Bacchilide: Temi e innovazioni stilistiche
Gli Epinici III e V mostrano l'originalità di Bacchilide nel genere. Il III racconta la sfortuna di Creso, ultimo re di Lidia, nei suoi ultimi istanti di vita sulla pira - una vicenda di rovina in un componimento celebrativo! Il V narra l'incontro nell'Ade tra Eracle e Meleagro, che compiange l'infelicità umana.
Questa apparente contraddizione riflette la mentalità greca: proprio nel momento di massima gioia bisogna ricordare la precarietà umana per evitare la hybris (superbia). La gnome (sentenza morale) in Bacchilide mantiene sempre il principio cardine della moderazione.
Per lui la poesia sconfigge la caducità umana tramandando la gloria nel tempo, ma il poeta non ha una missione divina - deve semplicemente "esprimere il bello". Una concezione più terrena e accessibile rispetto a Pindaro.
I ditirambi perdono con Bacchilide la connessione originaria con Dioniso per abbracciare temi mitologici generali. Hanno titoli che rimandano direttamente ai miti (Teseo, Ida) e mostrano ancora di più il suo stile descrittivo e teatrale.
💡 Ricorda: Il Ditirambo XVIII è in forma di dialogo, probabilmente tra due semicori - un'innovazione che mostra l'influenza della tragedia attica contemporanea.
Lingua e stile: presenta forme ioniche (influenza epica), predilige il racconto con molti aggettivi, metriche brevi che rispettano la tripartizione tradizionale. Emerge il tema della luminosità e dei colori ma con valenza cromatica, non divina - la sua arte descrive la bellezza terrena.