è il cielo Empireo e angeli nel Paradiso, che costituisce la dimora di Dio e dei beati, dove la luce divina si manifesta nella sua massima intensità. Qui, gli angeli sono organizzati in nove cori, ciascuno con specifiche funzioni nella gerarchia celeste. La loro disposizione riflette l'ordine divino e la perfezione del creato, manifestando la sapienza del disegno divino.
Il movimento dei cieli e amore divino Divina Commedia rappresenta un aspetto fondamentale della concezione dantesca. Secondo il poeta, è l'amore divino che muove i cieli, creando un'armonia universale che si riflette nel movimento delle sfere celesti. Questo concetto si collega alla teoria aristotelica del "primo mobile", ma Dante lo arricchisce di significati teologici e spirituali. I beati che Dante incontra durante il suo viaggio mostrano diversi gradi di beatitudine, ma tutti partecipano alla perfetta felicità della visione di Dio. La loro disposizione nei vari cieli non indica una reale separazione, ma piuttosto una manifestazione simbolica dei diversi gradi di perfezione spirituale raggiunti.