Gabriele D'Annunzio rappresenta una delle figure più significative del Decadentismo italiano, la cui opera letteraria ha profondamente influenzato la cultura italiana del primo Novecento.
Le opere di Gabriele D'Annunzio spaziano dalla poesia al teatro, dal romanzo alla prosa memoriale. Tra le sue opere più celebri troviamo "Il Notturno", scritto durante il periodo di convalescenza a seguito di un incidente aereo che lo rese temporaneamente cieco. Quest'opera, composta su piccole strisce di carta nell'oscurità, rappresenta uno dei momenti più intensi della sua produzione letteraria, dove il tema della sofferenza si intreccia con quello della memoria e della percezione sensoriale.
Il concetto del superuomo di D'Annunzio si differenzia significativamente da quello nietzschiano, rappresentando una figura più estetizzante e mondana. Nelle sue opere, D'Annunzio elabora un ideale di superuomo che incarna l'eccellenza artistica e la raffinatezza culturale, distaccandosi dalla concezione filosofica più profonda di Nietzsche. Questo si riflette particolarmente nei suoi romanzi come "Il Piacere" e "Le Vergini delle Rocce", dove i protagonisti incarnano questo ideale di superioritàestetica e morale. La sua produzione teatrale, con opere come "La Figlia di Iorio", mostra invece un'interessante fusione tra elementi classici e innovazione drammaturgica. Il teatro di D'Annunzio si caratterizza per la ricchezza linguistica e la complessità dei personaggi, spesso portatori di conflitti esistenziali e passioni travolgenti.
La sua poetica, espressa in raccolte come "Alcyone", rivela una straordinaria capacità di fondere sensualità e natura, creando un linguaggio ricco e musicale che ha influenzato profondamente la letteratura italiana successiva. Il suo stile, caratterizzato da un lessico raffinato e da una sintassi elaborata, ha contribuito a rinnovare la lingua letteraria italiana, creando un modello di scrittura che ancora oggi viene studiato e analizzato.