Chi era Pindaro: vita tra aristocrazia e politica
Nato a Tebe intorno al 520 a.C., Pindaro proveniva probabilmente da una famiglia aristocratica, il che spiega il suo forte attaccamento ai valori aristocratici. La sua formazione avvenne tra Tebe e Atene, ma le sue origini tebane influenzarono profondamente le sue posizioni politiche.
Durante le guerre persiane 490−480a.C., Pindaro mantenne una certa neutralità verso Atene, fedele alla tradizione antiateniese di Tebe. Quando però i Greci vinsero, compose elogi per Atene che gli costarono una multa dalla sua città natale.
Un momento cruciale della sua vita fu il soggiorno in Sicilia, dove entrò in contatto con i tiranni Ierone di Siracusa e Terone di Agrigento. Qui incontrò anche altri grandi poeti come Eschilo e Simonide, arricchendo la sua esperienza artistica.
Nota importante: Pindaro morì probabilmente tra il 435-438 a.C., secondo la leggenda tra le braccia del suo amato Teosseno.
La produzione poetica: gli epinici al centro
I grammatici alessandrini divisero le opere di Pindaro in 17 libri, distinguendo tra poesie dedicate agli dei (inni, peani, ditirambi) e poesie dedicate agli uomini (encomi, treni ed epinici). Solo gli epinici sono arrivati a noi quasi completi.
Gli epinici seguono una struttura precisa con tre elementi fondamentali: il kairos (riferimento all'occasione specifica), la parte mitologica (legata alla famiglia dell'atleta o alla sua città) e la gnome (insegnamento morale universale).
Le opere si suddividono in base alle feste atletiche: 14 Olimpiche (per Zeus), 12 Pitiche (per Apollo), 11 Nemee (per Zeus) e 8 Istmiche (per Poseidone).